Archive for Marzo, 2022

Mar 28 2022

il sindaco di bozzolo 28 03 2022

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IL SINDACO DI BOZZOLO impegnato a capire perche’ i giovani si comportano da giovani, e cerca di capirlo anche Stefano Mauri per www.cremonasera.it! Francoforte 28 03 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Giuseppe Torchio, sindaco detective, tra le strade di notte della sua Bozzolo contro gli episodi di vandalismo tra i giovani

“Dopo il monitoraggio con gli amici della Giunta, sere fa, stanotte (la nottata tra sabato 26 e domenica 27 marzo, ndr) per quasi quattro ore, con  l’aiuto di amici, ho percorso in auto le vie e le strade del mio comune (Bozzolo), cercando di capire cosa ci faccia un gruppo numeroso di ragazzi, dopo avere percorso i vari luoghi  di convegno, alle 23, in una stazione deserta e senza treni … in verità stasera finora non è stato bruciato il sesto cassonetto, non è stato forzato il bagno della TEA, non sono stati infranti, con i sassi della massicciata della stazione, i vetri delle tombe del cimitero. Ma solo ieri è successo di tutto in piazza Marcora, con bottiglie disperse in ogni dove, mentre per la terza volta un gruppo di ragazzi è stato disperso alla Migross, dopo avere offeso il personale e lordato tavolo e pavimenti. La segnalazione di rito alla Procura dei minori ed ai Servizi Sociali. Questi episodi erano già successi nei giorni scorsi al negozio Toys, al supermercato cinese… Diamoci una regolata,  ragazzi!!! E ora anch’io andrò a letto, sono in servizio notturno i nostri Carabinieri!!! 
Ma prima di addormentarmi mi chiedo ancora una volta: perché, in piena guerra e pandemia, con la gente che fatica a pagare le bollette, sempre più pesanti, dobbiamo provvedere a orientare sempre più risorse all’acquisto di telecamere, a corsi specializzati con animatori di strada e psicologi ed alle mille azioni per evitare che questi ragazzi si trovino con la fedina sporca e con la sicura mancanza di lavoro all’infinito? In tanti ci siamo chiesti: “ma le famiglie dove sono?”

Così postò via social Giuseppe Torchio, Politico tra le gente del Fare, ex parlamentare, ex presidente della Provincia di Cremona e sindaco di Bozzolo (Mantova)…  

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Mar 28 2022

il campione sergio zipoli 28 03 2022

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Miele biologico, il campione è il cremasco Sergio Zipoli

L’apicoltore di Romanengo premiato a Biolmiel. “Risultato di anni di impegno e passione”

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<p>Si arricchisce il palmares dell’apicoltore Sergio Zipoli, produttore di miele biologico a Romanengo, campione in qualità e bontà del miele.</p>



<p>L’ultimo successo giunge dal Premio internazionale per il miglior miele biologico BIOLMIEL, edizione tenutasi in Basilicata il 17 e 18 dicembre 2021, che ha visto la partecipazione di 195 mieli provenienti da Grecia, Italia, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, e Spagna.</p>



<p>Nei giorni scorsi sono state conferite le Medaglie di Alta Qualità, con il podio assoluto della più recente edizione del Premio, a seguito della valutazione organolettica della Giuria Internazionale BIOLMIEL, riunitasi a Matera, e confermate con le analisi effettuate dal CREA di Bologna sul contenuto di HMF e di acqua dei campioni pervenuti.</p>



<p>Apicoltura Zipoli è risultata sul podio, conquistando – con il miele di castagno – il secondo posto assoluto rispetto ai 195 mieli presentati. Una ulteriore, grande soddisfazione per l’apicoltore di Romanengo.  </p>



<p>L’elenco completo delle medaglie conferite nell’ambito del premio internazionale è disponibile su <a href=biolmiel.eu.

“Il segreto per ottenere un miele d’eccellenza? Grande attenzione, professionalità e passione. Con il continuo spostamento alla ricerca di fioriture, con piccoli assaggi legati ai vari territori, con spostamenti ogni anno puntando all’obiettivo di migliorare costantemente la qualità” sottolinea Sergio Zipoli, che è apicoltore da ben trentanove anni. Zipoli pratica un’apicoltura nomade, spostando le api alla ricerca delle fioriture, dalla Toscana alla Liguria, dall’Emilia Romagna all’alta montagna, sulle Alpi. Per acquistare i suoi mieli ci si può recare presso lo spaccio in via Roma a Romanengo. 

