Archive for Settembre, 2021

Set 27 2021

i più eguali-centottantatre 27 09 2021

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I PIU’ EGUALI – centottantatre

Il caso Iori non si distingue da troppi altri, per i giudici sono buone le conclusioni degli investigatori!

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Set 27 2021

cremonesità-centotrenta 27 09 2021

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CREMONESITA’ – centotrenta

Contiene qualche inesattezza il post che gli amici di Sussurrandom mi dedicano sulla Festa del Torrone, a voi scoprirle!

Splendido ricordo a cura di Fabrizio Loffi di Sandro Talamazzini, titolo su www.cremonasera.it:

Quindici anni fa ci lasciava Sandro Talamazzini, cantore del Po e della gente, maestro d’immagine e “il più grande personaggio della televisione cremonese”-

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Set 27 2021

fino a pochi anni 27 09 2021

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FINO A POCHI ANNI

fa Corriere e Repubblica si disputavano il primo posto a cavallo delle 800mila copie al dì, ora viaggiano sulle 200mila: che pretendono i giornalisti, fermare il tempo come gli zingari, cui la civiltà moderna ha tolto il mestiere, come ferrare i cavalli e via dicendo; dall’Opinione delle Libertà.

—Una settimana con tre giorni di alta tensione nella redazione di Repubblica. In discussione l’uscita dal giornale, fondato da Eugenio Scalfari, di 54 giornalisti, di cui 35 entro la fine dell’anno e gli altri nel giro di un anno. Un duro colpo agli organici, appena mitigato da 27 assunzioni, attingendo nelle liste dei precari. In pratica, un’assunzione ogni due uscite senza prepensionamento. Per gli altri è prevista una liquidazione e cassa integrazione. Per la prima volta nel giornalismo sono previsti quattro ingressi non giornalisti e cioè tecnici scelti dal direttore Maurizio Molinari tra tecnici dei sistemi editoriali come Digital data analyst. C’è allarme nel mondo dell’editoria per il continuo calo dei livelli occupazionali e per l’eccessivo uso degli ammortizzatori sociali che gravano sul bilancio dell’Istituto di previdenza. Per un giornale come Repubblica in difficoltà dopo il cambio di gestione si tratta di una perdita irreparabile di professionalità cresciute nel corso del tempo per fare un quotidiano di qualità e di inchieste.

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Set 27 2021

pungente d’obbligo 27 09 2021

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PUNGENTE D’OBBLIGO

è Federico Centenari di www.cremonasera.it, quando s’accorge che di nuovo sindaco e presidente sono impreparati…..

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—Caos trasporti e scuole: Pd infuriato, ma nell’Azienda del Tpl Comune e Provincia hanno il 41% e sindaco e presidente sono in assemblea

Quasi due anni di pandemia, scuole riaperte in presenza da due settimane e ancora manca una soluzione al trasporto pubblico al servizio delle scuole di Cremona (in particolare gli istituti superiori). Una situazione grottesca contro la quale si sono levate le proteste di genitori, docenti, dirigenti scolastici e – last but not least – 47 sindaci del Cremonese. Oggi alle 17.30 si riunisce l’ufficio di Presidenza in Comune (il tavolo dei capigruppo in Consiglio), così come chiesto da Maria Vittoria Ceraso (Viva Cremona). Domani si terrà invece il secondo vertice in Prefettura per capire se è stata trovata una soluzione e se si potranno scongiurare i doppi turni di ingresso nelle scuole, fortemente osteggiati dagli istituti stessi per ovvi problemi organizzativi.

