Archive for Febbraio, 2023

Feb 25 2023

cremonesita’-cinquecentoventisei 25 02 2023

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CREMONESITA’ – cinquecentoventisei 

A rivederci a Maurizio Costanzo, e parte di quel gran conversatore che fu vien conservata magnificamente da Loris Braga, che imposta il suo pezzo al suono musicale di “Se Telefonando” ; da www.cremonasera.it

Francoforte 25 02 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Addio a Maurizio Costanzo. Il giornalista è stato autore nel 1966 del grande successo “Se Telefonando” per la Tigre di Cremona, con la musica di Ennio Morricone.

Ci lascia, all’età di 84 anni, un mostro sacro del giornalismo televisivo: Maurizio Costanzo. Pochi sanno che il volto fra i più celebri della televisione italiana sia stato anche paroliere per la nostra concittadina Mina. Con Ghigo de Chiara, nel 1966, scrisse quello che sarebbe poi diventato un successo planetario, “Se Telefonando“. La storia voleva rappresentare un amore attraverso la cornetta del telefono, poichè il telefono stava sempre più diffondendosi nelle case ed andava “di moda”. Costanzo e De Chiara stavano lavorando in coppia ad un nuovo varietà nato da una costola di Studio Uno, e prevedeva che vi fosse necessariamente una sigla per i titoli di testa ed una per quelli di coda. Enrico De Chiara aveva già lavorato con Ennio Morricone nella sua commedia “La manfrina” e che rispose positivamente alla richiesta. La partitura venne creata quindi dall’immenso Ennio Morricone, che ne fece un capolavoro. Il compositore suggerì perfino ai due parolieri di ispirarsi per il loro testo alle sirene della polizia di Marsiglia. Lo stesso Costanzo in un’intervista ricordò il momento in cui il brano venne per la prima volta fatto sentire a Mina da Morricone, accennando al pianoforte la melodia. Costanzo racconta di aver visto Mina animarsi e subito istintivamente mettersi a cantare il motivo musicale con la sua voce straordinaria. Nata come sigla del varietà “Aria Condizionata” la canzone parla di un amore fugace che termina quasi ancor prima di iniziare, da lì l’utilizzo geniale del gerundio. La Tigre di Cremona, che si apprestava a condurre per la terza edizione consecutiva il fortunato programma Studio Uno. Il brano è stato pubblicato infatti nel 45 giri “Se telefonando/No” e nell’album “Studio Uno 66“, entrambi del 1966. Morricone creò un’impalcatura armonica tanto interessante quanto complessa da eseguire, fatta di continue modulazioni e salti melodici. Nonostante queste difficoltà l’interpretazione di Mina fu recensita dalla critica come insuperabile e perfetta. 

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Feb 25 2023

la giustizia 25 02 2023

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LA GIUSTIZIA

UNA CONDANNA SBAGLIATA NON E’ MANCATA GIUSTIZIA, INSOMMA, HAN SEMPRE RAGIONE LORO, ANCHE QUANDO HANNO TORTO; SUL DUBBIO.

FRANCOFORTE 25 02 2023  FLCOZZAGLIO@GMAIL.COM

—RIGOPIANO, LA POLEMICA

L’Anm: «Una mancata condanna non è giustizia negata»

Il sindacato delle toghe interviene dopo gli insulti e le minacce al gup che ha assolto 25 imputati nel processo per la tragedia di Rigopiano

«Il dolore dei familiari delle vittime della tragedia di Rigopiano merita il più profondo rispetto e silenziosa comprensione. L’idea che va rifiutata è che se un processo si conclude con l’assoluzione degli imputati significa che la giustizia ha fallito e non ha adempiuto la sua missione».

Lo scrive in una nota la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati, che aggiunge: «Riteniamo che non sia questo il modo per manifestare la solidarietà che tutti sentiamo di dover esprimere ai familiari delle vittime e per far comprendere cosa è e cosa deve essere la giustizia penale di un Paese libero e democratico».

