Archive for Giugno, 2022

Giu 27 2022

lo sciroppo saba 27 06 2022

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LO SCIROPPO DAI MILLE USI, LA SABA

Denso sciroppo scuro e dolce, è il “Sigillo” tipico dell’Emilia Romagna

Leggi cosa sono “I Sigilli di Campagna Amica”

La Saba tradizionale è un denso sciroppo scuro e dolce che viene preparato nel periodo della vendemmia.

Si pigiano le uve preferibilmente bianche e mature (da preferire le uve autoctone quali la Spergola o la Scarsafoglia), il mosto viene poi filtrato grossolanamente e messo a bollire a fiamma bassissima per circa 3 giorni.

Dalla lenta evaporazione della parte acquosa del mosto si ottiene uno sciroppo scuro e denso che concentra le benefiche proprietà dell’uva.  La concentrazione ottimale deve superare il 60% di zuccheri (dell’uva) per evitare possibili fermentazioni. La vera Saba è ottenuta solo per lenta bollitura del mosto di uve fresche appena pigiate e non sottoposte a nessuna lavorazione o conservazione e senza l’aggiunta di nessun ingrediente.

Il risultato finale è uno sciroppo dolce dal gusto fruttato e caramellato, adatto a dolcificare, a condire e tipico ingrediente dei dolci tradizionale delle Feste.

Fino ad un recente passato era versata sulla polenta per insaporirla soprattutto per renderla più gustosa per i bambini.

Molto utilizzata per “condire” la ricotta fresca e le castagne bollite.

I più anziani ricordano ancora la “granita” di Saba: un bicchiere di neve pulita sulla quale si versava una generosa quantità di Saba, che gustavano tutti, grandi e piccini! Un toccasana per queste giornate di forte calura!

Se ciò non bastasse, un cucchiaino di Saba tal quale era un naturale emolliente per il mal di gola.

Oggi la proponiamo come condimento dolce di ricotte, formaggi cremosi e frutta.

Il custode del Saba è l’Agriturismo Bosco del Fracasso di Scandiano (Reggio Emilia) che propone i suoi prodotti il sabato mattina presso il Mercato del Contadino di Reggio Emilia

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Giu 27 2022

sussurri social da crema 27 06 2022

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SUSSURRI SOCIAL DA CREMA E’ il titolo della nuova serie di Stefano Mauri in www.cremonasera.it Cremona 27 06 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Il regista, esperto di Mistery e UFO Gianpaolo Saccomano, cremasco d’adozione, mostra una fotografia con strani avvistamenti cremonesi

Venerdì ore 22- 22,30, strane luci in formazione triangolare sopra Cremona e a Crema aereo di linea ad alta quota seguito da piccola luce …avete altre notizie di strani avvistamenti da segnalarci? 

Il regista, esperto di Mistery, Ufo e tante altre belle cose, nonché consulente del Gruppo Ufo Cremona Gianpaolo Saccomano, cremasco d’adozione, ecco ha mostrato una fotografia con strani avvistamenti nel cielo del centro storico cremonese. 

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Giu 27 2022

dal corriere 27 06 2022

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DAL CORRIERE  Quando racconta Del Vecchio.

Cremona 27 06 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—«Se ti distrai o ti culli sugli allori, come ho visto fare a diversi imprenditori che hanno cominciato insieme a me, senza che neanche te ne accorgi arriva qualcuno a portarti via il mercato. Diventa molto, molto difficile recuperare, una volta che ti hanno superato», amava dire Del Vecchio. 
Dal 1969 diventa proprietario unico dell’azienda e la svolta arriva poco dopo. Così l’ha raccontata Del Vecchio: «Con una decina di modelli ideati e realizzati da me e Luigi Francavilla (uno degli uomini più vicini all’imprenditore) e presentati al Mido. Eravamo timorosi di non riuscire a vendere granché, invece fu un successo inaspettato. Tornammo ad Agordo stanchissimi e felici e con la consapevolezza che il nostro futuro era cambiato per sempre». Due le strategie che hanno fatto di Luxottica il leader mondiale degli occhiali. La prima è stata investire nel retail, ovvero nei negozi di proprietà. La seconda le acquisizioni di marchi propri, cruciale fu ad esempio l’acquisto della società che produce i Ray-Ban, in una partita vinta con un altro gruppo italiano, la Safilo di Vittorio Tabacchi, nel 1999. 

