Archive for Settembre, 2021

Set 27 2021

il cibo donato 27 09 2021

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G20 FIRENZE, SALGONO A OLTRE 5,5 MILIONI DI CIBO DONATI

A Firenze è stata infatti promossa per 4 giorni l’innovativa forma di solidarietà con la partecipazione congiunta di agricoltori e consumatori per garantire anche alle famiglie più bisognose della città di gustare le migliori specialità enogastronomiche del Made in Italy

Salgono ad oltre 5,5 milioni di chili la frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero in dono dagli agricoltori di Campagna Amica ai più bisognosi durante la crisi generata dalla pandemia. È quanto rende noto la Coldiretti nel presentare il bilancio dell’iniziativa di solidarietà la “spesa sospesa” promossa nel grande mercato di Campagna Amica in piazza Santa Croce a Firenze nell’ambito del G20 dell’agricoltura, per contribuire concretamente a combattere la fame.

Nella maxi fattoria allestita nel capoluogo toscano è stata infatti promossa per 4 giorni l’innovativa forma di solidarietà con la partecipazione congiunta di agricoltori e consumatori per garantire anche alle famiglie più bisognose della città di gustare le migliori specialità enogastronomiche del Made in Italy.

Tutti i cittadini che fanno la spesa nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica diffusi lungo la Penisola possono infatti decidere di donare cibo e bevande alle famiglie più bisognose sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. Al contributo dei cittadini si aggiunge quello degli agricoltori per donare in questo caso frutta e verdura, ma anche pasta fatta con grano 100% italiano, riso, salumi e legumi, miele e olio extravergine d’oliva a Denominazione di origine protetta (Dop).

Si tratta della più grande offerta gratuita di cibo mai realizzata dagli agricoltori italiani per aiutare a superare l’emergenza economica e sociale.

In Italia sono saliti a 5,6 milioni le persone che si trovano in condizioni di povertà i, di cui ben 1,3 milioni è rappresentato da minori secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat. Con la crisi un numero crescente di persone è stato costretto a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia. Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi. Persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.

Per arginare questa situazione quasi 1 italiano su 3 (30%) ha partecipato quest’anno a iniziative di solidarietà, facendo beneficienza e donazioni per aiutare le famiglie più bisognose piegate dal peso della crisi causata dall’emergenza sanitaria. Contro la povertà è dunque cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini.

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Set 26 2021

i più eguali-centottantadue 26 09 2021

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I PIU’ EGUALI – centottantadue

L’indice delle mie 70 cartelle, senza editore:

Premessa 1

Prima di tutto, la Cassazione spiega la difesa corretta 4

I giornali 5

E io mi incuriosisco 6

Avanti l’ufficialità 8

La sera prima, le due versioni 10

Che dire dell’ufficialità 11

Come si uccide 22

Come si uccide – atto secondo 34

Due parole sulla Corte d’Appello 39

Intervallo 43

Il movente 44

Prima conclusione 53

Ancora sulla formazione della prova 54

Dna 57

Il telefonino record 60

Le chiavi 64

In fila come soldatini 67

Conclusione 70

Francoforte 26 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Set 26 2021

cremonesità-centoventinove 26 09 2021

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CREMONESITA’ – CENTOVENTINOVE

Da leggere d’un fiato il bell’articolo di Fabrizio Loffi su www.cremonasera.it: i numeri non sono confrontabili per troppi motivi, certo che l’asiatica fece 30mila morti contro i 130mila di oggi per covid.

Francoforte 26 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

Quell’autunno del 1957, quando a Cremona arrivò la terribile asiatica. Giovani a rischio, scuole chiuse e visite vietate in ospedale

