Gen 30 2021
luna rossa e compagnia bella 30 01 2021
Col vento di Pirondini a favore, anch’io vincerei quasi tutto! E Blitz Quotidiano con Marco Benedetto direttore che ci spera….. Flaminio Cozzaglio.
Luna Rossa più vicina alla finale di Coppa America: riviviamo le drammatiche fasi della vittoria sugli americani
di
Enrico Pirondini
Pubblicato
il 29 Gennaio 2021 18:39
Luna Rossa batte gli americani con due regate perfette. La finale della Coppa America è più vicina.
Guarda che Luna! Nel ventoso golfo di Auckland la nostra nazionale del mare, con due regate semplicemente perfette, ha demolito American Magic e messo il cappello sulla finale della Prada Cup.
Una finale che vale l’accesso alla finalissima della Coppa America, un sogno che l’Italia insegue da vent’anni (dal 6 marzo).
Un sogno probabilmente proibito ma che vale la pena di cullare. Un sogno svanito ad altre due barche italiane: Azzurra di Cino Ricci ed il Moro di Venezia di Raul Gardini.
DUE REGATE DI LUNA ROSSA SENZA ERRORI E CON UN VENTO POCO PROPIZIO
C’era
un vento poco propizio a Luna Rossa che preferisce venti leggeri,
sotto i 16 nodi. Ciò nonostante i ragazzi di James Spithill sono
scesi in acqua decisi, concentrati. Prima
regata: partenza sicura, solida. American Magic non molla. Azzarda
incurante dei pericoli corsi nelle prove della vigilia (ancora il
rischio scuffia).
Luna Rossa controlla. La barca dello Yacht Club di New York ha un
guizzo portentoso, inatteso, sorprendente. Fa addirittura il record
di velocità. Vola. Un missile. Raggiunge i 58,31 nodi, cioè 98,7
km/h. Pazzesco. Impensabile per una barca ricostruita in 8 giorni
dopo il terribile buco nella chiglia accusato proprio contro Luna
Rossa nella terza regata del secondo Round Robin. Ma l’AC75 di
Patrizio Bertelli non si spaventa. Anzi. E va a chiudere con
2,43.
Seconda regata, American Magic ha un problema tecnico. Si
disunisce. Le vele italiane vincono addirittura con 3,7 minuti di
vantaggio. Non c’è storia.
IL TEAM INEOS DEL BARONETTO DI SUA MAESTÀ PRONTO ALLA DISFIDA
Gli inglesi
di Ben Ainslie temono la barca italiana ma vogliono a tutti i costi
la Coppa America. Prima però c’è lo scoglio delle 13 regate in
programma dal 13 febbraio.
Quindi il gran finale dal 6 marzo. Il
Britannia è in gran forma. Ma Luna Rossa va sempre meglio. E crede
nei suoi numeri: lunghezza 22,86 metri. Come un carro merci (7,5
tonnellate). Altezza 26,5 metri. E undici uomini decisi ad entrare
nella storia del più antico e prestigioso trofeo del mondo.
Vela, Giancarlo Pedote ha fatto il giro del mondo in solitario: 80 giorni dalla Francia all’Antardide e ritorno
di
Enrico Pirondini
Pubblicato
il 29 Gennaio 2021 20:19
Vela, giro del mondo in solitario. Un fiorentino di 45 anni, Giancarlo Pedote, è l’uomo del giorno. È arrivato settimo (su 33 partecipanti; 27 uomini, 6 donne) nel giro del mondo a vela in solitario. Senza scali, senza assistenza. Ha chiuso la Vendée Globe in 80 giorni e 22 ore.
Solo sul suo Imoca di 18 metri. Una barca del 2015. Tre mesi in mezzo al mare senza nemmeno avere la possibilità di mettere il pilota automatico.
Durante la regata gli è successo di tutto ma ce l’ha fatta. Con l’arte, tutta italiana, di arrangiarsi. La chiamano l’Everest del mare. È una regata ai limiti delle risorse umane. È la solitudine dei numeri primi. Partenza e arrivo a Les Sales Sables-d’Olonne, sull’oceano Atlantico, dipartimento della Vandea; cittadina graziosa di appena 15mila abitanti. È gemellata con Trapani. Covo di lupi di mare.
UNA REGATA DI 45.130 KM. SFIDANDO ANTARTIDE E TERRA DEL FUOCO
La titanica regata ha un nome che in queste ore è virale: VENDEE GLOBE, prima edizione 1992. Ora siamo a nove. Si svolge ogni quattro anni. Come le Olimpiadi . Con cui ha in comune l’emozione vitale, l’arcigna severità, l’ottimismo esistenziale. Partenza 80 giorni fa lungo un itinerario infernale. Oceano Atlantico, Capo di Buona Speranza, Antartide, Capo Horn, arcipelago della Terra del fuoco. Quindi rientro in Vandea. Totale 25 miglia nautiche. Cioè 45.130 km.
HA VINTO BESTAVEN CON L’ABBUONO PER IL SALVATAGGIO
È arrivato primo il francese Charles Dalin, 36 anni, ma in virtù di un abbuono di 10 ore e 15 minuti (per aver contribuito al salvataggio di Kevin Escoffier) la giuria ha scelto Yannik BESTAVEN, classe 1972, velista d’altura. Tempo: 80 giorni, 3 ore, 44 minuti, 46 secondi. Tre ore meglio di Dalin, il primo sull’ linea. E Giancarlo? Dice, serafico: “Restare tre mesi in mare, lontano dalla mia famiglia, ti fa apprezzare le cose belle della vita. Ora che sono tornato coi piedi in terra sono felice di trovare le mie comodità. La vera vita è qui in terra”.
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