Archive for Novembre, 2016

Nov 30 2016

la legge del più forte-trecentocinquantasei 30 11 2016

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – TRECENTOCINQUANTASEI Il Dna scagiona completamente Maurizio Iori; del resto l’aveva già intuito la Cassazione, quando a luglio 2012, alla domanda di libertà provvisoria, aveva “consigliato” al Tribunale del Riesame: perlomeno rimettetelo in libertà in attesa del processo; la stessa sezione che a dicembre 2015, senza che nulla fosse cambiato nella prova del Dna, cambiava parere, confermando la condanna. Misteri della Giurisdizione: per il profano la legge è unica, l’esperto sa che è a disposizione del giudice del momento, come del resto i fatti. Qui sotto le note della sentenza di primo grado a Cremona; la Corte ha ritenuto dover omettere quanto risulta chiaro e fastidioso per la propria conclusione dai verbali d’udienza, dove il parere concorde dei consulenti è: cancellare le tracce, come attribuito a Iori, è opera difficile anche per un esperto del settore; resta evidente il segno della cancellazione, che nel nostro caso manca: e un premio da parte mia al lettore che trovi traccia del parere dei consulenti uniti nelle due sentenze successive! Che poi Iori abbia addirittura “dimenticato” di “cancellare”, manco gli oggetti fossero centinaia invece che quattro bombole e fornelli e dieci blister, non merita commenti, se non, come ho accennato sopra: il fatto al servizio della sentenza, non il contrario. Dove mancano tracce, Dna compreso, non c’è da stupirsi; anche questo, concordi, han detto i periti in udienza; anche questo, concordi, han dimenticato i giudici dei tre processi nelle sentenze: restano all’incirca nel 10% dei casi; a volte, nemmeno sul volante e sul cambio della nostra auto. Sul trasporto del Dna causato dai soccorritori e dal medico, che indossavano i guanti da pronto soccorso! è meglio stendere un velo pietoso; il dottor Lupi ha fatto vedere in Aula come ha preso il blister: non dal lato in cui è rimasto il Dna di Claudia! Il solito milione di dollari in premio al lettore che lo trovi citato nelle sentenze. Comunque, ecco qualche punto “divertente” della versione della Corte di primo grado:
“Profilo misto Ornesi/Iori su tappo di plastica verde di una bombola:
Appare verosimile che l’imputato, avendo portato in casa di Claudia le 4 bombole ed i 4 fornelletti all’asserito scopo di scaldare le salse, abbia mostrato a Claudia, per farle vedere come funzionava, una bombola, toccando insieme a lei un tappo e dimenticando poi, nella fase finale, di eliminare le sue tracce da tale reperto.
Profilo misto Claudia Ornesi/Iori Livia sulla manopola di una bombola: ad avviso della Corte, l’ipotesi più probabile è che il rinvenimento delle tracce in questione sia frutto di una accidentale contaminazione.
Al riguardo deve rilevarsi che nel corso dell’udienza del 24 ottobre 2012 sono stati lungamente sentite tutte le persone ( personale medico e paramedico, vigile del fuoco, poliziotti) che fecero ingresso nell’appartamento dopo la scoperta dei cadaveri ed a ciascuna, sia nelle indagini preliminari che in dibattimento, è stato chiesto di ricostruire la sua condotta e la sequenza dei movimenti e delle azioni compiute.
In tale contesto è emerso come dato certo che bombolette e relativi fornelli vennero trasportati dalla stanza da letto al balcone dai soccorritori che, muniti di guanti di lattice, avevano in precedenza toccato entrambi i cadaveri ( per effettuazione elettrocardiogramma, rianimazione ed altro).
In particolare la infermiera Pernatsch, già citata per la precisione dei suoi ricordi, ha ricordato che dopo i disperati tentativi di rianimazione ella stessa prese almeno due delle bombolette, toccò proprio le manopole dei fornelli facendole girandole per chiudere l’eventuale erogazione, portando poi le bombolette stesse sul balcone e che identica manovra fu fatta da uno dei volontari della Croce Verde per le altre due bombole. Pertanto, attesa la sequenza dei fatti, è ben possibile -come confermato anche dai consulenti tecnici- che i guanti dei soccorritori ( la Pernatsch e il volontario), toccando i cadaveri, abbiano raccolto tracce biologiche dei medesimi e che un guanto, così “contaminato”, abbia trasferito il Dna sulla manopola di una delle bombole, non semplicemente sfiorata o toccata, ma appositamente ( e quindi con una certa intensità) azionata e ruotata per la chiusura.
Solo per mero accidente, dopo la morte, una traccia biologica di Claudia Ornesi raccolta dal dr. Lupi, fu da lui trasferita su uno dei blister che esaminò.”
Riassumendo, per la Corte di primo grado tutti i Dna, senza eccezione, vanno intesi