L’ultima grande pandemia prima del Covid. Era il 1957 e la notizia circolava già dall’inizio dell’anno. Le autorità cinesi avevano informato che nel sud del paese si stava sviluppando un’epidemia provocata da un virus particolarmente aggressivo, l’H2N2 che, dopo aver colpito le anatre selvatiche, aveva fatto il salto di qualità contagiando la specie umana. Tuttavia fino ai primi di giugno, nonostante il morbo facesse strage di migliaia di persone nelle Filippine, Cina, Formosa, Cambogia, Indonesia, India e nelle numerose colonie britanniche, i giornali italiani continuarono a relegare la notizia nelle pagine interne, come se la cosa riguardasse solo quelle popolazioni lontane. Ci si limitava a seguire il contagio spostarsi dall’Asia all’Africa e al Sud America, raccontando «l’apprensione» delle autorità britanniche o la tranquillità di quelle olandesi, dove l’influenza era arrivata da una nave proveniente dall’Indonesia. Gli inglesi, dal canto loro, pur avendo già migliaia di bambini contagiati, giudicarono eccessivo l’allarme e si dissero certi che avrebbero debellato in poco tempo il virus. L’asiatica, che gli scienziati dicevano essere abbastanza simile alla tristemente nota “spagnola”, provocava un virulento attacco influenzale con febbre fino a 40°, emicranie da spaccare la testa, forti dolori muscolari e problemi intestinali per due o tre giorni. Se sopravvivevi, guarivi nel giro di una settimana o poco più.

E quando, all’inizio di agosto, l’epidemia scoppiò improvvisamente a Napoli, l’allarmismo non fu particolarmente pressante. Si iniziò a parlarne e a scriverne perché c’erano morti continuamente, si tenevano i bambini in casa, ma in sostanza il vivere quotidiano e le abitudini non furono stravolte perchè il Governo non sapeva bene come affrontare l’epidemia ed i medici, trattandosi di una influenza, davano semplicemente consigli su come comportarsi al fine di prevenire il contagio. D’altronde l’epidemia arrivava prima delle tradizionali influenze, in piena estate. A trasportare il virus furono soprattutto le centinaia di migliaia di soldati di leva, che tra licenze, permessi, esercitazioni e parate si muovevano da un capo all’altro del paese. Il primo focolaio venne localizzato al Quartier Generale delle Forze Armate del Sud Europa a Bagnoli, dove si ammalarono oltre trecento militari, ma nel giro di pochi giorni un terzo della popolazione di Napoli era ammalata. Dal Sud il contagio arrivò ben presto a Milano, portato, si dice, all’interno della casa di rieducazione “Cesare Beccaria” di Arese poco dopo Ferragosto da un giovane ricoverato di ritorno da una licenza a Mestre: l’epidemia colpì 130 dei circa duecento ospiti e l’istituto venne isolato.

A portare l’asiatica a Cremona furono agli inizi di settembre tredici reclute della caserma Col di Lana, che furono immediatamente isolate. Il quotidiano locale si affrettò a tranquillizzare la popolazione: “A questo proposito dobbiamo dire che nella popolazione cremonese nessun caso di ‘asiatica’ è stato sino ad ora registrato, ma solo casi di influenza da raffreddamento, per cui non vi è alcun motivo di allarme. Anche nel reclusorio di Pizzighettone si sono registrati quattro casi di influenza tra i reclusi, ma il virus non è stato ancora definito; tuttavia le pronte misure cautelative poste in opera dal Medico Provinciale, assieme ai dirigenti del reclusorio, hanno fatto sì che la popolazione di Pizzighettone non abbia sino ad ora fatto registrare alcun caso di ‘asiatica’”. E le misure per contrastare l’avanzata del virus erano sempre le solite: “Alimentazione sana e sufficiente sia dal lato quantitativo che qualitativo (verdure e frutta contenente sali e vitamine; carni, latte, ecc. contenenti proteine pregiate) evitando ogni accesso; evitare l’abuso degli alcolici, del caffè e del tabacco; vita all’aperto per quanto possibile evitando però raffreddamenti, l’esposizione eccessiva al sole ed ogni strapazzo fisico; riposare almeno otto ore al giorno dalle 22-23 alle 6-7 (evitare i locali chiusi ed affollati); riguardarsi e curare anche semplici raffreddamenti, manifestazioni reumatiche e disturbi gastro-intestinali che possono diminuire le resistenze organiche e predisporre al contagio; molto utile la somministrazione di vitamina C ad alte dosi. Per le comunità di vecchi e bambini tale vitamina potrà essere richiesta all’Ufficio Igiene del Comune. Si raccomanda ai gestori di cinematografi ed altri locali pubblici, ai dirigenti dei servizi di pubblico trasporto ed a ogni responsabile di comunità, una frequente pulizia dei locali con periodiche disinfezioni”.

