Archive for Ottobre, 2022

Ott 29 2022

chiamiamoli per nome:

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CHIAMIAMOLI PER NOME: delinquenti, al posto di incivili! con certa gente nulla in comune da spartire; suwww.cremonasera.it sdegnato articolo di Fabrizio Loffi. Francoforte 29 10 2022  flcozzaglio@gmail.com

—Ancora vandali in azione, imbrattati per l’ennesima volta i leoni stilofori del protiro del Duomo e il palazzo vescovile.

Ancora vandali in azione contro il patrimonio storico ed artistico della città. Sono stati presi di mira per l’ennesima volta i leoni stilofori del protiro del duomo, già più volte ripuliti e puntualmente imbrattati nuovamente dai soliti ignoti, probabilmente con pennarelli rossi. Ignoti che, non contenti, hanno voluto lasciare traccia del proprio passaggio segnando una lunga linea sul muro del voltone appena imbiancato sotto il palazzo vescovile e all’ingresso del museo diocesano. Gesti incomprensibili che non trovano spiegazione se non nell’inciviltà e nella mancanza di rispetto per il bene pubblico da parte di certi individui. Non è la prima volta, purtroppo, che i leoni stilofori vengono presi di mira. Scritte in nero erano apparse sulla parte posteriore dei leoni, scolpiti da Giovanni Bono da Bissone intorno al 1283. Sul marmo rosso di Verona, parole o firme spesso senza senso, spesso indecifrabili. Il leone di destra che tiene quello che sembra un orso che a sua volta morde il collo di un uccello, era stato il più sfregiato. Le scritte arrivavano fin sulla base e sulla pancia. Meno rovinato quello di sinistra che trattiene tra un drago, simbolo del male. Tra le zampe, poi, pacchetti di sigarette e avanzi di tramezzini. Senza andare troppo lontano nel tempo, tre anni fa simboli e scritte nazisti e fascisti erano comparsi sulla facciata del duomo, in piazza del Comune, in Galleria del Corso e in corso Campi. La Curia vescovile si è sempre preoccupata della ripulitura, ma, purtroppo, è come vuotare il mare con un cucchiaio.

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Ott 29 2022

cremonesita’-trecentottanta 29 10 2022

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CREMONESITA’ – trecentottanta 

A domanda risponde, si potrebbe definire cosi’ Gilberto Bazoli, bravissimo come sempre, per www.cremonasera.it Francoforte 29 10 2022  flcozzaglio@gmail.com

—Stradivarifestival da vicino. Le star della musica e una sala unica al mondo che crea empatia tra artista-musica e pubblico.

Visti da vicino, anzi, vicinissimo. Li ha coinvolti nel progetto, li ha accolti, ha parlato con loro prima e dopo l’ingresso in scena, ne è stato l’ombra, ha concordato i brani, è stato nei camerini, ha seguito le prove e condiviso il successo. Chi meglio di Roberto Codazzi, direttore artistico dello Stradivarifestival chiusosi domenica scorsa (con due appendici: il recital, il 18 novembre, di Sergey Krylov e la pianista quindicenne Alexandra Dovgan e lo Stradivariemorialday, il 18 dicembre, di Anna Tifu Musica Antiqua Latina) può svelare il dietro le quinte della manifestazione e dei suoi talentuosi protagonisti che hanno incantato il pubblico?

La rassegna è stata aperta dai fratelli Alessandro e Massimo Quarta.

E’ stata un’esperienza entusiasmante sotto tutti i punti di vista. Ho trascorso con loro un’intera settimana prima del concerto, frutto della promessa di suonare per la prima volta insieme. Tra i due fratelli ci sono uno scarto generazionale e 12 anni di differenza. Hanno intrapreso strade diverse, ma con la voglia di ritrovarsi. E così è stato. Conosco da tempo Alessandro e lo considero un amico; con Massimo, pur avendo studiato lui alla Stauffer, ci siamo sempre sfiorati senza mai approfondire la conoscenza. Ho trovato due persone dal tratto umano veramente straordinario, al di là del fatto di essere salentini, garanzia di una grande carica umana ed espressiva. Da una parte, la follia artistica di Alessandro; dall’altra, la maggior serietà, ma unita a un carisma fuori dal comune, di Massimo. Sono contento di aver conosciuto Massimo, anche lui si è rivelato un artista con un pensiero forte e una preparazione incredibile”.

