Archive for Novembre, 2021

Nov 26 2021

le comiche 26 11 2021

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LE COMICHE

Non dico facciano apposta, però spesso i titoli della Provincia fin che c’è muovono al riso; oggi in prima pagina:

-Fiera, il gran ritorno-

e appena sotto:

-Noi diciamo no-

Francoforte 26 11 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Nov 26 2021

il giudice pentito 26 11 2021

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IL GIUDICE PENTITO Però solo dopo Palamara; titolo del Dubbio. Francoforte 26 11 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Riforma del Csm, le toghe: «Mattarella ha ragione, si agisca. Senza umiliarci»

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Nov 26 2021

questo paese 26 11 2021

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QUESTO PAESE

Ceriana ha mille abitanti e 2791 amici facebook, dio sa perché….

Francoforte 26 11 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Nov 26 2021

e i barconi? 26 11 2021

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E I BARCONI?

Dal Corriere un utile avviso….

Francoforte 26 11 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—(LaPresse) – La Commissione Europea, in stretto coordinamento con gli Stati membri, proporrà di attivare il freno di emergenza per fermare il traffico aereo con l’Africa meridionale a causa della «variante di interesse» Covid B.1.1.529. lì scoperta. «Vogliamo avere misure rapide, coordinate e coerenti per evitare che ci siano scappatoie attraverso le quali il virus si faccia strada in Europa» ha detto la portavoce della Commissione Dana Spinant.

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Nov 26 2021

l’albero millenario 26 11 2021

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GIORNATA INTERNAZIONALE OLIVO, L’ALBERO MILLENARIO

Una delle piante arboree da frutto più diffuse al mondo, la sua origine risale a più di 6.000 anni fa e affonda le proprie radici nella storia stessa dell’umanità, intrecciandosi con i racconti popolari, la mitologia, la poesia e la religione

La Giornata Internazionale dell’olivo, proclamata dal Consiglio Esecutivo dell’UNESCO, ha l’obiettivo di proteggere e conservare questo albero millenario e di promuovere al tempo stesso i valori universali che uniscono esseri umani e culture.

L’olivo infatti è una delle piante arboree da frutto più diffuse al mondo e con una storia molto antica. La sua origine, nell’area del Mediterraneo, risale infatti a più di seimila anni fa e affonda le proprie radici nella storia stessa dell’umanità, intrecciandosi con i racconti popolari, la mitologia, la poesia e la religione.

Per i Greci l’olivo era la pianta sacra ad Atena, che l’aveva donata agli uomini. Omero ci racconta come Ulisse avesse costruito il talamo nuziale con il legno d’olivo, mentre uomini e cavalli delle saghe omeriche traevano forza dall’effetto balsamico dell’olio. Ai Fenici si deve l’arrivo dell’olivicoltura nell’Italia centrale mentre i Romani ne permisero la massima diffusione grazie all’abitudine di piantare ulivi, viti e grano ogni volta che le legioni si stabilivano in un territorio. Per gli Ebrei l’olivo era simbolo della giustizia e della sapienza, per i Cristiani rappresenta la rigenerazione e la riconciliazione.

L’olivo è da sempre considerato una pianta sacra e preziosa, anche per l’olio che si ricava dal suo frutto. Per tutte le popolazioni mediterranee l’olio aveva un grande valore tanto che veniva esportato e considerato moneta sonante negli scambi commerciali. I romani avevano addirittura istituito la figura dei negotiaroes oleari, degli agenti di cambio le cui contrattazioni avvenivano nell’arca olearia, una vera e propria borsa specializzata in compravendita dell’olio. Fin dall’antichità l’olio era apprezzato per le sue molteplici proprietà: è nutrimento, è fonte di luce, dà bellezza, allena per la lotta e dona vigore, è segno di dignità e responsabilità per re e sacerdoti, strumento della forza che viene da Dio nella tradizione cristiana.