come non fossero nati dove la Scientifica li ha trovati; oppure eran lì, ma a viaggiare dev’esser l’interpretazione; e tutti in una sola direzione: a dimostrare la colpa di Maurizio Iori! E i mezzi di trasporto, non si accusi la Corte di superficialità! son tutti puntigliosamente elencati: non si sa quando; tutto induce a ritenere; appare verosimile; potrebbe ben essere; è ben possibile; appare molto probabile. Bossetti, all’inizio del processo, ha provato a dire che il suo Dna sulla biancheria di Yara era frutto d’un trasporto, poiché perde sangue dal naso, di frequente; un solo trasporto, non “SEI” come qui; il distretto giudiziario è sempre quello, anche il ricorso Bossetti finirà alla Corte d’Appello di Brescia; se i suoi difensori decidono di riprendere il tema del “Dna Iori piccione viaggiatore”, che decideranno i giudici?
Una delle poche note condivisibili della Cassazione è che la sentenza della Corte d’Appello sia quasi una fotocopia del primo grado; scritta con maggior cura e precisione, certo; e se il lettore non ha voglia di leggersi i testi integrali, basta la spiegazione dell’unico di Dna di Claudia Ornesi sui blister di Xanax:
“Se quella repertata e accertata è l’impronta lasciata “volontariamente” da Claudia e se Claudia, per poter somministrare lo Xanax a se stessa e a Livia, ha necessariamente preso in mano tutti i blisters, come si spiega che soltanto su un blister sia stata rilevata la traccia biologica di Claudia? Ebbene occorre obiettivamente riconoscere come l’ipotesi del suicidio allargato non consenta di rispondere agevolmente a questo interrogativo. L’eventualità che Claudia, nel maneggiare i 10 blisters, abbia potuto lasciare il proprio Dna soltanto su di uno solo, risulta infatti concettualmente mortificata dalla sin troppo notoria circostanza che la pressione sui blisters sarebbe stata sempre la stessa. Per contro, la possibilità che sia stato l’imputato che, dopo aver stordito Claudia con la somministrazione clandestina (in cibo o bevande) del farmaco, abbia preso un dito della mano della donna e l’abbia fatto pigiare su uno dei blister, all’evidente fine di lasciarvi quell’impronta per dimostrare il suicidio allargato, finisce per fornire una più plausibile risposta al suddetto interrogativo”.
E’ uno dei tanti passi del procedimento a dimostrare che il cittadino e il giudice italiano vivono in mondi completamente diversi, per scelta del giudice. Già motivare un ergastolo con termini (su una prova fondamentale, essa sola può decidere) come “la possibilità che sia stato l’imputato” e la somministrazione “in cibo o bevande” dimostra il più assoluto disprezzo per la regola fondamentale del 533cpp, la condanna se la colpa è certa al di là di ogni ragionevole dubbio; ma quel che è ben peggio, è la “manita de dios”, che fa dimenticare, in fila! alle tre Corti, ciò che ha dichiarato in udienza, senza obiezioni di sorta dei colleghi della Procura e della Parte civile, il consulente della Difesa Massimiliano Capra, che le impronte restano nel 10% dei casi!
E non è finita qui; si può dare del buonanulla in mille maniere, senza usare la parola; Maurizio Iori è il primo, immediato buonanulla: pur avendo ogni possibilità di pigiare il dito di Claudia su tutti e venti i lati dei blister, lo fa su uno solo!
Del rispetto della Corte verso il popolo italiano, in cui nome son pronunciate le sentenze, visto che deve credere, il popolo italiano, a un Maurizio Iori che “stampa” un solo Dna, lasciamo perdere.
E la Cassazione? Spero che, come me, ne vogliate cogliere la delicatezza!
“Del pari, nell’appartamento non è stata rilevata alcuna significativa presenza di
tracce biologiche appartenenti alle vittime, come sarebbe stato logico attendersi
in ragione del fatto che esse vi abitavano e vivevano stabilmente, con la sola
eccezione di un paio di impronte della Ornesi impresse esclusivamente su oggetti
orientativi dell’ipotesi del suicidio allargato, in particolare su uno dei blister delle
pastiglie di xanax e sulla manopola di una delle bombolette di GPL”.
Nell’appartamento non è stata rilevata eccetera: non sugli oggetti di morte, le tracce mancano addirittura nell’intero appartamento, come se Iori, imbianchino al contrario, dopo “l’omicidio”, avesse passato un paio di giorni a cancellare tutto, dai muri ai sanitari, dalle scarpe alle stoviglie eccetera!
Siamo nell’era modernissima, anche i processi si risolvono a colpi di scienza: attenti, cari lettori, se vi accontentate dei giornali che a loro volta si accontentano dell’atto di presenza in Aula, non sia la scienza addomesticata che abbiamo appena visto!

