Giu 27 2020

la legge del più forte-milleseicentotrentotto 27 06 2020

Published by at 6:56 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – milleseicentotrentotto

Pescare tra gli 800 casi del piccolo archivio di www.errorigiudiziari.com dà la certezza: il risultato sarà comunque buono, per chi scrive; invece il malcapitato di turno s’è fatto vent’anni da innocente; chi paga? Maurizio Bova prima degli altri, poi noi cittadini; e i responsabili? manca il tempo di cercarli……

—Con tutta probabilità, sarà il risarcimento per errore giudiziario più elevato di questo 2015. L’indennizzo dovuto a Maurizio Bova per aver scontato da innocente quasi 20 anni di carcere, ammonta infatti a ben 2 milioni e 149 mila euro: una somma record, specie se si considerano le entità degli altri risarcimenti normalmente accordati alle vittime di malagiustizia, soprattutto a quelle di ingiusta detenzione. Il protagonista di questa vicenda (ricostruita nei dettagli dall’articolo che riportiamo di seguito) è originario di Somma Vesuviana (in provincia di Napoli). A portarlo in carcere, accuse gravissime: omicidio e tentato omicidio. Ma per una volta, le testimonianze dei pentiti non sono servite a incastrare un innocente, quanto a scagionarlo: un collaboratore di giustizia inizialmente accusato in concorso con Maurizio Bova, infatti, si autoaccusò dei reati. Non solo: a far emergere l’innocenza dello stesso Bova sono stati anche diversi altri riscontri ed elementi nuovi, spuntati fuori soltanto nel corso del lungo iter processuale. Risultato: dopo un calvario giudiziario lungo quattro processi e quasi vent’anni, la vittima di questo errore giudiziario, totalmente scagionata, avrà il suo risarcimento. Un indennizzo record di 2 milioni e 149 mila euro, a titolo di risarcimento per riparazione dell’errore giudiziario, è stato deciso nei giorni scorsi dalla Corte di Appello di Perugia nei confronti di Maurizio Bova, 64 anni, di Somma Vesuviana, condannato ingiustamente – nel 1997 – dell’omicidio del boss Antonio Ferrara e del tentato omicidio di Domenico Ferrara, episodio avvenuto nel 1994. Bova, difeso dall’avvocato Alfonso Baldascino del foro di Santa Maria Capua Vetere, fu condannato all’ergastolo scontando complessivamente 19 anni, 7 mesi e 20 giorni di reclusione, ovvero fino alla sua assoluzione giunta nel gennaio dello scorso anno con verdetto della Corte di Appello di Perugia.
A scagionare Bova, accusato di avere ucciso il boss del comune vesuviano Antonio Ferrara, furono dapprima le dichiarazioni del pentito Antonio Marchese (che si autoaccusò attraverso una lettera del delitto risalente a metà degli anni Novanta e che era stato accusato in concorso con Bova) e successivamente altri riscontri e nuovi elementi rinvenuti negli atti processuali che non erano mai emersi nei precedenti procedimenti. Lungo l’iter giudiziario: dalla condanna all’ergastolo della Corte di Assise di Appello di Napoli (1997), all’inammissibilità della revisione del processo da parte della Corte di Appello di Roma (2011), all’annullamento della decisione della Corte di Appello di Roma da parte della Corte di Cassazione (2012), all’assoluzione della Corte di Appello di Perugia (2014), all’istanza di risarcimento presentata sempre a Perugia alla fine del 2014 fino alla camera di consiglio dei giudici avvenuta nel maggio scorso al deposito della decisione.

Francoforte 27 06 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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