Oggi l’olivo si estende in tutti i continenti e contribuisce allo sviluppo economico e sociale di numerosissimi paesi, contribuendo alla conservazione delle risorse naturali. La sua coltivazione svolge un ruolo fondamentale nell’aiutare le popolazioni locali a radicarsi nelle loro regioni, costituisce una barriera contro la desertificazione, protegge dall’erosione. Inoltre l’olivo contribuisce alla lotta al riscaldamento globale grazie alla capacità di fissare in maniera molto efficiente la CO2 dell’atmosfera, catturandone più di quanto ne emette durante l’intero ciclo di coltivazione e di produzione dell’olio. Infine, tra le loro chiome, i loro tronchi nodosi e ricchi di cavità, le loro imponenti radici, trovano rifugio e sostentamento una grande varietà di specie animali e ciò rende l’olivo un vero e proprio serbatoio di biodiversità per le specie animali e vegetali.

Un olio non vale un altro: fattori di qualità

La qualità dell’olio è influenzata da numerosi fattori presenti nell’intera filiera produttiva.

I primi fattori da considerare sono quelli agronomici, cioè tutti quegli aspetti legati all’oliveto e alla sua produzione come ad esempio l’ambiente pedo-climatico, il tipo di cultivar, il sistema di coltivazionei metodi di raccolta del frutto.

La temperatura, ad esempio, influisce sulla composizione acida dell’olio, mentre la quantità di acqua disponibile incide sul quantitativo delle sostanze fenoliche. Entrambi questi parametri influenzano le caratteristiche organolettiche del prodotto finale.

Rispetto alle cultivar, la produzione olivicola nazionale è caratterizzata da un’ampia diversità varietale, spesso identificate anche attraverso la delimitazione di un’area di coltivazione che permette di valorizzare l’unicità del prodotto attraverso la denominazione DOP o IGP.

Il momento della raccolta del frutto dipende dalla latitudine, dall’andamento climatico dell’anno e dalle varietà presenti: più il clima è caldo più verrà anticipata la maturazione, la lavorazione e l’immissione sul mercato. In generale, indipendentemente dalla zona di coltivazione, una raccolta precoce del frutto porta generalmente alla produzione di un olio dalle caratteristiche organolettiche più marcate e ad una più spiccata caratteristica di amaro e piccante dovuta al più alto contenuto di fenoli.

La qualità dell’olio è poi fortemente condizionata anche dallo stato di integrità delle olive, pertanto la scelta del sistema di raccolta risulta di estrema importanza. La tradizionale raccolta manuale, per brucatura o pettinatura, con l’ausilio di appositi strumenti come rastrelli o pettini, garantisce meglio una buona integrità del frutto, che viene salvaguardato da ammaccature, muffa e parassiti, ma è anche lunga e costosa. L’alternativa è costituita dalla raccolta meccanica con l’utilizzo di macchine semoventi che scuotono il tronco. Questa tecnica assicura tempi di raccolta più brevi e se il sistema è completato da un valido mezzo di intercettamento delle olive viene garantito anche un buono stato del frutto da avviare al frantoio.

Vanno poi considerati i fattori tecnologici e di estrazione, ossia tutte le fasi di lavorazione delle olive dal momento di arrivo alla fase di imbottigliamento del prodotto.

Il trasferimento delle olive al frantoio deve svolgersi in tempi brevi ed utilizzando contenitori che permettano l’areazione del frutto, lo preservino dalla rottura, dallo schiacciamento e dall’eccessivo riscaldamento. Il locale di stoccaggio deve essere fresco e ben ventilato e con finestre protette da reti per impedire l’accesso degli insetti. L’intervallo di tempo dalla raccolta alla frangitura non deve superare le 48 ore.

Le olive avviate al processo di trasformazione devono essere liberate dalle impurità, come rametti, foglie, terriccio che alterano la qualità dell’olio e il funzionamento delle macchine. La fase di mondatura e lavaggio deve precedere di poco la lavorazione perché l’acqua favorisce i processi di fermentazione e l’idrolisi. Inoltre è importante che le olive non siano troppo mature perché le sollecitazioni meccaniche possono provocare la rottura dei frutti con perdita di polpa e conseguente calo di resa in olio.

