Archive for Gennaio, 2023

Gen 29 2023

sconosciuto a cremona 29 01 2023

Published by under Pubblica Amm.ne

SCONOSCIUTO A CREMONA

Come tanti al giorno d’oggi, ma in tutto il mondo era noto; Marco Bragazzi deve avere un archivio invidiabile, se ogni poco inventa storie come questa; da www.cremonasera.it

Francoforte 29 01 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Era cremonese lo stampatore più importante del ‘500 nel Portogallo: Giovanni Pietro Bonomini. I suoi libri per la casa reale.

C’era una volta un cittadino cremonese che aveva un sogno, un sogno molto diverso dai soliti, un sogno che apparteneva ad un mestiere antico e che avrebbe aiutato la società nei secoli a venire. Giovanni Pietro Bonomini era nato a Cremona nel XV secolo e il suo sogno era sempre stato quello di poter vivere grazie ai libri; faceva un mestiere antico Giovanni, un mestiere che era quello di portare conoscenza e immaginazione al maggior numero di persone possibili, con le parole o scritte sulle pagine. Bonomini non aveva di certo l’abilità con la penna tipica dei grandi scrittori ma sapeva leggere e capire molto bene e in Europa, nel 1500, cominciava ad ritornare il concetto che leggendo non si smette mai di imparare e di crescere. Bonomini in città è completamente sconosciuto, ma non si può dire lo stesso nel resto del mondo; la sua storia parte intorno al 1480 quando girava per la terre dove era nato, quelle del Ducato di Milano, lavorando come venditore di libri per il potente editore tedesco, ma veneziano acquisito, Johannes da Colonia. Il suo primo affare lo fa con un tomo per giuristi, il Digestum Vetus, 250 copie comprate per un’opera che era considerata la base per lavorare nel mondo del diritto, 250 copie da vendere dappertutto tranne che nel Ducato di Milano, nel rispetto dei patti di non concorrenza.

Giovanni comincia a viaggiare in Italia, nel 1484 è a Fabriano, nell’epicentro di quel mondo della carta che aveva nei libri la sua massima espressione, dove con Ugolino da Fabriano inizia a sviluppare il commercio di libri nei territori controllati dalla famiglia dei Medici; Firenze e Pisa sono le città dove arriva con nuove edizioni o raccoglie idee su prodotti già in commercio. Nella città del Ponte Vecchio apre una stamperia, comincia a lavorare sulla stampa e sui caratteri, conosce i libri, conosce la carta e conosce il mercato, sa leggere e capire e, tra le righe scritte con l’inchiostro, riesce ad immaginare subito il valore di un’opera. Giovanni con il fratello Francesco però non riescono a sviluppare il lavoro della stamperia, senza un editore che li tuteli sono costretti a vendere l’attività, ma per Bonomini questo fatto, invece di diventare un dramma, rappresenta la rinascita.

Nel 1491 è a Pisa dove rincomincia a vendere i suoi prodotti ai docenti dell’università, ma l’occhio e le orecchie del cremonese sono rivolte ben più a ovest, a quel paese che si affaccia sull’oceano Atlantico, un oceano che porterà da lì a poco nuove scoperte e nuovi mondi da scoprire. Cristoforo Colombo torna in Europa e per Bonomini è il momento di far fruttare l’impegno e la tenacia che aveva messo per decenni nel mondo dei libri, nel 1501 apre a Lisbona una stamperia rendendo il suo nome più affine all’idioma locale diventando così Joan Pedro Bonhomini. La sua rivoluzione la farà proprio nell’Impero di Re Manuele I, detto il Fortunato, perché Bonomini prenderà in carico di stampare in maniera completamente innovativa libri in latino e di grammatica portoghese, libri che verranno portati dappertutto, dal Brasile fino a Timor Est. Manuele I è affascinato da queste pagine sviluppate in maniera così innovativa da riuscire a coinvolgere le persone nel fascino profondo della lettura e Bonomini ripaga la sua fiducia dando vita a quello che è, tutt’ora, considerato una dei migliori lavori di stampa della storia portoghese.

Con la sua edizione del Sacramental di Don Clemente Sanchez il cremonese inserisce nel testo raffinati caratteri gotici ed eleganti inserti di colore rosso che renderanno l’opera unica e in grado di dare un nuovo corso alla stampa in tutti gli angoli del regno portoghese. L’affermazione per Bonomini arriva subito e Manuele I comincia a far lavorare Giovanni sia sulla stampa che sulla qualità della carta e delle rilegature. La rivoluzione cremonese era arrivata e avrebbe toccato ogni angolo del mondo dove le navi o le carovane portoghesi potevano arrivare. Nel 1514 Bonomini diede vita alla seconda edizione delle Ordonaçoes do Regno de Portugal, opera in cinque parti tutte pubblicate nel corso dello stesso anno, libro splendido considerato tra i capisaldi della storia culturale portoghese. Nella sua versione, fortemente voluta da Manuele I, Bonomini apporterà alcune modifiche volute dalla casa reale e il tomo, appena uscito dalla stampa, diventerà il fondamento del sistema giuridico portoghese, soprattutto a causa della necessità di gestire l’enorme espansione territoriale che l’impero stava mettendo in atto nel XVI secolo. Nelle sue edizioni la mano di Bonomini si riconosceva sia nei simboli introduttivi che nella raffinatezza del prodotto finale.