Ma nel frattempo un altro focolaio era divampato nelle colonie marine di Marina di Massa, colpendo ben 1500 bambini. Tra questi i 160 piccoli ospiti della colonia viadanese “Luigi Cantoni”, 65 dei quali furono contagiati dall’asiatica. I restanti, ritenuti sani, furono fatti rientrare in tutta fretta nei paesi di provenienza, consegnando ad ogni famiglia una lettera dell’Ufficio di igiene che spiegava i motivi della conclusione anticipata del soggiorno marino. Ma qualche giorno dopo iniziarono a manifestare i sintomi del contagio i piccoli dell’intero distretto viadanese, comprendente Dosolo, Pomponesco e Sabbioneta.

Il 24 settembre l’Italia deve iniziare a fare i conti drammaticamente con la nuova epidemia: viene posto in isolamento l’ospedale romano del Bambin Gesù in seguito alla morte di una giovane infermiera addetta all’assistenza dei bambini ammalati. Il referto dell’autopsia parla di “broncopolmonite bilaterale conseguenza dell’asiatica”. All’ospedale militare del Celio muore una giovane recluta, altri decedono allo Spallanzani. Da più parti vengono richiesti provvedimenti di emergenza, mentre l’Ufficio di igiene della capitale si limita a suggerire di non frequentare i locali pubblici ed a non servirsi dei mezzi di trasporto. Manca ovunque il vaccino, che viene riservato ai medici ed al personale sanitario. Si vocifera di un preparato sottoposto all’approvazione dell’Istituto Superiore di Sanità da parte di un noto istituto sierologico, costituito da un vaccino antinfluenzale associato ad antibiotici e sulfamidici da somministrarsi per via nasale nelle fasi iniziali di tutte le influenze, ma intanto si registra a Milano il decesso di una bambina di 13 anni, ospite dell’Istituto Giulio Salvadori per le figlie dei carcerati, all’interno del quale si registrano altri quaranta casi di “asiatica”. Il virus dilaga tra i militari del V CAR di Albenga in provincia di Savona, con oltre 500 ammalati, altri 30 casi si registrano nelle comunità religiose dell’Istituto Santa Maria di Laigueglia e nel noviziato del Sacro Suore di Albissola Superiore.

Inizia a diffondersi la paura, costringendo per la prima volta la Prefettura ad intervenire con un proprio comunicato che, tra le righe dei toni volutamente tranquillizzanti, lascia intuire la preoccupazione. Al 25 settembre i contagiati dal virus sono nel Cremonese 298, di cui 22 nel capoluogo e gli altri suddivisi in 24 comuni. “Poichè il decorso clinico della malattia è di norma molto breve – afferma la Prefettura – si presume che il numero dei casi di malattia in atto al momento debba essere di molto inferiore alla cifra globale segnalata. D’altra parte il decorso clinico è tuttora benigno non sono stati finora registrati eccessi ascrivibili ad influenza. I controlli effettuati nella Provincia ed il risultato delle estese indagini condotte dall’Ufficio d’Igiene di Cremona consentono di confermare che la tendenza alla diffusione della malattia è piuttosto scarsa e che mancano esplosioni a carattere collettivo nelle comunità. Dal 13 corr. è in distribuzione il vaccino antinfluenzale in rapporto alle richieste ed alle assegnazioni pervenute dalla amministrazione sanitaria centrale. Al momento, pertanto, la situazione può essere considerata con tranquillità e senza eccessiva preoccupazione”.

Ma l’asiatica non è una semplice influenza, e verso metà ottobre la situazione si complica, anche se le autorità si affrettano a sostenere che “il decorso è sempre benigno”. Se da un lato si continua a sostenere che a Milano, con 886 casi, la situazione sanitaria “è assolutamente tranquillizzante”e l’epidemia è “straordinariamente lieve”, a Ragusa i casi sono 1500 con le prime vittime, a Trapani è ammalata mezza città, duemila i casi a Catania, tremila a Monopoli. A Trento, Pavia, Cuneo e Torino le scuole restano chiuse. I militari ammalati, secondo i dati del Ministero della Difesa sono 60 mila dall’inizio dell’epidemia, di cui 53 mila guariti ed altri 7 mila ancora degenti..