Dopo la frangitura, in cui avviene la rottura delle olive e la frantumazione dei noccioli, si ottiene una pasta che viene lentamente rimescolata durante la gramolatura. Per favorire questo processo la pasta viene scaldata con acqua calda: la temperatura dell’acqua e la durata della lavorazione condizionano sia la resa che la qualità del prodotto. Tempi prolungati e temperature elevate aumentano le rese di estrazione ma determinano anche modifiche negative delle caratteristiche chimiche fisiche dell’olio.

La fase di estrazione permette di separare la componente liquida (olio e acqua di vegetazione) da quella solida (sansa). Essa può avvenire per pressione meccanica, il sistema tradizionalmente più antico che opera attraverso un processo discontinuo, oppure per centrifugazione e percolamento che agiscono invece in modo continuo. Il processo di estrazione per pressione oltre a richiedere macchinari discontinui ed ingombranti, comporta costi di manodopera maggiori e un rischio di contaminazione dell’olio a causa dell’usura ed inquinamento dei diaframmi filtranti. Il sistema di centrifugazione ha maggiori consumi energetici ed idrici, ma consente una totale meccanizzazione, una maggiore igienicità e un minor ingombro. Infine il sistema di percolamento si basa sulla diversa tensione superficiale dell’olio rispetto all’acqua di vegetazione e permette di ottenere un olio ricco di polifenoli, ma le rese sono piuttosto basse.

Il liquido ottenuto contiene ancora una certa quantità di acqua di vegetazione che viene eliminata centrifugando il prodotto. Successivamente l’olio viene lasciato riposare in modo che attraverso la decantazione e la filtrazione tutte le sostanze estranee presenti possano essere eliminate e si limiti così la possibilità di fenomeni di idrolisi o ossidazione. Il sistema di filtrazione può influire sulla qualità dell’olio: l’uso di filtri “leggeri” (filtri di cotone o cellulosa) rispetto a filtri più drastici (filtri “brillantanti” a farine fossili) limita la diminuzione degli antiossidanti migliorando la conservabilità dell’olio.

Sono quindi molte le fasi e le variabili che influiscono sulla qualità dell’olio. Il percorso dall’oliva all’olio è frutto di una tradizione antica, di un lavoro che richiede fatica ed esperienza che le innovazioni tecnologiche contribuiscono a migliorare senza tuttavia snaturare il prodotto finito.

Dal campo alla tavola: un acquisto consapevole

La qualità dell’olio si riconosce prima di tutto attraverso i nostri sensi: annusandolo ed assaggiandolo.

Un olio di qualità deve essere innanzi tutto buono, con profumi che ricordano il vegetale e mai il vino o l’aceto, e un gusto un po’ amaro e piccante segno che l’olio è ricco di antiossidanti.

Al momento dell’acquisto sarebbe quindi sempre opportuno avere la possibilità di assaggiare il prodotto. Per questo è preferibile avere un rapporto diretto con il proprio fornitore, possibilmente un produttore, che potrà far degustare l’olio e dare tutte le informazioni sulla sua origine.

Un aiuto importante ci viene anche dall’etichetta, vera carta di identità di ogni prodotto che acquistiamo, che ci può chiarire dettagli importanti come ad esempio la categoria, l’origine delle olive, l’anno di produzione. Anche il costo è un parametro da considerare: offerte a basso prezzo sono spesso indice di un prodotto di minor qualità rispetto alla materia prima, ai processi produttivi, alla sicurezza alimentare.

Se acquistiamo l’olio in latte, occorre travasarlo in bottiglie di vetro pulite e mai in plastica per la possibilità che vengano rilasciate sostanze chimiche dannose.

