Archive for Maggio, 2015

Mag 27 2015

dire e fare 27 05 2015

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DIRE E FARE
Enorme è in città lo sdegno per l’imposizione agli industriali di Cremona, che si sono piegati: ritirate la candidatura di Maurizio Ferraroni alla presidenza della Fiera, deve essere riconfermato il nostro amico Pivantonio, sennò il gruppo Arvedi esce dall’Associazione. Ma una piccola e significativa risposta c’è, per noi sdegnati: quando incontriamo per strada Arvedi Giovanni e Caldonazzo Mario, cambiamo vistosamente marciapiede; quando organizzano la loro cultura al Museo del Violino, evitiamo di farci vedere: la loro cultura di vita ci fa schifo!

Cremona 27 05 2015 www.flaminiocozzaglio.info

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Mag 26 2015

j’accuse-quattrocentonovantuno 26 05 2015

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J’ACCUSE – QUATTROCENTONOVANTUNO
E’ vero che anche oggi son sempre a duettare l’avvocato Marco Giusto e il consulente dottor Massimiliano Capra, entrambi Difesa, ma né i rappresentanti dell’Accusa, né della Parte civile si son permessi di contestare le loro conclusioni. Che non sono da poco, perché per condannare Maurizio Iori bisognava spiegare come fosse arrivato il Dna delle “vittime” su alcuni oggetti di morte: i giudici di entrambe le Corti, Cremona e Brescia, non hanno osato bocciare sul campo la tesi degli esperti, ma usando molto largamente la definizione di giudice peritus peritorum, nel chiuso della Camera di consiglio e senza spiegare in motivazione perché, hanno stabilito che il Dna si trasporta eccome e il “colpevole” è il medico del pronto soccorso, che coi guanti professionali ha toccato il corpo di due persone morte da almeno otto ore, e poi probabilmente gli oggetti. Trasportando il Dna!
Ma in Cassazione diranno nulla su questo modo di far sentenza?
Giusto – Certo, ho capito. Un’altra tematica che è stata affrontata è quella del cosiddetto – io chiamo impropriamente – trasporto mediato, mi spiego meglio, il trasporto che viene posto in essere da una persona che trasferisce “le tracce” di un altro soggetto; innanzitutto volevo sapere questo tipo di trasporto lascia sempre una traccia mista?
Capra M. – Allora, il trasporto mediato bisogna distinguere, cioè nel senso normalmente quello che uno si aspetta, si aspetta di trovare una traccia mista, se io con le mie mani sporche di materiale biologico del collega tocco un oggetto,
trasferisco il materiale biologico del collega su quell’oggetto ma dovrei lasciare anche un quantitativo di mio materiale che può essere maggiore o minore, a seconda del fatto, di quanto mi sono imbrattato le mani con il materiale biologico del collega e di come le mie mani si presentano naturalmente, se ho delle piccole ferite, se ho dei brufoli, se ho dei piccoli taglietti lascerò più materiale rispetto all’altro. Il trasporto mediato può essere fatto però anche tramite una penna, ad esempio se io prendo una
penna e la penna tipicamente non ha il Dna umano, almeno che non me la sia messa in bocca precedentemente, la metto nella cavità boccale del collega e poi tocco un oggetto è un trasporto anche questo mediato, in questo caso non trasferirò chiaramente il mio materiale biologico perché sulla penna non dovrebbe esserci il mio materiale biologico.
Giusto – Volevo anche capire questo trasporto mediato, come l’abbiamo definito impropriamente, è un evento eccezionale o è un evento normale per sua esperienza?
Capra M. – Guardi, bisogna vedere di che crimini si tratta, nei crimini in cui c’è stato un grosso coinvolgimento, un grossissimo coinvolgimento, cioè vittime che sono state accoltellate decine di volte e cose di questo tipo è abbastanza probabile, nel senso che la persona è venuta abbondantemente a contatto con queste.
Giusto – Ma non è il nostro caso.
Capra M. – In altri crimini è abbastanza, il trasporto mediato è abbastanza raro, perché non c’è stato un prolungato e ripetuto contatto con la persona offesa e quindi, non c’è ragione per cui uno si sporchi lui o sporchi dei determinati oggetti di questo materiale biologico.
Giusto – Quindi, possiamo dire che di norma un soggetto toccandone un altro di norma non trasferisce, non porta in giro il Dna di quest’ultimo?
Capra M. – Toccandolo semplicemente, no, sennò ripeto, sono casi; a Milano abbiamo un’ottica casistica in questo caso, per quanto riguarda i margini ungueali delle vittime di omicidio, si trovano nel trenta, quaranta per cento dei casi, e sono le unghie cioè la persona si difende, non è che… sennò se fosse così, sotto le mani di una persona dovremmo trovare tonnellate di materiale perché chiunque si relaziona con gli altri
ecco, per cui non…
Giusto – Certo. Questo perché in sostanza ognuno, ovviamente oltre a quello che eventualmente trasporta ha principalmente il suo di Dna immagino?
Capra M. – … se è una persona, se è settanta chili di Dna tuo conto, picco grammi di Dna di un’altra persona.
Avv. Difensore, Giusto – Certo. Sempre in relazione a questa materia. L’utilizzo dei guanti per la loro configurazione materiale, cioè per la sostanza della materia prima di cui sono fatti, sono degli oggetti che facilitano il trasferimento di Dna o
lo dovrebbero invece rendere estremamente difficile ed improbabile?
Capra M. – L’avevo già accennato questo qui inizialmente. I guanti di per sé, proprio perché sono un oggetto sanitario e diciamo, hanno una capacità di trattenere il
materiale, di raccogliere il materiale molto bassa non è una superficie che dev’essere assorbente, perché sennò alla fine avremmo una possibile fonte di infezione di trasferimento, tipicamente vengono fatte così anche le provette in laboratorio,
che noi ripeto, utilizziamo una volta e poi vengono buttate via, non hanno la capacità di legare e di trattenere il Dna e una capacità di ritenzione troppo elevata, hanno una capacità di ritenzione tra le più basse possibile vengono studiate a posta per non trattenere il materiale.