Durante la sua seconda giovinezza in terra lusitana Bonomini, scomparso nel 1526, trasferì nell’impero la sua cultura umanista sviluppata a Cremona e in Italia e, grazie alla sua attività, pose le basi per la diffusione della storia umanista portoghese contribuendo in maniera determinante allo sviluppo della cultura nelle varie parti dell’impero lusitano, tanto che le opere di Bonomini sono custodite negli archivi nazionali portoghesi e la figura dello stampatore cremonese viene studiata nei corsi di letteratura presso le locali università.

No responses yet

Gen 29 2023

cremonesita’-cinquecentotto 29 01 2023

Published by under Pubblica Amm.ne

CREMONESITA’ – cinquecentotto

In piazza Stradivari continua Campagna Amica, e chi non ne scrive mal gliene incoglie; www.cremonasera.it

Francoforte 29 01 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Campagna Amica in piazza Stradivari “A tutta vitamina C”. Oggi primo appuntamento, protagonisti i cibi che aiutano a proteggersi.

“A tutta vitamina C”. Questo il tema scelto dagli agricoltori della Coldiretti per il ritorno del mercato di Campagna Amica stamattina in piazza Stradivari a Cremona. Già a partire dalle ore 8 (per proseguire fino alle ore 13) i gazebo gialli degli agricoltori hanno preso posto in piazza, pronti ad inaugurare un nuovo anno nel segno “di tutto il buono e il bello che nascono in campagna”, dalla passione e dal lavoro delle aziende agricole.

Come avviene in ogni domenica targata Campagna Amica in piazza Stradivari, gli agricoltori hanno portato i cibi made in Cremona e made in Lombardia (dall’ortofrutta di stagione a pane e prodotti da forno, dai formaggi ai salumi tipici, e poi miele, confetture, vino, riso, prodotti a base di lumaca). Nel segno del benessere che nasce dai campi, anche il banco dedicato ai prodotti a base di lavanda.

Nel weekend più freddo dell’anno, gli agricoltori hanno dato vita al “Vitamina day”, richiamando l’attenzione sui cibi alleati della salute, contro i malanni di stagione. Con oltre mezzo milione di italiani finiti a letto per l’influenza nell’ultima settimana – sottolinea Coldiretti -, l’arrivo del freddo e gelo polare rischia di aumentare i malanni di stagione ed è importante rafforzare le difese immunitarie per combattere raffreddore e mal di gola. E’ scientificamente provato – spiega Coldiretti – che una corretta dieta a base di vitamina C e sali minerali sia una validissima alleata contro le malattie da raffreddamento.

Campagna Amica Cremona si è concentrata sui prodotti del territorio ricchi di vitamina C. Come i kiwi (veri concentrati di vitamina C, ricchi di fibre, rappresentano una buona fonte di potassio e sono una preziosa difesa dagli effetti dei radicali liberi), alcune verdure fresche (come radicchi, spinaci, lattuga, broccoletti), gli ortaggi freschi di stagione (broccoli, cavoli, cavolfiori…).

Ma per combattere il freddo è importante anche aumentare le calorie consumate – evidenzia Coldiretti Cremona – iniziando la mattina con latte, miele o marmellata e portando poi a tavola tante zuppe, verdure, legumi e frutta, che aiuta a rafforzare, con l’apporto di vitamine, le difese immunitarie. L’invito è quello di sempre: portare in tavola prodotti italiani, garantiti dagli agricoltori del territorio.#MangiaItaliano  non è un semplice slogan – sottolineano gli agricoltori del mercato di Campagna Amica –. E’ una scelta, importante e concreta, a difesa del Made in Italy, dell’economia e del lavoro nel nostro territorio e nel Paese. Per questo siamo grati ai cittadini, che sempre ci accolgono con familiarità e fiducia, con il piacere di acquistare e portare in tavola prodotti buoni, genuini, dall’origine certa.

In piazza Stradivari il calendario 2023 legato alle presenza di Campagna Amica  prevede 11 domeniche di mercato nell’ambito del bando “Le Quattro Stagioni di Cremona”, con il patrocinio del Comune di Cremona. Gli agricoltori torneranno domenica 12 febbraio (si riparte con la giornata intera, dalle ore 9 alle 19), poi domenica 12 marzo, 2 aprile, 14 maggio, 11 giugno, 9 luglio, 10 settembre, 22 ottobre, 26 novembre, 10 dicembre. Per ogni aggiornamento e per scoprire i temi delle domeniche al mercato, è possibile consultare le pagine social (facebook e instagram) e il sito di Coldiretti Cremona.

No responses yet

Gen 29 2023

il cancellino 29 01 2023

Published by under Pubblica Amm.ne

IL CANCELLINO

Dal mio libretto di 70 paginette, Maurizio Iori fa l’imbianchino….

Francoforte 29 01 2023  flcozzaglio@gmail.com

—E la Cassazione? Spero che, come me, ne vogliate cogliere la delicatezza! 

Del pari, nell’appartamento non è stata rilevata alcuna significativa presenza di
tracce biologiche appartenenti alle vittime, come sarebbe stato logico attendersi
in ragione del fatto che esse vi abitavano e vivevano stabilmente, con la sola
eccezione di un paio di impronte della Ornesi impresse esclusivamente su oggetti
orientativi dell’ipotesi del suicidio allargato, in particolare su uno dei blister delle
pastiglie di xanax e sulla manopola di una delle bombolette di GPL”.

