Archive for the 'Giudici' Category

Lug 27 2019

la legge del più forte-milletrecentoquindici 27 07 2019

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOQUINDICI Dal Dubbio un Mattarella che fa pensare sia mai entrato in un Tribunale, quando fanno i processi:

—Le preoccupazione per un discredito che possa compromettere addirittura il rispetto dell’autorità giudiziaria non è per nulla dissimulato, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel discorso tenuto ieri mattina alla cerimonia di consegna del Ventaglio. «Va riaffermato con decisione che l’indipendenza della magistratura rappresenta un principio basilare della nostra Costituzione e che questo comporta l’esigenza di rispetto delle sue decisioni», ha sentito la necessità di ricordare il Capo dello Stato. Lo ha fatto però dopo aver riconosciuto che il prestigio e l’autorevolezza «sono stati lesi da quanto emerso, di recente, sul Csm». Eppure «la pienezza e l’integrità di quella autorevolezza e di quel prestigio sono essenziali per la Repubblica, perché accompagnano l’indipendenza e la totale autonomia della magistratura», ha ricordato Mattarella. Che ha aggiunto: «Questi sono valori garantiti dalla Costituzione, ma il loro presidio risiede nella coscienza dei cittadini», e in ogni caso la magistratura ha sempre manifestato, e manifesta, «di essere in grado di assicurare rigore, linearità e imparzialità delle decisioni»— Dal mio libretto sul caso Iori che non troverà mai editori: —Fine delle divagazioni; per tornare al povero Iori, se devo riassumere, in tutti i casi più noti oltre al colpevole o innocente il povero morto ammazzato c’è, sempre, e a fianco qualche prova in un senso o nell’altro: qui invece siamo davanti a un suicidio chiaro come il sole! E la conferma la danno i giudici, basta leggere le motivazioni: non c’è una prova degna di questo nome a confermare un omicidio, da chiunque commesso, nonostante il parere contrario di tre gradi di giudizio; ricordo le parole del codice, il 192/2 cpp: “l’esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi a meno che questi siano gravi, precisi e concordanti”; e le confronto con le parole delle tre motivazioni, magnificamente riassunte dalla sfera di cristallo, che è grave, precisa e concordante con tutto il resto del motivato! Non ci sono prove degne di questo nome: molte divagazioni, certamente sì, a confermare l’imbarazzo dei giudici per la mancanza di prove; mi limito a ricordare le otto pagine della Corte d’Appello con la pretesa di dimostrare l’impossibilità per Claudia Ornesi di procurarsi lo Xanax, uno degli ansiolitici più diffusi. E il lettore sarà sbalordito con me: fosse davvero un omicidio, la morte di Claudia e Livia, non esiste un movente che possa spingere a tanto; la prova è che continuano a mutarlo, i primi inquirenti come i giudici: all’inizio Iori non voleva si sapesse della relazione e della figlia; poi, constatato lo sapevano tutti, tranne sua madre con cui i rapporti non erano celestiali (le aveva perfino nascosto d’essersi sposato la seconda volta), e che il cognome Iori era sul campanello di casa e sulla cassetta delle lettere di Claudia Ornesi, i giudici sono arrivati a una delle tante levate d’ingegno del procedimento: Iori ha ucciso nel timore potessero obbligarlo a trattare la figlia naturale Livia come gli altri figli legittimi, cioè farli giocare assieme, presentarla a parenti e amici eccetera; i giudici han però dimenticato di indicare quale legge lo obbligasse.

Ceriana 27 07 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Lug 27 2019

oggi a iori, domani a te 27 07 2019

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Lug 26 2019

la legge del più forte-milletrecentoquattordici 26 07 2019

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOQUATTORDICI

Nessuna risposta dell’Associazione nazionale magistrati al durissimo commento del 23 luglio dell’Unione delle Camere Penali Italiane, che ripropongo:

—Pensavamo, ed ancora pensiamo, che abbia piena cittadinanza e legittimità nel nostro Paese la rappresentazione di “Mani Pulite” non come una pagina gloriosa della storia giudiziaria italiana, ma come invece il formidabile precipitato di tutto ciò che un procedimento penale non dovrebbe essere. Pensiamo di avere non solo il diritto, ma anzi il dovere di mantenere chiara e forte la voce, dopo due giorni di peana celebrativi di quegli anni bui, di chi pensa che nacque lì uno squilibrio tra poteri dello Stato del quale ancora oggi paghiamo il prezzo; un uso improprio della custodia cautelare, della qualificazione giuridica del fatto a fini di raccolta della prova, della tecnica di iscrizione della notizia di reato. Pensavamo e pensiamo di poter tenere fermo ed alto questo punto di vista, senza per questo meritare di essere coperti da insulti scomposti, come nell’incredibile comunicato della Giunta ANM. Ci si indichi una sola parola, una sola virgola, che esprima mancanza di rispetto verso il magistrato scomparso. Si rispettino le idee diverse, e le si confutino con tutta la durezza e la passione dei propri convincimenti. Alle idee si risponde con le idee, non con gli insulti— Che sia il segnale buono per la politica, che da Mani Pulite in poi s’è fatta progressivamente spogliare di gran parte delle funzioni che le spettano, dalla Costituzione in giù?

