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Mar 26 2023

custodi dell’oro blu 26 03 2023

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AGRICOLTORI, CUSTODI DELL’ORO BLU

Campagna Amica sostiene e supporta l’agricoltura locale e sostenibile che ha tra i suoi valori la salvaguardia delle risorse naturali, prime tra tutte quella idrica

Il 22 marzo di ogni anno si festeggia l’acqua, elemento vitale per la sopravvivenza di ogni essere vivente. La Giornata Mondiale dell’Acqua è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, risultato della conferenza di Rio su ambiente e sviluppo. La crisi idrica è diventata una preoccupazione moderna che ogni stato e ogni cittadino ha l’obbligo di affrontare. Più del 70% della superficie terreste è ricoperta d’acqua. Di fronte a questo dato può non essere immediato comprendere l’urgenza posta dall’insicurezza idrica, ma la questione diventa presto chiara se si analizza meglio questo numero: secondo l’USGS (United States Geological Survey), solamente il 2,5 % di quest’acqua è dolce (la maggior parte della quale è inaccessibile in quanto conservata nei ghiacciai e nelle calotte polari). Il restante 1,2% di quel 2,5 % dovrebbe essere invece condivisa da una popolazione mondiale di sette miliardi di persone, in costante crescita[1].

Oggigiorno, i cambiamenti climatici rendono incerta la disponibilità e la distribuzione geografica delle risorse idriche. Tutto ciò mette in pericolo le nostre economie, società ed ecosistemi. Secondo uno studio della United Nations University i costi del cambiamento climatico raggiungeranno circa 1,67 trilioni di euro nel 2030[2]. In tal senso investimenti, infrastrutture e una gestione mirata di tale risorsa sono necessari per potersi adeguare ai cambi della natura e continuare ad avere uno sviluppo sostenibile. La sicurezza idrica non può essere a qualunque prezzo. Deve necessariamente essere sostenibile e rispondere in modo simultaneo alle esigenze sociali, economiche e ambientali. Ma più di tutto, la sicurezza idrica deve essere pensata in maniera tale che l’acqua ritorni nella natura e non venga sprecata, preservando così la biodiversità e la disponibilità di risorse e salvaguardando gli ecosistemi attraverso un’azione circolare. Infatti, oltre l’80% degli sprechi d’acqua a livello globale viene scaricata nell’ambiente senza alcun trattamento[3], nonostante la sanificazione dovrebbe essere al primo posto tra le nostre preoccupazioni. Secondo il rapporto Ocse, Water risk hotspots for agriculture[4], stress idrici legati a siccità, alluvioni, aumento del livello del mare, deterioramento della qualità dell’acqua e intensificazione della competizione per le risorse minacciano la produzione agricola in molte parti del mondo, determinando effetti catastrofici sulla produzione locale, la sicurezza alimentare e lo sviluppo socio-economico delle comunità. Secondo la Fao, attualmente, la scarsità idrica colpisce oltre il 40 % della popolazione mondiale, percentuale che potrebbe arrivare al 66% entro il 2050. Ciò è dovuto in gran parte proprio al consumo eccessivo di acqua nel settore agro-alimentare. Al contempo è questo stesso settore a risentire in modo significativo della mancanza d’acqua; ed è proprio l’agricoltura che ha la facoltà di contribuire, in modo significativo, all’aumento o alla diminuzione dello stress idrico nei singoli territori, determinando a propria volta un deterioramento – o meno – delle risorse naturali in questione. Quindi, gli agricoltori in primis, e chiunque operi nel settore agro alimentare, hanno un ruolo di fondamentale importanza nel contrastare l’insicurezza idrica e prevenire la futura assenza d’acqua. L’acqua è vitale per l’agricoltura ed è necessario che ogni agricoltore ne diventi custode attraverso un uso sostenibile, efficace ed efficiente.

Fondazione Campagna Amica cerca di sostenere e supportare l’agricoltura locale e sostenibile che abbia tra i suoi pilastri valoriali la salvaguardia delle risorse naturali, prime tra tutte quella idrica. Grazie alla sua rete di mercati locali di vendita diretta è possibile acquistare prodotti alimentari coltivati nel rispetto della natura e della sua biodiversità, contribuendo in questo modo a proteggere le risorse naturali e gli ecosistemi e contrastando in modo significativo il crescente stress idrico. È dunque dovere di ogni cittadino non abbandonare l’agricoltore in tale lotta, ma sostenerlo attraverso l’acquisto dei suoi prodotti.

GIORNATA ACQUA, IN ITALIA PERSI 9 LITRI DI PIOGGIA SU 10. In Italia quasi 9 litri di pioggia su 10 che cadono lungo la Penisola non vengono raccolti. È quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo 2023 nel sottolineare che a livello nazionale per le carenze infrastrutturali si trattiene solo l’11% dell’acqua piovana. Una situazione aggravata dal fatto che nella distribuzione dell’acqua raccolta le perdite idriche totali sono pari al 42 % secondo l’Istat.

Crescita delle temperature, sfasamenti stagionali e soprattutto modificazione della distribuzione e aumento dell’intensità delle piogge sono effetti dei cambiamenti climatici che richiedono interventi strutturali oggetto della cabina di regia del governo.