Nell’appartamento non è stata rilevata eccetera: non sugli oggetti di morte, le tracce mancano addirittura nell’intero appartamento, come se Iori, imbianchino al contrario, dopo “l’omicidio”, avesse passato un paio di giorni a cancellare tutto, dai muri ai sanitari, dalle scarpe alle stoviglie eccetera!
Siamo nell’era modernissima, anche i processi si risolvono a colpi di scienza: attenti, cari lettori, se vi accontentate dei giornali che a loro volta si accontentano dell’atto di presenza in Aula, non sia la scienza addomesticata che abbiamo appena visto!

No responses yet

Gen 29 2023

beatrice ponzoni 29 01 2022

Published by under Pubblica Amm.ne

BEATRICE PONZONI

Lo stile e’ questo, immagino si tratti di Beatrice, che composto l’articolo per www.cremonasera.it

Francoforte 29 01 2023  flcozzaglio@gmail.com

—-Presentato in biblioteca il libro di Renata Stradiotti su Maria Brianzi.

Maria Brianzi  – Donna e maestra nella storia tra Ottocento e Novecento, Compagnia della Stampa Massetti Rodella editori,scritto da Renata Stradiotti  ha affascinato il pubblico della Biblioteca di Cremona. L’incontro è stato introdotto dalla Direttrice della Biblioteca Raffaella Barbierato, coordinato nella presentazione e nel dibattito dalla giornalista e scrittrice Beatrice Ponzoni, dallo Storico dell’arte Roberto Consolandi ed in chiusura dalle osservazione del Professor Martinelli.

L’autrice, attraverso un testo originale ed accattivante, ha utilizzato parole per disegnare immagini che, come una macchina del tempo, hanno catapultato i presenti in un periodo storico a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

Renata Stradiotti prende per mano i lettori ed attraverso la lente della storica dell’arte li accompagna alla scoperta di CastelPonzone, luogo di nascita della prozia Maria Brianzi. Castello, però, non sarà solo il punto di partenza di queste pagine di storia ma sarà il fil rouge di tutto il romanzo. Il piccolo borgo, oggi divenuto frazione di Scandolara Ravara, posto a circa una ventina di chilometri da Cremona, è rimasto per secoli sotto il dominio della potente famiglia cremonese Ponzoni. Il centro abitato è stato modellato dalla volontà dei feudatari ed è, ancora oggi, caratterizzato da suggestivi portici cinquecenteschi e viuzze ciottolate (strettini), proprio qui, si snoda la vita e  proprio da qui ha inizio la vita della “Signorina Brianzi”, la protagonista del libro. 

Per tutta la vita Maria ripenserà alle mura del piccolo borgo ed alla tranquillità che le trasmetteva il Grande Fiume Po come a quelle sensazioni di casa che solo i luoghi che ci hanno protetto sono in grado di trasmettere.

Forse, è inevitabile che le persone siano lo specchio del luogo dove sono nate e dove sono vissute. Tutto diventa parte di un qualcosa che appartiene alla personalità. L’autrice, alla ricerca delle origini della sua famiglia, scopre un vissuto meraviglioso. Ritrova una figura di una donna che, attraverso le difficoltà, è diventata sempre più forte, senza mai lasciarsi abbattere dalle prove imposte dalla vita. Una figura femminile che ha coltivato curiosità ed attivismo nelle varie problematiche educative. Non solo. Una donna che nella sua figura elegante e determinata ha lottato per cercare di superare i preconcetti dell’epoca dettati dall’essere uomo o donna e ci è riuscita.

L’autrice, come una regista perfetta, esalta con semplicità e stile anche il ruolo del cibo, in un’epoca in cui ancora poco era diffuso il concetto di dieta sana.

La vita di Maria si svolge sullo sfondo della pianura padana, cremonese e bresciana, un passaggio porterà a Varazze, in Liguria. 

Ciò che colpisce è che verso la fine del suo percorso terreno Maria, compirà imprese che le faranno meritare una medaglia d’oro per l’impegno come educatrice e per il sostegno alle persone bisognose di aiuto durante la Grande Guerra.

No responses yet

Gen 29 2023

padre georg 29 01 2023

Published by under Pubblica Amm.ne

PADRE GEORG

Delicato racconto di Gilberto Bazoli, con Rossella Teragnoli accanto al Papa Benedetto XVI, che si dilettava nel leggere iGuareschi, n www.cremonasera.it

Francoforte 29 01 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Nel libro di Padre Georg anche i momenti della cremonese Rossella Teragnoli accanto a Papa Ratzinger.

E’ una delle quattro ‘Memores’, le governanti che hanno vissuto a fianco di Ratzinger accompagnandolo nella quotidianità sino alla fine. Rossella Teragnoli, ex assistente sociale di Soresina, è citata spesso (singolarmente o con le altre religiose laiche che hanno fatto voto di povertà, castità e obbedienza) da Georg Gänswein, il segretario personale di Benedetto XVI, nel suo ‘Nient’altro che la verità‘ (Piemme), il libro, scritto con il vaticanista Saverio Gaeta, che ha sollevato tante polemiche.

