Apr 27 2020
la legge del più forte-millecinquecentosettantotto 27 04 2020
LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millecinquecentosettantotto
Da www.errorigiudiziari.com; qui siamo all’incredibile, se i fatti si svolgessero in altro luogo: riconosciuto il supposto colpevole dalle telecamere, il difensore chiede il confronto di persona, rifiutato dal Gip che preferisce attendere il processo!
—Cinque mesi e 10 giorni in carcere da innocente soltanto perché qualcuno ha ritenuto di avere riconosciuto in lui l’autore di una rapina in un negozio. Ma era un errore, uno dei tanti causati da un riconoscimento fotografico errato. E così, O.F. si è ritrovato vittima di ingiusta detenzione. Con l’esistenza macchiata per sempre dalla terribile esperienza di finire dietro le sbarre senza colpa. Perché lui non era un rapinatore. All’epoca dei fatti O.F. ha 39 anni e un lavoro nella distribuzione delle carni a Roma. Ha piccoli precedenti per reati contro il patrimonio, ma il suo conto con la giustizia lo ha già pagato a suo tempo. Nel pieno di un pomeriggio di fine estate, il 25 agosto 2009, i carabinieri della compagnia Casilino si presentano sul suo luogo di lavoro per arrestarlo: lo accusano di essere l’autore di una rapina aggravata ai danni di un esercizio commerciale. Lui, incredulo, è costretto a seguirli nel carcere romano di Regina Coeli. Nonostante non sia affatto un rapinatore. Nei giorni successivi, O.F. viene a sapere che le accuse di essere un rapinatore si basano sul riconoscimento effettuato dalle vittime della rapina attraverso le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza del negozio. A incastrarlo, in particolare, alcuni fotogrammi estratti da quei video. Nella fase delle indagini il suo difensore, l’avvocato Riccardo Radi, chiede immediatamente un incidente probatorio per effettuare la ricognizione personale dell’indagato: mettere di fronte O.F. a chi lo accusa potrebbe chiarire subito se le vittime hanno visto giusto oppure stanno prendendo un abbaglio e il rapinatore non è O.F. Il giudice delle indagini preliminari, però, non ritiene necessario l’accertamento e dunque rigetta la richiesta dell’avvocato Radi. Bisognerà quindi attendere il processo di primo grado. E infatti, durante il dibattimento, il Tribunale dispone una perizia antropometrica tra il soggetto ripreso e il mio assistito. Il risultato non lascia spazio a equivoci, la stessa Polizia Scientifica esclude la corrispondenza tra il rapinatore e l’imputato. E così, il 30 ottobre 2012 la VII sezione del Tribunale di Roma assolve O.F. per non aver commesso il fatto. Divenuta definitiva la sentenza, l’avvocato Radi presenta istanza di riparazione per ingiusta detenzione nel luglio 2014. Il suo assistito ha trascorso 160 giorni in carcere da innocente e gli va riconosciuto un indennizzo. La Corte d’Appello di Roma accoglie la richiesta poco più di un anno dopo, nel settembre 2015, disponendo per O.F. la liquidazione di una somma pari a 37.773 euro. In seguito alla vicenda, O.F. ha perso il suo lavoro.
Francoforte 27 04 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com