Archive for Maggio, 2020

Mag 28 2020

qui cremona-seicentoquarantasei 28 05 2020

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QUI CREMONA – seicentoquarantasei

Amaro e realistico commento sulla cremonesità di Antonio Grassi, una tastiera che graffia, apparso in www.cremonaoggi.it: che rispondere, oltre a un: hai ragione! Il nostro emblema, altro che eccellenze alimentari, il torrone vibra solo grazie a Stefano Pellicciardi, il violino eccetera, è il sottomarino Enrico Toti, un ferrovecchio ingombrante quando era da noi, mesi di prenotazione per visitarlo a Milano. Naturale che le Ferrovie rispondano: è presto per il raddoppio della Mantova Cremona Milano. E Antonio Grassi, da bravo ex, ha evitato di calcare la mano sull’unico quotidiano in carta di cui godiamo.

Inevitabile la querela della Regione Lombardia, dopo le pesanti accuse di truccare i numeri; da www.cremonaoggi.it:

—Regione Lombardia, dopo le prime precisazioni, ha deciso di querelare la Fondazione Gimbe e il suo presidente Nino Cartabellotta. “Regione Lombardia, attraverso il proprio ufficio legale, ha deciso di presentare una querela contro la fondazione Gimbe e il suo presidente Nino Cartabellotta. Un atto inevitabile, il nostro, dopo quanto affermato dal presidente della fondazione che, parlando dei dati sanitari della Lombardia, ha dichiarato, fra l’altro, che ‘si combinano anche dei magheggi sui numeri’”. Lo comunica in una nota la Regione Lombardia.”Accuse intollerabili e prive di ogni fondamento – si legge nella nota – per le quali il presidente di Gimbe dovrà risponderne personalmente. I nostri dati, come da protocollo condiviso da tutte le Regioni, vengono trasmessi quotidianamente e con la massima trasparenza all’Istituto Superiore Sanità”—

Sito della Diocesi, il vescovo monsignor Napolioni: grazie a Dio finalmente si respira! Per lo stesso principio, fino a pochi giorni fa non si respirava.

Francoforte 28 05 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Mag 28 2020

l’autunno dei magistrati 28 05 2020

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L’AUTUNNO DEI MAGISTRATI

Le macchinazioni dei cardinali nei Conclavi dei secoli bui. A questo fanno pensare le chat di Luca Palamara pubblicate in questi giorni, chat che buona parte della stampa finge di non aver letto, quella stampa che comunque non può dolersi o protestare contro pubblicazioni arbitrarie di intercettazioni irrilevanti per un processo penale in quanto essa stessa ne ha usato a man bassa quando si trattava di colpire altri avversari. E pensare che quello che leggiamo è il risultato di un solo trojan attivato sul telefono di un solo magistrato per quanto importante, ricordiamolo, già presidente dell’ANM cioè il rappresentante e la voce di tutti i magistrati. Se i trojan fossero stati di più, a strascico o a cascata, come si usa dire, e le intercettazioni decine come accade in molte indagini, possiamo immaginare quante manovre del genere sarebbe venuto alla luce da parte di quei magistrati, non tutti ma moltissimi, che ad un certo punto della loro carriera si convincono di aver diritto ad un prestigioso incarico direttivo. Alti magistrati che per ottenerlo dedicano ad iniziative autopromozionali e a sotterfugi molto di quel tempo che dovrebbe invece essere impegnato per i compiti loro affidati. Tutti costoro ritengono evidentemente che il CSM, invece di essere un alto organo costituzionale, almeno così come la Costituzione lo descrive, sia invece un campo di battaglia in cui far prevalere, con voti e delibere mercenarie, il loro desiderio di potere.

In questa tragedia della magistratura c’è chi cerca di tirarsi fuori, dando la colpa agli “altri” ma, come in tutte le istituzioni malate, se gli “altri” trafficano e raccomandano i propri adepti lo devi fare anche tu, almeno per mantenere una parità nelle corse truccate, e ad un certo punto non si sa più chi ha cominciato e il meccanismo corruttivo si riproduce ovunque e da solo.

Anche i cronisti giudiziari, spesso subalterni alle Procure, fanno parte a pieno titolo di questo groviglio di interessi. Ho trovato ad esempio sconcertante una conversazione in cui l’immancabile Palamara commissiona in modo abbastanza esplicito ad una nota giornalista di cose giudiziarie di Repubblica un articolo destinato ad orientare le nomine alla Procura di Roma e in altre sedi. Si è passati dal giornalismo di inchiesta al giornalismo di servizio.

Ma negli ultimi giorni non è accaduto solo questo, il secondo “picco”, per usare un termine epidemico, della saga Palamara.

Abbiamo assistito in rapida successione ad una serie di eventi che hanno occupato le prime pagine dei giornali.