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Giu 27 2022

ho sostenuto borghetti 27 06 2022

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HO SOSTENUTO BORGHETTI

E non me ne pento! A cura di Stefano Mauri per www.cremonasera.it

Cremona 27 06 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Fabio Bergamaschi è il nuovo sindaco di Crema: ha vinto al ballottaggio (58%) sullo sfidante Borghetti (42%). Scarsa l’affluenza al voto

Crema ha  il suo nuovo sindaco ed è il giovane Fabio Bergamaschi (37 anni) del centrosinistra. Nulla ha potuto al ballottaggio, ad onor del vero non c’è mai stata partita, lo sfidante Maurizio Borghetti del centrodestra. Ha vinto con il 57,91% contro il 42,09% di Maurizio Borghetti. Scarsa l’affluenza ai seggi: solo il 43,98% degli avanti diritto ha votato.

Fabio è sindaco!!!  Fabio è il nuovo sindaco di Crema e il risultato di questa sera è una bellissima incoronazione!

Sono felice per lui e per noi. Fabio è un amministratore equilibrato, serio, onesto, con un bagaglio di esperienza che sarà determinante nei prossimi anni. Quando mi sono insediata, nel 2012, Fabio entrò nella squadra come l’Assessore più giovane, ad appena 27 anni e ha continuato a crescere!

Uno degli impegni presi allora fu che ci saremmo sforzati di creare condizioni di ricambio e dare vita a una nuova classe dirigente: oggi possiamo dire di avere rispettato quell’impegno, con Fabio Sindaco, circondato da tantissimi giovani, aggregati intorno a un progetto di sostenibilità sociale e ambientale per Crema, insieme a profili di comprovata e preziosa esperienza, che resteranno a disposizione. Sono serena, sollevata, felice e orgogliosa di Fabio, oggi è un giorno felice per Crema, che resta progressista e in buone mani!

Così postò via social Stefania Bonaldi, ex sindaco di Crema…

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Giu 26 2022

marco travaglio 26 06 2022

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MARCO TRAVAGLIO

direttore del Fatto Quotidiano.

Cremona 26 06 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Lo vediamo tutti, ogni giorno: con la scusa della guerra dopo quella del Covid, molti diritti costituzionali sono calpestati o minacciati. Oltre alla democrazia parlamentare e alla pace, è sotto attacco l’unica ragione sociale del Fatto: la libertà di espressione e di informazione. La calpesta la Russia, uccidendo giornalisti e chiudendo testate dissidenti. La calpesta la nostra alleata Turchia, spegnendo ogni voce di opposizione. La calpestano Usa e Gran Bretagna, perseguitando Julian Assange per un terribile delitto: il giornalismo. In Italia la censura impiega armi più subdole e all’apparenza innocue, ma altrettanto efficaci contro il dissenso: la gognapubblica e le liste di proscrizione fabbricate dai Servizi e poi rivedute e corrette da grandi quotidiani. Sempre più spesso, interpellando intellettuali dissenzienti, ci capita di sentirci rispondere che preferiscono tacere per non finire linciati sui media con tanto di foto segnaletica, o per non avere noie da università ed editori. Anche il Fatto, per aver osato ricostruire la storia della guerra civile ucraina culminata il 24 febbraio nell’aggressione criminale di Putin e ricordare l’Articolo 11, è finito nel tritacarne dei “putiniani”. E qualche lettore è rimasto disorientato. Come se un quotidiano che non ha mai preso un euro dallo Stato italiano potesse vendersi al regime russo, su cui in 13 anni non ha mai scritto una parola se non di condanna. Ora purtroppo i fatti confermano ciò che nelle prime settimane scrivevamo quasi da soli, sempre offrendo un ventaglio polifonico di opinioni diverse. E molti nostri calunniatori pubblicano analisi simili alle nostre sull’esigenza di salvare il salvabile dell’Ucraina con un ragionevole compromesso che porti a una pace duratura.

Intanto le conseguenze economiche della guerra si fanno sentire. Per tutti. Molti lettori ci scrivono allarmati dai costi dell’energia e della vita: perciò abbiamo studiato un’offerta di abbonamento particolarmente scontata. Ma anche noi, non avendo santi in paradiso, subiamo i rincari della carta e la crisi delle edicole. Perciò ci appelliamo alla nostra comunità di lettori perché ci sostenga con l’abbonamento o con l’acquisto quotidiano. Un appello unito all’unico servizio che sappiamo offrire: un po’ di informazione in più, con la serata speciale “La guerra alle idee” che anticiperà la festa di settembre (anche quest’anno a Roma, ma di nuovo in presenza). Lunedì, dalle ore 21, in diretta streaming sul sito e sui canali Facebook e Youtube del Fatto, le nostre firme che da quattro mesi commentano la guerra si alterneranno in un confronto a più voci, che sarà poi disponibile in forma scritta in una sezione dedicata su FQ Extra per gli abbonati e i sostenitori dell’evento. Vi aspettiamo in tanti. Grazie a tutti.