Il sacerdote tedesco parte dal 2003, da quando ad occuparsi della casa del cardinale diventato prima Papa e poi Papa emerito “ci pensò Carmela Galiandro, consacrata tra le Memores Domini di Comunione e liberazione. Ratzinger si era trovato bene, cosicché nei primi giorni del pontificato, tramite il sostituto Sandri, fu chiesto all’allora presidente di Cl don Juliàn Carròn se ci fosse la possibilità di avere quattro Memores per l’appartamento papale. A Carmela si aggiunsero così Loredana Patrono, Cristina Cernetti e Manuela Camagni, che purtroppo morì il 24 novembre 2010 a causa di un incidente stradale”. Per sostituirla “giunse la lombarda Rossella Teragnoli, che con le altre ha poi mantenuto la preziosa presenza delle Memores anche nel Monastero (dove, all’interno del Vaticano, Ratzinger si trasferì dopo l’elezione di Francesco, ndr): lei si occupava delle stanze dei segretari e del loro guardaroba, la marchigiana Cristina di sacrestia e cappella mentre la pugliese Loredana era più impegnata in cucina e la conterranea Carmela collaborava con lei per la preparazione di dolci e curava il guardaroba del Papa”.

Rossella e le sue consorelle sono state testimoni di alcuni delle ore più difficili del papato di Benedetto XVI come il ‘Vaticanleaks’, lo scandalo provocato dalla diffusione di documenti riservati della Santa Sede. “Per affrontare di petto la situazione, in accordo con il Pontefice, convocai loro due (il secondo segretario Xuereb e l’aiutante Paolo Gabriele, ndr), insieme con le Memores e anche suor Birgit – ricorda l’autore del libro -. Chiesi a ciascuno se fosse stato lui a consegnare quei documenti, e tutti negarono con fermezza. A quel punto fui molto duro e, rivolgendomi direttamente a Paolo, lo accusai del furto”.

Rossella e le altre hanno vissuto da vicino anche i momenti della rinuncia al papato di Benedetto XVI, che “alle Memores parlò” il 7 febbraio 2013, quattro giorni prima dell’annuncio. “Per ciascuna fu ovviamente un momento di grande commozione”.

Il Papa emerito si trasferì prima a Castengandolfo e in seguito al Monastero. Il suo segretario affida a queste pagine un altro ricordo.

Quando si trattò di definire esattamente il progetto di ristrutturazione del Monastero, Benedetto mi disse che era indeciso se restare con tutte le quattro Memores poiché temeva di ‘approfittare’ della loro benevolenza, Anche dietro le mie insistenze e dopo averle consultate personalmente, concordò che si era creata una vera e propria famiglia e che era dunque opportuno mantenerla sino alla sua morte, Perciò il secondo piano venne destinato alla loro vita comunitaria, con quattro stanze e il salone comune”.

Si passa poi al rapporto tra i due papi. Francesco “portava generalmente in dono del vino e un barattolo di ‘dulce de leche, la gustosa crema a base di latte originaria dell’Argentina” mentre Benedetto “ricambiava con il limoncello fatto dalle Memores con i limoni del nostro giardino e con i dolci tipici della Baviera”. A fine gennaio 2020, la discussa vicenda del ‘prefetto dimezzato‘. Bergoglio ‘licenzia’ il più stretto collaboratore del suo predecessore: “D’ora in poi rimanga a casa, Accompagni Benedetto, che ha bisogno di lei, e faccia scudo”. Scrive padre Georg: “Tornai al Monastero e durante il pranzo lo raccontai alle Memores e a Benedetto, il quale commentò, tra il serio e il faceto, in modo ironico: ‘Sembra proprio che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode’”. Grande spazio è riservato alla descrizione della normalità dei giorni trascorsi al Monastero, dove “il ritmo cadenzato della vita consentì a Benedetto la tranquillità per una costante meditazione anzitutto della liturgia quotidiana e, più in particolare, per la preparazione di significative omelie sulle Letture domenicali, che le Memores hanno amorevolmente registrato e trascritto”.

La domenica e nelle festività liturgiche quel ritmo cambiava “con la Messa alle 8.30 e la recita dell’Angelus alle 12, seguendo in televisione Papa Francesco. Il pomeriggio era dedicato all’attività culturale; nei primi tempi ascoltavamo opere liriche e concerti in cd mentre negli ultimi anni li abbiamo visti in dvd. Al termine, una delle Memores leggeva ad alta voce un libro, e una delle scelte predilette da Benedetto era la serie di racconti di Giovannino Guareschi su don Camillo e Peppone”. L’ultima citazione per le quattro religiose laiche è a proposito degli ultimi giorni di Ratzinger.. “Il 24 dicembre 2022, nella cappella Mater Ecclesiae, ho presieduto la consueta Messa del mattino e il Papa emerito ha concelebrato all’altare, seduto sulla sedia a rotelle. Alle 18.30 della sera e alla 9 di domenica 25 dicembre abbiamo celebrato nel medesimo modo le Messe di Natale, sempre alla presenza delle quattro Memores e anche di suor Birgit”.

Il 31 dicembre la morte di Benedetto e il 5 gennaio 2023 i solenni funerali in piazza San Pietro. Tra i fedeli in prima fila lei, Rossella Teragnoli.

No responses yet

Gen 29 2023

manca fantozzi 29 01 2023

Published by under Pubblica Amm.ne

MANCA FANTOZZI

Antonio Grassi se la prende con i politici e la Ferrari di Cremona, e scrive in www.cremonasera.it

Francoforte 29 01 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Regionali: la fiera delle banalità. Dominano noia e indifferenza

Manca Fantozzi. Tra i concorrenti per il governo della regione, manca il leggendario ragioniere che, con un lapidario «La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca», si è guadagnato novantadue minuti di applausi ed è entrato nella storia del cinema. Manca e si sente. E’ un peccato.  A tre settimane dal voto la campagna elettorale manca di originalità.  Non coinvolge. Stagna. Stenta a decollare. Traccheggia.  Manca e basta.