I due Quarta sono stati supportati dai giovani dell’Agon Ensemble.

Quello è stato per me un tuffo al cuore essendo amico e avendo suonato per tanti anni con Mauro Moruzzi, una persona speciale che ha lasciato una traccia non solo artistica ma anche umana. Conoscevo già i suoi due figli, Martino e Marco Mauro, ma ho avuto modo di approfondire il rapporto. Sono due ragazzi degni del loro padre, con un’umanità e una educazione, oggi merce sempre più rara, fuori dal normale. L’eccezionale risultato artistico del concerto è nato da tutti questi fattori. Può sembrare banale e retorico dirlo, ma è così: un progetto di condivisione anche umana che ha portato a un esito artistico unico. Tutto il pubblico, i critici musicali, gli stessi Quarta, il direttore d’orchestra Braconi hanno riconosciuto il talento dei giovani dell’ensemble. La generazione di oggi è la migliore. Quando suonavano, sorridevano, si guardavano, c’era una complicità”.

E’ poi toccato al pianista Giuseppe Albanese e al Quartetto d’archi della Scala.

Conosco da tempo i componenti del Quartetto, soprattutto il violoncellista Polidori, di cui sono amico. Stiamo parlando di musicisti preparatissimi, lo prova il fatto di suonare in un’orchestra tra le più prestigiose al mondo. Ma quando possono esibirsi fuori dall’orchestra, danno qualcosa di più, com’è normale che sia perché sei imbrigliato nell’orchestra. Quella del Quartetto è una complicità di persone che da 30 anni sono fianco a fianco. Lontano dal palcoscenico, sono abituate a prendersi in giro e fare battute, ma si capisce che sotto c’è uno strato che va oltre. Quanto ad Albanese, mi ha stramaledetto per avergli fatto fare a freddo un pezzo (di Franz Liszt, ndr) che andrebbe preceduto da un altro. Ma il pubblico ha capito che era entrato in scena un trapezista senza rete impegnato con un brano di una difficoltà straordinaria”.

C’è poi stato il trionfo di Vinicio Capossela.

Un artista che vive nel suo mondo, quel mondo poetico che trasferisce nelle sue canzoni. Un mondo fatto di suggestioni letterarie e umane che, frullate insieme, hanno creato un artista di culto per i suoi fans, che lo adorano. Quasi una religione di feticisti. Per entrare in assonanza con questa gente devi trovare un codice comune”.

Lei lo ha trovato?

E’ stata una casualità dovuta al fatto che Capossela ha acquistato a Cremona il suo pianoforte, come lui stesso ha raccontato leggendo alcune pagine della sua monumentale autobiografia. La presenza in sala di Luciano Nazzari, il famoso accordatore di pianoforti invitato dallo stesso Capossela, e l’aver scritto io un articolo quando il cantante venne a Cremona per acquistare quello strumento, ha fatto scoccare una scintilla che da quel momento ci ha messo in assonanza. Capossela è certamente fuori dagli schemi, ma trovare persone immerse in un mondo che è poesia, beh, tutto ciò è interessante, originale. Questi personaggi cercano di proteggersi creando un mondo che serve loro per alimentare la propria arte”.

E così siamo arrivati all’Orchestra femminile del Mediterraneo.

“Il direttore, Antonella De Angelis, è un persona speciale, perbene e molto educata. Possiamo definirla una grande donna perché il suo progetto, che una volta avremmo chiamato femminista, a favore delle donne dovrebbe essere guardato con ammirazione anche dagli uomini perché è un progetto di crescita della civiltà”.

E la solista, Laura Marzadori?

E’ un giovane talento rivelatosi per quello che è: una violinista di una bravura spaziale che ha dato tutta se stessa durante il concerto. Un concerto che ha espresso la bellezza delle donne in tutti i sensi”.