“Congratulazioni a Sergio Zipoli per questo ulteriore, importante successo, tutto nel segno dell’eccellenza made in Italy – sottolinea Coldiretti Cremona –. Non ci stanchiamo di ricordare che la cura e la presenza delle api sono strettamente legate alla qualità del nostro ambiente. L’invito, rivolto a tutti i cittadini, è di scegliere sempre miele italiano, garantito dagli apicoltori che lo producono.

Cremona, 28.03.2022 – C.s. 47/2022

RELAZIONI ESTERNE COLDIRETTI CREMONA

Via G. Verdi, 4 – 26100 Cremona – Telefono 0372 499819 – Cell. 334 6644736 – e-mail: marta.biondi@coldiretti.it – www.cremona.coldiretti.it – Fb e Instagram: Coldiretti Cremona

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Mar 28 2022

i tre casi, 28 03 2022

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I TRE CASI, in sintesi, in cui si deve ficcare in galera un presunto innocente sono, e riassumo: inquinamento delle prove, ripetizione del reato, pericolo di fuga. Ma si allargano anche le interpretazioni dei giudici, cosicche’ un mare di innocenti veri finisce dentro. Titoli del Dubbio.

Francoforte 28 03 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Errori giudiziari e ingiuste detenzioni: soldi ( e vite) buttati

Il deputato Costa (Azione): «Lo Stato ha speso 25 milioni di euro (nel 2021) in risarcimenti e i dati vengono forniti con regolare ritardo»

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Mar 28 2022

lo scrivo spesso 28 03 2022

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LO SCRIVO SPESSO di Ceriana, ma forse esagero, che e’ il paese piu’ bello del mondo, e si mangia bene; dalla Stampa, diretta da Massimo Giannini.

Francoforte 28 03 2022  www.fllaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Ceriana “scrigno” del Fai. Ieri centinaia di visitatori

Successo per la Giornata di Primavera tra chiese, antichi oratori e i sapori del territorio

Missione compiuta. La Giornata di Primavera del Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano, è stata un successo. Ciceroni e volontari hanno aperto le porte dei tanti «scrigni» di Ceriana, paese dell’entroterra di Sanremo ricco di fascino, di storie, ma soprattutto di tradizione con gli oratori legati alle antiche Confraternite.

Una scelta azzeccata quella del presidente della delegazione di Imperia, Maria Carmen Lanteri, e dei suoi collaboratori, che ha visto arrivare visitatori oltre che dalla costa anche da diverse province del Nord Ovest e dalla vicina Costa Azzurra. Valore aggiunto, indubbio negarlo, le specialità gastronomiche di Ceriana, partendo dalla salsiccia, o «sousissa», che ristoranti e locali del paese hanno servito registrando il tutto esaurito fino alle prime ore del pomeriggio. Un’accoglienza impeccabile quella per il «popolo del Fai» arrivato ad animare carrugi e piazzette con le sue bandiere e le indicazioni arancioni per i percorso di visita. Una giornata Fai dedicata soprattutto all’arte sacra, con molte declinazioni legate alle secolari trasformazioni delle chiese e degli oratori (con le consuete influenze barocche a insediarsi sistematicamente e sovrapporsi allo spontaneismo artistico ligure, peraltro molto apprezzato dal pubblico). Applausi, al pomeriggio, anche per il concerto della «Compagnia Sacco», uno dei cori più antichi di Ceriana e uno dei pochi in Italia a conservare e tramandare la tradizione del «basso di bordone» che guida l’ensemble al posto del tradizionale direttore del coro. Per Ceriana un importante biglietto da visita per la ripartenza post-pandemica e in vista degli eventi che caratterizzano con processioni e miserere la settimana di Pasqua. —

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Mar 28 2022

lettera aperta a berlusconi 28 03 2022

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LETTERA APERTA A BERLUSCONI

Nel senso che chiunque gliela faccia leggere mi fa un piacere immenso. 