Le bottiglie di olio vanno preservate da tre grandi nemici: l’ossigeno, il calore e la luce. Occorre quindi chiudere sempre bene le bottiglie, evitando oliere e tappi dosatori a beccuccio che fanno entrare l’aria, responsabile del rancido. L’olio va tenuto lontano da fonti di calore, come forno e fornelli, perché gli sbalzi di temperatura accelerano le degradazioni. L’olio soffre anche a temperature troppo basse perché gelandosi e scongelandosi subisce un degrado delle sue capacità antiossidanti. Infine, l’olio va conservato in contenitori scuri perché il processo di fotossidazione degli acidi grassi polinsaturi determina l’insorgenza del difetto di rancidità.

È bene avere una certa scorta di olio extravergine di oliva in casa, ma ricordiamo anche che l’olio non è come il vino: non migliora invecchiando. Per questo è importante verificare l’annata di produzione al momento dell’acquisto e considerare che il termine minimo di conservazione è in genere di due anni.

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Nov 26 2021

domenica 28 novembre 26 11 2021

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Campagna Amica domenica 28 novembre in piazza Stradivari a Cremona

Dalle 9 alle 18,30 mercato con i cibi e i fiori portati dalle aziende agricole

Con la “Castagnata della solidarietà” di Aido Cremona, l’omaggio all’olio made in Italy e il laboratorio “dal grano al pane

Si prepara una giornata ricca di sapori, colori, protagonisti, nel segno di Campagna Amica. Domenica 28 novembre, nell’ambito dell’iniziativa “Le quattro stagioni di Cremona”, il Mercato degli agricoltori di Coldiretti torna in piazza Stradivari, dalle ore 9 alle 18:30, portando i cibi e i fiori che nascono nelle aziende agricole. Sarà un viaggio nella “spesa di novembre”, dall’ortofrutta ai formaggi, dal miele alle confetture, dal pane ai salumi, senza scordare pasta, vino, prodotti a base di lumaca, uova, conserve, dolci tipici. Una speciale attenzione sarà rivolta all’olio made in Italy, con l’esposizione di vari olii monovarietali e l’incontro con il produttore, che potrà illustrare qualità e proprietà dell’olio italiano. Così, con uno speciale appuntamento previsto nella domenica in piazza Stradivari, Campagna Amica rende omaggio alla “Giornata mondiale dell’olivo” (che, proclamata dall’Unesco, si celebra ogni anno nella data del 26 novembre). Un motivo in più per non perdere l’appuntamento di domenica è la presenza in piazza della “Castagnata della solidarietà” proposta da Aido Cremona, in collaborazione con il Gruppo Castagnari di Lugagnano e l’Associazione Nazionale Alpini Gruppo di Cremona. Per l’intera giornata i volontari proporranno castagne e vin brulè, nel segno della festa ma anche del pieno rispetto della normativa anti-Covid, con l’intento di raccogliere fondi destinati a finanziare la attività umanitarie e assistenziali di AIDO, l’Associazione Italiana Donatori Organi, e ACCD, l’Associazione Cremonese per la Cura del Dolore. Domenica presso il mercato di Campagna Amica ci sarà anche “aria di Natale in arrivo”: le aziende agricole proporranno idee-regalo in vista delle prossime festività, ci sarà la possibilità di prenotare stelle e abeti per Natale e sarà distribuito il calendario degli “appuntamenti natalizi” proposti da Campagna Amica nel mese di dicembre sul territorio. Nel pomeriggio, alle ore 16:30, un momento speciale dedicato ai più piccoli: la cuoca contadina proporrà il laboratorio “Dal grano al pane”, per scoprire tutti i segreti della semina del grano e per imparare a preparare il buon pane contadino. La giornata si pone nell’ambito dell’iniziativa “Le quattro stagioni di Cremona”, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona. Anche in questa domenica sarà massimo l’impegno di Coldiretti-Campagna Amica per la sicurezza di cittadini e operatori, nel rispetto delle disposizioni previste per il contenimento dell’emergenza sanitaria.