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Nov 30 2016

chiedete subito e tutto 30 11 2016

CHIEDETE SUBITO E TUTTO
Il presidente Renzo Nolli, nella lettera 196/C del 25 novembre, spiega il motivo degli incontri coi soci nelle abituali quattro sedi, San Giovanni, Soresina, Crema, Cremona; eccone il succo:
“L’occasione persegue il fine primario di fare il punto su quanto fatto in questo breve periodo, sulla situazione economica in generale della Associazione, sui primi dati del bilancio consuntivo 2016, nonché sulle prospettive future e sulle attività che si intende promuovere per il prossimo anno”
E’ un buon segno che Nolli lasci intendere il gruppo sopravviva il prossimo anno; ma i soci non si accontentino delle parole tipo “quanto fatto” o peggio ancora “situazione economica in generale”; Nolli ha promesso anche i numeri, se si sbilancia sui primi dati del consuntivo 2016: cari soci della Libera, insistete che conti, oltre che racconti, soprattutto i numeri della Provincia fin che c’è, che sta tirando a fondo tutta l’Associazione; non accontentatevi delle chiacchiere, nel vostro interesse; una semplice domanda, tra le tante: quanto deve il gruppo editoriale, creditore per creditore, compresi i nuovi; rispondesse, andate avanti: quanto costa Pennadoro, e via di questo passo, per sgombrare il campo dai dubbi che un dipendente guadagni molto più del padrone!

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Nov 30 2016

vacche da corsa 30 11 2016

VACCHE DA CORSA Era facilmente intuibile che l’etichetta parlante avrebbe tirato su il prezzo del latte italiano, che non costa come il tartufo bianco di Alba; detto brutalmente, e col rispetto che si deve ai veri poveri, chi non spende 20 o 30 centesimi in più al litro per essere certo di ciò che mangia e beve? ma se era per Confagricoltura, si sarebbe ancora lì a tirar sul prezzo con le varie Lactalis…… —-Latte spot al galoppo. Secondo un’elaborazione di Coldiretti Lombardia sulle quotazioni della Borsa di Lodi, principale piazza di riferimento del nord Italia, il valore del prodotto venduto e comprato al di fuori dei normali contratti di fornitura annuali è aumentato di oltre il 90% passando dai 23,46 centesimi al litro dell’aprile scorso al record di 45,88 centesimi al litro nell’ultima quotazione massima di novembre. “E’ un buon segnale per la ripresa del mercato che arriva dopo il via libera europeo alla legge italiana sull’etichettatura d’origine di tutti i prodotti lattiero caseari proposta dal Governo e sostenuta dalla Coldiretti – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia, regione che rappresenta più del 42% di tutto il latte munto in Italia – il provvedimento aiuta la trasparenza del mercato informando meglio i consumatori sulla provenienza del latte a lunga conservazione e di quello che è stato usato per jogurt, mozzarelle e altri formaggi. E’ una vittoria di civiltà, ma anche uno strumento che aiuta l’economia e lo si vede dalla ripartenza delle quotazioni alla stalla”. Il provvedimento sull’etichettatura salva 120mila posti di lavoro nell’attività di allevamento da latte che generano lungo la filiera un fatturato di 28 miliardi che è la voce più importante dell’agroalimentare italiano dal punto di vista economico, ma anche da quello dell’immagine del Made in Italy. La scelta di trasparenza fatta in Italia – conclude la Coldiretti – è importante per essere più forti anche nella lotta all’agropirateria internazionale sui mercati esteri dove i formaggi Made in Italy hanno fatturato ben 2,3 miliardi (+5%) nel 2015. L’obbligo di indicare l’origine in etichetta – continua la Coldiretti – salva dall’omologazione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza bovine allevate a livello nazionale. Ma ad essere tutelati sono anche i consumatori italiani che hanno acquistato nel 2015 – secondo una analisi della Coldiretti – una media di 48 chili di latte alimentare a persona mentre si posizionano al settimo posto su scala mondiale per i formaggi con 20,7 chilogrammi per persona all’anno dietro ai francesi con 25,9 chilogrammi a testa, ma anche a islandesi, finlandesi, tedeschi, estoni e svizzeri.
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Nov 30 2016