Cremona 26 05 2015 www.flaminiocozzaglio.info

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Mag 26 2015

cremona mantova 26 05 2015

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Cremona-Mantova, gli agricoltori: “Ora basta, liberate i nostri terreni
dal cappio dell’autostrada fantasma”
 
“Scongelate” quei terreni. Da dieci anni centinaia di ettari di campi sono bloccati dal vincolo di pubblica utilità per il progetto di una nuova autostrada fra Cremona e Mantova lungo un tracciato di 60 chilometri che andrebbe a colpire 230 aziende agricole fra le due province (170 nel Mantovano e il resto nel Cremonese). Il tutto in una regione come la Lombardia – dice Coldiretti – che in vent’anni ha visto diminuire del 25% il suolo agricolo sceso sotto il milione di ettari, mentre le aree urbanizzate sono aumentate del 235%. “Questa vicenda è l’ennesimo esempio di come in Italia le cose non funzionano come dovrebbero – spiegano Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona e Paolo Carra, Presidente di Coldiretti Mantova – i nostri agricoltori, senza poter fare nulla, si sono visti bloccare i terreni per dieci anni per ragioni di pubblica utilità, anzi, forse sarebbe meglio dire di pubblica inutilità. E adesso che i termini sono scaduti nessuno ha ancora restituito loro la piena agibilità dei campi. Se uno vuole ingrandire l’azienda non può per colpa di quell’autostrada fantasma. Adesso basta”. Per questo è stato presentato un ricorso al Tar e si è chiesto ai 25 comuni coinvolti (10 mantovani e 15 cremonesi) di decidere la “liberazione” dei terreni, senza attendere oltre.  “Anche perché in tempi di vacche magre come queste – spiegano i due Presidenti provinciali di Coldiretti – ci domandiamo dove si vanno a recuperare le risorse finanziarie necessarie per la costruzione dell’opera. E poi siamo sicuri che serva veramente? Altre opere presentate in pompa magna hanno poi dimostrato di non essere così utilizzate”. Intanto Regione Lombardia ha confermato di ritenere strategiche le infrastrutture stradali lombarde mentre ieri a Mantova il ministro Graziano Delrio ha dichiarato: “Discuteremo di ogni opera, che va decisa sulla base di dati oggettivi, della reale utilità per i territori, dei flussi di traffico, dei costi per la collettività”.
 