Sabato scorso è stata la volta del pianista Andrés Gabetta e del fisarmonicista Mario Stefano Pietrodarchi,

Vale a dire, quando la musica è divertimento. Pietrodarchi, un vero istrione giramondo, è abruzzese ma vive a Salò, un crocevia dove ogni tanto ci incrociamo. E’ uno dei suonatori più bravi di bandoneon. E lo si è visto, come si sono visti il suo carisma e la sua espressività fuori dagli schemi. Se vogliamo, anche la sua teatralità. Gabetta, che durante quella serata è stato non solo solista ma anche direttore, ha una preparazione fantastica”.

Finale con i fuochi d’artificio grazie al violinista statunitense Joshua Bell.

“Una star internazionale ma anche, per quanto possibile, semplice e, noi diremmo, alla mano. Ha impiegato tutto il tempo prima delle prove per studiare e controllare le luci. Il sabato lo abbiamo mandato al Monteverdi per esercitarsi. E il risultato lo si è ammirato perché tutti hanno riconosciuto che si è trattato di un concerto sbalorditivo. Bell è stato una delle star ascoltate negli ultimi anni che ha mantenuto fede alle aspettative, persino al di sopra di esse. A volte le star vivono di rendita. Ha proposto un programma classico che io non amo particolarmente, ma lo ha eseguito in un modo che ha messo d’accordo tutti. I due bis, impegnativi e bellissimi, hanno fatto capire che è andato al di là del suo compito”.

Il suo bilancio della decima edizione dello Stradivarifestival?

“Quest’anno ho percepito che da parte dei musicisti coinvolti c’è stata la presa di coscienza artistica d’aver suonato in una sala speciale, l’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino, diversa e migliore di tutte le altre. Non solo dal punto di vista acustico, ma anche per l’empatia che nasce con il pubblico. I tanti messaggi che ho ricevuto dagli artisti sono la prova della loro nostalgia per l’Auditorium. Messaggi arrivati dagli stessi Quarta e da Alessandro, che ha detto di voler tornare una volta al mese a Cremona. Pietrodarchi, che il giorno dopo l’esibizione al Museo del Violino, era a Bologna con Gabetta, mi ha mandato un vocale in cui parla di trovarsi in una sala di cemento e del fatto che, invece, l’Auditorium ha ‘un suono di una bellezza che ti migliora. In 24 ore la bellezza di quel suono è crollata’”.

Il suo bilancio, infine, di questi dieci anni del Festival?

Si sta davvero creando, grazie alla vicinanza con gli spettatori e all’acustica della sala, un clima molto bello e, ripeto, di empatia con il pubblico, che comincia a diventare un pubblico, il nostro pubblico. Una magia che non si ripete negli altri teatri”.

La foto è di Danilo Codazzi

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Ott 29 2022

l’arte modernissima 29 10 2022

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L’ARTE MODERNISSIMA Mi ricordo d’aver osservato a lungo una rete per materasso appesa per un angolo, non so piu’ in quale museo di Londra; dall’Opinione delle Libertà.

Francoforte 29 10 2022  flcozzaglio@gmail.com 
—L’arte contemporanea non è per tutti. A volte, anche gli addetti ai lavori, gli “esperti”, possono sbagliare. È il caso della Collezione d’arte delNordreno-Vestfalia di Düsseldorf, che ha esposto per 42 anni un astratto di Piet Mondrian al rovescio. L’opera in questione è New York City 1, quadro del 1941 composto da strisce adesive orizzontali e verticali rosse, gialle e blu, approdata al museo nel 1980. L’ammissione di colpa avviene nel 150esimo anniversario della nascita del pittore olandese, fondatore del “neoplasticismo”.

“A differenza di un quadro a olio quasi gemello di Mondrian esposto al Centre Pompidou di Parigi, l’immagine con inastri adesivi è stata ruotata di 180 gradi poco dopo la morte di Mondrian nel 1944”, ha spiegato Susanne Meyer-Buser, la curatrice della mostra. La storica dell’arte, per sostenere la sua tesi, ha portato al vaglio diverse prove, tra cui una foto scattata nell’atelier dell’artista. Qui, New York City 1 ha effettivamente un orientamento diverso. In particolare, le strisce più dense si trovano sul lato superiore, che combacerebbero con il dipinto a olio di Parigi. L’andamento delle strisce con i bordi ha ulteriormente confermato il sospetto che l’opera sia stata capovolta. Tuttavia, il museo ha dichiarato di non voler aggiustare l’orientamento del quadro, lasciandolo nella posizione in cui è stato inserito nel catalogo ragionato dalla Galleria.