la quintessenza della cremonesità-trentatre 30 11 2016

LA QUINTESSENZA DELLA CREMONESITA’ – TRENTATRE
In attesa del prossimo funerale, ecco Zanolli Pennadoro Vittoriano:
“Proseguiamo le celebrazioni del settantesimo anniversario di fondazione del giornale La Provincia eccetera”
Nelle celebrazioni è d’obbligo la frustata agli ignavi:
“Queste e molte altre vicende dovrebbero servire da monito a politici e amministratori locali perché non ripetano errori pagati pesantemente, anche dalle generazioni future”
Se Renzo Nolli non provvede in fretta a intervenire, e bene, al posto di Filippini Pierluigi Rosino, non ci saranno generazioni future della Provincia fin che c’è a pagare gli errori di Pivantonio&Pennadoro; uno dei tanti lati comici della cremonesità pura e dura è che, quando arriva in città un personaggio di peso, e tiene una conferenza, quasi tutti chiamano Pennadoro a far da moderatore.

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Nov 30 2016

barbablù 30 11 2016

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BARBABLU’
Processo Juliette, in Aula, Marco Pizzi: “mi spiace per mia moglie che è qui che mi ascolta, ma le ragazze disinibite eran tutte per me, mica le cedevo ai clienti, anche se amiconi”.
Niente prostituzione insomma, e dev’esser per questo che il locale, a differenza di altri, non è mai stato chiuso dalle Autorità, nemmeno un quarto d’ora……

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Nov 30 2016

gioielli di famiglia 30 11 2016

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GIOIELLI DI FAMIGLIA
Dico la verità, non ho mai capito lo spirito di certi juventini che prendono in giro Inter e Milan per essere proprietà di asiatici, come fosse un’onta: e loro che son comproprietà di Elkann Lapo, cos’è, un vanto?

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Nov 30 2016

che c’è di strano 30 11 2016

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CHE C’E’ DI STRANO Da Repubblica on line; i grillini non possono esercitare il diritto d’essere italiani? —Pensare di chiudere il pasticciaccio brutto delle firme false con la “sospensione cautelare” di tre deputati e di un’attivista del Movimento 5 Stelle sarebbe come tentare di sigillare la crepa di una diga con il silicone. Ed è una crepa che si allarga ogni giorno di più, man mano che cresce il divario tra il prima e il dopo, ovvero tra il giustizialismo fondamentalista nel quale Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno gettato le fondamenta di un movimento che ha come slogan “O-ne-stà, o-ne-stà”, e il garantismo alle vongole di questi giorni.
Una crepa dalla quale appaiono le scene grottesche di quei deputati paladini della legalità a tutti i costi che, arrivati davanti al magistrato, si rifiutano di fare il test della calligrafia e balbettano, come un qualsiasi ladruncolo preso con le mani nel sacco, la formula standard di chi sa che ogni sua parola potrà essere usata contro di lui: “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere”.
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Nov 30 2016