Piatta, la singolar tenzone si trascina verso il traguardo con stanchezza. Scontata, flaccida, noiosa, è permeata da una diffusa renitenza a creare polemiche reali e non di facciata. E quattro dichiarazioni muscolose rilasciate per onore di firma non creano interesse. 

Tra i cavalieri in gara non s’intravedono dioscuri e coloro che si atteggiano a tali sono i Castore e Polluce della banalità.

 Le paginate che il quotidiano La Provincia dedica alla campagna elettorale, con apprezzabile sforzo e dispendio di energie, rappresentano la fiera del risaputo e ricicciato. Interviste scontate e fotocopia, minestre riscaldate, non appassionano. Carta sprecata. 

 Nessuno dei candidati allo scranno regionale si allontana dagli schemi fissati dal partito, dai sondaggi, dagli spin doctor, ammesso che li abbiano.

 L’opportunismo esasperato e la monotonia delle regole del gioco, non stimolano la curiosità degli elettori. Inducono allo sbrigativo sono tutti uguali. Al chissenefrega, classica espressione di chi è indifferente al contendere e al risultato. Oppure è scoglionato dalla rappresentazione proposta, ennesima replica delle precedenti. 

Non un colpo d’ala. Non un guizzo.  Tutti in gruppo. Tutti attenti a non staccarsi dalla ruota del corridore che li precede. Tutti pronti per lo scatto finale. E potrebbe essere eccitante una conclusione al fotofinish, ma non è lei in discussione. L’intoppo è a monte. Si annida nello svolgimento della corsa.  Non funziona. Non va. 

Caratterizzata dalla mediocrità, che, intesa per moderazione, sarà pure aurea come sostiene il poeta latino, la pièce è  pallosa e di scarsa presa sui cittadini.

 Discorso diverso per gli attori. I circa 8 mila euro netti al mese incassati da un consigliere regionale sono un incentivo più che valido per tentare la sorte. Se si aggiungono le retribuzioni aggiuntive derivate dagli incarichi ricoperti, il rischio di spernacchiamenti e di buuu vale la candela. Poi ci sono le motivazioni politiche. Dovrebbero essere le prime. Dovrebbero e qui si entra in un campo scivoloso e spesso ambiguo.

Per modificare, anche di poco, registro basterebbe, per esempio, che uno dei gladiatori nell’arena, con fantozziano coraggio ammettesse: «Il nuovo ospedale di Cremona è l’abito che copre un corpo imperfetto e non risolve i problemi della sanità provinciale».  

Cenerentola, trascurata e in grave affanno, relegata nel sottoscala e, forse, nelle catacombe, la medicina di prossimità non viene riportata in superficie con un nosocomio d’eccellenza per pazienti super selezionati. Al contrario, potrebbe esserne penalizzata dalla montagna di denaro necessario per mantenere nell’iperuranio la medicina stellare. L’ospedalissimo sarà un’idrovora mangiasoldi e l’ipotesi che possa togliere, comunque depauperare, le risorse destinate alla medicina terrestre non è da scartare. 

E’ prioritario puntare su un cameo che porta lustro, fama e riconoscimenti all’azienda ospedaliera di Cremona, ma non incide in modo significativo sul cambiamento del sistema sanitario provinciale? Oppure è prioritario investire in un servizio meno prestigioso, più aderente alle esigenze dei cittadini e più incisivo sul miglioramento della sanità dell’intero territorio?

 L’ottava meraviglia del mondo non risolve i problemi della carenza dei medici di famiglia, del sovraffollamento del pronto soccorso, delle liste d’attesa con tempi biblici per alcune visite specialistiche, della prevenzione. Curerà anche i cyborg, ma l’articolo 32 della Costituzione impone che la salute sia un diritto di tutti, compresi i cittadini che si recano dal proprio medico di famiglia per la ripetizione della ricetta senza la preoccupazione di non  trovarlo.

Il nuovo ospedale sarà un fiore all’occhiello per Cremona.  Sarà una Ferrari, ma per una sanità di base, quella quotidiana, che ha le suole delle scarpe con i buchi e le calze rammendate, sono più funzionali mille Cinquecento.

Sarebbe una flebo di fiducia se almeno uno dei candidati proponesse: «I 300 e oltre milioni di euro per l’acquisto della Ferrari, impieghiamoli per comperare scarpe e calze. Prendiamo le mille Cinquecento e alla supercar ci pensiamo dopo».  

Avrebbe lo stesso effetto dirompente del giudizio di Fantozzi sulla corazzata Potemkin. Ma ci vuole coraggio e la piena coscienza del concetto di politica. Probabilmente è chiedere molto. Troppo. E il coraggio non si può dare a chi non l’ha. E la coscienza politica è un ferrovecchio difficile da rigenerare e da rimettere in circolazione.