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Giu 26 2022

la giulia 26 06 2022

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LA GIULIA

Non e’ il nome di una donna, ma di un’auto; dall’Avvenire.

Cremona 26 06 2022  www.flaminiocozzzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Il 1962 fu un anno ricco di eventi, drammatici ma anche leggeri: la Crisi di Cuba, la morte di Marlyn Monroe ma anche il primo disco dei Beatles, e il primo film di 007. Nel piccolo grande mondo dell’automobile, il 27 giugno di 60 anni fa, nel verde di Monza, l’Alfa Romeo mostrò per la prima volta la Giulia, il modello destinato a sostituire la Giulietta (che era stata presentata al salone di Torino del 1955). La Giulietta allora era un modello molto amato e la Giulia, con la linea completamente diversa e fuori dagli schemi lasciò non poco sconcertati. Nei giorni successivi alla manifestazione dedicata alla stampa presso l’autodromo, non furono pochi gli articoli critici o perplessi su quel profilo così strano, fatto di una serie infinita di sagomature, tutte a confluire nella coda incredibilmente “tronca”. Qualcuno disse che “sembrava un’auto tamponata”.

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Giu 26 2022

ccremonesita’-trecentocinquantanove 26 06 2022

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CREMONESITA’ _ trecentocinquantanove 

Antonio Grassi in www.cremonasera.it bastona ancora una volta la politica.

Cremona 26 06 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—I politici smettano di essere zombi e il territorio torni centrale

Il territorio, inteso come Cremasco e provincia, non è stato inserito tra le priorità dei candidati sindaco di Crema.

Consensi e voti si raccolgono con la promessa agli elettori di asfaltare strade, migliorare servizi, tagliare tasse, recuperare fabbricati dismessi.

Se questo comportamento è comprensibile per la necessità di acquisire consensi e voti, è al contrario criticabile per la mancanza di una progettualità relativa al futuro.  

Oggi, più che in passato, una visione amministrativa limitata al proprio orticello contribuisce alla stagnazione della politica e al rallentamento dello sviluppo nella nostra provincia.

I comuni, le aree omogenee

, non sono monadi isolate e autosufficienti. In una società globalizzata e interconnessa, post ideologica, interessarsi dei vicini, collaborare con loro   è la sopravvivenza.

Per governare un borgo, una città, una provincia con la prospettiva di un domani decente, è indispensabile e imprescindibile spingersi oltre i propri confini, stipulare alleanze, creare reti, trascendere dalla specificità del ruolo ricoperto e dalle funzioni ad esso collegate.  

Oggi, e sempre più spesso nei prossimi anni, un territorio oltre a porre la massima attenzione al proprio particolare, dovrebbe condividere e armonizzare le scelte con gli interlocutori della porta accanto. Senza questa attenzione la probabilità di una morte per asfissia è assai elevata.

Disponibilità al confronto e al dialogo, abbandono di pregiudizi e rigidità senza essere arrendevoli, sono le armi vincenti. Non si comperano al supermercato o all’outlet, ma si acquisiscono con un lungo e faticoso tirocinio, che le nuove generazioni non gradiscono. Tutto e subito non aiuta, ma l’attesa è fuori moda.

Il problema non è la campagna elettorale della Repubblica del Tortello, che è solo il pretesto di questa riflessione.

Il punto dolente è la politica in generale e, nello specifico, quella locale. Quella stessa politica che dovrebbe risolvere le questioni, invece le complica.  

Cremona, Crema e Casalmaggiore e i territori che gravitano intorno a loro scarseggiano di leader. Abbondano di leaderini. Spesso in ambasce, preoccupati di scrivere comunicati stampa o documenti politicamente corretti, vigili a non calpestare troppo i piedi di amici, ma anche di avversari, dimenticano il bene comune e i suoi corollari.  Lustrascarpe diventati re s’incaponiscono, supponenti, a spiegare ai cittadini quello che loro stessi non hanno capito.

Pugno di ferro senza il guanto di velluto nelle trattative per la spartizione di poltrone, proni verso l’establishment, i partiti vengono sfanculati dagli elettori e comandati dai potenti. 

Il Masterplan 3c è l’ultima e peggiore rappresentazione dell’inconsistenza della classe politica di casa nostra e della sudditanza verso il potere economico e finanziario.  