—E’ nota a tutti la persecuzione giudiziaria da quando e’ sceso in politica, nel 92/94, al tempo di Mani Pulite, non fu nemmeno indagato nonostante fosse amico di Craxi e sospetto finanziatore: ho perso il conto dei processi, almeno 50, che avrebbero tramortito uno meno solido, eccetera eccetera eccetera. Vorrei far leggere la premessa del caso di Maurizio Iori, ho scritto un libretto di 70 cartelle, tre condanne di fila all’ergastolo perchè avrebbe ucciso l’amante, e la figlioletta avuta assieme. I tre processi son piú fumosi di quel che successe a Enzo Tortora, e voglio segnalare ci? che ho spedito a vari giornali il 21 febbraio scorso.

IL CASO IORI

OGGI A LUI DOMANI A TE

DER PROZESS, UN’IDEA DI FRANZ KAFKA: QUANDO IL PROCESSO HA TROPPE LETTURE DEVE USCIRE DALLE AULE DEI TRIBUNALI!

PREMESSA

Caso Iori; ho divertito molti avvocati sostenendo mancassero addirittura gli elementi per iniziare un processo, e invece è finita in Cassazione con tre condanne consecutive, l’una fotocopia dell’altra, all’ergastolo! Le prime indagini tracciano la via; la Polizia osserva che madre e figlia son morte ciascuna nei propri letti, affiancati, anziché nello stesso e abbracciate, dunque non è suicidio, tanto più che manca un biglietto d’addio; quindi unisce prove di pari valore; la Procura accoglie la tesi, il Gip anche, con una voluminosa ordinanza di 124 pagine, che sarà il canovaccio dei processi, Cassazione compresa. Dal che la domanda, provocatoria: perché perdere tanto tempo, non era meglio tener subito per buone, con valore di giudicato, prove o non prove che fossero, tanto nei processi è cambiato nulla, le conclusioni della Polizia? 

Ben viste dalla pubblica opinione; opinione continuamente alimentata dai  pochi media che si sono occupati del caso, Rete4 per esempio; pochi media, è una delle tante stranezze, qui c’è tutto per interessare, partendo dal gossip fino ai principi didattici della Cassazione: morte, sesso, denaro, potere; soprattutto dei giudici, il potere senza limiti. Alla fine è passato il messaggio: Maurizio Iori addormenta le vittime, poi le gasa. Che potrebbe esser successo, messo così, senza spiegare come. Non ci provano neanche i giornali, che pure han tutte le libertà che la fantasia concede: preferiscono abbeverarsi alla fonte. E quando la Corte di primo grado ci tenta, di fronte alla dura realtà dei fatti da spiegare, il risultato son quelle righe veloci in cui dice che “Non avendo la sfera di cristallo non è possibile indicare con precisione quale fu l’espediente usato (uno di quelli descritti, un altro ancora) per riuscire nell’intento, né è necessario”

La sfera di cristallo, con la tremenda appendice del “né è necessario”, avrebbe reso famoso il sistema giudiziario italiano nel mondo intero, compreso il Terzo! senza impiego di particolari, sofisticate metodiche, se i giornali si fossero buttati, semplicemente, a fare il loro mestiere; soprattutto perché, dopo aver letto “gli espedienti” descritti dalla sentenza, si sarebbe visto che non spiegavano un bel nulla. E la sfera in una sentenza da ergastolo lascia increduli, specie se messa a fianco del Davigo Piercamillo di turno che si scaglia contro ministri e governi che scrivono male le leggi; e la Corte d’Appello e la Cassazione leggono e tacciono: evidentemente anch’esse approvano la sfera. Tacciono tutti, anche i pochi giornalisti che han seguito il processo; Rete4 fa addirittura un “romanzato” in cui il perfido Iori è colpevole fin dalla prima entrata in scena; tacciono i politici, anche quelli usi a lamentarsi dell’invadenza dei giudici; e allora il problema non dev’esser di solo diritto, ma uno dei tanti della comunicazione, di cui il processo penale fa parte. Stringendo: madre e figlia muoiono per aver prima ingerito 95 pastiglie di Xanax, che è un ansiolitico, non un sonnifero, quindi per addormentare ne serve davvero  tanto, lo ricorderò spesso; i giudici decidono subito per le gocce, altrimenti, per quanta fantasia abbiano messo nelle motivazioni, e la vedremo tutta, l’impudenza di scrivere la condanna con le pastiglie non l’avrebbero trovata; e poi respirano il gas di quattro bombolette da campeggio. Se è omicidio, dobbiamo ammettere sia possibile dar di nascosto a un’adulta e a una bimba di due anni 95 pastiglie; la storia cambia poco fossero gocce, perché il corrispondente delle 95 sono un bicchierone e hanno un sapore da vomito che per tentar di nascondere servono litri di succo di pompelmo, il gusto meno lontano; i giudici, senza provarlo! col solo aiuto della fantasia, la loro, che ha regnato sovrana nell’intero procedimento, han deciso che erano gocce e le han pure ridotte in quantità, rispetto a quanto trovato dall’autopsia; da nessuna parte le Corti di merito giustificano la riduzione, che dan per sottintesa e certa; e sì che complessivamente han scritto duecento pagine, che raccontano tutto, tranne i momenti decisivi; la Cassazione non ci fa caso; del gas possiamo fare a meno di parlare, per adesso, se non che un assassino che voglia andar sul sicuro usa quello della cucina, non lo scarso delle bombolette.