Ma c’ è un altro aspetto del dibattito sulla sanità locale trascurato dai partecipanti alla maratona Cremona-Milano.  Un dettaglio meritevole di una loro riflessione e relativo pronunciamento. Se tanti quattrini vengono investiti per realizzare l’astronave che traghetterà la medicina del capoluogo provinciale nel futuro, quanto rimarrà per l’ospedale di Crema?  Le  briciole o qualcosa di più sostanzioso? Un quarto di michetta? Briciole, non solo in termini di finanziamenti, ma anche di specialità mediche.  Se le migliori si accaseranno all’ombra del Torrazzo, le  eccellenze della Repubblica del Tortello rischieranno il trasferimento? 

Nei primi giorni di gennaio Giuseppe Albini viene nominato direttore del Distretto cremasco presso l’ASST di Crema, punto di riferimento della recente e innovativa configurazione dei servizi territoriali.  Incarico quinquennale con la responsabilità di due Case di comunità (in via Gramsci a Crema  e a Rivolta d’Adda), una Centrale operativa territoriale (in via Gramsci) e un Ospedale di comunità (Rivolta d’Adda). 

Il neo direttore coordinerà la rete dei servizi, si occuperà della produzione o della committenza degli stessi e si farà garante della loro erogazione. Assicurerà l’effettiva integrazione tra le componenti sociali e sanitarie.  Favorirà le relazioni con i comuni e gli enti di Terzo settore. Si interfaccerà con i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta. Un ruolo rilevante, snodo decisivo per la sanità cremasca di base  che lo stesso Albini commenta in questo modo: «Una nuova sfida professionale, grande ed entusiasmante». (Comunicazione Asst Crema, 11 gennaio). Allora pronti, via! Manco per niente. Interviene il destino cinico e baro. 

Una decina di giorni dopo l’annuncio della nomina, Albini comunica: «Pur con grande turbamento, ho accettato la proposta e dal primo marzo sarò direttore socio sanitario dell’Ats della Montagna (Sondrio)». (Cremonasera, 20 gennaio).

Turbato, ma gentlemen e conoscitore del mondo, si comporta di conseguenza.  «Un sentito ringraziamento – dice – alla direzione strategica dell’Asst, ed in particolare al direttore generale, Ida Ramponi, e al direttore socio sanitario Diego Maltagliati, che hanno creduto in me. Ma anche ai colleghi del distretto che ho trovato motivati, pieni di entusiasmo e con grande desiderio di fare e migliorare. Mi dispiace veramente tanto interrompere qui la bellissima esperienza. A tutti loro un grande augurio per il futuro». 

Venti giorni, esperienza bellissima. Mah! Della serie una botta e via. E chi s’è visto, s’è visto per la felicità e il presumibile vorticoso giramento di palle dei vertici dell’Asst e dei motivati colleghi del distretto.

Nessuno dei candidati al consiglio regionale ha commentato. Due parole per promettere che, se eletti, si impegneranno per evitare il ripetersi di situazioni analoghe, non avrebbero guastato. Non è un peccato mortale. E’ una minuzia. Una conferma di una politica disattenta e svogliata che non coglie le sfumature. La campagna elettorale rispecchia questa situazione. Scarseggiano i Fantozzi audaci della corazzata Potemkin e abbondano i tremebondi ragionieri, proni al direttore megagalattico Duca Conte Maria Rita Vittorio Balabam e alla Contessa Pia Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare. E la razza del «guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro». (Pierangelo Bertoli) è in via d’estinzione. Oggi, il piede è quello della pantofola da baciare e lo sguardo è spento o rivolto al proprio ombelico.

No responses yet

Gen 29 2023

campagna amica 29 01 2023

Published by under Pubblica Amm.ne

S’invia alla c.a. Redazione. Cordialmente

Campagna Amica in piazza Stradivari “A tutta vitamina C”

Oggi primo appuntamento, protagonisti i cibi che aiutano a proteggersi

“A tutta vitamina C”. Questo il tema scelto dagli agricoltori della Coldiretti per il ritorno del mercato di Campagna Amica stamattina in piazza Stradivari a Cremona. Già a partire dalle ore 8 (per proseguire fino alle ore 13) i gazebo gialli degli agricoltori hanno preso posto in piazza, pronti ad inaugurare un nuovo anno nel segno “di tutto il buono e il bello che nascono in campagna”, dalla passione e dal lavoro delle aziende agricole.

Come avviene in ogni domenica targata Campagna Amica in piazza Stradivari, gli agricoltori hanno portato i cibi made in Cremona e made in Lombardia (dall’ortofrutta di stagione a pane e prodotti da forno, dai formaggi ai salumi tipici, e poi miele, confetture, vino, riso, prodotti a base di lumaca). Nel segno del benessere che nasce dai campi, anche il banco dedicato ai prodotti a base di lavanda.

Nel weekend più freddo dell’anno, gli agricoltori hanno dato vita al “Vitamina day”, richiamando l’attenzione sui cibi alleati della salute, contro i malanni di stagione. Con oltre mezzo milione di italiani finiti a letto per l’influenza nell’ultima settimana – sottolinea Coldiretti -, l’arrivo del freddo e gelo polare rischia di aumentare i malanni di stagione ed è importante rafforzare le difese immunitarie per combattere raffreddore e mal di gola. E’ scientificamente provato – spiega Coldiretti – che una corretta dieta a base di vitamina C e sali minerali sia una validissima alleata contro le malattie da raffreddamento.