Finalmente anche a Cremona qualcosa si muove, con notevole ritardo. Dopo aver negato qualsiasi epidemia, il Provveditorato, la sera del 30 settembre decide che le scuole non apriranno il giorno dopo, rinviando tutto al 10 ottobre, “malgrado l’attuale andamento benigno dell’epidemia influenzale e il decorso clinico della malattia in generale benigno”, che però “potrebbe determinare una sensibile e difficilmente controllabile diffusione della malattia”. A Crema l’Ospedale maggiore sospende dal 12 ottobre le visite dei parenti ai ricoverati per l’asiatica, a causa del diffondersi del virus.

A Bergamo i casi di “asiatica” sono ormai più di 1500, nelle scuole che hanno ripreso le lezioni metà degli alunni sono assenti e si registrano le prime tre vittime, decedute per complicazioni alle vie respiratorie. Altri due morti si registrano a Genova, a Trieste dove, stando alle autorità “l’epidemia non presenta caratteri di particolare gravità” vengono denunciati 4041 casi di cui 2442 tra la popolazione civile e 870 nei campi di raccolta dei profughi istriani, mentre viene definita “eccezionale”la diffusione del virus nella vicina Grado. A Piacenza si decide di tenere le scuole chiuse.

Notizie drammatiche arrivano dalla Sicilia, dove i contagiati sono ufficialmente circa 50.000, di cui 27.652 nella sola provincia di Palermo, ma in realtà sarebbero intorno ai 200 mila. L’epidemia non sembra abbandonare il Nord Italia, al punto che si vocifera della possibilità di distribuire seimila dosi di vaccino generico al costo di 720 lire la dose. In realtà un vaccino contro l’asiatica non esiste ancora: è stato solo presentato all’approvazione delle autorità sanitarie un prototipo messo a punto da un istituto sieroterapico nazionale i cui tempi di sperimentazione, però, richiederanno ancora del tempo quando invece sembra che i focolai si stiano moltiplicando sempre di più nel Settentrione. Sembra però che l’Alto Commissariato per la Sanità sia intenzionato ad accettare la proposta di una società olandese per l’invio in Italia di centomila dose di un vaccino specifico entro un mese e di altre duecentomila entro sessanta giorni. Nel frattempo il bollettino di guerra dell’asiatica si aggrava: le vittime dell’influenza salgono a due a Treviglio, con il decesso un giovane studente che costringe a posticipare nuovamente la riapertura delle scuole già decisa. Anche Merano, che fino a questo momento sembra non sia stata toccata dall’epidemia, registra improvvisamente una recrudescenza del morbo, che colpisce il 60 per cento degli studenti. Sette decessi si registrano a Torino, dove ogni giorno vi sono circa 5000 chiamate agli ambulatori ed ai medici privati, ed ormai sono oltre ventiduemila gli ammalati a Catania. Quando ormai la situazione sembra sfuggire di mano, ecco che l’aumento dei contagi si stabilizza, fino ad affievolirsi con i primi mesi del 1958.

Nonostante le autorità abbiano sempre trattato la pandemia senza allarmismi e, a volte, persino con leggerezza, atteggiamento giustificato dal fatto che, a differenza del nuovo coronavirus, l’influenza asiatica era effettivamente “solo” un’influenza, l’asiatica non fu per nulla “benigna”. Secondo stime successive, l’asiatica contagiò tra il 10 per cento e un terzo dell’intera popolazione mondiale. In Italia contrasse la malattia un italiano su due, 26 milioni di persone, tra cui l’85 per cento della popolazione tra i 6 e i 14 anni. Con una mortalità stimata inferiore allo 0,2 per cento (cioè 0,2 morti ogni cento persone contagiate), l’influenza asiatica era comunque ben più pericolosa di una normale influenza stagionale, che ha una mortalità in genere dello 0,01 per cento e solitamente viene contratta dal 10-15 per cento della popolazione. In Italia, le morti causate dall’asiatica furono stimate in circa 30 mila.