Le anomalie sono evidenti anche quest’anno in cui l’inverno ha lasciato l’Italia del nord a secco con precipitazioni al di sotto della media, dopo un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno. Gli effetti sono evidenti con i grandi laghi che hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 22% del lago di Como al 38% del lago di Garda fino al 44% di quello Maggiore mentre il livello idrometrico del fiume Po al quello Maggiore mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,2 metri, come in piena estate, e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.

Sono circa 300mila le imprese agricole che secondo la Coldiretti si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. La mancanza di precipitazioni sta condizionando le scelte delle aziende agricole che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento. Per le semine del riso si stima un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni.

Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ed i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello.

A preoccupare è anche l’innalzamento dei livelli del mare in Italia con l’acqua salata che sta già penetrando nell’entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all’abbandono l’attività agricola. La risalita del cuneo salino, ossia l’infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi, rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni con uno scenario che è più che preoccupante per l’economia agricola proprio nella valle del Po.

Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “per questo servono abbiamo elaborato con Anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”.

Gli agricoltori – conclude Prandini – sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare”.

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Mar 25 2023

un programma 25 03 2023

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UN PROGRAMMA

Il ministro Valditara illustra il suo programma, che sommariamente e’: grave mancanza di rispetto per chi usa il cellulare in classe, lo Stato si costituisca parte civile con chi picchia gli insegnanti, infine chi ha fatto danni durante le occupazioni ne risponde; dal Giornale.

Francoforte 25 03 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Scuola, Valditara: “Qualche fesso non ha capito la circolare sui cellulari in classe, è una questione di rispetto”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito alla scuola di politica della Lega: “Lo Stato si costituisca parte civile nei processi contro chi aggredisce i docenti”

Forse “qualche fesso” non ha compreso il significato della circolare sui cellulari in classe, allora “si legga più attentamente la circolare, che ne sottolinea l’uso corretto”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, nel corso di un intervento alla scuola politica della Lega. Secondo il ministro “alcuni hanno perso di vista il significato più profondo: il rispetto. Se io insegnante sto spiegando in un momento in cui voglio che i ragazzi partecipino, se uno si mette a chattare con un amico o a immortalare magari le smorfie dell’insegnante per dileggiarlo, credo che questo sia inaccettabile”.

Lo Stato parte civile contro chi picchia gli insegnanti

Per quanto riguarda le aggressioni ai docenti, Valditara ha annunciato l’intenzione di proporre “che il ministero si costituisca parte civile nei processi penali. Chi prende a pugni non avrà di fronte solo l’insegnante ma anche lo Stato, perché paghi per il danno di immagine alla missione educativa della scuola. È il momento di dire basta alle aggressioni – ha aggiunto il titolare dell’Istruzione – voglio che ritornino sicurezza e serenità nelle classi”.

Le occupazioni

“Serve rispetto anche per i beni pubblici – ha proseguito il ministro – Pensate che nel 2021 nelle scuole occupate a Roma ci sono stati 500 mila euro di danni: pc rubati, laboratori distrutti. Durante le occupazioni entra chiunque, anche qua bisognerà trovare una soluzione, che qualcuno possa risponderne, altrimenti paghiamo tutti, non solo i vandali che non hanno rispetto per i beni pubblici”.

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Mar 25 2023

dinosauri 25 03 2023

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DINOSAURI

Per l’Apic una vera svolta epocale, tanto per copiare il testo che Fabrizio Loffi ha scritto per www.cremonasera.it

Francoforte 25 03 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Quindici anni fa chiudeva con oltre duecentomila visitatori da ogni parte d’Italia “Dinosauri”, la mostra dei record ed il canto del cigno della grande stagione dell’Apic

Quindici anni fa, il 25 marzo 2008, chiudeva col botto “Dinosauri” la mostra dei record, e per il gran finale non aveva voluto far mancare la sua presenza il presidente dell’Apic Giuseppe Torchio, giunto a Cà de’ Somenzi seduto su una carrozzella, in seguito alle conseguenze di un incidente stradale. A chiudere in bellezza ci aveva pensato Barbara Chiappini, nell’insolita veste di madrina di “chiusura” della mostra. 206.090 i visitatori totali, con tremila nuovi biglietti staccati proprio nella giornata di chiusura. In una settimana a Cà de’ Somenzi erano arrivati oltre trentaseimila turisti, di cui solo diciottomila nel giorno di pasquetta. “Dinosauri” aveva rappresentato per l’Apic una vera e propria svolta epocale, sicuramente attesa ma non del tutto scontata. Ha avuto certamente il proprio peso il fatto che la mostra fosse stata l’unica tappa italiana dell’esposizione e la qualità curata con il Natural History Museum di Londra, oltre a una promozione efficace, aveva giustificato il tanto interesse richiamando migliaia di visitatori. Ma il merito era stato certamente anche dei modelli animati curati da Kokoro Dreams e soprattutto dell’allestimento, voluto da Franco Feroldi, che aveva sfruttato al meglio gli ampi spazi del padiglione fieristico. Il risultato era stato un percorso suggestivo dove il momento didattico lasciava spazio al divertimento, alla scoperta e allo stupore di tanti bambini e dei loro genitori. Lo stesso John Philips, del museo di Londra, ha confermato che mai aveva visto un allestimento tanto suggestivo come quello realizzato dall’Apic. Il momento più critico si era verificato domenica 2 marzo, quando la mostra era stata letteralmente presa d’assalto: che fosse una domenica particolare lo si era intuito sin dalla prima mattina. Già alle nove c’era un piccolo assembramento all’ingresso. Così, senza una disposizione ordinata, non era mancata qualche tensione al momento di acquistare il biglietto. Nulla di troppo grave, sia ben chiaro: qualche spintone, gomitate di troppo, toni accesi nel cercare di far prevalere le proprie ragioni. Per primi avevano cercato di ristabilire la normalità i vigili del fuoco ma, ben presto, si erano visti costretti a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Al loro arrivo, dopo che per qualche minuto erano stati chiusi i cancelli per limitare l’afflusso del pubblico, era tornata la calma. A tre settimane dalla chiusura erano stati superati i centoventimila visitatori, con ventimila presenze solo quella domenica. Nelle settimane precedenti la mostra era stata visitata da Marina Berlusconi, dal sindaco di Varese Attilio Fontana, con la famiglia, dal direttore di Gardaland Massimo Zuccotti. Il biglietto numero centomila era stato assegnato il primo marzo ad un alunno della scuola elementare di Serra Mazzoni, in provincia di Modena. A Cremona era arrivato, insieme ai compagni della terza A e della terza B, accompagnato dalle insegnanti Rita della Casa, Lidia Ruggeri, Nirvana Olivieri e Monia Sciacca. Infine il 22 marzo era arrivata Anna Oxa in veste del tutto privata, tanto da negare ogni scatto a documentare l’evento. La cantante barese era giunta a Cà de’ Somenzi di buon’ora, con il compagno e tre bambini. Nella sola giornata erano arrivati più di undicimila visitatori portando il totale a superare i centottantamila ingressi. Infine una testimonial d’eccezione Barbara Chiappini, affascinante showgirl e attrice piacentina, legata alla nostra città dall’aver studiato, per quattro anni al Conservatorio, il violino.