RELAZIONI ESTERNE COLDIRETTI CREMONA

Via G. Verdi, 4 – 26100 Cremona – Telefono 0372 499819 – Cell. 334 6644736 – e-mail: marta.biondi@coldiretti.itwww.cremona.coldiretti.it – Fb e Instagram: Coldiretti Cremona

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Nov 25 2021

i più eguali-duecentotrentasei 25 11 2021

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I PIU’ EGUALI – duecentotrentasei

Dalle mie 70 cartelle sui processi Iori senza editore….

Francoforte 25 11 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —“Pubblico Ministero – E ma perché, ma è importante appunto, cioè perché ripeto, un conto è dire che ne ho viste due ed un conto è dire che ne ho vista una, cioè lei… Testimone, Marchetti G. – Diciamo…

Pubblico Ministero – … perché lei dice di aver visto una pastiglia in bocca? Testimone, Marchetti G. – … sì.

Pubblico Ministero – E noi le abbiamo fatto vedere la foto e nella foto non c’è la pastiglia, quindi, se lei l’ha vista e dice che non ha fatto intervenire nessuno.

Avv. Difensore, Giusto – Presidente, ha detto che ne ha viste due, non è che possiamo….…

Presidente – Stiamo cercando di chiarire un punto.”

Il Presidente cerca di chiarire un punto che al lettore attento è chiaro da un pezzo; e il difensore Giusto tenta di riportare lui e il Pm al rispetto delle regole del codice: il teste deve rispondere su un fatto, e qui ha risposto al di là di ogni ragionevole dubbio; dopo, sia il Pm che la Corte peseranno la risposta, che però quella è, e non devono fargliela cambiare perché contrasta con le loro idee. Valuti poi come vuole, il lettore, la mia osservazione: siamo in una delle primissime udienze del processo; il Pm, che ha condotto le indagini, se ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio deve essere convinto della colpa dell’imputato, ma il Presidente della Corte, per legge, non deve conoscere gli atti, le prove devono formarsi in Aula sotto i suoi occhi; perché insiste tanto a che il teste “non abbia visto” la pastiglia vicino alla bocca della piccola Livia?

Perché? Perché? Perché?

E’ ben possibile abbia letto a suo tempo i giornali e si sia fatta un’idea, ma il processo serve a scacciare le “idee innate” e a esaminare i fatti esposti in Aula.

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Nov 25 2021

cremonesità-centottaquattro 25 11 2021

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CREMONESITA’ – centottantaquattro

Si fan rapinare tutto da www.cremonasera.it, perfino le lacrime della Ferragni….

Francoforte 25 11 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Nov 25 2021

pianto a percentuale 25 11 2021

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PIANTO A PERCENTUALE

Breve nota di Stefano Mauri, per esaltare l’amico Davide Simonetta immagino, in www.cremonasera.it….

Francoforte 25 11 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—La canzone (dedica del marito Fedez) che fa piangere la cremonese Chiara Ferragni? L’ha co-scritta e co-prodotta il cremasco Davide Simonetta

Eh già … a quattro anni da “Favorisca i sentimenti”, la canzone scritta quando ha chiesto la sua mano, Fedez ha quindi dedicato un nuovo singolo (intimo, commovente, azzeccatissimo) alla moglie Chiara Ferragni. Si intitola “Meglio del cinema” (scritta da Davide Simonetta, Fedez, Luca D’Amico e Jacopo Matteo e prodotto da Davide Simonetta e Dargen D’Amico) ed è appunto il regalo (un po’ cremasco grazie a Simonetta … da Bagnolo Cremasco) di Fedez a Chiara (meravigliosa, seguita Influencer cremonese) per il loro terzo anniversario di matrimonio. La prima volta che l’ha cantata è stato quasi tre mesi fa: lo scorso 1° settembre 2021, a bordo di una piattaforma galleggiante sul lago di Como insieme al pianista e compositore Alessandro Martire, sulle luci del tramonto.