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Set 26 2021

baci e abbracci 26 09 2021

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BACI E ABBRACCI Titolo della Provincia fin che c’è:

-Cremona Musica, un successo che abbraccia il mondo-

Francoforte 26 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Set 26 2021

finalmente qualcosa si muove 26 09 2021

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FINALMENTE QUALCOSA SI MUOVE

Sul Dubbio il vicepresidente si decide a parlare…

—«Meglio sarebbe istituire un’Alta corte a cui affidare i procedimenti disciplinari di tutte le magistrature e di impugnazione dei provvedimenti consiliari. Ovvio che sarebbe necessaria una modifica della Costituzione, ma da qui a fine legislatura i tempi ci sarebbero, basterebbe che la politica, anziché inseguire risultati di bandiera, con più coraggio si concentrasse sui nodi problematici affrontandoli e risolvendoli». Lo ha evidenziato il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini, al congresso di Area democratica per la giustizia, di fatto accogliendo l’idea lanciata da diversi giuristi e dall’ex presidente della Commissione Giustizia alla Camera Gaetano Pecorella.

Francoforte 26 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Set 26 2021

le pagelle 26 09 2021

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LE PAGELLE

Per fortuna Antonio Grassi non è Attila, quello che riusciva a bruciare l’erba verde dei prati, altrimenti il massimo dei voti sarebbe un tre. Di simpatia per i più simpatici; su www.cremonasera.it

Francoforte 26 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Provincia, futuro a tinte fosche. Le pagelle dei partiti

È autunno. Sono finite le ferie, le olimpiadi, i campionati europei di calcio e di volley. Nonostante la maledizione del Covid-19 e le polemiche sul green pass, la scuola è iniziata e il lavoro nelle aziende è ripreso a pieno ritmo.

Anche i partiti, i politici e i pubblici amministratori del nostro territorio sono tornati in pista. Non calzano le Adidas dei record, quelle di Impossible is nothing, ma scarpe di pezza dello speriamo che dio ce la mandi buona.

Per molti di questi atleti, volonterosi e un po’ sgarrupati, l’estate è stata momento di passione. Di stallo e arretramento. Di involuzione. È stata una palingenesi al contrario. Inferno.

Alcuni di loro hanno inanellato figure barbine e collezionato critiche feroci. Spocchiosi e arroganti, hanno spesso risposto con il silenzio. Siamo in mano a Caifa direbbero gli anziani che giocano a scopa al bar dell’Mcl e scuotono la testa sconsolati. Il significato non è immediato. Però, è garantito, non è un complimento.

Con la fusione Lgh-A2A da padroni siamo diventati servi, ma i trombettieri dell’establishment politico-amministrativo insistono nella narrazione di un’eccellente operazione per il territorio.

Se cedere la propria società al primo acquirente che si presenta senza interpellare altri soggetti è un affare, allora nulla da eccepire. Se vendere una holding perché un’azienda del gruppo è oberata da milioni di debiti, allora lo si ammetta. Se sottovalutare la bocciatura dell’Anac è buona amministrazione, allora è okay. Se ignorare una sentenza del Tar che respinge il ricorso contro il pronunciamento dell’Anac è una prassi normale, allora non c’è speranza di cambiamento.

Con la proposta di convenzione della provincia per costituire l’Associazione temporanea di scopo (Ats) finalizzata ad implementare il Masterplan 3c si è rasentato il ridicolo. L’accordo, che prevede quote di partecipazione pro capite più elevate per i piccoli comuni e impone una clausola di segretezza ai sindaci, non è ancora partito. Va avanti tu, che mi vien da ridere, ma pochi si sono offerti volontari.

Il progetto dell’autostrada Cremona-Mantova sale e scende dalle montagne russe, yo-yo che conferma la volubilità della politica, secunt cunfurma in dialetto cremasco.

La prospettiva di costruire un nuovo ospedale di Cremona, la mancia per quello di Crema e l’incertezza sul futuro assetto territoriale della sanità provinciale sono esempi di scollamento totale, ma è evangelico: non sappia la mano sinistra quello che fa la destra. Non salva né l’anima dei proponenti la spartizione dei pani e dei pesci, né l’unità del territorio.

L’elezione del Consiglio di amministrazione di Padania Acque si è concluso con uno spettacolo di cabaret degno di Hellzapoppin.