Il sindacato delle toghe rileva quindi che «non bisogna mai dimenticare che la giurisdizione e il suo alto e difficile compito non si misurano con logiche di risultato, secondo la inaccettabile equazione per la quale una mancata condanna è una giustizia negata. La giurisdizione penale è tutela dei diritti e ricerca della verità dei fatti, null’altro. Se fosse altro, aggiungerebbe dolore a dolore – conclude la Giunta Anm – aumenterebbe la sofferenza violando i principi di libertà che ci uniscono e ci ispirano».

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Feb 25 2023

toccante racconto 25 02 2023

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TOCCANTE RACCONTO

di Fabrizio Loffi, che recita con una bambina e, pur di farla felice scambia uno Stradivari con un violino ordinario; dawww.cremonasera.it

Francoforte 25 02 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Lo Stradivari di Nilo Covolan, scambiato con un violino da quattro soldi, per far felice un piccola polacca scampata al lager.

Nessuno saprà mai con certezza se quel violino fosse davvero uno Stradivari. Forse solo quella ragazzina polacca che nel 1945, quando lo sentì suonare, lo volle tutto per sé, scambiandolo con il suo da quattro soldi. Ma Nilo Covolan era contento lo stesso; aveva fatto felice quella bambina in fuga, come lui, dalla guerra. E questo bastava. Quando Nilo arrivò a Padova col treno (era il 20 settembre 1945), salutò il suo compagno di prigionia Vittorio Brugnaro, che avrebbe continuato la corsa per Carpenedo (Venezia), e gli consegnò il violino scambiato con la ragazzina polacca. Vittorio si accorse che non valeva nulla, ma continuò a suonarlo come fosse lo strumento più prezioso, il suono della libertà.

Nilo Covolan, come racconta il quotidiano on line qpdnews.it da cui abbiamo tratto questa splendida storia, era un contadino, nell’ultimo periodo della sua vita residente a Cornuda, nato il 20 ottobre 1924 a Levada di Pederobba. Nel 1942 venne dichiarato abile per il servizio militare e l’8 settembre 1943 si ritrovò, come altri suoi coetanei, con un’uniforme e un fucile senza sapere dove andare. Venne arrestato dai tedeschi e trasferito al campo di lavoro di Kustrin, in Germania. L’8 ottobre del ’43 Nilo venne trasferito a Lanke, non lontano da Berlino, e da lì passò poi a un altro lager. Fino a quando l’esercito sovietico entrò al campo e decise di trasferire i prigionieri a Buckov, in attesa di essere rimpatriati. Al confronto con le dure condizioni di vita nel lager quella di Buckov sembrava una vacanza. Anche se in libertà vigilata per la prima volta dopo anni Nilo poteva riappropriarsi della propria vita e tornare a sperare. Trascorreva le giornate a fare lavori o a riposare nella baracca o passeggiando per la città ancora fumante dai bombardamenti della drammatica battaglia di Berlino. Un giorno Nilo trovò dentro un baule abbandonato un violino, uno Stradivari dicevano, che quando poteva si metteva a strimpellare. Non sapeva suonare, ma quella era la sua musica della libertà.

Un giorno, mentre incurante di tutti scorreva l’archetto sulle corde, passò a piedi una carovana di polacchi: uscì dal gruppo una ragazzina di 12 anni circa che, come sentì suonare il violino, lo volle vedere. Nilo le consegnò il violino che lei mostrò di saper suonare in modo sublime. “Possiamo fare cambio?” chiese a Nilo la piccola polacca porgendogli il suo violino di valore ordinario. Come avrebbe potuto dirle di no? Per entrambi quegli strumenti rappresentavano la libertà e la nuova vita che li attendeva. Nilo accettò lo scambio per farla contenta e la bambina se n’andò felice con lo Stradivari. Non l’avrebbe mai più rivista. Ma da qualche parte nel mondo quel violino suona ancora. Racconta la storia di due persone unite nella libertà della musica, che vince con la sua potenza su tutte le vicende umane, anche le più tragiche.

La foto di Nilo Covolan è tratta da Qdpnews.it Quotidiano del Piave

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Feb 25 2023

le pastiglie 25 02 2023

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LE PASTIGLIE

diventano gocce, ma siccome Maurizio Iori e’ l’assassino….

Francoforte 25 02 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Anche su questo punto tutti i giudici si son trovati d’accordo: siccome Iori è l’assassino, come le pastiglie diventano gocce, così deve avere le chiavi della casa di Claudia, perché il padre di lei, il mattino della scoperta, trova la porta chiusa.