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Mar 25 2023

comunicato stampa 25 03 2023

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FLAMINIO,

avrai sicuramente visto anche tu in tv le immagini delle proteste francesi: la riforma delle pensioni, voluta da Emmanuel Macron, ha scatenato vibranti reazioni (spesso purtroppo violente). Ma la nuova legge proposta dal capo dell’Eliseo è sensata e guarda alle future generazioni. Innalzando l’età pensionistica a 64 anni, la Francia resta comunque uno dei Paesi più ‘generosi’ dal punto di vista del sistema previdenziale.

Macron ha tirato dritto ‘nell’interesse della Nazione’. È stato coraggioso e determinato, ha sfidato la ‘piazza’ (che non ha sempre ragione…) e superato lo scoglio del Parlamento.


Parto da quello che sta accadendo in Francia, non solo perché Azione, insieme a Italia Viva, in Europa siede sui banchi di ‘Renew Europe’, ma anche per riaffermare l’importanza di non curarsi soltanto dei sondaggi: la politica deve pensare alle generazioni future, non solo ai consensi. Deve guidare e non farsi guidare.


Sappiamo bene quanta fatica si faccia anche in Italia per portare avanti le riforme. Paghiamo a nostre spese i danni della decrescita felice e della logica del no alle grandi opere, dalla Tav al termovalorizzatore di Roma, al rigassificatore di Piombino (a proposito, finalmente è arrivata nel porto toscano la nave rigassificatrice, nonostante i ricorsi al Tar e le proteste). 


L’attuazione del PNRR è cruciale. Ci sono purtroppo ritardi sul raggiungimento degli impegni presi per il 2023: dei 13 target previsti entro marzo, solo 5 sarebbero stati raggiunti. Tra i nodi c’è il nuovo Codice degli Appalti messo a punto dal governo Meloni, che per noi del Terzo Polo non è altro che un’occasione persa: non semplifica, non snellisce, ma complica le procedure, allunga i tempi e ostacola il lavoro delle imprese.


Sui migranti al governo dico basta nemici esterni. Dopo le favole del blocco navale e dei porti chiusi, forse a Palazzo Chigi hanno capito che la soluzione al problema sta in Europa: è lì che il governo italiano deve essere serio e autorevole ed è lì che l’Italia deve sedersi al tavolo con Francia e Germania, non con i Paesi di Visegrad (i più tenaci avversari di ogni redistribuzione dei migranti).

Da questo punto di vista l’incontro tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, in occasione di un Consiglio Ue che ancora una volta ha liquidato il tema delle migrazioni tra le varie ed eventuali, è una buona notizia. Meglio tardi che mai.

Sui diritti serve invece una discussione seria: con le polemiche strumentali delle opposte tifoserie non si va molto lontano. Sono contraria all’utero in affitto, da sempre. Per noi del Terzo Polo è una pratica degradante per la donna ed è giustamente un reato. Il corpo di una madre, tanto quanto quello di un figlio, non è una merce. Altro tema complesso è quello delle adozioni su cui occorre a mio avviso un’attenta riflessione e una ponderata revisione dell’attuale impianto normativo: a guidarci deve essere l’interesse supremo del minore, indipendentemente dal fatto che a richiedere l’adozione sia una coppia omosessuale o eterosessuale.


In settimana, inoltre, abbiamo approvato al Senato l’equo compenso per i professionisti. Una legge importante perché la contrattazione fra le parti deve essere realmente libera e quando uno dei due contraenti ha una forza economica enormemente più grande, occorre un presidio che garantisca equità e non svilisca l’attività del libero professionista.