L’Area omogena cremasca non sfigurerebbe a Chi l’ha visto?

Il Pd tiene il banco. Comanda a Cremona e Crema. E’ determinante in provincia in perfetta sintonia con quanto sostenuto da Enrico Cuccia: le azioni non si contano, ma si pesano. Quelle piddine sono oversize. Impongono il bello e il cattivo tempo di un territorio che l’ex partito dei lavoratori conosce molto meno di un tempo. Rinchiuso nella sua fortezza, controlla il deserto dei Tartari che si estende da Casalmaggiore a Rivolta d’Adda. Si interessa di nomine e incarichi. Attende che qualcosa accada. Potrebbe essere Ronaldo, ma spreca le sue potenzialità. Ha dimenticato il bene comune. Cosa ha fatto in tutti questi anni? È andato a letto presto. Come Robert De Niro in C’era una volta in America.

Sostenitore convintissimo dell’operazione Lgh-A2A, una figura da schifo nel valzer di Padania Acque, un quattro in pagella è più che equo. Pd bocciato. Un cambio di allenatore potrebbe giovargli. Può recuperare con la sessione autunnale. Ma è indispensabile un bagno di umiltà.

In grande spolvero i Cinque stelle. Hanno cavalcato la vicenda partecipate e affrontato gli ostacoli con l’abilità dei fratelli D’Inzeo e di Graziano Mancinelli. Si sono rivolti all’Anac e hanno piantato un bordello che metà basta. Il consigliere regionale Marco Degli Angeli è un gigante. Potrebbe fare un figurone in qualsiasi partito e insegnare ai soloni della politica locale, quelli con la puzza sotto il naso, cosa significa impegnarsi per il territorio. È sul pezzo e non sta sulle palle dei colleghi, apertura di credito non indifferente. Preparato, tranquillo ed educato, è stato uno dei principali membri della sporca dozzina che ha contestato la fusione di Lgh con A2A. Per questa missione un nove ai Cinque stelle ci sta tutto, con l’augurio che venga mantenuto.

Forza Italia ha tenuto il punto su Padania Acque e costretto alle corde il Pd. Sulle partecipate si è barcamenata con un colpo di coda nelle ultime settimane. Da segnalare l’impegno del segretario provinciale Gabriele Gallina schierato con i dissidenti di Scrp (azionista di Lgh) e loro portavoce. Sulla società di scopo per Masterplan 3c, Forza Italia ha stigmatizzato il comportamento della provincia. Un sei abbondante di incoraggiamento. Ai Gallina boys manca l’instinct killer per affondare il colpo, ma possono puntare al sette.

I Fratelli d’Italia, sempre molto formali, non hanno risparmiato la sostanza sia a Cremona che a Crema, ma senza bucare nella comunicazione. Più grinta gioverebbe alla loro immagine. Bruce Willis potrebbe aiutarli. In alternativa, Clint Eastwood. Ai mocassini dovrebbero preferire le Adidas. Meglio ancora le Nike di Just do it. Fallo e basta. Fuori gli attributi. Voto: sette

Lega latitante. Ondivaga. Confusa. Su Lgh-A2A, Fabio Grassani, consigliere di amministrazione Aem ci mette una pezza in zona Cesarini. L’astensione sul nulla osta definitivo alla cessione di Lgh ad A2A e l’invito alla cautela non aprono le porte del Paradiso e sono insufficienti per dare una fisionomia a un partito senza identità. Più ruspante a Crema, ineffabile a Cremona, la Lega è un giano Bifronte che in politica non funziona. Un sette in riva al Serio e un quattro sulla sponda del Po. Un cinque e mezzo provinciale. Con un po’ di impegno e qualche ora di studio può raggiungere la sufficienza. Sessant’anni fa la televisione trasmetteva Non è mai troppo tardi per imparare a leggere e scrivere. Oggi esistono corsi online per apprendere i fondamentali della politica.

Rifondazione Comunista non pervenuta. Tre sarebbe un regalo.

La comunità socialista completa il quadro. Ma ai reperti di museo non si dà un voto. Si apprezzano per il valore storico e di testimonianza. Gli ultimi samurai meritano un applauso. Per la volontà di esistere e resistere.