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Feb 25 2023

a chi 25 02 2023

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A CHI 

Si deve dare dell’imbecille? Da Repubblica.

Francoforte 25 02 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Imbecille a chi? Tutti noi prima o poi abbiamo avuto la sensazione di essere circondati da stupidi, stolti, cretini. E che stiano diventando sempre più numerosi, aggressivi e molesti, sui social network ma anche in tv, nella società, in politica. Ma davvero il virus dell’idiozia dilaga? Il Venerdì di Repubblica in edicola domani, che ha in copertina un asino vestito da professore, cerca di risolvere il dubbio con l’intervista di Marco Cicala al filosofo francese Maxime Rovere, che ha abbandonato momentaneamente gli studi su Spinoza per scrivere un libro dal titolo Cosa fare degli imbecilli? La risposta, molto in breve, è: non abbandonarli alla loro stupidità. E ricordare che chiunque di noi può sempre passare per imbecille agli occhi di qualcun altro. Francesco Merlo scrive invece una breve storia della Cretinocrazia” italiana, dai pionieri del Vaffa Day ai No Vax, fino alle prodezze dell’attuale maggioranza di governo.

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Feb 25 2023

comunicato consorzio agrario 25 02 2023

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Gentilissimo/a

in allegato comunicato stampa e foto con cortese richiesta di pubblicazione.

Grazie per la collaborazione

Cordiali saluti 

Sostenibilità: dal Consorzio Agrario un grande progetto a beneficio di tutto il territorio

E’ “Lattogeno Farm” ed è stato presentato durante il convegno tenutosi in Fiera. Previsti investimenti per 47 milioni di euro e la creazione di una linea di mangimi certificata ISCC Plus e Carbon FootPrint.

La sostenibilità come imperdibile occasione di crescita per tutto il territorio. E’ stato questo il fulcro del convegno organizzato dal Consorzio Agrario venerdì 24 febbraio in fiera a Cremona e che ha fatto registrare folta partecipazione e grande interesse. In apertura è stato infatti illustrato il progetto “Lattogeno Farm” con cui il Consorzio ha partecipato al V Bando MIPAAF per i contratti di filiera che mette a disposizione attraverso il PNRR ingenti risorse per progetti che diano vita a sistemi agroalimentari sostenibili. Ebbene, il progetto “Lattogeno Farm” prevede la costruzione di una filiera sostenibile dal campo alla stalla e la creazione di una linea di mangimi certificata ISCC Plus e Carbon FootPrint, denominata “Lattogeno sostenibile CFP”. Il tutto prevede investimenti per 47 milioni di euro che saranno fatti in parte direttamente dal Consorzio Agrario (che ha il ruolo di capofiliera) sulle sue strutture produttive e logistiche mentre la restante parte andrà a beneficio delle aziende agricole che parteciperanno.

“Ancora una volta – spiega il presidente Paolo Voltini – il Consorzio Agrario di Cremona è in prima linea per costruire un futuro migliore per il nostro territorio. Dopo la strategia vincente che negli ultimi anni ci ha portato a cogliere risultati straordinari, vedi anche il fatturato 2023 salito a 320 milioni di euro e l’innovativo progetto Smart Farming, continuiamo a rilanciare, a creare opportunità di crescita e redditività per le aziende agricole che lavorano con noi. Con “Lattogeno Farm” – prosegue Voltini – puntiamo sulla sostenibilità e vogliamo alzare ancora l’asticella. E’ un progetto ambizioso, lungimirante, pensato per portare benefici a 360°. Al di là delle ingenti risorse economiche, umane e tecnologiche coinvolte, rappresenta una sfida ma anche un’opportunità irrinunciabile per la nostra comunità che ha l’opportunità di dotarsi di modelli e tecnologie all’avanguardia in grado sia di preservare il territorio sia di sostenere le nostre aziende agricole nella transizione verso modelli operativi più evoluti, sostenibili e remunerativi. 

Il Consorzio Agrario di Cremona – conclude – accetta la sfida e la responsabilità di guidare i suoi soci e il territorio verso questi obiettivi, forte della sua competenza tecnica, ma soprattutto in virtù del suo ruolo di riferimento verso un futuro migliore per il settore agricolo, come fa da oltre un secolo”.