 
 

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Mag 26 2015

possiamo anche noi 26 05 2015

POSSIAMO ANCHE NOI
So nulla di Pablo Iglesias e Podemos, ma sono certo di un paio di cosette:
a) i politici hanno assecondato molto volentieri il nostro desiderio di vivere per decenni al di sopra delle nostre possibilità, ma era inevitabile che i creditori prima o poi bussassero alla porta, e tutti, politici e noi, avremmo dovuto capirlo sin dall’inizio; la manna è apparsa una sola volta nella Storia, e comunque il fatto non è certo, almeno secondo i canoni della scienza d’oggi
b) nella restituzione di questi anni, obbligatoria, chi ha di meno paga di più, in proporzione, di chi è ricco, che invece diventa sempre più ricco
Podemos; anche noi ch’eravamo un tempo classe media potremmo deciderci a togliere, tanto per fare un esempio, i 200mila di pensione annua ai giudici della Corte Costituzionale, che son tanto bravi a sentenziare delle pensioni degli altri.

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Mag 26 2015

l’assicuratore pizzetti 26 05 2015

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L’ASSICURATORE PIZZETTI
Il compagno senatore Pizzetti Luciano, quello di CastelPizzetti, via Volturno 38, Cremona, un tempo sede storica del Pci, aveva come di consueto risposto dall’alto in basso: i dipendenti delle amministrazioni provinciali non abbiano timore delle male lingue disinformate, il posto di lavoro è certo, nessun licenziamento.
I fatti gli stanno dando ragione, incerto è solo il pagamento degli stipendi.

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Mag 26 2015

fulmini e sputacchi 26 05 2015

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FULMINI E SPUTACCHI
So di tirarmi addosso l’ira e il disprezzo dei benpensanti, d’ogni parte, ma che il Parlamento abbia tra i suoi primi obblighi regolarizzare le convivenze strane, che alla fine son tre gatti, in mezzo a problemacci che riguardano tutti e che naturalmente verranno dopo, che la pubblica opinione dei signori del pensiero che pretendono di pensare per tutti noi innalzi come esempio l’Irlanda, paese di tre milioni tra i sette miliardi del mondo, disprezzato fino a ieri perché troppo cattolico, dà la misura del nostro tempo.