La verità è che per fare le cose in Italia bisogna mettere da parte l’ideologia, il populismo, i tweet, le ricette facili ma irrealizzabili. Non si può governare stando perennemente in campagna elettorale, e, come Macron sulle pensioni, bisogna avere il coraggio di fare quello che davvero è utile al Paese.


Insieme a Carlo Calenda e Matteo Renzi stiamo costruendo un progetto politico che segue proprio questa logica. Non sarà una banale somma algebrica, ma un partito autenticamente nuovo e autenticamente riformista per aiutare l’Italia a lasciarsi alle spalle la stagione dei populismi.
In Parlamento stiamo portando avanti battaglie importanti, dalla sanità al Made in Italy, da Industria 4.0 alla formazione e agli ITS. E i gruppi di lavoro per la definizione del manifesto del nuovo partito e delle regole, stanno per iniziare i loro lavori. Attorno a questo progetto vedo tanto entusiasmo. Vuol dire che siamo davvero sulla strada giusta.

Conto anche sul tuo aiuto.

Mariastella Gelmini

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Mar 25 2023

l’organizzatore 25 03 2023

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Chi vuole prepara tutto, dal Giornale.

Francoforte 25 03 2023 flcozzaglio@gmail.com

L’ORGANIZZATORE

“No, non sono io a organizzare”. Questa è la risposta standard che abbiamo ricevuto in queste settimane da chi, su Whatsapp e sui social, proponeva i convogli nel Mediterraneo in direzione dell’Italia. Gli stessi che fornivano indicazioni sul numero di persone da caricare a bordo, che indicavano il costo e il luogo di partenza, quando facevamo la domanda chiave si ritiravano o mentivano. “Siamo tutti viaggiatori, non c’è nessuno che organizza. Grazie per la vostra comprensione”, ci siamo sentiti rispondere da chi ci aveva proposto poco prima il viaggio a 2000 dinari. “Chiedete ai tunisini”, ci risponde un altro, lasciando intendere che, invece, l’organizzazione esiste, come già sapevamo.

Dopo alcuni tentativi, appuntamenti mancati e varie bugie, finalmente troviamo un organizzatore che sembra disponibile. “Non mi è consentito divulgare troppe informazioni, perché potrebbero danneggiarci e farci perdere il nostro piccolo guadagno. Cosa ci guadagno?”, ci dice mentre cerchiamo di convincerlo. Gli spieghiamo che non possiamo dargli soldi ma che ha la nostra garanzia di anonimato: “Lo so, sarei in pericolo se anche provassi a chiederli”. Decide di fidarsi.

“Ti dico subito una cosa da ricordare. Questo lavoro, come dici tu, è una sorta di aiuto per noi africani che veniamo da te in cerca di una vita migliore. Come sai, a casa non stiamo bene e la nostra famiglia conta molto su di noi, quindi non abbiamo altra scelta che prendere il Mediterraneo con tutti rischi”, ci spiega prima di iniziare l’intervista, mettendo le mani avanti e quasi giustificandosi. Decidiamo di essere più diretti possibile con lui.

Come funziona l’organizzazione?
Qui in Tunisia abbiamo due livelli nell’organizzazione: prima lavorano i “koxeur”, che sono le persone che si occupano di portare da noi i viaggiatori. Loro cercano le persone che vogliono partire e formano i gruppi. Poi ci sono i “camorasseur”, che si occupano di organizzare materialmente il loro viaggio nel Mediterraneo: trovare la barca, il porto di partenza e tutto il necessario per il “lancio”. Io sono un “camorasseur”. Lavoriamo in collaborazione con i tunisini, loro ci aiutano davvero molto.

Chi sono i tunisini?
Ragazzi come me. Io non sono tunisino, sono nero perché sono subsahariano. Noi (subsahariani, ndr) lavoriamo con loro e in cambio gli diamo ingenti somme di denaro.

Quindi sono i tunisini i veri “boss” di queste organizzazioni?
Se vogliamo vederla così, sì.

Che percentuale prendono loro, più o meno?
Credimi, ottengono più soldi di quanto tu possa immaginare. Ma non ci lamentiamo, visto che siamo soddisfatti del risultato alla fine. Anche se è vero che stiamo perdendo parecchi fratelli. Questa è la cosa più triste per me.

E a te quanti soldi entrano in tasca?
Io personalmente guadagno poco. Vivo qui a spese dei miei fratelli subsahariani, che mi danno 10 dinari a persona per orientarli a un buon porto.

Spiegami meglio. Il tuo lavoro consiste nel trovare il miglior punto di partenza per evitare controlli e simili?
Sì, esatto.

Hai una grossa responsabilità addosso, non ti pesa?
Questo lavoro è sicuramente rischioso ma non ho scelta.

Tu stesso hai detto che state perdendo molti fratelli, no?
Ci sono altri organizzatori che ne abusano davvero troppo.

Cosa intendi?
Partono con i sovraccarichi che portano a costanti naufragi. Senza gli abusi, se tutti rispettassero le condizioni, questi viaggi non avrebbero problemi.

E tu non fai i sovraccarichi?
Questa è la mia più grande preoccupazione. Dopotutto stiamo parlando di esseri umani, io devo prendermi cura di loro.

Vediamo arrivare in Italia anche barche di metallo, che è un miracolo che galleggino, con 30/40 persone. Capisci che è pericoloso?

Certo, a volte ne fanno salire anche di più. Ti spiego meglio: il viaggio ha un prezzo unico per tutti ma può variare.