Ceriana 26 07 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Lug 26 2019

le confessioni post 26 07 2019

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LE CONFESSIONI POST

Raggiunta la pensione, Armando Spataro scrive su Repubblica, Carlo Nordio sul Giornale.

Ceriana 26 07 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Lug 26 2019

oggi a iori, domani a te 26 07 2019

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Lug 25 2019

la legge del più forte-milletrecentotredici 25 07 2019

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOTREDICI

So nulla degli atti del processo Binda, qui da un brano di Repubblica, ma ho più di ragionevoli dubbi che un classico processo indiziario possa essere deciso da una condanna trent’anni dopo i fatti, salvo usare una delle tante sfere di cristallo che caratterizzano i processi Iori.

—Assolto. Alle 19 i giudici della prima Corte d’Assise d’appello di Milano escono dalla camera di consiglio e annunciano quello che Stefano Binda aspettava: non è stato lui a uccidere 32 anni fa. Viene così ribaltata la condanna in primo grado all’ergastolo dell’uomo accusato per l’omicidio di Lidia Macchi, la giovane uccisa nel 1987 in un bosco di Cittiglio, in provincia di Varese, 29 anni dopo i fatti in seguito a una perizia calligrafica su una lettera inviata alla famiglia della ragazza.

Azzerata la condanna. L’omicidio di Lidia Macchi, dunque, resta un mistero. Stefano Binda verrà subito scarcerato. Riguardo alla lettera che riportava la poesia ‘In morte di un’amica’ fatta arrivare il giorno del funerale della ragazza, e usata come prova principale contro di lui, ha aggiunto: “Non ho fatto arrivare nulla a chicchessia, nulla che fosse anonimo”—

Spero sia un’esagerazione giornalistica la lettera come prova principale, ma addottorato dall’esame degli atti, motivazioni, verbali d’udienza eccetera, dei processi Iori, non mi stupirei; per esempio, ecco il movente individuato dalla Corte d’Appello, dal mio libretto senza editori:

—In Corte d’Appello, a Brescia, in sole 14 quattordici pagine, in gran parte han ripetuto i colleghi di Cremona, ma alla fine han posto il tocco di grazia! Ecco anche questo: “E’, infatti, il timore di doversi porre il problema di accreditare Livia all’interno della ‘famiglia allargata’ (con tutti i possibili contraccolpi psicologici che ciò avrebbe potuto provocare nei confronti degli altri figli e delle altre donne) che deve essere considerato il vero movente dell’azione omicida, sicché, anche se, a seguito dell’omicidio, quella riservatezza sarebbe stata irrimediabilmente violata (e la madre avrebbe saputo ciò che non avrebbe dovuto assolutamente sapere), Iori sarebbe comunque riuscito a scongiurare la rottura di quell’equilibrio familiare cui egli massimamente teneva. Claudia e Livia, una volta eliminate, non sarebbero più state un ‘problema’ e Livia non sarebbe più entrata nella ‘famiglia allargata’, cosicché la vita quotidiana pur dopo qualche prevedibile iniziale turbamento per la notizia del ‘suicidio’ da parte della madre Caroselli Paola, sarebbe tranquillamente proseguita sostanzialmente come prima” Tagliamo subito la testa al toro: questi sono giudici e, anche se del penale, sanno benissimo non esiste alcuna legge che obblighi il padre a inserire un figlio naturale nella famiglia legittima; però siccome hanno il potere di farlo, nelle sentenze scrivono quel che vogliono, e gli danno pure un valore che nella legge non ha. Infine, la nota che la vita sarebbe tranquillamente proseguita come prima, giudizio che coinvolge non solo Iori, ma gli altri figli, la moglie, la madre, è da lasciare così, senza commenti, apparentata solo a chi l’ha scritta—

Ceriana 25 07 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Lug 25 2019

il potere assoluto 25 07 2019

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IL POTERE ASSOLUTO

Colombo Gherardo a Linkiesta: “posso dire che la magistratura dà sempre fastidio all’esecutivo, perché quest’ultimo è il discendente diretto del potere assoluto”

Certi giudici, invece, discendono da Dio.