Comunque, accettate per cortesia le gocce, ci saremmo aspettati di leggere nelle motivazioni come Iori le avrebbe date alla madre; è bastato un semplice, con l’aiuto della sfera di cristallo: si può fare! Della bimba, e soprattutto della successione dei tempi, prima la madre o la figlia? da che han mangiato cose diverse in tempi diversi, è incredibile, si legge nulla! Neanche il due più due quattro in rispetto alle note più elementari; lo Xanax non è il sonnifero potente che stende con una goccia, ed è per questo che ne serve tanto: possibile che, almeno la madre, l’autopsia le ha trovato in corpo poco cibo, non si sia accorta del torpore che man mano l’assaliva? Madre e figlia: la prima delle due che vede l’altra crollare, fa nulla, nemmeno urla? C’è qualcosa che va oltre il processo, quello delineato  dal codice, che in certi punti esige una logica ferrea; quasi un processo parallelo con regole proprie.

Come immaginare un libro, senza appesantirlo con la pretesa di scrivere tutto, e il rischio di una specie di “dizionario del caso Iori”, che non ho alcuna intenzione di scrivere? Potrei ridurlo a poche righe, se l’obiettivo fosse distruggere il processo: basterebbe mettere in evidenza l’impossibilità di dar di nascosto tanto Xanax, confermata dalla trasformazione di pastiglie in gocce senza uno straccio di prova, seguita da tre Corti di fila, e senza comunque, mutate in gocce, un racconto di come sarebbe avvenuto; però piuttosto che distruggere è meglio raccontare, nel caso il “nostro” fosse un modo diffuso di celebrarli, i processi, in Italia. Mi limiterò ai punti essenziali, quel poco che basta a far incuriosire il lettore che i processi li segue dai media; in gran parte tratti dal primo grado, dove si son formate le “prove”; e dalla Cassazione, che condensa e spiega; il processo d’appello ha poco significato, la Cassazione stessa scrive ricalchi il primo; non s’è dato la pena di controllare nemmeno una delle “prove”: nonostante le ben fondate obiezioni della Difesa, le ha prese tutte per ottime; ma se il lettore vuol essere accompagnato passo su passo, legga www.flaminiocozzaglio.info, dove scrivo da anni, ogni giorno; meglio ancora, se il lettore vuol controllarmi, o intende divertirsi, legga le motivazioni dei tre processi, fotocopia, insisto; i verbali d’udienza al completo eccetera: farebbero libro da soli, tanto son chiari nello spiegare ciò che succede nei Tribunali! In nome del popolo italiano, non dimentichiamolo mai. Popolo che, essendo il processo penale pubblico, e la prova deve formarsi in Aula, per legge, ha il mezzo, volesse usarlo, di arrivare a una propria sentenza, pari a quella del giudice, e io l’ho fatto; l’unica differenza, la mia ha solo valore informativo……..

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Mar 28 2022

foreste e boschi 28 03 2022

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FORESTE E BOSCHI, I POLMONI DELLA TERRA

La Giornata Mondiale è stata istituita nel 2012 dalle Nazioni Unite per sviluppare nei cittadini la consapevolezza dell’importante ruolo del patrimonio arboreo per la sopravvivenza di tutto il nostro Pianeta

LEGGI GLI APPROFONDIMENTI IN FONDO ALL’ARTICOLO

La Giornata Mondiale delle Foreste e dei Boschi è stata istituita nel 2012 dalle Nazioni Unite per sviluppare nei cittadini la consapevolezza dell’importante ruolo del patrimonio arboreo per la sopravvivenza di tutto il nostro Pianeta.

