Mar 26 2023

custodi dell’oro blu 26 03 2023

Published by at 8:31 am under Pubblica Amm.ne

AGRICOLTORI, CUSTODI DELL’ORO BLU

Campagna Amica sostiene e supporta l’agricoltura locale e sostenibile che ha tra i suoi valori la salvaguardia delle risorse naturali, prime tra tutte quella idrica

Il 22 marzo di ogni anno si festeggia l’acqua, elemento vitale per la sopravvivenza di ogni essere vivente. La Giornata Mondiale dell’Acqua è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, risultato della conferenza di Rio su ambiente e sviluppo. La crisi idrica è diventata una preoccupazione moderna che ogni stato e ogni cittadino ha l’obbligo di affrontare. Più del 70% della superficie terreste è ricoperta d’acqua. Di fronte a questo dato può non essere immediato comprendere l’urgenza posta dall’insicurezza idrica, ma la questione diventa presto chiara se si analizza meglio questo numero: secondo l’USGS (United States Geological Survey), solamente il 2,5 % di quest’acqua è dolce (la maggior parte della quale è inaccessibile in quanto conservata nei ghiacciai e nelle calotte polari). Il restante 1,2% di quel 2,5 % dovrebbe essere invece condivisa da una popolazione mondiale di sette miliardi di persone, in costante crescita[1].

Oggigiorno, i cambiamenti climatici rendono incerta la disponibilità e la distribuzione geografica delle risorse idriche. Tutto ciò mette in pericolo le nostre economie, società ed ecosistemi. Secondo uno studio della United Nations University i costi del cambiamento climatico raggiungeranno circa 1,67 trilioni di euro nel 2030[2]. In tal senso investimenti, infrastrutture e una gestione mirata di tale risorsa sono necessari per potersi adeguare ai cambi della natura e continuare ad avere uno sviluppo sostenibile. La sicurezza idrica non può essere a qualunque prezzo. Deve necessariamente essere sostenibile e rispondere in modo simultaneo alle esigenze sociali, economiche e ambientali. Ma più di tutto, la sicurezza idrica deve essere pensata in maniera tale che l’acqua ritorni nella natura e non venga sprecata, preservando così la biodiversità e la disponibilità di risorse e salvaguardando gli ecosistemi attraverso un’azione circolare. Infatti, oltre l’80% degli sprechi d’acqua a livello globale viene scaricata nell’ambiente senza alcun trattamento[3], nonostante la sanificazione dovrebbe essere al primo posto tra le nostre preoccupazioni. Secondo il rapporto Ocse, Water risk hotspots for agriculture[4], stress idrici legati a siccità, alluvioni, aumento del livello del mare, deterioramento della qualità dell’acqua e intensificazione della competizione per le risorse minacciano la produzione agricola in molte parti del mondo, determinando effetti catastrofici sulla produzione locale, la sicurezza alimentare e lo sviluppo socio-economico delle comunità. Secondo la Fao, attualmente, la scarsità idrica colpisce oltre il 40 % della popolazione mondiale, percentuale che potrebbe arrivare al 66% entro il 2050. Ciò è dovuto in gran parte proprio al consumo eccessivo di acqua nel settore agro-alimentare. Al contempo è questo stesso settore a risentire in modo significativo della mancanza d’acqua; ed è proprio l’agricoltura che ha la facoltà di contribuire, in modo significativo, all’aumento o alla diminuzione dello stress idrico nei singoli territori, determinando a propria volta un deterioramento – o meno – delle risorse naturali in questione. Quindi, gli agricoltori in primis, e chiunque operi nel settore agro alimentare, hanno un ruolo di fondamentale importanza nel contrastare l’insicurezza idrica e prevenire la futura assenza d’acqua. L’acqua è vitale per l’agricoltura ed è necessario che ogni agricoltore ne diventi custode attraverso un uso sostenibile, efficace ed efficiente.

Fondazione Campagna Amica cerca di sostenere e supportare l’agricoltura locale e sostenibile che abbia tra i suoi pilastri valoriali la salvaguardia delle risorse naturali, prime tra tutte quella idrica. Grazie alla sua rete di mercati locali di vendita diretta è possibile acquistare prodotti alimentari coltivati nel rispetto della natura e della sua biodiversità, contribuendo in questo modo a proteggere le risorse naturali e gli ecosistemi e contrastando in modo significativo il crescente stress idrico. È dunque dovere di ogni cittadino non abbandonare l’agricoltore in tale lotta, ma sostenerlo attraverso l’acquisto dei suoi prodotti.

GIORNATA ACQUA, IN ITALIA PERSI 9 LITRI DI PIOGGIA SU 10. In Italia quasi 9 litri di pioggia su 10 che cadono lungo la Penisola non vengono raccolti. È quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo 2023 nel sottolineare che a livello nazionale per le carenze infrastrutturali si trattiene solo l’11% dell’acqua piovana. Una situazione aggravata dal fatto che nella distribuzione dell’acqua raccolta le perdite idriche totali sono pari al 42 % secondo l’Istat.

Crescita delle temperature, sfasamenti stagionali e soprattutto modificazione della distribuzione e aumento dell’intensità delle piogge sono effetti dei cambiamenti climatici che richiedono interventi strutturali oggetto della cabina di regia del governo.

Le anomalie sono evidenti anche quest’anno in cui l’inverno ha lasciato l’Italia del nord a secco con precipitazioni al di sotto della media, dopo un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno. Gli effetti sono evidenti con i grandi laghi che hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 22% del lago di Como al 38% del lago di Garda fino al 44% di quello Maggiore mentre il livello idrometrico del fiume Po al quello Maggiore mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,2 metri, come in piena estate, e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.

Sono circa 300mila le imprese agricole che secondo la Coldiretti si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. La mancanza di precipitazioni sta condizionando le scelte delle aziende agricole che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento. Per le semine del riso si stima un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni.

Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ed i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello.

A preoccupare è anche l’innalzamento dei livelli del mare in Italia con l’acqua salata che sta già penetrando nell’entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all’abbandono l’attività agricola. La risalita del cuneo salino, ossia l’infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi, rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni con uno scenario che è più che preoccupante per l’economia agricola proprio nella valle del Po.

Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “per questo servono abbiamo elaborato con Anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”.

Gli agricoltori – conclude Prandini – sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare”.

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