Un quadro imbarazzante che palesa l’italica incapacità di prevenire o affrontare i problemi per tempo, prediligendo il proverbiale metodo della pezza sul buco. A completare una situazione che probabilmente nemmeno un André Breton in trance creativa avrebbe potuto rendere più surreale ci ha pensato il Pd di Cremona. In mattinata, nell’arco di un paio d’ore, dalle fila dei Democratici partono due comunicati stampa. Il primo, delle 9.20, reca la firma del capogruppo Roberto Poli e del segretario cittadino Luca Burgazzi. Il secondo, delle 10.53, è direttamente della segreteria provinciale del partito. “Trasporto pubblico locale: occorre rimediare al più presto a carenze e disservizi”, tuona la segreteria Dem. “Non è certo da oggi – annotano invece Poli e Burgazzi – che il trasporto pubblico che riguarda il nostro territorio manifesta le carenze e i disservizi che i pendolari hanno costantemente denunciato ed a cui come, forza politica, abbiamo chiesto, inascoltati, a Regione Lombardia, che ne ha la governance, di rimediare”.

Seguono, in entrambi i comunicati, strali sul trasporto locale, la DAD, lagnanze varie, scaricabarile a go-go, si tirano in ballo a vario titolo la Regione, le scuole, gli studenti, i genitori degli studenti, i docenti, la Prefettura, il Covid, la ripresa economica, il Comune, la Provincia, il Governo. Mancano le Nazioni Unite e i Patti Lateranensi, pare, ma nella furia iconoclasta potrebbero essere semplicemente sfuggiti per distrazione.

Una cosa non sfiorano manco di striscio Poli, Burgazzi e la segreteria tutta del Pd, e cioè che l’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale Cremona – Mantova è partecipata per il 13% dal Comune di Cremona e per il 28% dalla Provincia di Cremona. Non serve il Nobel John Forbes Nash Jr. reso celebre da Russell Crowe in “A Beautiful Mind” per capire che

Comune e Provincia di Cremona (a guida Pd) insieme partecipano per il 41% all’azienda del Tpl. Giova forse ricordare, tuttavia, che al di là delle percentuali nell’assemblea dell’azienda in questione siedono il sindaco e il presidente della Provincia. Di Cremona, non di Caltanissetta.

Forse, anziché ingarbugliarsi con comunicati stampa fiondati come dardi nelle caselle mail dei giornali locali, qualcuno del Pd avrebbe potuto semplicemente digitare il numero di telefono del sindaco Galimberti o del Presidente Signoroni. Così, giusto per dare una sveglia. Magari sei o sette mesi fa. Non adesso, a due settimane dalla riapertura delle scuole. Poi, oh, piace più l’idea del comunicato stampa… niente da dire. Sicché – melius est abundare quam deficere – s’è scelto di mandarne due di comunicati stampa e buona così.

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Set 27 2021

l’ospedale si sposta 27 09 2021

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L’OSPEDALE SI SPOSTA

Titolo della Provincia fin che c’è , all’insegna della mobilità sostenibilissima:

Ciclabili in città, lavori in via Giuseppina: ospedale più vicino-

Francoforte 27 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Set 27 2021

il primo della fila 27 09 2021

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IL PRIMO DELLA FILA

Che immagino lunghissima; chi scrive, se aveste dubbi? Repubblica!

Francoforte 27 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Fedez attacca Salvini: “Chiamava Cucchi un drogato, adesso magicamente Morisi diventa un amico da aiutare”

“Questa è la storia di un eroe contemporaneo: un uomo che ha sacrificato la sua vita a contrastare la piaga sociale delle droghe. Un uomo che andava in giro a citofonare a casa della gente chiedendo se spacciasse o che commentava la sentenza sulla morte di Stefano Cucchi dicendo che la droga fa male. Oggi scopre di avere anch’esso al suo fianco un drogato. Ma che magicamente non diventa un drogato, ma un amico da aiutare a rialzarsi”. In una serie di storie pubblicate sul proprio profilo Instagram, Fedez attacca Salvini in merito allo scandalo in cui è coinvolto Luca Morisi, il guru della comunicazione del leader della Lega, indagato per droga.