Le foreste infatti sono uno degli ambienti più ricchi di vita che si sia mai evoluto nel nostro pianeta e rappresentano una risorsa fondamentale per gli equilibri dinamici dei sistemi naturali e sociali presenti nel mondo.

Il loro ruolo è fondamentale perché trattengono circa 300 miliardi di tonnellate di carbonio, ovvero 40 volte le emissioni di gas serra che emettiamo ogni anno a livello globale.

Oltre ad accogliere l’80% della biodiversità terrestre, le foreste producono cibo e sostentamento per 1,6 miliardi di persone e forniscono una grande quantità di servizi: garantiscono la protezione del suolo, la qualità dell’aria e delle acque, regolano il clima, riducono il riscaldamento globale, mitigano il rischio causato dagli eventi climatici estremi (alluvioni, desertificazione, ondate di calore), forniscono una protezione naturale contro gli effetti del dissesto idrogeologico, riducono l’insorgenza di pandemie e contribuiscono in generale alla salute e al benessere dell’umanità.

Senza le foreste non ci sarebbe vita sulla Terra e in questo periodo di cambiamenti climatici e di pandemia esse sono un importante alleato per la salvaguardia della vita e del benessere del nostro pianeta.

LEGGI GLI APPROFONDIMENTI

Foreste e boschi, la situazione in Italia

foreste-e-boschi-10-motivi-per-piantare-un-albero

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Mar 27 2022

per un mese, 27 03 2022

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PER UN MESE, 

da fine maggio, tornero’ a Cremona.

Francoforte 27 03 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Mar 27 2022

cremonesita’-duecentottantacinque 27 03 2022

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CREMONESITA’ – duecentottantacinque 

Antonio Grassi parla chiaro per www.cremonasera.it: un giornale dovrebbe essere se non imparziale, almeno non eccessivamente partigiano. Ogni riferimento e’ caldamente voluto.

Francoforte 27 03 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Unità del territorio, un canestro di parole

La diversità va forte. Ha il vento in poppa. È ai vertici delle priorità di ambientalisti, sociologi, antropologi, politici. È risorsa da conservare e tutelare.

La provincia di Cremona, suddivisa in tre aree, ciascuna con la propria storia, cultura, tradizione, dialetto è l’emblema della diversità, che però non è risorsa. È fregatura. Palla al piede. È staticità. Vuoto a perdere.

Marciare divisi e colpire uniti è uno dei metodi migliori per sfruttare le differenze. Applicato con scientifica precisione dalla Democrazia Cristiana ha sortito effetti straordinari. Trasferita nel centrosinistra, questa tattica ha trasformato gli ex comunisti in democristiani dipinti di rosa pallido e non ha procurato risultati altrettanto brillanti.

La provincia di Cremona non ci ha mai provato. Ha sempre marciato divisa e mai ha colpito compatta.

Cremonese, Cremasco e Casalasco procedono a ranghi sparsi, ognuno per sé, Dio per tutti, il quale spesso si dimentica della loro esistenza. Quando si ricorda, concede le briciole.

Crema guarda verso Milano. Cremona un po’ meno. Casalmaggiore altrove. Trovare un punto d’incontro è più arduo dell’interpretazione di una crittografia. È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che il nostro territorio trovi l’unità. Non è il Vangelo, ma una fotografia ad alta definizione della realtà.

La provincia di Cremona ha idee confuse e nelle sedi decisionali è una comparsa. Quasi mai protagonista. Quasi sempre questuante.

Narcisista e supponente, si concentra sul proprio ombelico. Si autocompiace. Si loda, che fa rima con s’imbroda. Quella di Mantova, larga di bocca e stretta di mano, le sfila egemonia e servizi.

La provincia di Cremona si atteggia a padrona, ma con la cessione di Lgh ad a2a è suddita di Brescia e Milano. 

La legge Del Rio, killer politico con il mandato di eliminare le province, ma impallinato dal referendum, non aiuta la coesione. Penalizza i piccoli comuni, favorisce i grandi.  L’elezione del presidente e del consiglio provinciale sono terreno di caccia dei partiti, iattura per la costruzione di un esercito vincente.

L’Area Omogenea cremasca è tale solo sulla carta. Idea non malvagia, senza un progetto è una pia illusione.  I cremonesi non se la filano. Probabilmente li irrita, ma non lo dicono. I Casalaschi sanno della sua esistenza e non molto altro. Se non è un Carneade poco ci manca. 