Campagna Amica Cremona si è concentrata sui prodotti del territorio ricchi di vitamina C. Come i kiwi (veri concentrati di vitamina C, ricchi di fibre, rappresentano una buona fonte di potassio e sono una preziosa difesa dagli effetti dei radicali liberi), alcune verdure fresche (come radicchi, spinaci, lattuga, broccoletti), gli ortaggi freschi di stagione (broccoli, cavoli, cavolfiori…).

Ma per combattere il freddo è importante anche aumentare le calorie consumate – evidenzia Coldiretti Cremona – iniziando la mattina con latte, miele o marmellata e portando poi a tavola tante zuppe, verdure, legumi e frutta, che aiuta a rafforzare, con l’apporto di vitamine, le difese immunitarie. L’invito è quello di sempre: portare in tavola prodotti italiani, garantiti dagli agricoltori del territorio.
#MangiaItaliano  non è un semplice slogan – sottolineano gli agricoltori del mercato di Campagna Amica –. E’ una scelta, importante e concreta, a difesa del Made in Italy, dell’economia e del lavoro nel nostro territorio e nel Paese. Per questo siamo grati ai cittadini, che sempre ci accolgono con familiarità e fiducia, con il piacere di acquistare e portare in tavola prodotti buoni, genuini, dall’origine certa.

In piazza Stradivari il calendario 2023 legato alle presenza di Campagna Amica  prevede 11 domeniche di mercato nell’ambito del bando “Le Quattro Stagioni di Cremona”, con il patrocinio del Comune di Cremona. Gli agricoltori torneranno domenica 12 febbraio (si riparte con la giornata intera, dalle ore 9 alle 19), poi domenica 12 marzo, 2 aprile, 14 maggio, 11 giugno, 9 luglio, 10 settembre, 22 ottobre, 26 novembre, 10 dicembre. Per ogni aggiornamento e per scoprire i temi delle domeniche al mercato, è possibile consultare le pagine social (facebook e instagram) e il sito di Coldiretti Cremona.

Cremona, 29.01.2023 – C.s. 12/2023

RELAZIONI ESTERNE COLDIRETTI CREMONA

Via G. Verdi, 4 – 26100 Cremona – Telefono 0372 499819 – Cell. 334 6644736 – e-mail: marta.biondi@coldiretti.it – www.cremona.coldiretti.it – Fb e Instagram: Coldiretti Cremona

No responses yet

Gen 29 2023

la procura indaga 29 01 2023

Published by under Pubblica Amm.ne

LA PROCURA INDAGA

Troppi centenari votano….

Francoforte 29 01 2023  flcozzaglio@gmail.com

—La procura indaga sulle elezioni politiche del 2022. “All’estero hanno votato troppi centenari”

In campo è scesa la Guardia di finanza che sta lavorando sulla circoscrizione estero dell’America settentrionale e centrale. Un collegio piuttosto ampio che raggruppa 22 Paesi: dagli Usa alle Antille

Sono troppi i centenari che hanno votato all’estero alle ultime politiche. Numeri record. Insomma, qualche cosa non torna. Per questo la procura indaga sul singolare caso della longevità degli italiani che vivono fuori dai confini nazionali.

In campo è scesa la Guardia di finanza che sta lavorando sulla circoscrizione estero dell’America settentrionale e centrale. Un collegio piuttosto ampio che raggruppa 22 Paesi: Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Belize, Canada, Costa Rica, Cuba, Dominica, Repubblica Dominicana, El Salvador, Giamaica, Grenada, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Saint Kitts e Nevis e Stati Uniti d’America.

No responses yet

Gen 29 2023

cardi 29 01 2023

Published by under Pubblica Amm.ne

IL CIBO GIUSTO DI CAMPAGNA AMICA

I CONSIGLI DI GIORGIO CALABRESE

CARDI, PREZIOSI PER LA NOSTRA SALUTE

Parenti stretti dei carciofi, sono una verdura tipica dell’inverno. Ricchi di fibre e sali minerali, aiutano l’organismo a smaltire le tossine

Ricchi d’acqua, fibre e sali minerali, i cardi uniscono un alto potere saziante a un bassissimo apporto calorico, che li rende ideali anche a dieta. Hanno modeste quantità di zuccheri (1,7 %), di proteine (0,6%) e di grassi (0,1 %). Buono, invece, l’apporto di fibre (1,5%).

Contengono molti i minerali:

  • potassio
  • ferro
  • rame
  • sodio
  • magnesio
  • zinco
  • manganese
  • calcio
  • fosforo.

Tra le vitamine troviamo quelle del gruppo B (B1, B2, B5, B6), ma soprattutto un importante contenuto di folati e una discreta quantità di vitamina C.  I cardi sono un alimento molto prezioso per la salute, aiutano il fegato, perché come i carciofi, i cardi sono epatoprotettivi grazie alle loro proprietà depurative e anticirrotiche. Tra le sostanze ritenute responsabili di questa proprietà c’è la silimarina. Si tratta di una miscela di tre principi attivi (silibina, silicristina e silidianina), di cui è ricco il cardo mariano, o cardo latteo. La silimarina viene impiegata in caso di intossicazioni causate da alcool, epatite, droghe o addirittura funghi velenosi, in particolare l’Amanita Phalloides. Ma la silimarinaè conosciuta e adoperata anche nell’ambiente sportivo. Grazie alle sue proprietà è infatti in grado di ridurre gli effetti tossici a carico del fegato dovuti all’assunzione di steroidi anabolizzanti orali. Alcuni studi riportano, tra le doti della silimarina, anche quella di stimolare la produzione di latte materno. Gli effetti epatoprotettivi, diuretici e antiossidanti dei cardi sono legati anche alla presenza di cinarina. Questa sostanza protegge le cellule del fegato, stimola la produzione della bile, favorisce lo svuotamento della colecisti e stimola il deflusso della bile nel duodeno. È infatti utilizzata per il trattamento di diverse patologie legate al fegato e per il trattamento del colesterolo alto. Sotto forma di tintura madre la cinarina si mostra utile anche nella cura di calcoli alla cistifellea.