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Set 27 2021

un momento di debolezza 27 09 2021

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UN MOMENTO DI DEBOLEZZA di cui profitteranno molti; sul Dubbio. Francoforte 27 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Lega, il Guru social di Salvini indagato per cessione di stupefacenti

Morisi, Guru social di Salvini, è indagato per aver ceduto stupefacenti. Ma si difende: «Non ho commesso alcun reato, ma rimane una grave caduta come uomo».

«Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo». Lo scrive in una nota Luca Morisi, guru della comunicazione social di Matteo Salvini, dopo le notizie secondo le quali sarebbe indagato dalla Procura di Verona per cessione di stupefacenti.

“Chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo, a mio padre e ai miei famigliari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso”, ha scritto ancora. Morisi rivela: “Ho rassegnato il 1° settembre le dimissioni dai miei ruoli all’interno della Lega: è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine”.

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Set 27 2021

buon appetito 27 09 2021

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BUON APPETITO

Prosegue la corsa della nuova rubrica di www.cremonasera.it “L’appetito vien mangiando”, zeppa di curiosità su tanti cibi storici.

Francoforte 27 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—La forma di Dio, la storia del grana. La vera sbrisulùusa è cremonese non mantovana, le lasagne di zucca

 LA STORIA: ECCO COM’E’ NATO IL FORMAGGIO GRANA

Il nostro buon cibo, le colture e il vino hanno avuto un cantore in Carlo Bertolini, cremonese, amico carissimo che il Covid ha portato via a tutti noi e alla sua famiglia. Da ricercatore di alto profilo, Bertolini aveva svolto studi in tutti i campi. Tra le altre cose aveva svolto ricerche negli archivi dei monaci benedettini e del loro grande lavoro di bonifica realizzato nelle nostre terre per creare prati stabili. Ovviamente la diffusione dei prati stabili e la grande ripresa agricola comportò anche un incremento dell’allevamento dei bovini da latte. La necessità di poter conservare grandi quantità di latte prodotto, portò come naturale conseguenza alla fabbricazione di grosse forme di formaggio a pasta dura, servevoli nel tempo.

Tra i vantaggi dei formaggi stagionati, si ricorda quello di essere un ottimo mezzo di conservazione dei principi nutritivi del latte. Il disporre poi di forme a lenta maturazione ne garantiva la conservabilità nel tempo e la possibilità di essere trasportato e commercializzato anche a lunghe distanze. Dunque il formaggio grana, così chiamato per la struttura granulosa della sua pasta, nacque e si diffuse in Padania a seguito delle bonifiche e del nuovo sistema di irrigazione apportato ai terreni da monaci cistercensi e benedettini.

Non si sa dove sia nato il formaggio grana, anche se numerosi sono i tentativi di risolvere il problema della conservazione del latte. Comunque è probabile sia nato nell’Abbazia benedettina di S. Maria di Marola, in località Carmiano di Bibbiano (Reggio Emilia). Quest’Abbazia aveva nell’antichità funzione di “college” agricolo.

Si narra che nell’anno 1145, l’abate Giovanni Da Carmiano dell’Abbazia di Marola, assieme ad operosi ed ingegnosi allevatori di vacche rosse ed ai contadini di Bibbiano (l’Abbazia era oltre che centro religioso, anche casa, scuola, officina, stalla e sede gestionale dei beni locali), abbiano a lungo sperimentato e poi inventato il progenitore del formaggio grana. Il metodo si diffuse in un baleno in tutte le Abbazie della Valle Padana in cui si produceva latte.

La formula da quasi mille anni è sempre la stessa: latte (quello della mungitura della sera, scremato per affioramento durante la notte, unito a quello del mattino), cagliofuoco (due cotte: una utilizzando legno di olmo e l’altra i sarmenti di vite) e sale (per la zona specifica proveniente dalle miniere di Tabiano e Salsomaggiore, per altre zone proveniente sul Po da Chioggia).