Consorzio.it, il braccio operativo dei comuni cremaschi, nato dalle ceneri di Scrp, è orfano di otto soci con i quali ha aperto un contenzioso finito alla Corte d’appello di Brescia. La logica e il bene comune, ai quali tutti si appellano, suggerirebbero un accordo e una ripartenza, concetto facile da esporre, difficile da applicare. Se sono rose fioriranno.

 L’Azienda sociale cremonese, che sembrava un monolito, ha mostrato la prima crepa dopo vent’anni (Cremonasera, 22 marzo). Il centrodestra si è astenuto sulla votazione del Piano di zona e l’isola felice è un po’ meno felice.

 L’Associazione temporanea di scopo (Ats) per l’implementazione del Masterplan 3c, proposta dall’amministrazione provinciale, concordata dalle segreterie di partito con l’Associazione industriali, non ha trovato un’adesione unanime da parte dei comuni delegati a finanziarla. L’Ats verrà presentata giovedì 14 aprile al teatro Ponchielli. Lo spettacolo si annuncia più triste che originale. Bolso ancora prima di iniziare.

Masterplan 3c disegna il futuro da Rivolta d’Adda a Casalbellotto, ma è già vecchio e superato.  Produce molto fumo, qualità non disprezzabile in politica. L’arrosto è una promessa. Non una certezza.

Crema, Cremona e Casalmaggiore dialogano poco. O non dialogano affatto. Questione di carattere. Di feeling. Di ego eccessivo. Di sfida a chi possiede gli attributi più duri, via maestra per giungere allo scontro e lasciare irrisolti i problemi.

I partiti in crisi d’identità e delegittimati dai cittadini a rappresentarli, ingannano se stessi e insistono ad agire con rituali dell’ancien regime, che non funzionano più.  Le segreterie hanno perso autorevolezza. Il centralismo democratico e altre forme verticistiche di direzione sono ammuffite. 

Spesso i partiti di Cremona indicano una via, quelli di Crema ne imboccano altre. 

La politica di oggi esalta i leader. In provincia abbondano gli attendenti. Scarseggiano i generali. Il guaio sono gli attendenti che si credono generali. I mediocri che si proclamano fenomeni. 

A Cremona è prevista la costruzione di nuovo ospedale e l’abbattimento dell’attuale, investimento da 330 milioni di euro.   A Crema si discute della casa di comunità, un moscerino.

La provincia di Cremona, capitale del mondo intero e patria di eroi, secondo la narrazione dell’informazione locale, è soprattutto terra di omologazione e di quieto vivere.

La protesta è educata.  Edulcorata è più aderente al vero.  È al rosolio.  È composta. È minimalista, nel senso di ridotta all’osso. È un racconto di Raymond Carver o un film di Abbas Kiarostami, ma privi del fascino dell’insignificante elevato a protagonista. Ad arte.

L’adrenalina è arrivata a Cremona nei giorni scorsi con la protesta contro la chiusura dell’Area donna. I sindacati hanno contribuito alla scossa con una manifestazione sulle eccessive esternalizzazioni dell’ospedale (Cremonasera, 25 marzo). Una rondine non fa primavera.

Il quotidiano cartaceo locale, storico riferimento della stampa provinciale e influente costruttore di opinioni, non aiuta il territorio a crescere. A contare. 

Lo presenta grande anche quando si dimostra nano. Lo magnifica, anche quando una critica non stonerebbe. I degni di lode sono i soliti noti, gli unti dal signore e dalle cariche ricoperte. Sono un mantra noioso e irritante.

Un giornale, secondo lo storytelling più caro, coccolato e veicolato da cinema e letteratura, dovrebbe essere da stimolo, cane da guardia delle istituzioni, della democrazia, del potere nell’accezione più ampia del termine. 

Dovrebbe essere il mastino che azzanna le istituzioni quando sbagliano. Che le costringe a ritornare sulla retta via. Che non teme lo scontro.

Dovrebbe essere l’antitesi del trombettiere pronto a diffondere i proclami del re, dei suoi tirapiedi e della corte dei miracoli che campa all’ombra del castello e del principe.

Dovrebbe essere se non imparziale, almeno non eccessivamente partigiano.

