Archive for the 'cronaca nazionale' Category

Ago 12 2019

la legge del più forte-milletrecentotrenta 11 08 2019

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOTRENTA

Dal Dubbio; una sola battuta a commento: accettando la proposta di Caselli, Enzo Tortora si sarebbe fatto anni di carcere, dopo la condanna in primo grado! —Caselli e la boutade sull’abolizione dell’appello

Colpisce lo spregio dell’ex procuratore per un istituto richiamato dalla Costituzione. E colpisce soprattutto l’approccio fintamente efficentista: dietro l’ansia per i tempi lunghi della giustizia penale c’è una forma di integralismo religioso giustizialista

di Giorgio Varano*

Alcuni pubblici ministeri vivono la propria funzione con uno spirito religioso integralista e giustizialista. Poi, una volta andati in pensione, o vengono folgorati sulla via di Damasco, o si pongono come teologi dell’ortodossia integralista. Il Dottor Caselli, con la sua ridondante proposta di abolire l’appello nel penale, fornisce però spiegazioni più da seminarista in erba che da teologo. L’ex procuratore pone due domande: è vero che negli ordinamenti con un sistema processual-penale di tipo accusatorio di regola c’è un solo grado di giudizio nel merito? È vero che anche in Italia nel 1989 è stato introdotto un sistema di tipo accusatorio? Teme, nel porre queste domande capziose, la reazione “cattiva degli avvocati”. Ma gli avvocati non sono usi a reagire in modo cattivo, anche perché dotati di tanta pazienza, così come di solito non pongono domande scivolose, senza avere la certezza delle risposte. Nel nostro Paese non c’è un sistema processuale accusatorio “puro”, ma un sistema a tendenza (omeopatica) accusatoria. Infatti, non ci sono le carriere dei giudici e dei pm separate, c’è un unico Csm per entrambi, ci sono tantissimi processi che si svolgono a dibattimento, tanti decisi da giudici “onorari”, ci sono tanti limiti ai riti alternativi, non ci sono le giurie solo popolari (le corti d’assise non lo sono), non ci sono le decadenze o le nullità dell’azione penale o l’inutilizzabilità assoluta delle prove raccolte in violazione della legge. Potremmo continuare scrivendo pagine e pagine sul punto. Ma è meglio partire della costituzionalizzazione dell’appello nella nostra Carta, nella speranza che possa terminare questa boutade dell’abolizione dell’appello. Nell’assemblea costituente si discusse a lungo sull’inserimento formale dell’appello penale quale diritto costituzionalmente garantito. Ci furono numerose discussioni, e si convenne di non formalizzare questo diritto solo per il penale, perché, per dirla con le parole di Meuccio Ruini, presidente della Commissione per la Costituzione, non conveniva ammettere espressamente l’appello per certe categorie di sentenze e provvedimenti, tacendo delle altre, ché sarebbero potute sembrare escluse dall’appello (seduta del 27 novembre 1947). Ma la migliore spiegazione la diede il costituente Francesco Dominedò: «La via ad una più alta tutela delle libertà del cittadino, attraverso la possibilità di configurare sempre il doppio grado di giurisdizione (la Cassazione non era e non è considerata un secondo grado) in quanto sempre operi l’istituto della motivazione, garanzia di giustizia e segno di civiltà». Ed è proprio questo il punto in cui è insito il diritto costituzionale all’appello: l’obbligo della motivazione, previsto da sempre dall’articolo 111 (“Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati”). Senza considerare poi le convenzioni e le carte internazionali, che riconoscono come inviolabile il diritto ad un nuovo esame di una sentenza di condanna o colpevolezza, da parte di un tribunale superiore. Chiedere l’abolizione dell’appello, per risolvere le lungaggini processuali, evidenzia una concezione di fondo della giustizia molto preoccupante: i giudici non possono sbagliare. Il vero problema non è solo che i giudici sbagliano (quasi la metà delle sentenze di primo grado vengono riformate in appello). Il problema è che non leggono perché hanno sbagliato. Infatti, non hanno l’obbligo di studiare le sentenze di appello avverso le loro pronunce. Ma è altrettanto preoccupante questo approccio fintamente efficientista, perché in realtà affronta in modo populista il problema delle lungaggini processuali, che i dati statistici dei vari Tribunali confermano essere causato da disorganizzazione e da mancanza di mezzi e personale. Proporre di abolire l’appello per ridurre i tempi processuali è un po’ come dire che per eliminare le attese negli ospedali dobbiamo abolire la possibilità di chiedere un secondo accesso agli stessi, anche se la prima volta ci hanno sbagliato la cura. È vero che viviamo tempi in cui si può abolire la povertà con un post sui social network, ma non è detto che dobbiamo considerare credibile chi ritiene di risolvere i problemi in questo modo. *responsabile Comunicazione Unione Camere Penali Italiane