Dopo una lunga stagionatura, ben oltre l’anno, nell’aprire la forma, l’abate Giovanni capì dai profumi e dall’assaggio, di trovarsi difronte a un grande evento, ed infatti la “battezzò” con il nome di FORMADIO, cioè forma di Dio. Questo nome lo troviamo quasi subito in un documento, ora conservato presso l’Archivio di Stato di Modena, rogato dal notaio Frigerio.

1159 Aprile13, S.Maria di Marola

Nel nome di Cristo, nell’anno dell’incarnazione del Signor Nostro Gesù Cristo, millecentocinquantanove, giorno 13 del mese di aprile entrante. Indizione settima. Giovanni, venerabile abate del Monastero di Santa Maria di Marola…

…concede in affitto per 29 anni, per soldi d’argento tre e mezzo, lucchesi…tres aportos de formadio (=tre consegne di formaggio grana) pecore e giuncate (formaggio fresco fatto con latte ovicaprino) ad arbitrium….” alcune terre in Campitello, ai fratelli Giovanni, Martino e Domenico di Formolaria (oggi Carpineti nell’Appennino reggiano)”.

La pergamena di Marola, reca la citazione più antica in cui compare la parola Formadio, e segna un cambiamento epocale nella produzione del formaggio, passando da quello fatto con latte di pecore e capre, a quello fabbricato con solo latte vaccino.

Carlo Bertolini

LA VERA SBRISULUUSA E’ CREMONESE NON MANTOVANA

Sbrisulùusa: torta friabile (che la se sbrisùla e cioè che si sbriciola)

Nata intorno al XVI secolo nelle campagne della valle del Po, più precisamente nel Cremonese, la torta veniva preparata con la sola farina di mais, miele e strutto. Simbolo della città lombarda, alcuni sostengono – con altri ingredienti – fosse stata servita per tragica metafora (da sbriciolare, sbrizzare, sminuzzare, stritolare) al castello di Maccastorna la drammatica notte del 24 luglio 1406, in cui Cabrino Fondulo fece trucidare il nemico Cavalcabò.

La torta è un’antica tradizione di Cremona, si presenta con un colore dorato dovuto alla presenza nell’impasto di farina di mais e mandorle. Insieme alle frittelle e i biligòt, la sbrisulùusa è il dolce tipico della festa di Sant’Antonio abate il 17 gennaio.

La preparazione è semplice: si impastano 2 parti di farina 00, 2 di farina gialla, una di zucchero, una di burro o meglio di strutto (alcuni legano con un uovo). La cottura può farsi a 200° per mezz’ora o 160° per un’ora.

La maggior parte dei cremonesi preferisce una torta friabile come la sorella mantovana che contiene mandorle e lievito. La sbrisolona mantovana, immeritatamente ha sostituito la vera sbrisulùusa cremonese nei frettolosi ricettari moderni e nelle preparazioni industriali in vendita al dettaglio.

Giorgio Maggi

LA RICETTA: LE LASAGNE DI ZUCCA DELL’IMPERATORE

E’ tornata la zucca, la cucurbitacea di origini americane che proprio qui da noi, tra Cremona e Mantova e in tutta l’asta del Po ha avuto la sua esaltazione. E proprio vicino a noi, a Villastrada di Mantova a due passi da Viadana, c’è il locale del cantore della zucca: Arneo Nizzoli, l’imperatore della zucca, esaltato da Cesare Zavattini suo amico e mentore. Il suo locale propone spesso periodi di pranzi e cene a tema: la zucca in festa (dal 1 al 31 ottobre), le grandi maialate (gennaio-marzo), la nostra amica lumaca (dal 1 al 31 maggio) ed altro ancora.

Il piatto di questa settimana è suggerito dall’Imperatore della zucca Nizzoli è ed: Lasagne di zucca

Lessare 1 kg. di zucca in acqua salata. Nel frattempo mettere sul fuoco un tegame con: una noce di burro, un cucchiaio di olio d’oliva e una cipolla media tritata, quindi soffriggere, aggiungere un bicchiere di vino bianco dolce, noce moscata a piacere, sale e pepe q.b.