Definito «il grande strumento di analisi e di programmazione territoriale che Confindustria ha ideato e regalato all’intera comunità cremonese (Mondo Business, maggio 2022, pagina 3), il Masterplan 3c è già vecchio, ma soprattutto non è la fata turchina e neppure mago Merlino. Non trasforma il territorio nella gallina delle uova d’oro.

Che sia un grande strumento non significa nulla. Grande non è sinonimo di utilità, efficienza, efficacia. Da noi si dice «grande, grosso e ciula». 

Che sia un regalo è opinabile. È un’imposizione dell’Associazione industriali a politici senza nerbo. Un cadeau che ha obbligato la provincia a costituire un’Associazione temporanea di scopo (Ats) per implementarlo.  Associazione finanziata dagli aderenti, tra i quali settanta comuni.

Che sia infine il «faro acceso che indica la rotta chiara» (Mondo Business, maggio, pagina 3) è risibile e preoccupante per quello che significa: l’abdicazione della politica. È lei che dovrebbe scegliere la rotta, non uno studio già vecchio, voluto e pagato una montagna di quattrini dall’Associazione Industriali, lanciato con una cerimonia tamarra al teatro Ponchielli il 14 aprile scorso e sostenuto in modo ossessivo da Mondo Business, magazine finanziato da quattro associazioni di categoria e confezionato e distribuito dal quotidiano la Provincia.

Arroganti con i deboli, tappetini con i forti, o presunti tali, brutte copie di ciò che vorrebbero essere e non sono, gli apprenditi stregoni e gli stregoni certificati sono poco credibili anche quando usano la tecnica del bastone e della carota che ha funzionato con discreto successo in passato.

I cittadini non solo evitano il bastone, ma diffidano anche della carota che, in molte occasioni hanno scoperto essere una supposta gigante. E si sa che l’uso improprio dell’ortaggio è fastidioso quanto le randellate sulla schiena. 

È accaduto col referendum sull’ubicazione dell’inceneritore e successivamente con le promesse di spegnerlo e dismetterlo. Con gli impegni per migliorare la qualità dell’aria. Con le assicurazioni di alleviare i disagi ai pendolari. 

Gli elettori hanno smesso di credere agli imbonitori. Li abbandonano al proprio destino. Non vanno alle urne o votano le liste civiche.

La scoppola presa dai partiti il 12 giugno a Crema evidenzia la dicotomia tra mondo della politica e realtà. 

Forza Italia ha racimolato 723 voti, una miseria, poco più del 5 per cento.  Una Waterloo da arrossire. Eppure nell’arsenale del partito figura Massimiliano Salini, parlamentare europeo di Crema, sulla carta un missile a testa nucleare da lanciare in campagna elettorale. Parlamentare che fino a poche settimane prima dell’appuntamento elettorale era anche coordinatore regionale azzurro, sedia che conta. Poi è intervenuto Silvio Berlusconi che gli ha tolto il coordinamento e lo ha fatto nero.  Se si considerano i 723 voti, non è peregrino pensare che il fondatore di Forza Italia non abbia agito d’impulso.  

Si potrebbe obiettare che Salini sia esente da colpe sul disastro. Non ha bigiato la campagna elettorale del suo candidato, ma non si è dannato l’anima per sostenerlo. Ha lasciato che il candidato sindaco del centrodestra e della Lega se la cavasse da solo. Un cazzi suoi, mai pronunciato, ma agito, probabilmente utile per testare le abilità organizzative del prescelto. Non c’è conferma a questa ipotesi, che però non è l’unica. 

C’è chi dice di un comprensibile risentimento per il trattamento ricevuto da Berlusconi. C’è chi racconta di uno sciopero dell’equipaggio della navicella spaziale incaricata di portarlo sulla terra dallo spazio intergalattico, habitat nel quale abitualmente si muove. C’è chi sostiene che sia in clausura per meditare su eventuali errori commessi e programmare un ricollocamento e prepararsi alle prossime elezioni europee.

Si può invertire la rotta?  Nulla è perduto se la politica torna a svolgere il proprio ruolo.  Se i politici smettono di essere zombi. Se il territorio ritorna centrale.

His land is your land non è solo il titolo di una canzone. È un programma. È il faro. Più luminoso del Masterplan 3c.

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Giu 26 2022

pirondini esalta draghi 26 06 2022

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Pirondini esalta Draghi, e ci vuol poco, su Blitz Quotidiano di Marco Benedetto. Flaminio Cozzaglio. 

Draghi, ultima mano sicura di Europa e Nato, è il pezzo forte della triade: Scholz e Macron in affanno

Draghi, ultima mano sicura di Europa e Nato, è il pezzo forte della triade: Scholz e Macron in affanno. Ma Bruxelles è preoccupata e si domanda: Supermario quanto reggerà?

