ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA – SETTANTOTTO
Che il relatore Massa Pio abbia letteralmente perso la testa quando dopo la condanna all’ergastolo di Maurizio Iori s’è dovuto mettere alla tastiera per spiegarla, è fuori dubbio, tanti e tali sono i segni disseminati nel corso delle 97 pagine, da fumetto per bambini uno degli ultimi, che due sacchi in plastica, senza essere ancora usati, mandino una puzza tale simile al gas o al petrolio, che dalla sala del piano di sotto, attraverso un gioco di correnti delle condutture, abbiano infastidito in bagno il vicino del piano di sopra!
Quando, come purtroppo succede da anni, si scontrano politici e giudici e ciascuna parte rivendica la proprie ragioni, i giudici l’assoluta imparzialità e la grande professionalità sul lavoro, bene, ci sarebbe da scendere dai piani alti dell’Ideale e sbattere sul tavolo delle discussioni i due sacchi, e chiedere ai Sabelli del tempo, e ai Palamara che da Roma calano a Casalmaggiore per spiegare al Rotary quanto soffra il giudice che si accorge d’aver sbagliato, cosa ne pensano. Apertis verbis, anche se si tratta di colleghi.
Giusto e Gualazzini, i difensori, pur non avendone l’obbligo, cercano di spiegare cosa in alternativa può essere successo, ed ecco la risposta, che dimostra ancora una volta quanto la Corte più che Giudice sia stata Accusa, pagina 77: “In limine litis la difesa dell’imputato ha ipotizzato per la prima volta che Claudia Ornesi non volesse proprio uccidersi (ed uccidere la figlia) ma abbia inscenato un suicidio meramente dimostrativo per poi svergognare Iori e metterlo in imbarazzo con i suoi familiari in considerazione del clamore mediatico che avrebbe avuto la vicenda. Si tratta di un’ipotesi veramente strana, che non sposta affatto i termini della questione, rimanendo perfettamente valide tutte le disamine e le argomentazioni probatorie in precedenza esposte. Evidentemente la stessa difesa non è più convinta che l’apparente apparato suicidario fosse veramente idoneo a cagionare con sicurezza la morte (si rinvia alle conclusioni sugli accertamenti tossicologici e sulla concentrazione del gas), onde per cui l’ipotesi sceneggiata o finto suicidio, finita peraltro, non si sa come, con la morte.”
Bello il “non si sa come”: ma la motivazione non l’ha abbondantemente spiegato?
E procediamo verso la fine, da pagina 78 inizia il capitolo 5: le menzogne della seconda versione di Iori.
“Il racconto con cui l’imputato cerca di dimostrare la propria estraneità va però ritenuto completamente falso nei suoi capisaldi essenziali che riguardano:
L’introduzione in casa di bombole e fornelli e lo scopo cui servivano
L’ira di Claudia per aver appreso che Iori si era sposato con la Arcaini
La cacciata da casa e la condotta susseguente”
E’ interessante notare anche qui il rapporto cui accennavo sopra, la Corte doppione dell’Accusa, che spesso viene riassunto dalla grande informazione con l’inciso: il Giudice ha accolto la tesi del PM eccetera. Perché un conto è accettare la tesi di chi si mostra più abile a provarla, tutt’altro prenderla per oro colato, sulla parola; non ascoltare nemmeno chi la pensa diverso; con forte impegno morale e intellettuale leggere il codice di procedura saltando a piè pari il 533. Ecco l’atto di fede, che al Concilio di Trento avrebbe suscitato un tifo da Carnevale a Rio, pagina 78: “La presenza dell’imputato nella casa di via Dogali la sera del 20 luglio e l’avervi introdotto le bombole e i fornelli rappresentano probabilmente, rispetto ai pur tanti ed importanti indizi (per la condanna non si parlava di prove? n.d.r.) a carico esaminati, gli elementi più incisivi e rilevanti per affermare la sua responsabilità per i reati ascrittigli. Deve infatti subito affermarsi che, come ora si vedrà, solo la finalità delittuosa ha spinto Iori a portare in casa le 4 bombole ed i 4 fornelletti da campeggio.”
Mi spiace dar l’impressione di infierire sulla fatica di Massa Pio, di cui non sei mai certo sia peggio la scrittura o il significato, ma qui trovi finalmente la sintesi: la presenza e aver portato le bombole sono “gli elementi più incisivi e rilevanti per affermare la sua responsabilità per i reati ascrittigli”, quindi se questo è il massimo, figurati, lettore, le altre prove; ma mettiti a pensare, tu fossi amico e avessi regalato un servizio di coltelleria, se Claudia avesse sgozzato e si fosse sgozzata col tuo regalo, la bella concorrenza con Maurizio Iori!
Cremona 24 09 2013 www.flaminiocozzaglio.info