Scolare la zucca tenendo l’acqua di cottura, eliminare la buccia e aggiungerla nel tegame, stemperarla bene con una frusta per evitare che si formino dei grumi, se occorresse aggiungete un po’ d’acqua di cottura della zucca, il composto deve risultare denso ma all’onda.

Procedete poi nella preparazione come per le lasagne: alternando alla pasta il composto di zucca e parmigiano grattugiato (preferibilmente Grana Padano) con la besciamella, terminare con la zucca e aggiungere qualche fiocchetto di burro e gratinare in forno caldo.

Andrea Fontana, responsabile lombardo di Slow Wine e che su Cremonasera tiene settimanalmente la rubrica (da Cremona alla scoperta del vino) propone di abbinare alle lasagne di zucca.

  • Lambrusco Mantovano DOC: il connubio tra i prodotti del territorio non sbaglia mai. Il Lambrusco Mantovano ha florealità e tannino esuberante che, assieme alla carbonica, puliscono e ben si sposano con la zucca.
  • Colli Piacentini DOC Malvasia di Candia Aromatica: per chi ama i vini bianchi, la nota fruttata ma allo stesso tempo sapida e speziata della Malvasia di Candia Aromatica ben supporta la la dolcezza della zucca. Scegliete una versione ferma anche con qualche anno sulle spalle.
  • Dolcetto d’Alba: se si preferiscono i rossi fermi, giusto prediligere vini freschi, fruttati con sufficiente spinta acida. Il Dolcetto d’Alba è una scelta ottimale.

Nella foto un quadro di Vincenzo Campi. E’ una fruttivendola (un soggetto da lui dipinto più volte) di una collezione privata anche se il più noto è quello della Pinacoteca di Brera. E’ una fruttivendola di stagione. In primo piano la zucca di cui diamo una ricetta da provare: le lasagne di  zucca

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Set 27 2021

europa cristiana e non 27 09 2021

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Il cristianesimo c’è ancora, si domanda Pirondini su Blitz Quotidiano: una serie di riflessioni profonde in poche righe, con stoccata al buon Silvio. Flaminio Cozzaglio.

L’Europa è ancora cristiana? Non sembra. E il Ppe ne discute a Roma dopo un video-intervento di Silvio Berlusconi

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 26 Settembre 2021 20:08

Europa ancora cristiana? L’interrogativo, in verità non nuovo ma sovente sottaciuto, e stato rilanciato di recente dal meno cristiano di tutti, Berlusconi.  Un video intervento di Silvio Berlusconi all’Ufficio di Presidenza del Ppe (Partito popolare europeo) riunito a Roma per discutere i temi più urgenti.

Cioè: agricoltura, migrazione, lavoro, futuro. Una tre giorni, iniziata lunedì 20 settembre. In cui “ la famiglia politica europeista di Centrodestra “ – che ha messo insieme forze moderate, Cristiano-democratiche e conservatrici (raggruppa 73 partiti di 39 Paesi; nel Parlamento euopeo conta 169 seggi su 705 ) – è chiamata a fare il punto. Dopo la dolorosa e pasticciona ritirata (con sconfitta) dall’Afghanistan.

Il leader di Forza Italia, rimarcando i valori su cui si fonda il Ppe, ha scandito: “Noi siamo gli eredi dell’Europa cristiana, l’Europa delle grandi cattedrali e dei grandi luoghi di spiritualità: Notre-Dame a Parigi, il Duomo di Colonia….”.

L’Europa ha oggi ben altri problemi. Ma Berlusconi avrà le sue ragioni, ad esempio tenersi buoni i preti pensando al Quirinale.

Detta da lui fa un po’ ridere, ma Berlusconi è capace di tutto, una volta si vantava di avere zie monache e parenti vescovi.