Il progetto “Lattogeno Farm” prevede la messa a punto di un sistema di tracciabilità della filiera e valorizzazione della sostenibilità ambientale con possibilità di valutare e quindi migliorare gli impatti di CO2. “A questo scopo – spiega Sandro Berti vice direttore del Consorzio Agrario – è previsto che la filiera si doti di due strumenti importanti quali la certificazione ISCC+, che noi abbiamo già conseguito per la filiera del grano tenero Barilla e per quella della soia, e la carbon footprint. La certificazione ICCP+ assicura la sostenibilità lungo tutta la filiera attraverso la creazione di una “catena di tracciabilità” garantita e verificabile che garantisce il prodotto in tutto il suo percorso, dal campo fino all’immissione in consumo relativamente alle sue caratteristiche di sostenibilità ambientale e sociale. La carbon footprint permette di stimare le emissioni in atmosfera di gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo, calcolate lungo il suo intero ciclo di vita. Il calcolo è garantito da un sistema di calcolo internazionale certificato. Nel progetto saranno coinvolte anche l’area agronomica e l’area macchine del Consorzio. Sono anni ormai – conclude Sandro Berti – che portiamo avanti con grande impegno iniziative concrete per la sostenibilità, in grado di conciliare tutela ambientale e redditività dei nostri soci”. Il progetto coinvolgerà anche il settore agronomico e il servizio macchine.

Dopo la presentazione di “Lattogeno Farm”, il convegno organizzato in Fiera dal Consorzio ha trattato il tema: “Efficienza della bovina da latte e sostenibilità, binomio inscindibile”. Di altissimo livello gli interventi dei tre relatori. Il professor Antonio Gallo e il professor Francesco Masoero, entrambi del Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, hanno parlato rispettivamente di: “Sostenibilità nel settore zootecnico” ed “Efficienza alimentare nella vacca da latte, il ruolo primario dei foraggi di alta qualità”, mentre il professor Andrea Formigoni del dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna ha illustrato l’argomento: “Efficienza azotata: come agire in stalla?”

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Feb 25 2023

consorzio agrario 25 02 2023

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CONSORZIO AGRARIO

Parlano capitan Voltini e Sandro Berti, che spiegano tutto agli agricoltori in sala come racconta www.cremonasera.it

Francoforte 25 02 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Sostenibilità: dal Consorzio Agrario un grande progetto a beneficio di tutto il territorio.

E’ “Lattogeno Farm” ed è stato presentato durante il convegno tenutosi in Fiera. Previsti investimenti per 47 milioni di euro e la creazione di una linea di mangimi certificata ISCC Plus e Carbon FootPrint.

La sostenibilità come imperdibile occasione di crescita per tutto il territorio. E’ stato questo il fulcro del convegno organizzato dal Consorzio Agrario venerdì 24 febbraio in fiera a Cremona e che ha fatto registrare folta partecipazione e grande interesse. In apertura è stato infatti illustrato il progetto “Lattogeno Farm” con cui il Consorzio ha partecipato al V Bando MIPAAF per i contratti di filiera che mette a disposizione attraverso il PNRR ingenti risorse per progetti che diano vita a sistemi agroalimentari sostenibili. Ebbene, il progetto “Lattogeno Farm” prevede la costruzione di una filiera sostenibile dal campo alla stalla e la creazione di una linea di mangimi certificata ISCC Plus e Carbon FootPrint, denominata “Lattogeno sostenibile CFP”. Il tutto prevede investimenti per 47 milioni di euro che saranno fatti in parte direttamente dal Consorzio Agrario (che ha il ruolo di capofiliera) sulle sue strutture produttive e logistiche mentre la restante parte andrà a beneficio delle aziende agricole che parteciperanno.