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Mag 26 2015

osservazioni di un associato-centosessantotto 26 05 2015

OSSERVAZIONI DI UN ASSOCIATO – CENTOSESSANTOTTO
Con tutta la forza del suo ingegno è scesa in campo donna Reverberi: non comprerà più il mangime per le sue vacche al Consorzio Agrario di Cremona, dove garrisce al vento la bandiera dei Coldiretti; come Pio VII ai generali di Napoleone: non possiamo non vogliamo non dobbiamo!
E le vacche capiranno che è solo per il loro bene!
Chi non ha vissuto da adulto gli anni 70 non può capire fino in fondo la straordinaria somiglianza di certi agricoltori impastati Libera d’oggi: l’Agricoltura siamo noi, con la ragione dei contestatori duri e puri di quei tempi: ma io son di sinistra!
I Coldiretti di Cremona, che non sono idealisti come donna Reverberi, ma normali agricoltori, e veri, senza la puzza sotto il naso e la evve moscia, anche ai tempi di don Ernesto celestino erano grossi clienti del Consorzio, che vendeva loro il 45% del fatturato. Che ne risulta a curare il bilancio invece che le grandi idee? In Libera faticano a trovare spiccioli per fatture di modesto importo, non parliamo quando si arriva alla fin del mese e bisogna pagare gli stipendi, in Coldiretti, con la bandiera della vittoria, organizzano feste a conquistare i clienti, che si rivolgano ai prodotti della nostra terra, non gli importati che costano meno ma dio sa che c’è dentro: venerdì 29 maggio, dalle ore 17 fino alla sazietà più completa, al Mercato Austroungarico di Crema, Agri-Aperitivo degli agricoltori di Campagna amica, cioè quelli che lavorano sano e buono per noi, con quanto di meglio possa dare la nostra terra!
Ve l’immaginate, cari lettori, ahinoi! cari agricoltori veri della Libera, damigel Filippini che manda Criniera Ardigò dal dottor Pivantonio per chiedere se ci sono gli spiccioli per una festa così in piazza Stradivari?
S’è impegnato sei anni, il dottor Pivantonio, per condurre la Libera di Mario Maestroni in questo stato, ma c’è riuscito, e ha la soddisfazione, a sette mesi dall’inculata del 16 ottobre 2014, d’aver visto all’opera successori degni di lui!
C’è da ammirare la cura che ha messo nel seguire i successi di vendita e di pubblicità della Provincia fin che c’è dal giorno in cui ha consegnato la direzione al fido Zanolli Pennadoro Vittoriano: dal 2008 non è quasi passato mese che non fosse peggiore del precedente; altro che la ritirata di Russia, c’è da restare nella grande Cronaca di Cremona!
Per cui, cari amici agricoltori veri, ce ne sono ancora tanti, della Libera, se il 12 giugno, all’assemblea ordinaria, non ve la sentite di infastidire il palco delle Autorità, damigello in testa, poi Criniera Ardigò, Sorrentino, don Ernesto eccetera, con fastidiose richieste di numeri, quelli che scrivo io, da mesi, quasi ogni giorno, manco fossi io il socio e non voi, chiedete conto dei successi, che in fondo è la stessa cosa, gli uni son lo specchio degli altri. E’ essenziale siate voi a domandare, non solo loro a ammaestrare, manco voi foste cagnolini di compagnia; recuperate l’orgoglio della vostra professione, della Libera dei tempi che furono.

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Mag 26 2015

dire e fare 26 05 2015

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DIRE E FARE
Enorme è in città lo sdegno per l’imposizione agli industriali di Cremona, che si sono piegati: ritirate la candidatura di Maurizio Ferraroni alla presidenza della Fiera, deve essere riconfermato il nostro amico Pivantonio, sennò il gruppo Arvedi esce dall’Associazione. Ma una piccola e significativa risposta c’è, per noi sdegnati: quando incontriamo per strada Arvedi Giovanni e Caldonazzo Mario, cambiamo vistosamente marciapiede; quando organizzano la loro cultura al Museo del Violino, evitiamo di farci vedere: la loro cultura di vita ci fa schifo!