Nell’editoriale, a pagina 3 del magazine Mondo Business,  del 25 settembre 2021, il direttore Marco Bencivenga, precisava: «Il salto in avanti nella distribuzione nella diffusione della rivista è reso possibile dallo sforzo comune di quattro associazioni di categoria: Confindustria, Cna, Libera artigiani di Crema (le tre case fondatrici di Sit, la società editrice di MB) e Libera Agricoltori cremonesi (la new entry)».

Il magazine è supplemento de La Provincia, quotidiano di proprietà – attraverso la Sec – dell’Associazione Libera Agricoltori, la quale, nell’operazione Mondo Business, è partner dell’Associazione industriali e di due associazioni artigiane. 

Il direttore il medesimo per quotidiano e magazine.  

 Credere che La Provincia morda i compagni di avventura e di cordata del suo editore è un atto di fede che non si può escludere. Ma atto di fede rimane.

«Pensare male si fa peccato, ma spesso ci si indovina», ammoniva Giulio Andreotti, uno che misurava le parole.

L’ipotesi che il cane da guardia sia un cane da salotto è plausibile e non è una bocciatura o un giudizio negativo. È una deduzione scaturita dall’editoriale di Mondo Business.  Pezzo che merita un grazie e un plauso all’estensore. 

Atto di coraggio e trasparenza, l’editoriale mette le carte in tavola. Indirettamente fornisce ai lettori un importante elemento per valutare e pesare con maggior cognizione di causa gli articoli relativi alle associazioni in questione e pubblicati dal quotidiano.

Questo è il nostro territorio. Piaccia o meno, è tutti insieme appassionatamente senza disturbare il manovratore e un canestro di parole sull’unità che non esiste. Un sogno mai decollato, forse neppure nel cassetto.  È poca cosa. Gnagnera.

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Mar 27 2022

vietato far credere 27 03 2022

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VIETATO FAR CREDERE

che si vogliano intavolare trattative di pace quando si definisce il Putin di turno macellaio: vero, ma non si pu? dire, almeno in pubblico.

Francoforte 27 03 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Mar 27 2022

il ministro ferrari aggradi 27 03 2022

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L MINISTRO FERRARI AGGRADI Marco Bragazzi ha fonti riservatissime che impegna solo perwww.cremonasera.it, comunque oggi scrive bene un pezzo di Storia, con gli agricoltori, immagino quali, che non lasciano parlare un ministro perché contrario ai loro interessi!

Francoforte 27 03 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Fiera del bovino 1973, quella volta al Cittanova che gli agricoltori non lasciarono parlare il ministro Ferrari Aggradi. In sala John Volpe che allertò la Casa Bianca

Il presidente Eisenhower osserva il fotografo tenendo in mano la Bibbia, alla sua destra un uomo, con una mano alzata e l’altra appoggiata sul libro, sta giurando secondo i canoni richiesti dalla amministrazione statunitense prima di prendere possesso di una importante carica pubblica.

Noi tutti le abbiamo viste diverse volte nei film, con la loro struttura argentea e la livrea con i colori della bandiera a stelle e strisce la Amtrak, ovvero le locomotive pubbliche americane, hanno raccontato buona parte della storia di quel paese, storia di enormi distanze da percorrere segnate da paesaggi totalmente diversi. Nel Massachusetts, a Cambridge, un moderno edificio, ben diverso da palazzo Cittanova a Cremona, si staglia all’interno del centro studi della NASA offrendosi come punto di studio e sviluppo di quel sistema ferroviario che da secoli racconta gli Stati Uniti.

Il centro si chiama John Anthony Volpe Center ed è dedicato a quell’uomo con la mano alzata che giura davanti al presidente Eisenhower. Volpe incarna il sogno americano, quel sogno figlio di un XX secolo che si affacciava con occhio stupito allo sviluppo degli Stati Uniti; nato nel 1908 da emigranti abruzzesi John si laurea nel 1930 in architettura e, con il padre, sviluppa una redditizia azienda di costruzioni edili. Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale si arruola come volontario nel Genio della Marina Militare e decide di dedicarsi alla vita politica invece che alla costruzione di grattacieli, passaggio che gli offrirà una carriera notevole. I