È tutto. Mentre scorrono i titoli di coda, Povera patria di Franco Battiato ci sta a pennello. Povera provincia.

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Set 26 2021

conte e salvini 26 09 2021

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Mai arrendersi per la salute, si vive solo tre o quattro volte, meno dei gatti che arrivano a sette, così risponde Pirondini, imperterrito, su Blitz Quotidiano di Marco Benedetto! Flaminio Cozzaglio.

Conte e Salvini, due leader in crisi, cresce anche che il fuoco amico, è bufera: le urne di ottobre chiariranno?

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 26 Settembre 2021 11:40

Conte e Salvini in crisi. Buferone, Fulmini da tutte le parti, anche fuoco amico. A pochi giorni dalle urne affiorano inquietanti scenari. Giuseppi accusa il vento maligno delle lotte fratricide interne al suo Cinquestelle. Il Capitano perde pezzi (Francesca Donato, europarlamentare). E abbozza uno slalom tra No vax e governisti, ma non è Tomba.

Sono giorni difficili, amari. Gli amici voltano le spalle, le critiche piovono anche dai fedelissimi. Non è ancora un diluvio, ma siamo lì.

Conte è dal 6 agosto che cerca la svolta del M5S , ma il Caronte pugliese – investito da Beppemao davanti ad una spigola – finora non ha traghettato niente di buono. Come il mitologico traghettatore delle anime dei morti al di là del fiume Ade, ha fatto delle fatali  differenze.  Ha imbarcato i “signorsì“  e lasciato sulla riva gli altri. Persino il suo cantore Travaglio lo ha scaricato (“è diventato una figura sbiadita“).

Sono lontani i giorni in cui accusava il mondo di “Conticidio”. Lontani e sepolti.  E Conte lo sa.  Quasi si sente fuori posto: non infiamma le follle. A parte le piazze del Meridione, ma era scontato. Non si schioda da una prosa da Supercazzola, colleziona flop e infortuni linguistici e politici in un illusorio tour elettorale. “Piazze piene, urne vuote”,  diceva Pietro Nenni ( 1891-1980 ) – socialista, libertario, giacobino – uno che in materia la sapeva lunga. È bene ricordarlo. Le malelingue dicono che stia già preparando una via di fuga. Vedremo.

Salvini e Conte dramma e declino parallelo

Matteo Salvini, segretario federale della Lega dal dicembre 2017 (ha sostituito Maroni e l’anno dopo è sbarcato nel governo Conte al posto  di Minniti ), non ha più il vento in poppa. I governatori del Nord seguono la linea Giorgetti, altri sono critici (Bagnai, Borghi, Siri, Roberta Ferrero)  specie sulla carta verde e le vaccinazioni. A Montecitorio la Lega ha votato la fiducia al ddl sul Green pass con 80 deputati su 132. E 42 non erano giustificati. Tanto basta per immaginare malumori e disagi. Il Capitano sostiene che “ sono fantasie e che la realtà sono le bollette, le tasse, la lotta contro l’Imu “. Certo la Lega è una. Poi ci sono le sfumature in ebollizione. I risultati delle urne del 3-4 ottobre chiariranno. Forse.

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Set 26 2021

ricordarsi l’ombrello 26 09 2021

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RICORDARSI L’OMBRELLO

prima di uscir di casa; titolo del Corriere.

—METEO

Allerta maltempo a Milano, forti temporali e vento finoa 35 km: monitorati i fiumi

Francoforte 26 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Set 26 2021

far concorrenza 26 09 2021

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FAR CONCORRENZA

a se stessi è da pochi, ma Stefano Mauri su www.cremonasera.it ci riesce, la “vittima” sarebbe L’appetito vien mangiando!

Francoforte 26 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Gianluca Gennari, cuoco e cantastorie del territorio

Gianluca Gennari, oltre ad aver … ehm trasformato i “Tortelli Cremaschi” in una band, beh è (le seguenti) tante belle cose: cantautore, cantastorie, poeta, autore ispiratissimo, promotore e organizzatore di eventi, cuoco, oste, cronista, commerciante, storico, ma … innanzitutto è una bella persona innamorata del suo e nostro territorio d’appartenenza. Particolare non indifferente: nelle sue canzoni canta (anche) quello che siamo stati (o dovremmo essere), i valori perduti, i principi andati, quell’insieme di poche e vere cose semplici che contano sul serio. E col “Cantore” della Bassa Lodigiana, cremasco e montodinese di nascita, ma ormai lodigiano per vocazione e professione, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere…

Ah è tra le altre cose appena uscito il suo ultimo lavoro discografico “Che an pianura”, una raccolta di canzoni dialettali introspettive.