Dimmi di più.
Noi fissiamo un prezzo per far partire il convoglio ma se non arriviamo alla cifra che avevamo stabilito per dare la percentuale ai tunisini, siamo obbligati a cambiare il prezzo per non fare i sovraccarichi.

Ci sono organizzatori che promettono i viaggi gratis a donne e bambini, probabilmente per avere maggiori garanzie di salvataggio. Cosa ne pensi?
Da me tutti pagano il viaggio, altrimenti non si parte. L’eccezione è solo per i bambini tra 0 e 8 anni. I tunisini ci chiedono una cifra precisa che noi dobbiamo rispettare per forza. Posso dirti una cosa?

Dimmi.
Non prendete sempre per vero tutto quello che vi fanno credere le persone che arrivano da voi. Alcuni di loro non hanno nessuna credibilitàMi stai dicendo che hanno qualcosa da nascondere?
Ooohhh… Tu non ne hai nemmeno idea… Ma come si suol dire a casa mia… Non possiamo cagare nel piatto che ci dà da mangiare.

Che tu sappia, i tunisini hanno contatti con i loro connazionali già in Italia, che li aiutano?

A questo punto il nostro contatto saluta con gentilezza e sparisce, senza più rispondere alle domande, per poi ricomparire qualche giorno dopo: “La polizia tunisina ha chiuso tutte le nostre vie di accesso al Mediterraneo e ha affondato due dei nostri convogli. È un grande danno per noi, ma non ci arrendiamo, io sono molto triste”.

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Mar 25 2023

formaggi e sorrisi 25 03 2023

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FORMAGGI E SORRISI

Formaggi con sorriso, con la Ferragni che raggiunge i ben piu’ famosi, da www.cremonasera.it

Francoforte 25 03 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Formaggi e Sorrisi, iniziata la kermesse gastronomica dedicata alle mille declinazioni del formaggio. Produttori da tutta Italia.

Questo venerdì cremonese è iniziato con il profumo di baita. Alle prime luci del mattino i produttori di formaggio provenienti da tutta la penisola hanno disposto, in fila come soldatini, le proprie forme nei gazebo di Formaggi e Sorrisi. Stagionato, fresco, a latte crudo, ce n’è per tutti i gusti. I primi timidi turisti hanno messo piede a Cremona ed hanno indugiato a qualche assaggio alla ricerca del preferito da portare a casa. Qualche francese, una coppia di tedeschi ed una manciata di inglesi sono i primi stranieri in città per la manifestazione gastronomica. “Vieni bionda che ti porto in paradiso!” esclama ironico un formaggiaio del centro Italia offrendo una generosa scaglia di Pecorino. Oggetto di curiosità, al centro dell’obiettivo di diversi passanti, le forme in vetroresina dedicate a MinaChiara FerragniUgo Tognazzi ed Antonio Stradivari. Le opere sono firmate dall’artista Daniel Bund. Ultimata, in una performance live in Piazza Roma dell’artista Marco Cerioli, la frisona dipinta di rosso con le “pezzature” che richiamano la forma dell’Italia ed il marchio Auricchio. Presentato anche, dal veterinario Nicolò Bissolati, il primo sindacato degli animali lavoratori del mondo: L’Osservatorio del Benessere Animale O.B.A.. Bissolati dimostra quanto la bontà di un formaggio passi dal benessere animale dopo aver presentato il documento PAX CREMONA E ovvero il MANIFESTO DEGLI ANIMALI LAVORATORI, facendolo firmare dal Presidente della Latteria Ca de Stefani Libero Stradiotti e controfirmare da una bovina lavoratrice. Domani la kermesse entrerà nel vivo con molti appuntamenti interessanti, ad incominciare dalla vera e propria inaugurazione alle 10,00 con il taglio del nastro in Piazza Roma, passando dalla crociera sul fiume “Un Po di Formaggio”, a degustazioni guidate, incontri, ospiti importanti come lo chef del panino Daniele Reponi e l’eclettico chef Marcello Ferrarini. Un grande omaggio a Mina in via Gramsci culminerà con performance musicali, di danza e con la realizzazione della scritta “MINA” con le forme di Grana Padano in vetroresina. Alle 18, al PalaCheese di Piazza Roma, il celebre chef televisivo de La Prova del Cuoco Andrea Mainardiriceverà l’Oscar del Formaggio. Non ci resta che immergerci in quella che, insieme alla festa del Torrone ed a quella del Salame, promette di essere un gustosissimo successo. 

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Mar 25 2023

certo salta 25 03 2023

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CERTO SALTA

TUTTO NON PUO’ CHE FAR DANNI ALLA GIUSTIZIA; SUL DUBBIO. 

FRANCOFORTE 25 03 2023  FLCOZZAGLIO@GMAIL.COM

—Carriere separate, troppe grane: il governo ci ripensa

Dietrofront sulla giustizia. Dal Transatlantico fanno sapere che la premier vuole evitare di aprire nuovi fronti con le toghe

La separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri (almeno per ora)non s’ha da fare. Intendiamoci, si tratta di spifferi, sussurri, voci da Transatlantico ammesse a mezza bocca da uomini assai vicini alla premier Meloni la quale, quanto pare, non avrebbe alcuna intenzione di aprire un nuovo fronte con i magistrati.