“Ancora una volta – spiega il presidente Paolo Voltini – il Consorzio Agrario di Cremona è in prima linea per costruire un futuro migliore per il nostro territorio. Dopo la strategia vincente che negli ultimi anni ci ha portato a cogliere risultati straordinari, vedi anche il fatturato 2023 salito a 320 milioni di euro e l’innovativo progetto Smart Farming, continuiamo a rilanciare, a creare opportunità di crescita e redditività per le aziende agricole che lavorano con noi. Con “Lattogeno Farm” – prosegue Voltini –  puntiamo sulla sostenibilità e vogliamo alzare ancora l’asticella. E’ un progetto ambizioso, lungimirante, pensato per portare benefici a 360°. Al di là delle ingenti risorse economiche, umane e tecnologiche coinvolte, rappresenta una sfida ma anche un’opportunità irrinunciabile per la nostra comunità che ha l’opportunità di dotarsi di modelli e tecnologie all’avanguardia in grado sia di preservare il territorio sia di sostenere le nostre aziende agricole nella transizione verso modelli operativi più evoluti, sostenibili e remunerativi. 

Il Consorzio Agrario di Cremona – conclude – accetta la sfida e la responsabilità di guidare i suoi soci e il territorio verso questi obiettivi, forte della sua competenza tecnica, ma soprattutto in virtù del suo ruolo di riferimento verso un futuro migliore per il settore agricolo, come fa da oltre un secolo”.

Il progetto “Lattogeno Farm” prevede la messa a punto di un sistema di tracciabilità della filiera e valorizzazione della sostenibilità ambientale con possibilità di valutare e quindi migliorare gli impatti di CO2. “A questo scopo – spiega Sandro Berti vice direttore del Consorzio Agrario – è previsto che la filiera si doti di due strumenti importanti quali la certificazione ISCC+, che noi abbiamo già conseguito per la filiera del grano tenero Barilla e per quella della soia, e la carbon footprint. La certificazione ICCP+ assicura la sostenibilità lungo tutta la filiera attraverso la creazione di una “catena di tracciabilità” garantita e verificabile che garantisce il prodotto in tutto il suo percorso, dal campo fino all’immissione in consumo relativamente alle sue caratteristiche di sostenibilità ambientale e sociale. La carbon footprint permette di stimare le emissioni in atmosfera di gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo, calcolate lungo il suo intero ciclo di vita. Il calcolo è garantito da un sistema di calcolo internazionale certificato. Nel progetto saranno coinvolte anche l’area agronomica e l’area macchine del Consorzio.  Sono anni ormai – conclude Sandro Berti – che portiamo avanti con grande impegno iniziative concrete per la sostenibilità, in grado di conciliare tutela ambientale e redditività dei nostri soci”. Il progetto coinvolgerà anche il settore agronomico e il servizio macchine.

Il Consorzio Agrario di Cremona – conclude – accetta la sfida e la responsabilità di guidare i suoi soci e il territorio verso questi obiettivi, forte della sua competenza tecnica, ma soprattutto in virtù del suo ruolo di riferimento verso un futuro migliore per il settore agricolo, come fa da oltre un secolo”.

Il progetto “Lattogeno Farm” prevede la messa a punto di un sistema di tracciabilità della filiera e valorizzazione della sostenibilità ambientale con possibilità di valutare e quindi migliorare gli impatti di CO2. “A questo scopo – spiega Sandro Berti vice direttore del Consorzio Agrario – è previsto che la filiera si doti di due strumenti importanti quali la certificazione ISCC+, che noi abbiamo già conseguito per la filiera del grano tenero Barilla e per quella della soia, e la carbon footprint. La certificazione ICCP+ assicura la sostenibilità lungo tutta la filiera attraverso la creazione di una “catena di tracciabilità” garantita e verificabile che garantisce il prodotto in tutto il suo percorso, dal campo fino all’immissione in consumo relativamente alle sue caratteristiche di sostenibilità ambientale e sociale. La carbon footprint permette di stimare le emissioni in atmosfera di gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo, calcolate lungo il suo intero ciclo di vita. Il calcolo è garantito da un sistema di calcolo internazionale certificato. Nel progetto saranno coinvolte anche l’area agronomica e l’area macchine del Consorzio.  Sono anni ormai – conclude Sandro Berti – che portiamo avanti con grande impegno iniziative concrete per la sostenibilità, in grado di conciliare tutela ambientale e redditività dei nostri soci”. Il progetto coinvolgerà anche il settore agronomico e il servizio macchine.