Il primo passo che porterà John anche a Cremona è quel giuramento del 1956 dove l’architetto accetta il ruolo di direttore generale dei trasporti statunitensi, da quel giuramento Volpe comincerà la lunga scalata ai vertici della amministrazione statunitense, prima come governatore del Massachusetts poi, nel 1969, come segretario dei trasporti con il governo Nixon. Dopo aver passato 4 anni negli uffici della Casa Bianca Volpe chiederà di tornare nella terra dei suoi avi diventando ambasciatore plenipotenziario, nel febbraio del 1973, in Italia, ultimo passaggio della sua carriera politica. John non era nuovo nel Belpaese, nel 1966 era in Lombardia per osservare come lo sviluppo del sistema dei trasporti viaggiasse in maniera più o meno parallela con quello del settore industriale, aveva le idee chiare il politico e, prima di entrare alla Casa Bianca, aveva ipotizzato di come uno shock petrolifero avrebbe impattato in maniera feroce sulla struttura sociale ed economica di un paese. Per limitare i potenziali danni da crisi energetica l’architetto, appena entrato nei ranghi di Nixon, darà origine alla famosa Amtrak in modo da trasferire su rotaie il trasporto statunitense in maniera rendendolo sempre meno dipendente dalla gomma e dal petrolio.

Lo shock arriva nel 1973, l’Italia subisce una crisi energetica senza precedenti, si torna al razionamento della benzina e la società subisce un contraccolpo economico durissimo. Volpe è appena arrivato in Italia, vede le città svuotate dalle macchine e il ritorno dei cavalli per il trasporto delle persone, nella sua testa si va formando il concetto che aveva predetto: la crisi energetica impatterà sulla struttura sociale del paese. Nei suoi telex per la Casa Bianca compare anche Cremona, nel settembre del 1973 Volpe è in città per l’apertura della fiera della zootecnia, niente fanfare o parate per lui, in maniera completamente anonima decide di fare due passi in centro per soddisfare gli occhi e i suoi studi di architettura poi, stante ai suoi messaggi, si dirige verso palazzo Cittanova dove il ministro dell’agricoltura Ferrari Aggradi dovrà discutere della tradizionale fiera cremonese.

Nei telex l’ambasciatore descrive la incredibile bellezza del Cittanova ma il resoconto politico della giornata sarà drammatico; la società produttiva, partendo da quella agricola, subisce un colpo micidiale dallo shock energetico, Ferrari Aggradi viene duramente contestato dai presenti e costretto a rientrare a Roma. A Cremona si stava consumando quel passaggio drammatico che sembra riproporsi a distanza di 50 anni, un sistema economico messo in ginocchio da crisi energetiche che impattano a cascata su tutto il settore produttivo arrivando a colpire anche il privato cittadino. Volpe racconterà alla Casa Bianca, con copia dei telex a molte ambasciate statunitensi nel mondo, di come quel pomeriggio cremonese fosse la dimostrazione di prodotti eccellenti che rischiavano non venire più prodotti a causa di costi che si stavano gonfiando in maniera spropositata. Il latte, il grano, i bovini, i prodotti caseari, secondo Volpe gli agricoltori erano stufi delle “promesse infinite” da parte del Governo italiano in materia di agricoltura, l’ambasciatore scrive a Washington che a Cremona il ministro venne duramente contestato ma che lo stesso trattamento lo aveva ricevuto anche a Carmagnola il 9 di settembre e lo riceverà a Verona il 5 di ottobre. Cremona fu una sorta di drammatica conferma del pensiero che da anni John aveva nella testa, la dipendenza dal petrolio non è rischiosa soltanto per gli spostamenti ma anche per la struttura produttiva di uno stato, la Casa Bianca, leggendo i telex, darà subito all’ambasciatore plenipotenziario la possibilità di lavorare con il Governo italiano per cercare di trovare una via d’uscita alle feroci contestazioni di palazzo Cittanova. I messaggi verso Washington e verso le ambasciate con i fatti di Cremona avevano una precisa visione, quella di dover stabilizzare un sistema prima che fosse troppo tardi, ma dopo la stabilizzazione andava ripristinato quel rapporto di fiducia tra i produttori e le istituzioni, forse la cosa più difficile da attuare. Durante il suo periodo come ambasciatore Volpe contestò fortemente la possibilità che partiti di sinistra entrassero nel governo di paesi legati alla NATO, secondo lui era necessario mantenere comunque una certa distanza tra l’Unione Sovietica e i governi dei paesi del Patto Atlantico. 

Nelle foto il giuramento di John Volpe, poi l’ambasciatore con Jacqueline Kennedy e il ministro Ferrari Aggradi

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