E in effetti più fonti parlamentari hanno riferito che lo stop verrebbe proprio dall’azionista di maggioranza del governo, ossia da Fratelli D’Italia. Il motivo? Come detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non vuole creare strappi con le toghe. Eppure fu proprio la premier, nella conferenza stampa di fine anno, a dire che l’obiettivo “carriere separate” sarebbe stato raggiunto addirittura nel giro di pochi mesi. Una dichiarazione che era apparsa subito un tantino azzardata, anche perché la modifica sarebbe di tipo costituzionale e dunque necessiterebbe di più tempo.

Un altro indizio che porterebbe a confermare quanto saputo sarebbe anche l’assenza di Fratelli d’Italia alla conferenza stampa del 14 febbraio convocata dal Terzo Polo, Lega, Forza Italia insieme all’Unione Camere Penali per illustrare le proposte di legge incardinate in materia.

Aveva spiegato il presidente della Commissione Giustizia della Camera Ciro Maschio (FdI): «Non prenderò parte alla conferenza stampa perché avevo preso precedentemente altri impegni. Per quanto riguarda invece il fatto che Fratelli d’Italia non ha ancora depositato un progetto di legge in questo senso è che l’idea del partito è quella di presentare una riforma complessiva del processo penale, come già annunciato dal Guardasigilli Nordio, all’interno della quale si dovrà inserire anche il tema della separazione delle carriere».

Concetto che il parlamentare ha ribadito al Dubbio: «Non mi risulta che FdI voglia mettere in atto un sabotaggio. Semplicemente siamo più prudenti rispetto agli altri partiti nell’elaborare delle proposte che avranno delle importanti ricadute su tutto il sistema penale». Sta di fatto che al momento ancora non si può ragionare su delle proposte concrete non solo su questo tema, – basti pensare a quello sulle intercettazioni – perché tutti sono fermi alle sole dichiarazioni di intenti di Nordio. In realtà, se fosse vero quanto appreso in questi giorni, verrebbe a cadere uno dei pilastri in materia di giustizia sponsorizzato da tutta la coalizione di centrodestra durante la campagna elettorale.

La volontà di non creare conflitti soprattutto con la magistratura associata si potrebbe trarre anche dal ritardo con cui verranno approvati i decreti attuativi sulla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura e dell’ordinamento giudiziario. Tre settimane fa il Ministro Nordio, rispondendo ad una interrogazione dell’onorevole di Azione Enrico Costa, aveva assicurato: «Giugno è un termine che noi speriamo di poter rispettare ma nessuno meglio di voi sa che trattandosi di materia estremamente complessa potrebbe essere necessaria qualche settimana in più. In ogni caso questa è una nostra priorità».

Ma adesso fonti parlamentari e governative ammettono che dalle settimane si sarebbe passati ad una proroga dei termini di sei mesi, se non addirittura di un anno. L’ufficio legislativo di Via Arenula sarebbe alle prese con altre emergenze, ma c’è chi sostiene che i magistrati lì presenti vogliano prendere tempo per fare un favore ai loro colleghi in servizio nei tribunali e nelle procure. E il rinvio dovrebbe essere contenuto nel prossimo decreto sul Pnrr.

Nel pacchetto della riforma ancora da attuare e che verrebbe procrastinato c’è il fascicolo di performance dei magistrati e il diritto di voto per gli avvocati nei Consigli giudiziari, due degli elementi maggiormente stigmatizzati dall’Anm, talmente irricevibili che portò il “sindacato” delle toghe ad uno sciopero. Nonché il riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili, altro tema caldo.

A questo quadro si aggiunge un corollario di non poco conto: il Parlamento ancora non ha approvato tramite una legge i criteri generali per selezionare le notizie di reato da trattare con precedenza rispetto alle altre, come previsto dall’articolo 13 legge 71 del 2022. A proposito di questo, un parlamentare ci ha confessato: «E vabbè mica possiamo pensare a tutto, abbiamo un sacco da fare».

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Mar 25 2023

non poteva 25 03 2023

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NON POTEVA

non occuparsi di quel che il Vaticano subisce, e cioè la tolleranza con cui sopporta le spiate dei cosiddetti poteri forti; su www.cremonasera.it

Francoforte 25 03 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Gli archivi dei Servizi /5: il Vaticano.

Non potevo non occu.parmi in questa piccola serie di editoriali su Archivi e Servizi Segreti di uno degli Stati più chiacchierati del pianeta, il Vaticano, da sempre coinvolto direttamente o indirettamente in ogni intrigo internazionale che si rispetti, e pertanto presumibilmente dotato di chissà quali apparati di spionaggio.

In verità l’ho lasciato per ultimo perché lo Stato del Vaticano è l’unico stato nazionale sovrano a non avere ufficialmente un servizio di intelligence, ed il motivo è presto detto: se le attività di intelligence servono a tutelare i confini di uno Stato prevedendo attacchi esterni e interni, quando la tua nazione ha 890 abitanti e 0,5 km quadrati di superficie strutturare un apparato di intelligence è totalmente inutile e ti basta un piccolo corpo di polizia, che nella fattispecie è la Gendarmeria Vaticana.