Ballad romantica, passata in radio e gettonatissima qua e là, “Meglio del cinema” è anche il brano preferito di Chiara.  “La mia canzone, quella che mi fa piangere ogni volta che la ascolto” ha scritto, sinceramente colpita, la Ferragni tempo fa in una sua storia su Instagram. Il tema portante, manco a dirlo, è l’amore in tutte le sue sfaccettature, comprese quelle meno limpide. Meglio del cinema è pure una bella canzone che parla di futuro, di sostegno reciproco, ma anche degli attacchi sui social che possono far vacillare e far perdere la fiducia.

Dulcis in fundo, Simonetta è tra gli autori e i produttori di altri brani contenuti nell’ultimo album di Fedez intitolato “Disumano”. E la lanciatissima cantante cremasca CARA, nel lavoro discografico in oggetto, nel pezzo “Fuori dai guai” duetta con Fedez.

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Nov 25 2021

cos’è una piazza 25 11 2021

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COS’E’ UNA PIAZZA

In genere è più larga di una via! Ma, battuta a parte, gli si può cambiar nome fin che si vuole, se nasce brutta, con attorno edifici sconvolgenti, brutta rimane, e ben scrive Fabrizio Loffi su www.cremonasera.it che assomiglia a piazza Littoria!

Francoforte 25 11 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—1936, 85 anni fa, il progetto di Farinacci per la nuova piazza Littoria. Non c’è poi tanta differenza con la nostra piazza Stradivari

In fin dei conti tra le due non c’è poi molta differenza: esattamente 85 anni fa Farinacci progettava la piazza che poi la giunta Bodini ha realizzato nel 1998. Si sarebbe dovuta chiamare piazza Littoria, è stata chiamata piazza Stradivari, ma la differenza è tutta qui. E’ pur vero che fino al 2008 la spazialità della nuova piazza era interrotta dalla presenza della pensilina, ma eliminata quella le analogie sono davvero stringenti. Rispetto a quell’idea è stato fortunatamente mantenuto l’isolato dell’ex Casa di Bianco, scampato anche ad un’ipotesi di demolizione dei primi anni Sessanta, quando si voleva dare un nuovo assetto alla piazza in previsione della costruzione dell’edificio della Banca d’Italia. L’analogia era già stata notata qualche tempo fa da Antonio Leoni (leggi qui l’articolo): nella ristrutturazione di piazza Cavour è sparita la via che la percorreva davanti al Palazzo della Ras, a destra, e che proseguiva in via Baldesio verso piazza del Duomo o deviava a sinistra davanti a piazza Piccola per raggiungere i giardini pubblici, e sono stati eliminati, come sappiamo, i giardinetti. Esattamente come doveva essere piazza Littoria, con il palazzo delle Corporazioni (l’attuale Camera di Commercio) affacciato su uno spazio immenso, limitata a sinistra dal palazzo ex Inps, allora I.N.F.P.S, affacciato oggi su via Capitano del Popolo. Da un’altra visuale possiamo osservare ancora il palazzo ex Inps, ovviamente senza la presenza dell’ex casa di Bianco, e sulla sinistra un palazzo sette piani dove poi si sarebbe stata costruita la Banca d’Italia.

Quello realizzato è il secondo dei due progetti presentati: il primo, approvato dalla commissione artistico edilizia nell’aprile del 1956 dopo due anni di studi, prevedeva una costruzione di cinque piani, con un porticato a tre arcate rivolto su piazza Cavour, ed un rivestimento in marmo rosso di Verona, ma era stato bocciato dal Soprintendente veronese Pietro Gazzola, che aveva richiesto di realizzare un piano in meno. L’architetto romano Luigi Vagnetti aveva allora presentato un nuovo progetto con un piano in meno, approvato dalla commissione solo con 4 voti favorevoli e 3 astenuti, ottenendo che la facciata, anzichè in mattoni come richiesto dalla Soprintendenza, fosse realizzata in marmo. Ne era nato un animato dibattito perchè, in realtà, nessuna delle due soluzione era del tutto soddisfacente.

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