Quello del Mondrian non è il primo e non sarà l’ultimo “scivolone” di questo tipo: nel 1961 il MoMa di New York espone LeBateau di Henri Matisse al rovescio. Dopo 47 giorni, viene segnalato il fallo, sfuggito perfino al figlio del pittore francese. L’opera viene girata dopo due mesi dal riconoscimento dell’errore, ormai a mostra finita. Anche nel 2015, al Whitney Museum of American art un quadro di Jackson Pollock viene esposto verticale invece che orizzontale, nella mostra “America is hard to see”. In questo caso, i curatori hanno dichiarato di essersi attenuti al verso in cui l’opera era già stata esposta alla Betty Parsons Gallery. Che non sia il momento per gli artisti di scrivere sul retro dei quadri this side up?

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Ott 29 2022

la corsica non esiste 29 10 2022

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LA CORSICA NON ESISTE Se per condannare Maurizio Iori la Corsica non esiste, ebbene cosi’ sia! Francoforte 29 10 2022  flcozzaglio@gmail.com

—“La sentenza d’appello ha risposto in modo puntuale anche alle deduzioni
difensive, dirette a contestare l’assunzione in forma liquida dello Xanax che è stata attribuita alla riscontrata assenza di microframmenti di pasticche del farmaco nel contenuto gastrico delle vittime: le argomentazioni del ricorrente secondo cui l’analisi del contenuto gastrico avrebbe potuto dare un risultato diverso se fosse stata effettuata col microscopio, non contraddicono il dato oggettivo rappresentato dalla mancanza di residui solidi di un’assunzione del farmaco in pastiglie (normale, se non esamini lo stomaco col microscopio, n.d.r.)- col quadro indiziario di un avvelenamento realizzato mediante la somministrazione in gocce dello Xanax” Insisto: se non esamini il contenuto dello stomaco col microscopio non riesci a vedere i frammenti di pastiglie che in pochi minuti si sciolgono nell’acqua; invece la Cassazione dice: se da Genova, a occhio nudo, non vedo la Corsica, è certo la Corsica non esista! 

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Ott 29 2022

sempre più’ popolari 29 10 2022

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SEMPRE PIU’ POPOLARI

I Fratelli d’Italia sfiorano il 30%, i democratici al 18,8, calano Forza Italia e Lega, cosi’ scrive il Corriere.

Francoforte 29 10 2022  flcozzaglio@gmail.com

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Ott 29 2022

ADDIRITTURA NEL MONDO Se la Rai fosse in qualche modo internazionale…. A cura di Stefano Mauri per www.cremonasera.it Francoforte 29 10 2022 flcozzaglio@gmail.com —Perché Crema è famosa nel mondo? Lo scopriremo su Rai 1 domenica mattina nella trasmissione “paese che vai” Domenica mattina, in quella che sarà l’ultima domenica di ottobre, tutti dinanzi alla televisione, precisamente su Rai 1 con inizio alle ore 9,40, sintonizzati sulla trasmissione “Paese che vai”, spazio mediatico dedicato, nella fattispecie, a Crema, capitale di un immaginario, ma non troppo, Granducato del Tortello. Ah la troupe della Rai, tra una ripresa e l’altra, ecco ha voluto anche ricordare perché Crema è diventata famosa nel mondo. C’entra per caso il film di Luca Guadagnino “Chiamami col tuo nome”? Lo scopriremo in televisione.

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Ott 29 2022

l’accertamento 29 10 2022

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L’ACCERTAMENTO Sul Dubbio, non c’entrano le condanne, quindi vuol dire che le indagini son fatte in qualche modo, purché la forma sia rispettata! Francoforte 29 10 2022  flcozzaglio@gmail.com

—In altre parole, «la capacità professionale dei magistrati, è appena il caso di ricordarlo, non si misura sui risultati di condanna ma sulla corretta e rigorosa applicazione delle regole dell’accertamento penale». 