Essa è a tutti gli effetti una polizia modernissima che sovrintende alla sicurezza di tutta la Città del Vaticano e anche a quella del Sommo Pontefice, mentre le notissime e affascinanti Guardie Svizzere sono solo un Corpo Armato di natura prevalentemente cerimoniale, benché dopo l’attentato a Giovanni Paolo II abbiano assunto di nuovo anche ruoli di sicurezza attiva. Fu Giulio II Della Rovere ad assumere per primo nel 1506 un drappello di mercenari svizzeri che si occupassero della sua protezione personale (di cui aveva certamente molto bisogno essendo un Papa guerriero in lotta con i più temibili principi europei oltre che già avvelenato a suo tempo pare dai Borgia …) ma bisogna ammettere che dopo il Rinascimento e fino alla Unità d’Italia la questione della sicurezza del Papa e del suo territorio non fu di particolare gravità se non per il povero Pio VI catturato da un Napoleone ancora parecchio giacobino e morto addirittura in una galera francese. Dopo la presa di Roma da parte dei Savoia di fatto i Papi hanno vissuto come dei reclusi all’interno dei propri palazzi lontani dai pericoli esterni (meno dai veleni curiali a volte non meno pericolosi)  fino a quando Papa Giovanni XXIII decise che era tempo di uscire dalla cattività post unitaria e iniziare a girare il mondo. Da Paolo VI in poi la sicurezza del Papa è diventata un vero incubo: lunghi viaggi intercontinentali e bagni di folle impazzite fino all’ incredibile attentato in piena piazza San Pietro a Karol Woitiyla. 

Tutto ciò ha però ben poco a che fare coi Servizi Segreti, che come abbiamo ormai appurato non si occupano di sparare e uccidere ma di raccogliere informazioni. Chiariamo anche una volta per tutte che l’unico Sevizio Segreto così ufficialmente denominato al mondo è quello made in USA e che si chiama Secret Service e che è in realtà una sezione del Dipartimento del Tesoro che si occupa della lotta ai falsari e a cui è stata poi stranamente aggiunta la competenza di proteggere il Presidente, le cui guardie del corpo sono esclusivamente agenti di questo servizio, che però non ha nulla a che fare con la CIA o l FBI né con la raccolta delle informazioni.

E nemmeno, nel caso del Vaticano, i Servizi Segreti hanno a che fare con il tanto famigerato Archivio Segreto Vaticano, che in verità non ha nulla di “segreto” ma che così si chiama nel senso latino di secretum cioè “separato” dagli altri e riguardante il governo diretto della Chiesa da parte del Papa, ma che ben poco ha a che fare con spionaggio o misteriosi segreti, tanto che oggi si chiama Archivio Apostolico per volere di Francesco.

Potremmo dunque chiudere qui il nostro editoriale, non fosse per la constatazione che il Vaticano in realtà dispone da secoli della più straordinaria capillare e perfettamente infiltrata rete di informatori del mondo: i preti e le suore. Decine di migliaia di “agenti” che confessano, sposano, assistono malati, crescono ed educano i figli di miliardi di persone nel mondo da secoli, oltre ad avere avuto il ruolo di precettori dei giovanissimi rampolli delle più importanti case regnanti del pianeta come furono i gesuiti o i francescani. E poi ci sono i missionari, che sono addirittura come delle sonde spedite agli angoli più remoti del pianeta a conoscere tutto perfino di popoli sconosciuti. 

Un capitale di informazioni smisurato preziosissimo e inserito in una gerarchia verticistica rigidissima e obbedientissima al cui sommo sta un monarca assoluto e pure teocratico.

A voler pensar male, la più diabolica e perfetta macchina di intelligence mai vista sulla Terra. Non a caso in moltissime parti del mondo preti e suore sono stati cacciati e a volte perfino trucidati come ” spie papiste al servizio di un dittatore romano”.

Peccato che di fatto la maggior parte di queste informazioni rimane appannaggio di chi le raccoglie e che il segreto della confessione è quasi esclusivamente inviolabile, ma sta di fatto che ogni parroco è tenuto a redigere un diario dei fatti salienti della propria comunità, Abati e Abbadesse dei propri conventi e i Vescovi delle loro intere Diocesi. E prima o poi qualcuno quei diari li dovrà pur leggere.

Inoltre, il Vaticano dispone della più fitta rete diplomatica del pianeta, quelle Nunziature che da un capo all’altro del mondo mandano periodici rapporti a Roma e che formano i loro “agenti” nella famosissima Pontificia Accademia Ecclesiastica. E nemmeno in passato sono mancati preti mandati in vere e proprie missioni segrete all’interno dei più temibili regimi della storia. Tra i casi più famosi quelli dei sacerdoti del Collégium Russicum di Roma che negli anni ’40 venivano infiltrati nella Russia stalinista per celebrare messe e fondare diocesi segrete e che sono stati a decine scoperti e fucilati, fino al caso più recente dei sacerdoti coordinati dal Cardinal Luigi Poggi che negli anni 80 facevano la spola in incognito tra Roma e Varsavia per aiutare Solidarnosc e la resistenza cattolica al regime marxista polacco.

Ci fu addirittura una sorta di ordine segreto pontificio, pare chiamato “della Spada e della Croce’ che avrebbe dovuto aiutare l aristocrazia cattolica a defenestrare Elisabetta I e far naufragare la sua ormai definitiva scelta di fare dell’Inghilterra una patria scismatica e protestante…

(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)

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Mar 25 2023

infiltrazioni 25 03 2023

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INFILTRAZIONI

DAL TETTO, PER DIRNE UNA; A CURA DI STEFANO MAURI PER WWW.CREMONASERA.IT

—Il Berga, il Fratellino Rock De Grazia e l’opposizione sul pezzo: la politica sportiva cremasca va rivista e corretta!