Ora ci sembrano utili alcune osservazioni.
1) Le radici cristiane non sono più così evidenti. Lo sostiene anche Olivier Roy nel suo saggio illuminante edito da Feltrinelli un anno fa. Le radici si sono indebolite per due motivi: la secolarizzazione che ha dato luogo ad una massiccia  scristianizzazione delle società europee. E l’arrivo dell’Islam nel cuore dell’Europa attraverso l’immigrazione ma anche delle sue frontiere (con la candidatura a entrare nella Ue presentata dalla Turchia).

In Europa la pratica religiosa è crollata

2) Sbaglia chi ritiene che se non ci fossero ne’ l’Islam ne’ l’immigrazione tutto sarebbe diverso e tutto andrebbe bene. No, c’è dell’altro. Molto altro: crolla la pratica religiosa (specie con la scomparsa della classe contadina e tra i giovani). Crollano le vocazioni sacerdotali, la Chiesa è tormentata da grossi guai. Molti oggi vanno a Messa solo in un’ottica di socializzazione, di conformismo o persino di festeggiamento. In cui più che essere praticanti sono consumatori (matrimoni, funerali).

3) Il cristianesimo sembra non essere più una religione ma una identità che si contrappone ai musulmani. È ciò che accomuna in effetti tutti i populisti: rifiuto dell’Islam, dei migranti, delle élite, dell’Europa così come è definita dalla Unione Europea. Un tempo non lontano la cultura popolare era portatrice di una devozione profonda. Non c’è più. Oggi la cultura dominante si è secolarizzata,  e lo spettacolo e il consumismo hanno ridefinito le culture locali per inserirle  in una logica economica, ideologica, politica. Siamo cambiati in soli cinquant’anni. E non è finita.

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Set 27 2021

il nome che incanta 27 09 2021

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IL NOME CHE INCANTA

pure gli americani, che imparano a distinguere i cibi naturali dagli altri: Pomì alle stelle, lo racconta www.cremonasera.it!

Francoforte 27 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—La Saint Joseph’s University di Filadelfia studia la strategia del marchio Pomì

La Camera di Commercio Italo Americana, la Saint Joseph’s University di Filadelfia e il brand Pomì hanno stretto una partnership strategica volta ad aiutare le società italiane di food & beverage a sviluppare nuove strategie di marketing e di branding per il mercato americano. Utilizzando la nuova linea di prodotti lanciati dall’iconico marchio Pomì come caso studio in corso, gli studenti dell’università Saint Joseph’s lavoreranno con il team Pomì USA, per capire e imparare cosa guida i consumatori nell’acquisto e per sviluppare un piano marketing strategico omnicanale per le linee di prodotto più innovative delle aziende che vogliono affrontare il mercato “a stelle e strisce”, tanto grande quanto impegnativo.

Pomi USA è la società del Consorzio Casalasco del Pomodoro, creata nel 2009 per la commercializzazione e distribuzione esclusiva del marchio sul territorio statunitense. Oggi Pomì negli Usa è presente in più di 20.000 punti vendita.

«La missione della Camera di Commercio è creare connessioni e sinergie di cui possano beneficiare I nostri partner», ha affermato il direttore esecutivo Federico Tozzi. «Quest’ultima iniziativa coinvolge gli studenti di food marketing dell’Università e Pomì, uno dei brand italiani più importanti del panorama internazionale».

All’inizio dell’autunno, gli studenti condurranno un progetto semestrale che si focalizzerà sull’identificazione e implementazione di approcci innovativi per il lancio della nuova linea di prodotti Pomì negli Stati Uniti.

«Vorrei ringraziare gli studenti e l’Università che stanno investendo il loro tempo, know-how ed energia in questo progetto unico», dichiara il CEO di Pomì USA Cristiano Villani. «Il mercato americano è estremamente strategico per Pomì. Siamo impegnati nel comprendere sempre meglio i consumatori di questo grande Paese perché sappiamo che riconoscono e apprezzano i valori che da sempre contraddistinguono i prodotti Pomì: rispetto per l‘ambiente, altissima qualità, produzione responsabile e sostenibilità».

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