-Hai sempre parecchia carne al fuoco, parlaci de “La Prima Zona Rossa”tanto per iniziare…

Causa la pandemia sanitaria, beh la collettività, oltre alla perdita di migliaia di persone, ha subìto un enorme disastro economico con la devastazione di numerose attività produttive autoctone ed alloctone. Un settore fra i più colpiti è quello artistico culturale, mondo in pratica di migliaia di artisti impegnati, ognuno coi suoi progetti didattici e artistici, che si è prima fermato e poi rallentato. Un artista suona, recita, balla, fa concerti, spettacoli, macina chilometri di strada, morsica un boccone di panino senza nemmeno finirlo durante un soundcheck, rientra a casa a tarda notte dopo uno spettacolo e il giorno successivo riparte aggiungendo talvolta attività didattica. E … un artista serio è una partita Iva, versa i contributi per la pensione e paga le tasse a fine anno. Ergo per vivere deve lavorare.

Come persona, collega e in qualità di presidente di Radici, associazione di promozione e tutela delle risorse e del patrimonio del nostro territorio, mi sono sentito in dovere, anzi, “obbligato” di aiutare tutta questa gente.

Così è nata “la Prima Zona Rossdegli artisti della Bassa, travolta dal virus, sono assolute protagoniste. L’idea si è subito allargata ai territori limitrofi al Lodigiano e quanto raccoglieremo servirà ad aiutare e sostenere un pochino gli artisti alle prese con la forte crisi economica”.

-Pure la tua Osteria in quel di Cavacurta, frazione di Castelgerundo, beh è attenta alle radici, vero?

“Sì … la Vecchia Corte (infoline: 0377 439967) va proprio nella direzione della salvaguardia del vecchio mondo rurale, coi suoi valori, e sue tradizioni culinarie, un modo insomma per tramandare la cucina locale tramite l’attenzione verso la qualità delle materie prime. Oltre a produttori del Basso Lodigiano, io e mia moglie Carla Pezzi acquistiamo principalmente dalle provincie lombarde ed emiliane, senza escludere altre eccellenze italiche tuttavia.”

– Funziona uno spaccio all’interno della Trattoria – Pizzeria La Vecchia Corte vero?

“Esattamente … l’Antica Osteria Grande del Sole era il nome che ha caratterizzato la nostra osteria nei primi decenni del secolo scorso e fino a vent’anni fa, prima del nostro arrivo. Un nome, un’attività legata al lavoro, alla qualità, al gusto locale per le cose semplici, ma importanti.
E … in onore a questa filosofia fondamentale, la stessa che guida il nostro operato, abbiamo creato e lanciato nel 2018, una linea con prodotti realizzati nelle nostre cucine abbinati ad altri, appositamente realizzati per noi da altri produttori, che permettano di continuare quell’esperienza di sapori e gusto con materie prime e portate pensate guardando all’oggi, ma prendendo spunto dal passato”.

Chapeau a Gianluca Gennari, uomo della Bassa che col suo lavoro, con le sue canzoni, le poesie e le idee ricorda, celebra, alimenta e fissa la storia. E ripartire dai nostri territori, sviluppare eventi artistici – culturali e gastronomici per attrarre gente e opportunità, in fondo è un modo per ricominciare. E Gianluca da anni, in quel di Cavacurta applica tale filosofia.

a”, progetto, spettacolo poliedrico e apolitico dove storie, sensazioni e stati d’animo

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Set 26 2021

nuntio vobis gaudium magnum 26 09 2021

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NUNTIO VOBIS GAUDIUM MAGNUM

Non in foto, un passo per volta, il Punto di oggi della Provincia fin che c’è stupisce!

—Anche l’altra associazione del comparto primario, Coldiretti, ha da tempo un leader regionale cremonese, Paolo Voltini.

Francoforte 26 09 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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