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Ott 29 2022

grave offesa 29 10 2022

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GRAVE OFFESA Quindi scioperano, come i metalmeccanici! da Repubblica. Francoforte 29 10 2022 flcozzaglio@gmail.com

—L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica è incredula e indignata per le dichiarazioni del direttore Maurizio Molinari che costituiscono una grave offesa all’intero corpo redazionale, di cui vengono sminuiti l’impegno e la professionalità. Un sommario Piano di riorganizzazione editoriale viene raccontato in un’intervista a una rivista di settore senza che sia mai stato presentato, nei suoi dettagli e nelle sue implicazioni, prima al cdr e poi alla redazione, come invece le corrette procedure sindacali imporrebbero. La richiesta al direttore di esporre in assemblea il suo Piano perché venga poi votato – che ribadiamo – è stata dunque ignorata.

La richiesta della redazione al direttore e all’editore di dare risposte immediate ai gravi problemi del momento, a partire dal calo di vendite in edicola, è stata ignorata. Questioni cruciali – come il nuovo modello di integrazione tra edizione cartacea e sito, come l’influenza dei trend d’interesse osservati in Rete sulle scelte editoriali – sono presentate in termini non convincenti. La loro esposizione – peraltro con modalità scorrette e irrituali – non risponde ai dubbi e alle inquietudini della redazione di Repubblica.

L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica si oppone categoricamente al trasferimento da Roma a Milano della redazione di Affari&Finanza. L’assemblea indice anche una giornata immediata di sciopero che investirà l’intero corpo redazionale e tutte le piattaforme informative, secondo le modalità decise dal Comitato di redazione. Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica non firmeranno i loro contenuti editoriali di qualsiasi tipo e su qualsiasi piattaforma informativa fino a quando non riceveranno risposte concrete e convincenti, in assemblea e nelle sole sedi deputate al confronto.

Per questo il quotidiano non sarà in edicola sabato 29 ottobre e il sito non verrà aggiornato fino alle ore 19 dello stesso giorno.

L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica

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Ott 29 2022

vendita o svendita 29 10 2022

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VENDITA O SVENDITA Dalle stelle alle stalle, si usa dire; a cura di Stefano Mauri per www.cremonasera.it Francoforte 29 10 2022  flcozzaglio@gmail.com

—La Colonia Marina cremasca a Finalpia, come sussurra Antonio Agazzi, col suo albergo rifatto e rinnovato è quindi in (s)vendita?

Finalpia un debito: addio, ma quei 6 milioni son pochi! Il Cda dell’ente, conferma ai Capi Gruppo la trattativa con un privato, Sindaco d’accordo. Però la perizia stima il valore in 10 milioni… “

Così postò via social Antonio Agazzi, illuminata mente del centrodestra cremasco. Ah possiamo dire che qualcosa, nel recente passato, forse andava affrontato con piglio diverso in questo strano caso ligure – cremasco? Mah …

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Ott 29 2022

s.o.s. siccità’ 29 10 2022

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CALDO, ALLARME SEMINE. SOS SICCITÀ

Preoccupa la prospettiva di una novembrata con il caldo che sta provocando l’allungamento della fase vegetativa delle piante

Il caldo record ha fatto scattare l’allarme siccità fuori stagione per le semine autunnali dei cereali come il grano con le piogge che non sono state sufficienti e gli imprenditori agricoli che stanno intervenendo addirittura con irrigazioni di soccorso per non compromettere i raccolti. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento al gran caldo anomalo su tutta la Penisola in un 2022 che si classifica peraltro fino ad ora in Italia come il più caldo mai registrato dal 1800 con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni ridotte di 1/3 pur se più violente secondo Isac Cnr nei primi 9 mesi dell’anno.

Preoccupa la prospettiva di una novembrata di halloween con il caldo che sta provocando l’allungamento della fase vegetativa delle piante con il rischio di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile successivo abbassamento delle temperature e la conseguente diminuzione del potenziale produttivo delle coltivazioni.

Ma nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo, come avviene peraltro nelle città dopo sono ancora diffuse zanzare e mosche.

Una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che quest’anno superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale.

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