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Mag 25 2015

j’accuse-quattrocentonovanta 25 05 2015

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J’ACCUSE – QUATTROCENTONOVANTA
Uno dei tanti grandi temi; siccome i consulenti, continuo a ripetere: tra i primi d’Italia, non han trovato in casa di Claudia le tracce che le Corti di Cremona e Brescia volevano, Maurizio Iori le ha cancellate, e questa è una delle innumerevoli prove della sua colpa. L’avvocato Marco Giusto, difensore, chiede il parere del dottor Massimiliano Capra, consulente della Difesa.
Giusto – Ho capito. Volevo parlare di un altro tema che è stato oggetto delle precedenti domande, che è quello della cancellazione. Lei ci ha già detto che la cancellazione è un evento estremamente difficile anche per un tecnico, anche per un
operatore del settore come lei, mi conferma?
Capra M. – Assolutamente, sì. Nei laboratori di genetica forense, nei laboratori di analisi del Dna è prassi comune utilizzare apparecchiature, strumentazioni preferibilmente se non via esclusiva disposte, però cioè usa e getta, e riutilizzare un oggetto, anche se lo sterilizzi, anche se lo disinfetti non ti dà la garanzia di non portarti dietro delle altre tracce, per cui normalmente si tende ad usare delle pipette
usa e getta, le provettine dove si mettono dentro i campioni, che siano campioni di Dna, campioni di tracce eccetera, non vengono mai riutilizzate le buste di sicurezza, non vengono mai riutilizzate perché per quanto tu possa pulirle, possa sterilizzarle, possa metterle sotto i raggi UV non hai la certezza di non portarti dietro dei residui, per cui è una cosa…
Giusto – Ho capito. Io volevo fare però un passo in più, cioè questa cancellazione – paradossalmente perché sembra un controsenso logico – lascia delle tracce, cioè si capisce che uno ha cancellato?
Capra M. – Allora, il capire se uno ha cancellato chiaramente è correlato con la persona che osserva questo determinato reperto, ci sono persone che magari hanno una maggiore sensibilità ed i colleghi magari che hanno una minore sensibilità, bisogna vedere che cosa si utilizza se io raspo via completamente una superficie me ne accorgo, cioè normalmente quando mi capita di dover fare dei sopralluoghi all’interno si capisce se sul luogo di rinvenimento di un corpo la zona è stata
pulita, non è stata pulita, non solo dallo spargimento ematico che ci può essere in giro, ma da come sono posizionati determinati oggetti, se vedi lì intorno, se vedo in una zona, in un pavimento una zona assolutamente più pulita rispetto all’altro, mi balza subito all’occhio e dico: “qui c’è qualche cosa di strano”. Se vedo le fughe delle piastrelle particolarmente pulite capisco che forse è intervenuto qualche cosa. Se vedo una bottiglia, una cosa trasparente che ha delle tracce che sono – il termine non è corretto forse però per rendere l’idea – spantegate, cioè strisciate cose di questo tipo, mi vengono dei sospetti. Nel caso di specie su tutti questi reperti a me non è mai giunto questo sospetto che fosse, si trattasse di oggetti ripuliti né, nei colloqui appunto con il Consulente della pubblica accusa è mai stato prospettato o non è mai stato affrontato questa simile eventualità, nel senso che erano reperti classici, classici
reperti che ci troviamo di fronte nella stragrande maggioranza dei casi. A nessuno è venuto questo sospetto che ci potesse essere un’azione di pulizione, in tal caso avremmo fatto magari delle indagini un pochettino più specifiche, magari non di tipo proprio genetico forense però in altro tipo, esempio chimico o cose di questo tipo.
Giusto – Quindi, se ho capito bene, la cancellazione lascia la traccia della cancellazione stessa in sostanza?
Capra M. – È difficile che una cosa di questo tipo sfugga ad un occhio esperto.———
Su questo argomento si dovrebbe concludere: fine della trasmissione. Massimiliano Capra, in mezzo ai colleghi dell’Accusa e della Parte civile che si guardano bene dallo smentirlo, spiega alla Corte di Cremona: a) solo un esperto è in grado di cancellare bene b) restano le tracce della cancellazione.
Quindi Maurizio Iori ha cancellato nulla. Quindi, siccome le Corti di Cremona e Brescia hanno sostenuto invece che sì, in qualche riga delle complessive duecento pagine di motivazione avrebbero dovuto scrivere dove e perché i consulenti sbagliano. Un miliardo di euro a chi le trova, le qualche righe. Quindi, cari lettori, sarete sempre più convinti, come me, non c’è Difesa che tenga contro l’onnipotenza della Corte!