Ceriana 11 08 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Ago 12 2019

muti ricorda karajan 11 08 2019

MUTI RICORDA KARAJAN

sul Corriere:

—Aveva un grande senso dell’humour: a un Tristano, un celebre tenore dopo tante interruzioni disse a Karajan: ci sono cento direttori che possono dirigere, ma solo cinque tenori possono cantare il Tristano. Un attimo di gelo. Poi Karajan esclamò: sono d’accordo con lei, io sono uno dei cento, ma lei non è uno dei cinque.

Ceriana 11 08 2019 www.flminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Ago 12 2019

oggi a iori, domani a te 11 08 2019

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Ago 11 2019

la legge del più forte-milletrecentoventinove 10 08 2019

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOVENTINOVE Dal Dubbio; che si voti o si continui con altro governo, vince il partito dei giudici: della riforma se ne riparlerà tra anni; nel frattempo continua la carriera dei giudici alla Tortora, dei colleghi che decidono i processi con la sfera di cristallo, tutti promossi; sul referendum 1987 per la loro responsabilità civile, silenzio, il popolo all’80% non ha sempre ragione.

—Sembrerebbe destinata a rimanere nel libro dei sogni la riforma della giustizia fortemente voluta da Alfonso Bonafede. Dopo mesi di accese discussioni, la settimana scorsa il testo era approdato finalmente in Consiglio dei ministri. Approdato e però subito stroncato da Matteo Salvini. «Si sono fatti fregare…», disse il vice premier a proposito dei 5 stelle che si sarebbero fatti «scodellare un testo da gattopardi, che non cambia nulla, scritto dai magistrati del Ministero». Un riferimento soprattutto al capo dell’ufficio legislativo di via Arenula, Mauro Vitiello, toga di Magistratura democratica, che avrebbe cassato molti dei desiderata leghisti. Fra i magistrati di sinistra e Salvini non è mai corso buon sangue. Anzi. Non si contano i duri comunicati di Md e di Areadg, il cartello delle toghe progressiste, contro le politiche sulla sicurezza del ministro dell’Interno. Legittima difesa, lotta alle Ong, contrasto dell’immigrazione, eliminazione del rito abbreviato per i reati puniti con l’ergastolo, sono tanti i temi che hanno acceso in questi mesi lo scontro. Oltre alle polemiche verbali contro i giudizi non “graditi” di singoli magistrati. Come quelli dell’ex procuratore di Torino, Armado Spataro, contrario alla chiusura dei porti. “Si candidi e si faccia eleggere”, fu la secca risposta di Salvini. Tornando, comunque, alla maxi riforma della giustizia voluta dal Guardasigilli, al leader della Lega non è mai piaciuto l’approccio di fondo da parte dei pentastellati. Troppo “schiacciato” sui magistrati. Se la parte riguardante il processo civile poteva anche passare, il penale si è trasformato nella tomba del contratto di governo sulla giustizia. «La riforma della giustizia di Bonafede è acqua», dichiarò Salvini una volta letto il testo definitivo, sottolineando come non ci fosse «veramente uno scatto in avanti, quella differenza che gli italiani si aspettano» Eccetera eccetera.