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 26 Giugno 2022 – 08:31

Mario Draghi, detto anche Supermario, c’è. Europa e Nato si affidano a lui. È più affidabile di Scholz e Macron. Su riforme e Ucraina non cambia rotta. 

Ma Bruxelles una domanda se la fa: quanto reggerà ancora “l’ultima mano sicura” dell’Europa? Bella domanda. Azzardo una previsione: Draghi non è abituato a lasciare a metà le cose. Dunque reggerà “quanto è necessario”, per usare un suo modo di dire. Almeno tre indicatori lo confermerebbero.

1. I PENULTIMATUM DI CONTE SONO STATI UN FLOP

Giuseppi  è tutt’altro che una minaccia seria per il suo governo. Dopo aver “sparato” imbarazzanti avvertimenti , il capo dei Cinquestelle l’unica cosa che ha ottenuto è la scissione di Di Maio e la fine dell’avventura grillina. Un autogol. 

Ergo, il viale del tramonto di Giuseppe Conte è inesorabile. Ha fatto impressione soprattutto la calata di braghe di Giuseppi in Senato ; dopo aver minacciato sfracelli – per settimane – contro l’invio di armi in Ucraina, trovandosi alla fine nudo e solo, ha accettato una risoluzione unitaria della maggioranza passata con larghissimo margine.

Ha riposto la bandiera pacifista e buona notte ai suonatori. È in ginocchio. Il Movimento ha perso 164  parlamentari in quattro anni. Da 336 a 164. Giuseppi teme di finire come Dini, Monti, Segni, Goria, Follini, Scajola, Alfano & Co. Il pantheon dei leader -meteora lo aspetta. Presto.

2. SUPERMARIO DRAGHI, PEZZO FORTE DELLA TRIADE

D’accordo, i guai non mancano al premier italiano . Ha blindato Di Maio, ha escluso rimpasti, ma i prossimi passaggi parlamentari saranno ad alto rischio. E Bruxelles non solo sa e lo teme. Ma è l’intera triade ad essere in difficoltà. Il cancelliere Scholz non è la Merkel; è a capo di una coalizione in affanno e speso divisa. Macron è dimezzato dall’ultimo voto in Francia, non ha più la maggioranza assoluta alla Assemblea nazionale appena due mesi dopo la sua riconferma all’Eliseo. Ora i lepenisti smaniano. Vedremo. In ogni caso Mario Draghi , al momento, sta meglio degli altri due. E tira dritto, fiero l’occhio e svelto il passo.

3. LE EMERGENZE DEL PAESE, REBUS DA RISOLVERE PER DRAGHI

Terzo indicatore: i dossier urgenti. Grane rilevanti. Problemi da risolvere. Vietato mollare. E Draghi regge proprio per questo. Le emergenze che scottano? Siccità, gas benzina. Il premier sta lavorando al decreto carburanti, ha prorogato di tre mesi le agevolazioni sulle bollette di luce e gas per famiglie e imprese, lo incalza l’allarme
siccità che fa sempre più paura. Sente le pressioni delle Regioni. “ Non c’è un minuto da perdere” come dice Luca Zaia, presidente del Veneto.

E Draghi non si lascia distrarre dagli scissionisti di Di Maio (peraltro senza voti  ne’ soldi) e nemmeno dalle turbolenze in casa Pd per l’alleanza flop con Conte. Men che meno dalle macerie fumanti del fu-Cinquestelle o dai prossimi ballottaggi. Semmai questo è un problema di  Letta. Per Draghi i problemi veri sono altri. Avanti.

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Giu 26 2022

i processi 26 06 2022

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I PROCESSI

a Maurizio Iori dimostrano un fatto, se il giudice non accetta spiegazioni ma decide di testa sua, nega ogni cosa; per esempio Iori aveva detto che d’accordo con Claudia Ornesi, una delle due vittime, si fosse inteso che avrebbe preso recipienti piu’ robusti in modo resistessero al fuoco in spiaggia, e di questo non c’e’ traccia nel processo.

Cremona 26 06 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Giu 26 2022

la politica risolve 26 06 2022

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LA POLITICA RISOLVE ogni cosa, si trattava del ricorso di un politico, ma una persona nota al pubblico ha il diritto di lamentarsi? Titoli del Dubbio Cremona 26 06 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—La Cedu: sei un politico? La tua privacy conta meno

Per i giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo, le intercettazioni che riguardano un personaggio pubblico possono essere diffuse anche quando il personaggio in questione non ha commesso alcun reato

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