Cremona 25 05 2015 www.flaminiocozzaglio.info

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Mag 25 2015

dopo le urne 25 05 2015

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DOPO LE URNE, NUOVE TASSE? NON PROVATECI!
Tira aria di nuove tasse in arrivo. Solo gufate di campagna elettorale? Renzi frena, gli avversari no. Da Roma sale un bisbiglio: le casse piangono, occorre un rabbocco. Una ritoccatina alla benzina potrebbe aiutare. Ma guai a parlarne adesso. Domenica si vota in sette regioni, è un test importante per il governo. All’Election Day ci sono pure 1.065 comuni tra cui 18 capoluoghi. E la gente è confusa. E pure il “momento” non è dei più facili: ci hanno asfaltato pure a Cannes, non ci hanno dato peso perché non abbiamo più peso. Punto. E dai vicini di casa arrivano altri segnali forti: la Grecia ha spaventato l’Unione Europea annunciando che non ripianerà il suo debito con il Fondo monetario internazionale, in Spagna il movimento anti-austerità (“Podemos”) ha vinto a Barcellona e pareggiato a Madrid; il premier Rajoy ha perso una manciata di punti. E in Gran Bretagna ci si sta preparando al referendum (2017) per uscire dall’Europa. Pittibimbo è avvisato.
Ed infatti il premier non pensa più al trionfo facile nelle urne del 31 maggio, non sogna più il famoso 7-0 come sosteneva fino a pochi giorni fa. Ora si accontenta di un 4-3. Teme di perdere Veneto, Liguria e Campania. E tira pure aria di assenteismo.
Gli ultimi tre governi – non eletti! – ci sono costati una fortuna: due punti in più di pressione fiscale (siamo ormai i più tartassati del mondo), più di 4 punti di aumento della disoccupazione con il raddoppio della disoccupazione giovanile. Il nostro patrimonio immobiliare ha perso il 30% del suo valore. Migliaia di aziende italiane sono finite in mano straniere, il ceto medio è più povero. Quattro anni di scelte sbagliate hanno reso il Paese più fragile. Sul piano internazionale, come sostiene Francesco Alberoni, “siamo un vaso di coccio fra vasi di ferro anche rispetto a Paesi europei come Inghilterra e Francia che fanno apertamente i loro interessi”. Il malcontento nel Paese sta montando più di quanto Renzi avesse previsto.
Queste elezioni sono dunque un bivio importante. Si parte da un 5-2 con un poker di Regioni intoccabili – le roccaforti rosse: Liguria, Toscana, Marche, Umbria – ed una, la Puglia, nella quale il centro destra si è presentato diviso e ferito. Resta da vedere cosa succederà in Campania dove il Pd si è affidato ad un candidato scomodo e in Veneto dove il segretario-premier ha scatenato il “soccorso rosa” delle ministre per aiutare la “bela Rosin”,al secolo Alessandra Moretti, la candidata “ladylike”, regina delle gaffes; un tipetto che per mortificare la Rosymundi ha sostenuto che “in Politica le donne devono essere belle, brave, intelligenti ed eleganti”.
Ora passata la bufera delle urne, restano i conti da saldare. E torna a galla, appunto, il rincaro (facile) della benzina. Speriamo di sbagliarci. Anche perché ormai siamo a livelli mostruosi: il 60% del costo di un pieno va allo Stato. Molte delle “accise” sono state introdotte come “temporanee” per far fronte ad eventi straordinari e non sono state più rimosse. Resiste ancora l’accise per la guerra di Abissinia. Correva il 1935, il Duce iniziava la prima guerra fascista. Le sciantose entravano in scena avvolte nel Tricolore e cantavano “Tripoli bel suol d’amore/ ti giunga dolce questa mia canzon”. Preistoria. Poi ci hanno rifilato l’accise per la crisi di Suez (1956), per il disastro del Vajont (1963), del Belice (1968), del Friuli ( 1976), dell’Irpinia ( 1980). Fino all’Emilia (2012) e all’Expo (2014). Paghiamo accise da 80 anni. E’ un record mondiale. Con tutti i bocconiani che si attovagliano al governo (e dintorni) era lecito aspettarsi qualcosa di meglio. Nossignori. Ora questi giganti del pensiero economico vorrebbero di nuovo prendersela con il carburante. Sono pure senza fantasia. Un solo consiglio: non provateci!
ENRICO PIRONDINI

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