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Feb 25 2023

passano le italiane 25 02 2023

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Passano tutte le italiane, scrive Pirondini su Blitz Quotidiano di Marco Benedetto. Flaminio Cozzaglio.

Italiane in Europa, a chi ha detto meglio e chi peggio? Un bilancio dei sorteggi

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 25 Febbraio 2023 – 10:35

Settimana perfetta. En plein giovedì delle squadre di calcio tra Europa League e Conference. Quattro su quattro. Tutte promosse, tutte agli ottavi: Juventus, Roma, Lazio, Fiorentina. Se poi aggiungiamo il successo del trio di Champions (Milan, Napoli e Inter)  – gare di andata – la festa italiana è completa. Mai nella storia della Champions le tre italiane in tabellone avevano conquistato – tutte! – una vittoria: 9 punti su 9. Di più: sono approdate agli ottavi senza subire gol. Un primato. Venerdì 24 a Nyon (Svizzera) sono stati sorteggiati i primi accoppiamenti: tutte le italiane giocheranno la prima in casa il 9 marzo. Vediamo.

Europa League

Juventus-Friburgo.  Bella sfida, oltretutto inedita. Occhio: la squadra tedesca è tuttora imbattuta  e veste rossonero. Un dato confortante: la Juve non è mai stata eliminata da una squadra tedesca in 9 confronti  europei.

Roma – Real Sociedad. Osso duro per i giallorossi. La squadra spagnola di San Sebastian (Paesi Baschi) è attualmente terza nel Campionato spagnolo alle spalle di Barcellona e Real Madrid.

Conference League

Lazio – Az Alkmaar. È bastato ai ragazzi di Sarri uno 0-0 con il Cluj per strappare il pass per gli ottavi. Ora viene il bello. La squadra olandese (Frisia Occidentale) è allenata da Pascal Jansen, inglese di Londra, già allenatore del PSV.

Fiorentina – Sivasspor. Ribaltato il Braga (3-2),la squadra di Italiano affronterà la squadra turca di Sivas (Anatolia centrale), club di esperienza. Ha disputato anche la Champions. È il caso di ricordare che la Conference, naturalmente organizzata dalla Uefa, è la terza per prestigio dopo la Champions e l’Europe League. Detiene il titolo la Roma. Torneo giovane, fondato nel 2021. Vi partecipano 40 squadre,

Champions League

Manca ancora il secondo atto degli ottavi e poi il quadro dei quarti di finale sarà completo. Vedremo chi saranno le otto squadre finaliste. Poi il sorteggio, in un unico giorno dei quarti, semifinali e finale (Nyon, venerdì 17 marzo, ore 12).

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Feb 25 2023

continuano a spegnere 25 02 2023

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CONTINUANO A SPEGNERE

le luci, tanti negozi chiudono, spiega www.cremonasera.it

Francoforte 25 o2 2023  flcozzaglio@mail.com

—Via Guarneri del Gesù, tante vetrine spente nonostante la storia di strada del commercio fin dal tempo dei coltellai (1500) o dello “Stretèen d’i gup”

Via Guarneri del Gesù, la strada che congiunge corso Campi con piazza Roma, fiancheggiando la Galleria 25 aprile cioè una delle strade più centrali di Cremona è ormai un deserto commerciale, diverse vetrine spente e saracinesche abbassate. Pur di pochi metri di lunghezza, la via è sempre stata ricca di negozi fin dal 1546, quando si chiamava “Strada dei Cortillinari” perchè lì avevano collocazione le botteghe artigiane dei fabbricanti di coltelli fino al 1700 quando i coltellai si dispersero negli altri quartieri e al loro posto arrivarono i liutai. Poi lì si insediarono altri negozi e i nostri vecchi chiamavano la strada “Stretèen d’i gùp” perchè avevano bottega di mercanti due fratelli entrambi con “accentuata protuberanza dorsale” e anche per questo il loro negozio era diventato un punto di riferimento. Sempre in via Guarneri, all’angolo sinistro dove poi si è insediata la banca del Monte negli anni Settanta, il 19 luglio 1930 fu inaugurato uno dei più bei bar della città, “Il bar Giardino“, su due piani dotato di due biliardi gestito da Emilio Rancati (papà di Gino, giornalista Rai per l’automobilismo) che divenne il fulcro della vita mondana cremonese. 