Da ormai molto tempo vengono segnalati problemi alla palestra in via Dogali.
Nulla di fatto dalla amministrazione Bergamaschi a favore dei suoi cittadini, che han diritto ad utilizzare impianti sportivi degni di tal nome.
Poco importa che la palestra di via Dogali sia della Provincia: quando il Comune la riceve in convenzione per uso delle squadre sportive di Crema si deve fare garante del suo buon funzionamento e deve prodigarsi per risolvere i problemi che le squadre segnalano, per quanto di competenza e presso la Provincia stessa.
Prima di organizzare la festa della sport l’amministrazione dovrebbe preoccuparsi della salute e dalla idoneità degli impianti sportivi cittadini dove lo sport viene praticabile. È indispensabile non arrivare a situazioni critiche come quella oggetto del recente esposto.
Infiltrazioni dal tetto, finestra pericolante e docce fuori uso, tracciatura mancante, idranti non protetti, pulizia assente, solo per citare alcuni dei problemi segnalati in primis da chi utilizza la palestre, fino ad arrivare alla situazione del canestro.
In questi mesi abbiamo visto PD e Terzo Polo al governo di Crema e Provincia senza muovere un dito per risolvere situazioni critiche come queste.
Vogliamo risposte certe ora dal Sindaco, non vaghe come ormai su tutti gli interventi su cui la sua amministrazione viene interrogata, e con l’autorevolezza di chi non sta al gioco del rimpallo delle responsabilità, ma si fa carico dei bisogni dei suoi cittadini”.

Così postò, dopo aver animato una mirata conferenza stampa dinanzi alla palestra in oggetto, insieme ai colleghi d’opposizione, il consigliere comunale leghista Andrea Bergamaschini. Andrea (il Berga c’è) sta riportando la Lega di Crema a livelli pop, cioè tra la gente, senza lustrini fashion, ma con tante proposte. Ah … nella fotografia con lui c’è Giovanni De Grazia, Deus Ex Machina e consigliere comunale del partito cremasco Fratelli d’Italia. Volpe della politica nostrana, De Grazia sta lavorando forte, ha strappato (colpo Rock) alla Lista Borghetti il consigliere Beppe Torrisi e, in questi anni, ecco ha tenuto vivi e frizzanti i Fratellini’s Meloniani cremaschi! Dulcis in fundo ribadiamo il concetto: nella capitale del Granducato del Tortello, la politica sportiva va rivista, corretta, contestualizzata all’attualità concreta e riscritta.

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Mar 25 2023

il radicchio 25 03 2023

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RADICCHIO, I SIGILLI DEL VENETO

Il Verdòn da Cortèl è ritornato in auge soprattutto sulle tavole trevigiane come prelibato prodotto di nicchia mentre il radicchio variegato di Lusia ha un gusto amarognolo e trova largo utilizzo crudo nelle insalate

Leggi cosa sono “I Sigilli di Campagna Amica”

Esistono vari tipi di radicchio. Alcune di queste varietà sono molto legate alla terra di origine, basti pensare al classico radicchio rosso di Treviso, ormai simbolo culinario della città. Ma oggi vi vogliamo parlare di due tipologie di radicchio che sono rientrati a pieno titolo nei “Sigilli di Campagna Amica”. In Veneto troviamo il Radicchio BiancoVariegato di Lusia, e il Radicchio Verdolino o Verdòn da Cortèl.

Il radicchio bianco deriva da una selezione massale, ossia una pratica di incrocio tra linee pure con l’intento di migliorare il genoma, avvenuta negli anni quaranta del secolo scorso, del “Variegato di Castelfranco”. Il radicchio bianco, chiamato anche cicoria, appartiene alla famiglia delle Composite: le foglie sono rotonde, hanno una conformazione “a coppa” e possiedono colorazione verde chiara con variegature rosse, non omogenee, a volte poco appariscenti. Il radicchio variegato di Lusia ha un gusto amarognolo e trova largo utilizzo crudo nelle insalate.

Il radicchio verdolino, appartiene anch’esso al grande gruppo delle cicorie o radicchi, il cui consumo risale a tempi remotissimi. Nelle campagne venete il radicchio è da sempre la prima verdura fresca di primavera. Si presenta in forma di roselline di color verde carico, gustose e croccanti raccolte a mano una per una, con il “cortèl”, che le asporta dal terreno. Negli ultimi anni è ritornata in auge soprattutto nelle tavole trevigiane, facendone un prelibato prodotto di nicchia.

Il radicchio bianco è possibile acquistarlo nella rete di Campagna Amica presso le aziende Agricole Barison Cecilia (Lusia) e nei mercati di Campagna Amica di Rovigo -Tassina e di Occhiobello.

Il radicchio Verdolino si può trovare presso l’Associazione Nuova Via A. P. S. (Mogliano Veneto) ed è reperibile nei Mercati di Campagna Amica di Treviso – Santa Maria del Rovere e di Preganziol.

Il radicchio è l’ortaggio del mistero. Sappiamo tutto sui suoi valori nutrizionali, su come si coltiva o sull’impiego in cucina. La sua origine però ci è sconosciuta. Da dove viene questo ortaggio? Non sappiamo ancora la risposta, ma ci basta sapere che il radicchio è sigillo della biodiversità del Veneto.

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