I cardi sono una ricca fonte di flavonoidi e polifenoliantiossidanti, infatti, i polifenoli hanno mostrato un ampio spettro di effetti fisiologici: possiedono attività antiallergiche, antiaterogeniche, antinfiammatorie, antimicrobiche, antiossidanti, anti-trombotiche, cardioprotettive e vasodilatorie.  La fonte principale di antiossidanti è rappresentata dai semi del fiore di cardo, utilizzati come nutraceutici ad effetto positivo sulla salute umana. Tra le proprietà medicinali che la letteratura scientifica affida al cardo, accanto a quelle epatoprotettive, diuretiche, antifungine e antiHIV, ci sono anche quelle antitumorali. Tutte queste proprietà sono riconducibili agli alti contenuti di polifenoli e inulina. I cardi sono utili per la prevenzione del tumore al seno, infatti, l’acido caffeico ed altri glucosidi cianidinici sono i composti polifenolici sui quali si concentra la maggior parte della letteratura scientifica. Ad essi si deve la capacità di di inibire un particolare sottotipo di tumore al seno, denominato Triple-negative breast cancer (TNBC). Le uniche controindicazioni per i cardi sono l’ipertensione arteriosa a causa del rilascio della tiramina stimola infatti  la secrezione di catecolamine, come dopamina, adrenalina e noradrenalina, che potrebbero favorire l’aumento della pressione arteriosa.

a cura di Giorgio e Cinzia Myriam Calabrese

I

No responses yet

Gen 28 2023

ferrari al via 28 01 2023

Published by under Pubblica Amm.ne

Ferrari al via, si respira la stessa aria di Wimbledon, scrive Pirondini su Blitz Quotidiano di Marco Benedetto. Flaminio Cozzaglio.

Ferrari al via in Florida della mitica “24 ore di Daytona”. È la prima sgommata della stagione

Sulla tribuna centrale c’è scritto a caratteri cubitali: “Il centro mondiale delle corse”. Non è una esagerazione. C’è’ il fascino avvolgente, quasi mistico, che si avverte a Wimbledon.

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 28 Gennaio 2023 – 16:54

Ferrari nel regno della Porsche. Sabato alle 19.40 (ora italiana) sulla leggendaria pista americana della Florida scatta la “24 ore di Daytona”. Duello entusiasmante. La Rossa è al suo battesimo con la 296 GT3 erede della 488 GT3, la Porsche a sua volta fa esordire la 911 GT3 R. Hanno addosso gli occhi di tutti. L’atmosfera è quella tipica di ogni debutto a lungo atteso. In più c’è il fascino di un circuito iconico.

Sulla tribuna centrale c’è scritto a caratteri cubitali: “Il centro mondiale delle corse”. Non è una esagerazione. C’è’ il fascino avvolgente, quasi mistico, che si avverte a Wimbledon. Oltretutto è la prima sgasata dell’anno. Di più ancora: è l’inizio di una nuova era. Un inizio difficile per tutti. Questo è il regno della Porsche. in 60 anni di storia della competizione, la casa di Stoccarda ha collezionato ben 18 successi. Il primo nel 1968.

Al via 61 auto di cinque categorie

Gt e prototipi sono nella prima categoria. Sono 4 le Ferrari 296 GT3 al via. Anche la Lamborghini è presente con 5 Huracan GT3 Evo2 compreso un equipaggio tutto femminile del team “Iron Lynx “. Tra la categoria più veloce e la più lenta ballano 12-14 secondi al giro. Tenuto conto che il tracciato misura 5,7 km e che in 24 ore le GTP di giri ne fanno all’incirca 830 è verosimile pensare che le auto faranno in 24 ore qualcosa come 4700 km. Il record è di 4772 km registrato nel 2020 da Ryan Briscoe e soci su Cadillac- Dallara.

l circuito a ferro di cavallo

Il circuito è situato a Daytona Beach. È un immenso triovale di 2,5 miglia. Dopo varie modifiche il tracciato è stato portato ai 5.729 metri attuali. Il percorso è illuminato ma funziona solo al 20% durante la 24 ore, con il circuito stradale che rimane particolarmente buio. Essendo inverno, la notte dura 13 ore e 20 minuti, rispetto alle 8 ore di Le Mans. Sono consentiti solo 4 meccanici per il rifornimento e cambio gomme. Comincia l’assalto Endurance. Le Rosse scaldano i motori in vista del Mondiale Wec (7 gare spalmate in 9 mesi, dal 17 marzo al 4 novembre). La “6 ore di Monza” è in calendario il 9 luglio, un mese dopo la celebre “24 ore di Le Mans”

I nomi più

importanti sono Mario Andretti e Jacky Ickx su Ferrari ( vincitori nel 1972). Poi Pablo Montoya, Joao Barbosa. Fernando Alonso ha partecipato e vinto nel 2019.

No responses yet

« Prev - Next »