Ceriana 25 07 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Lug 25 2019

oggi a iori, domani a te 25 07 2019


OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Lug 24 2019

la legge del più forte-milletrecentododici 24 07 2019

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTODODICI

Facile per i cattolici appropriarsi della confessione, moto dell’animo insopprimibile, a volte anche contro il proprio interesse, e sanarne gli effetti con pochi pater ave gloria perché Dio vuol bene a tutti, basta e avanza il pentirsi d’averlo offeso; a volte succede che, noi umani siamo complicati, la confessione sia resa nella forma della rivendicazione, come in questo terribile ma significativo scambio tra gli avvocati delle Camere penali italiane e l’Associazione nazionali magistrati; il tutto nasce dal pezzo delle Camere penali:

—L’UNIONE DELLA CAMERE PENALI ITALIANE IN OCCASIONE DELLA MORTE DI FRANCESCO SAVERIO BORRELLI

Con Francesco Saverio Borrelli scompare un protagonista prestigioso della vita pubblica italiana. L’alta professionalità del magistrato, così come la integrità morale della persona, non sono in discussione, ed i penalisti italiani, nel riconoscerle entrambe, esprimono con sincerità il più profondo cordoglio per la sua scomparsa. Tuttavia, il triste evento non può costituire l’occasione né di servile ipocrisia, né di manipolazione della reale eredità storica e culturale di quella tempesta giudiziaria e politica che fu Mani Pulite. Proprio oggi, di fronte allo spettacolare disvelamento della più grave crisi che la Magistratura italiana sia stata chiamata ad affrontare nella storia repubblicana, occorre dire con chiarezza che essa affonda tutta intera le radici esattamente in quella stagione giudiziaria, che segnò appunto il radicale sovvertimento dei fondamentali principi di separazione dei poteri dai quali trae alimento vitale la nostra democrazia costituzionale.

Nasce con quella inchiesta la trasfigurazione del potere giudiziario inquirente nel più formidabile, incontrollabile ed irresponsabile potere politico mai esercitato nel nostro Paese; e prende corpo in quella inchiesta la più eclatante rinunzia della magistratura giudicante alla propria autonomia ed indipendenza rispetto alla magistratura inquirente. Mani Pulite, lungi dal poter essere beatificata, è entrata nella storia del diritto italiano per il grave e diffuso arretramento delle garanzie processuali che quella inchiesta determinò, con estese influenze negative su tutto il sistema giudiziario, tuttora presenti. Come non ricordare, innanzi tutto, l’artifizio processuale di iscrivere le centinaia di notizie di reato per i più vari e diversi fatti corruttivi o concussivi addebitati a centinaia di politici locali e nazionali in un unico procedimento penale, così determinandosi la scelta, da parte dell’inquirente, dell’unico suo giudice delle indagini preliminari. Così come si deve rammentare la scelta metodica, sistematica e d’altronde apertamente rivendicata, di utilizzare la qualificazione giuridica del fatto contestato (corruzione o invece concussione) quale strumento di induzione alla confessione dell’imprenditore interrogato, pronto ad essere trasfigurato da imminente detenuto con il marchio del corruttore, a felice e collaborativa parte offesa della concussione del politico di turno. L’utilizzo sistematico della custodia cautelare fu proprio il segno distintivo di tale inchiesta, senza che vi fosse alcuno scrupolo, dopo la consequenziale confessione e soprattutto la chiamata in correità, a dichiarare insussistenti quelle stesse esigenze di restrizione che addirittura poche ore prima erano state ritenute gravi ed insuperabili, a dimostrazione di come il motore del procedimento si alimentasse essenzialmente della “collaborazione” del carcerato, del carcerando o del carcerabile. Un meccanismo perverso ed estraneo alle regole codicistiche che per alcuni si rivelò fatale: la diffusione mediatica dello stato dell’indagine per condizionare le scelte processuali, la spettacolarizzazione degli arresti, la lunga custodia carceraria di chi non ammetteva gli addebiti (e magari non aveva nulla da ammettere e sarebbe poi stato assolto), crearono un clima di autentico terrore a cui vanno ricondotti i gesti estremi di quanti videro distrutta la propria dignità personale, professionale e familiare ben prima di un giudizio che essi preconizzarono come drammaticamente inutile. Ma fu soprattutto l’aver attribuito ad un ufficio di Procura un potere politico senza pari ad aver segnato in modo definitivo la deriva costituzionalmente anomala della magistratura inquirente verso i disastri che oggi tutti possono vedere, toccare con mano e finalmente comprendere: tra gli incredibili pubblici interdetti del c.d. Pool di allora nei confronti di provvedimenti legislativi di prossima approvazione e l’attuale guerra intestina per il controllo dei più importanti incarichi giudiziari, vi è un rapporto di filiazione fondato sulla alterazione del principio di separazione tra i poteri dello Stato. Così pure è alla stagione di Mani Pulite che deve essere ricondotto quel populismo giustizialista che, indicando nel magistrato inquirente anziché nella politica della democrazia parlamentare l’unico protagonista possibile del rinnovamento di una nazione, ha generato una legislazione penale e processuale contraria ai principi di uno stato liberale. Si tratta di lasciti che hanno avvelenato per decenni, ed ancora oggi avvelenano, la vita giudiziaria del nostro Paese. Roma, 22 luglio 2019 La Giunta Ucpi—