perché voto un deciso sì-sedici 30 11 2016

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PERCHE’ VOTO UN DECISO SI’ – SEDICI
Non c’è italiano che non ripeta: servono le riforme, ma quando arrivano, “quella” riforma non va bene, lui l’avrebbe fatta diversa, come la Nazionale. Da veri individualisti, senza nemmeno pensare che se il principio da seguire fosse “è giusta la mia”, come gli juventini per cui l’unica partita giusta è quella che vincono, non ci sarebbe più Stato, e nemmeno campionato di calcio.
Certo che dovessi votare solo leggendo il volantino del Comitato per il Sì al Referendum costituzionale, che m’è arrivato stamattina, non so se per rabbia schifo o disprezzo, voterei NO; io sono un buon comunicatore per Cremona, ma confronto a chi l’ha scritto, a Roma immagino, io sono un genio: non manca nulla che possa infastidire una persona equilibrata che quando deve decidere, decide, ma rispetta chi sceglie altro.
Terrificanti i quadretti finali, dove a spiegare un SI’ ragionevole sono persone in carne e ossa come noi, il NO la muffa della politica italiana, per giunta estrapolando parole da idee più complesse; e dimenticando di inserire tra la muffa dei magnifici sette, l’ottavo, Silvio Berlusconi, prova evidente dell’inciucio a seguire dopo il voto.
Ci voleva tanto a spiegare le sole nostre ragioni, quelle concrete, magari senza far capire all’elettore: dacci il tuo SI’ che è quanto ci serve, per il resto, tranquillo, credi alle nostre balle?
Il risparmio per esempio: certo che c’è, una goccia nel mare della spesa pubblica. L’immunità parlamentare, buttata in faccia all’elettore tifoso del Davigo di turno come non fosse invece un problema ben più complesso, dipinta in modo tale, se l’elettore non è troppo tifoso, che si riduce a un Parlamento, che invece di 950 potenziali delinquenti, ne conterrà “solo” 730: roba da andare in estasi!
L’elezione del Presidente della Repubblica con almeno il 60% dei voti: come no, se poi il 70% i tempi della scelta aumentano ancor di più.
Comunque i lettori si tranquillizzino, votare SI’ è meglio, meglio ancora se qualcuno dei boss della nostra parte tornasse a scuola a reimparare a leggere e far di conto.

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Nov 30 2016

la verità, l’aspra verità (attribuita a danton) 30 11 2016

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LA VERITA’, L’ASPRA VERITA’ (attribuita a Danton)
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre fa sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni. Se anche voi, cari lettori, siete convinti che quel modo di far processi non riguardi solo il povero Iori, ma possa da un momento all’altro toccare noi, guardatela, diffondetela; il titolo che le han dato è:
-Il caso Iori: ergastolo con la sfera di cristallo?-

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Nov 29 2016

la legge del più forte-trecentocinquantacinque 29 11 2016

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – TRECENTOCINQUANTACINQUE
Se uno legge solo i pezzi del tremendo caso Iori crede io ce l’abbia coi giudici, e non è vero: spiego che succede, a chiunque, non solo al povero Iori, quando si trova sopra, alla superior stabat lupus, un giudice nato imparato, come si dice a Roma e, per la delicatezza della funzione, ce ne sono troppi, a qualsiasi livello. Un giudice che decide a priori com’è il mondo, e quali sono le regole e che, di conseguenza, interpreta la legge come gli viene, libero il processo dopo di interpretarla diversa.
L’ultima della Cassazione, dal Corriere on line:
–Dire a una persona che è omosessuale non è un’offesa. Anche se questa persona non lo è. Ad affermarlo è una sentenza della Cassazione che prende atto di un cambiamento culturale nel nostro Paese. «Nel presente contesto storico» – dice in sintesi la Cassazione – è da escludere «che il termine omosessuale» abbia conservato «un significato intrinsecamente offensivo come, forse, poteva ritenersi in un passato nemmeno tanto remoto». Sempre secondo quanto spiega la Cassazione questa parola – diversamente da altri «appellativi» che invece mantengono un carattere «denigratorio» – è entrata nell’uso corrente e attiene alle «preferenze sessuali dell’individuo», assumendo di per sé «un carattere neutro» e per questo non è lesiva della reputazione di nessuno, anche nel caso in cui sia rivolta a una persona eterosessuale.–
Il caso in esame era l’aver dato dell’omosessuale a uno che non lo è; basta leggere le cronache per sapere che succede se dai dell’omosessuale a uno che lo sia davvero. Se questa è una nota di colore, la sostanza è ben altro: la Cassazione si autorizza, perché ne ha il potere, e nemmeno indica le fonti da cui ha tratto la scoperta, che dar dell’omosessuale non costituisce ingiuria perché il contesto storico è cambiato. Ma le fonti le possiamo cercare noi, questo la Cassazione non ha il potere di impedirlo, e senza scomodare linguisti sociologi uomini di cultura in genere proviamo a dare dell’omosessuale a raffica, e vediamo se la gente non ci fa caso, come sostiene la Cassazione. Ovviamente la prova del nove sarebbe dar dell’omosessuale a un giudice; la sfera di cristallo, come si nota, può cambiare nome ma se appena il giudice lo gradisce, compare in qualsiasi sentenza….

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