Adesso la via è commercialmente un disastro. Dove c’era il bar Giardino (e poi gli uffici della Banca del Monte e successivamente un negozio di arredo casa di alto livello), le luci  sono spente e il grande negozio da 190 metri quadrati è desolatamente vuoto. Così anche il vicino Bim bum bam (un tempo negozio di calzature per bambini) o l’altro negozio a fianco (saracinesca abbassata). Tengono duro l’Erbavoglio abbigliamento donna, il panettiere Martinelli e la tabaccheria Magnano. Sul alto opposto della strada, dopo il Kebab altra vetrina vuota dove solo per pochi mesi ha funzionato un negozio di pattini a rotelle e skateboard e abbigliamento giovane. Tra qualche mese verrà tolta la palizzata del cantiere de “i giardini del corso” ed anche lì ci sono ampi locali commerciali da riempire (le vetrine un tempo della Farmacia centrale o di Benetton). Chissà che possano servire come richiamo per un rilancio della zona. 

Le foto sono di Gianpaolo Guarneri (Fotostudio B12

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Feb 25 2023

le pere 25 02 2023

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PERA PER MARTIN, QUANDO L’ABITO NON FA IL MONACO

Il frutto è piccolo e la buccia è prima verdastra e poi, dopo l’ammezzimento, diventa di colore marron cuoio. Ed ecco che direttamente dalle prealpi friulane il “Sigillo di Campagna Amica” afferma la sua bontà sotto ogni forma e preparazione

Leggi cosa sono “I Sigilli di Campagna Amica”

Una pera brutta, marrone, dalla polpa all’apparenza marcescente. Eppure dietro questo aspetto poco gradevole si nasconde una prelibatezza. Direttamente dalle prealpi friulane il “Sigillo di Campagna Amica”, la Pera Per Martin, afferma la sua bontà sotto ogni forma e preparazione. Buona da mangiare al naturale, viene anche utilizzata, secca o cotta, in dolci e, fermentata, può produrre un ottimo sidro. I “persecs”, dolci della tradizione friulana e i cjarsons i famosi ravioli dolci/salati allietano i pranzi tipici di quella regione.

Gli alberi di Pêr Martìn sono presenti, di norma come piante singole o in filare, in un ampio territorio regionale, soprattutto in Carnia, ma anche nel Canale del Ferro, in Val Resia e Val Raccolana, in Val Canale e, in modo più sporadico, sulla montagna dell’Alto Pordenonese. La pianta è molto longeva e diviene produttiva dopo diversi anni. Sono piante molto grandi con diametri del tronco di diverse decine di centimetri. I fiori, molto belli, sono riuniti in corimbi ossia infiorescenze, con numerosi stami dotati di grosse antere di colore rosso vivo.

Il frutto è piccolo e la buccia è prima verdastra e poi, dopo l’ammezzimento (processo di maturazione della frutta che provoca l’imbrunimento della polpa), di colore marron cuoio. Inizialmente la polpa è biancastra e poco appetibile in quanto astringente a causa dell’alto contenuto di tannini. Nel corso del tempo si annerisce restituendo una quantità di zuccheri davvero notevole che ne garantisce l’utilizzo variegato. L’epoca di raccolta va da fine ottobre a inizio novembre, a seconda dell’altitudine. È una varietà (o come vedremo più varietà) assai rustica che vegeta anche in vallate particolarmente fredde, interessante per i diversi usi tradizionali, tuttora in atto.

Il nostro produttore Luigi Faleschini da cui prende il nome l’omonima azienda, chiamato anche Gigi Verdura, da qualche tempo ha iniziato a censire gli alberi della Valcanale in quanto desidera valorizzare al massimo questo prodotto straordinario. Non esclude anche di catalogare le diverse varietà su cui ancora oggi è in atto un lavoro scientifico per comprenderne l’origine genetica e la corretta tassonomia. Sembrerebbe infatti che sotto lo stesso nome comune si nascondano molte varietà la cui specie originale potrebbe essere Pyrus nivalis (pero alpino). Gigi rappresenta un esempio di passione e dedizione. Nei suoi occhi si legge la volontà ferrea di raccontare un territorio difficile attraverso i “sigilli” che la biodiversità offre.

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