Giudizio, se vogliamo, ancora incompleto, perché la potenza senza alcun tipo di controllo delle Procure s’è trasferita sui giudici che, se vogliono, sentenziano alla Tortora, o alla sfera di cristallo dei processi Iori; giudizio durissimo che può anche non essere condiviso, pur senza invenzioni o insulti oggi tanto di moda, ma l’incredibile succede, ecco la risposta immediata che appare sul sito dell’Associazione nazionale magistrati:

—SUL COMUNICATO UCPI IN RICORDO DI FRANCESCO SAVERIO BORRELLI

Leggiamo sdegnati il comunicato della giunta delle camere penali, diffuso oggi, a preteso ricordo di Francesco Saverio Borrelli.
Sconcerta che un organismo rappresentativo del ‘avvocatura italiana ignori le regole elementari del rispetto, persino nel giorno del lutto, che la migliore parte del paese, a cominciare dal Presidente della Repubblica, ha dolorosamente manifestato per la scomparsa di un gigante della storia repubblicana, come Francesco Saverio Borrelli. E lo faccia, peraltro, con la più bieca e triste polemica, con un insieme di rozzi luoghi comuni, accostando volgarmente episodi e fatti, con un intento di polemica politica che sconcerta e offende la persona, la memoria, la storia, le istituzioni, e l’intera Magistratura. Ci conforta sapere che altro è il rispetto che i singoli avvocati hanno mostrato oggi, sfilando in toga davanti al feretro del nostro Saverio— Solo l’Anm non vede che alcuni “singoli avvocati” avran sentito l’obbligo di precettarsi, e risponde con parole che non saranno insulti, ma somigliano molto e che fanno capire come sia urgente la politica riprenda la pienezza delle sue funzioni; la parola conclusiva, spero, all’Unione degli avvocati penalisti:

—LA GIUNTA UCPI REPLICA “ALL’INCREDIBILE COMUNICATO” DELL’ANM

Pensavamo, ed ancora pensiamo, che abbia piena cittadinanza e legittimità nel nostro Paese la rappresentazione di “Mani Pulite” non come una pagina gloriosa della storia giudiziaria italiana, ma come invece il formidabile precipitato di tutto ciò che un procedimento penale non dovrebbe essere. Pensiamo di avere non solo il diritto, ma anzi il dovere di mantenere chiara e forte la voce, dopo due giorni di peana celebrativi di quegli anni bui, di chi pensa che nacque lì uno squilibrio tra poteri dello Stato del quale ancora oggi paghiamo il prezzo; un uso improprio della custodia cautelare, della qualificazione giuridica del fatto a fini di raccolta della prova, della tecnica di iscrizione della notizia di reato. Pensavamo e pensiamo di poter tenere fermo ed alto questo punto di vista, senza per questo meritare di essere coperti da insulti scomposti, come nell’incredibile comunicato della Giunta ANM. Ci si indichi una sola parola, una sola virgola, che esprima mancanza di rispetto verso il magistrato scomparso. Si rispettino le idee diverse, e le si confutino con tutta la durezza e la passione dei propri convincimenti. Alle idee si risponde con le idee, non con gli insulti. La Giunta

Ceriana 24 07 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Lug 24 2019

lo scandalo è un altro, 24 07 2019

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LO SCANDALO E’ UN ALTRO,

non Formigoni ai domiciliari, che per legge spettano a chi ha passato i 70 anni: è la condanna, prodigiosa per gli strumenti con cui fu raggiunta e motivata; i conti, nessuna traccia di passaggi strani, i beni, nessuna proprietà senza motivo, dunque si rese indispensabile trasformare gli inviti d’uso: ristoranti, vacanze eccetera, in bustarelle; per privilegiare i fornitori, indispensabili i voti di Giunta e Consiglio, ma nessun assessore e consigliere fu condannato; le colpe vere, innegabili, del Celeste: l’antipatia personale e le giacche.

Ceriana 24 07 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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