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Ago 10 2019

nonostante salvini 10 08 2019

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NONOSTANTE SALVINI

Fitch lascia invariato il rating Italia, outlook negativo per l’eccesso di debito pubblico; Corriere e Sole 24Ore on line tra le prime notizie, Repubblica invece bisogna cercare!

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Ago 10 2019

il buon samaritano 10 08 2019

IL BUON SAMARITANO

Anche Richard Gere, attore miliardario, vola dagli Usa in Italia e poi sale in nave, rigorosamente Ong, per unirsi ai veri democratici e progressisti che sostengono la causa dei migranti. Domanda naturale: ogni tanto, magari nel sonno, s’accorgono quanto la recita sia ridicola, lui e loro?

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Ago 10 2019

oggi a iori, domani a te 10 08 2019

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Ago 09 2019

la legge del più forte-milletrecentoventotto 09 08 2019

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOVENTOTTO Dal Fatto Quotidiano, che attribuisce ai leader della destra italiana, tanto per cambiare, una sorta di malessere quando trattano coi giudici; io spero Matteo Salvini, oltre ai progetti che gli attribuisce il giornale, non dimentichi il referendum del 1987 sulla responsabilità civile dei giudici, elettori il 60%, a favore della responsabilità la percentuale storica dell’80%; referendum annullato dal Parlamento sei mesi dopo, per una sorta di riverenza dovuta a una casta che ancora oggi sostiene di rispondere a una richiesta di “giustizia” che verrebbe da noi cittadini!

—I giudici come nemico e la giustizia da riformare a ogni costo. Matteo Salvini, a meno di 24 ore dall’apertura via comizio della crisi di governo seguita alla presentazione della mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte, sembra ripercorrere strade già attraversate da Silvio Berlusconi. A scatenare l’ennesima sfuriata la decisione del Tribunale di Bologna di dichiarare inammissibileil ricorso del Viminale contro l’iscrizione all’anagrafe di una migrante armena. “Dai giudici di Bologna altra sentenza a favore degli immigrati, nonostante il ricorso del mio ministero – dice il vicepremier – il prossimo governo dovrà fare una vera riforma della Giustizia, non viviamo in una ‘repubblica giudiziaria”.

I nodi: prescrizione, intercettazioni, separazione delle carriere – Quella riforma della giustizia – che dopo limature incontri con magistrati e avvocati – era arrivata in cdm e proprio la Lega ha bloccato con una serie di veti sul penale. Con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che intravedeva nella riforma della prescrizione, che dovrebbe entrare in vigore nel gennaio 2020, il vero problema per il Carroccio.Che vorrebbe includere nella riforma una nuova legge sulle intercettazioni e la separazione delle carriere dei magistrati, già cavallo di battaglia del leader di Forza Italia.

Ceriana 09 08 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Ago 09 2019

tartufi di tutto il mondo, unitevi!

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TARTUFI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI! Arturo Diaconale, direttore dell’Opinione delle Libertà, fosse vissuto in altri tempi, avrebbe fatto una pessima fine! —“Questo è tempo di resistenza umana, civile, religiosa”. Così il direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”, padre Antonio Spadaro, ha commentato la battuta di ringraziamento alla Madonna pronunciata da Matteo Salvini in occasione dell’approvazione da parte del Parlamento del Decreto sicurezza-bis. A Spadaro ha fatto eco il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, che ha rilevato polemicamente come “i simboli religiosi valgono solo nel contesto di una fede vissuta, altrimenti sono una sterile ostentazione”. I cattolici progressisti che sostengono ed ispirano Papa Francesco, in sostanza, tornano a scendere in campo invitando alla mobilitazione dei veri fedeli contro la presunta blasfemia di Matteo Salvini. Ma non c’è nulla di religioso nella loro preannunciata battaglia. Di ostentatori della fede è sempre stato pieno il mondo. E solo un problema di convenienza politica ha spinto le gerarchie ecclesiastiche ad assumere posizioni contrarie o a favore. Non c’è bisogno di rievocare le benedizioni ai gagliardetti fascisti durante il regime o il sostegno esplicito al ceto politico democristiano che sull’ostentazione della fede poggiava gran parte del proprio consenso popolare. Allora Dio e la Madonna potevano essere evocati e ringraziati senza problemi. Oggi, invece, se questa invocazione e questo ringraziamento proviene dal leader della Lega diventa uno scandalo che suscita addirittura la necessità di lanciare campagne di resistenza “umana, civile, religiosa”. La contraddizione in chi ha consentito per decenni ai preti pedofili di continuare a rappresentare la religione di Cristo è smaccata. Ma innescare una qualsiasi polemica su questo terreno è del tutto superfluo. Perché la vera questione su cui discutere è la scelta della Chiesa di Francesco di tentare di risolvere la propria crisi rinnegando la propria antica identità religiosa e puntando a definire una nuova identità solo ed esclusivamente sul terreno politico e sociale. Con l’adozione di una Teologia della Liberazione che impegna il Papa ad essere non più il Defensor Civitatis, ma lo strumento di rivendicazione solo dei poveri, dei diseredati, dei migranti. La Chiesa di Francesco, in sostanza, si trasforma in un soggetto politico che si occupa solo ed esclusivamente di questioni politiche e sociali. È difficile prevedere se questa operazione di cesura con il misticismo e la religiosità del passato e di estrema politicizzazione in vista del futuro possa avere successo. Di fatto inserisce la Chiesa nell’agone politico. E, oltre a dividerla al proprio interno, la mette in condizione di subire le intemperie della battaglia politica. I vari Spadaro sono dunque avvisati. Quando si dirà che la loro “resistenza umana, civile, religiosa” è una irrealistica forzatura per un Paese che non è la Colombia, non potranno ammantarsi della loro tonaca per elevarsi fuori della mischia.

Ceriana 09 08 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Ago 09 2019

ancora un’autorevole conferma 09 08 2019


ANCORA UN’AUTOREVOLE CONFERMA che appare sull’Opinione delle Libertà: le razze esistono! Insultare un magistrato in udienza o un Carabiniere che vorrebbe arrestarti, con un carezzevole: “lei è uno stronzetto”, costa caro; rivolto a un banale vigile urbano dovrebbe costare, al massimo, per Mattarella, un lievissimo: “non farlo più” —L’articolo 16, lettera b del decreto – scrive Mattarella – rende inapplicabile la causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto, quando il reato è commesso nei confronti di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni. Ribadisce il presidente: “Non posso omettere di rilevare che questa norma non riguarda soltanto gli appartenenti alle forze dell’ordine ma include un ampio numero di funzionari pubblici, statali, regionali, provinciali, comunali nonché soggetti privati che svolgono pubbliche funzioni, rientranti in varie e articolate categorie, tutti qualificati pubblici ufficiali, sempre o in determinate circostanze”. Per Mattarella, “tra questi i vigili urbani e gli addetti alla viabilità, i dipendenti dell’Agenzia delle entrate, gli impiegati degli uffici provinciali del lavoro addetti alle graduatorie del collocamento obbligatorio, gli ufficiali giudiziari, i controllori dei biglietti di Trenitalia, i controllori dei mezzi pubblici comunali, i titolari di delegazione dell’Aci allo sportello telematico, i direttori di ufficio postale, gli insegnanti delle scuole, le guardie ecologiche regionali, i dirigenti di uffici tecnici comunali, i parlamentari”.

Ceriana 09 08 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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