E’ stato arrestato il Procuratore di Taranto Carlo Capristo, collocato lì dal CSM dopo aver condotto molte indagini non proprio fortunate, con l’accusa di avere colluso con alcuni imprenditori in danno di altre persone e aver fatto pressioni su un Pubblico Ministero. E la lista dei magistrati accusati di varie forme di corruzione, un tempo un’eccezione, comincia in questi anni ad allungarsi in modo preoccupante.

Abbiamo sentito in televisione le accuse, al di fuori di ogni correttezza istituzionale, rivolte da Nino Di Matteo, componente del CSM, al Ministro di Giustizia per non averlo collocato due anni prima alla direzione del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria solo perché, secondo lui, avrebbe ceduto a losche pressioni.

E alla fine, scossa dagli scandali, è andata in frantumi la Giunta dell’ANM, il governo della magistratura.

C’è una soluzione a tutto questo, che coinvolge come si legge nelle ultime chat pubblicate, anche la Sezione disciplinare del CSM?

Il Governo e alcune forze politiche accennano a una radicale riforma del sistema di elezione del CSM. Effettivamente l’unico strumento per contenere il monopolio delle correnti sarebbe un sistema elettorale magari misto, in parte ad elezione ed in parte a sorteggio, che vanificherebbe comunque ogni cordata e ogni scalata perché diventerebbe inutile dedicarsi ad attivare liasons pericolose e scambi di vario tipo quando il loro successo dipendesse in buona parte dall’alea.

Non è un’ipotesi stravagante. Sono già scelti per sorteggio i giudici popolari delle Corti di Assise, che possono emettere sentenze di condanna all’ergastolo e i giudici del Tribunale dei Ministri e, anche se molti non lo sanno, le Commissioni esaminatrici di molti concorsi pubblici come alcuni concorsi universitari e quelle che assegnano alcuni appalti. È una soluzione, che inizia a diffondersi, forse di riserva, ma che in qualche modo difende dai clientelismi e dalle fazioni.

Ma dubito che una riforma del genere possa decollare mai. Passato il momento critico non se ne parlerà più. Tutto tornerà come prima. Ne sento parlare da quando ero un magistrato con i calzoni corti e sono convinto che le correnti della magistratura, che hanno interesse a mantenere il loro potere, siano in grado di neutralizzare qualsiasi iniziativa. Del resto, tra le tante cose curiose, vi è il fatto che il Ministero di Giustizia è occupato in posizioni apicali da decine e decine di magistrati fuori ruolo, in spregio, come ha ricordato in questi giorni il costituzionalista Sabino Cassese, alla divisione dei poteri, magistrati che sono in grado di contenere ed orientare qualsiasi iniziativa e continuano nei fatti a rispondere e a dipendere dall’ANM.

Eppure l’obiettivo, per quanto possa sembrare paradossale, dovrebbe essere questo: che i magistrati con loro fazioni, le loro rivalità, i loro personalismi e i loro legami impropri con la politica e l’informazione, scompaiano dai titoli dei giornali che oggi occupano non meno dei politici e certo anche più degli uomini di spettacolo. E che nelle cronache si parli solo, in modo più neutro, dei processi in modo che i cittadini, che oggi hanno poca fiducia nei giudici, comincino ad averne di più in quella che è la loro tutela: impersonale, obiettiva e uguale per tutti, la giustizia.

E, per non contraddirsi, non servirebbe più allora un articolo come questo, firmato da un magistrato.

Guido Salvini

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Mag 28 2020

le nocciole delle langhe 28 05 2020

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COLDIRETTI GIOVANI IMPRESA Nocciole piemontesi IGP a filiera corta: la storia di Sara, Erika e Luca. La Levicciola è un’azienda agricola a conduzione famigliare specializzata nella produzione e trasformazione della NOCCIOLA PIEMONTE IGP delle Langhe. Il nome dell’attività è dovuto alla sua ubicazione nel piccolo pese collinare di LEVICE, situato in Alta Langa; l’altitudine, il terreno e il clima che lo caratterizzano, permettono di ottenere un prodotto unico al Mondo. L’azienda nasceva 60 anni fa e si basava principalmente sull’allevamento bovino e su pochi ettari di noccioleti. Nel tempo si è sviluppata e rinnovata continuamente fino a convertire tutta l’attività in nocciole, oggi conta 30 ettari di noccioleti tutti collocati a Levice e tutti marchiati “Nocciola piemontese IGP delle Langhe”. La generazione più giovane, composta da tre fratelli: Sara ( 23 anni ), Erica ( 21 anni) e Luca ( 19 anni ) decide di ampliare l’impresa, seguendo la logica de “dal produttore al consumatore”, creando la filiera corta quindi non ricorrono ad intermediari nemmeno per l’acquisto della materia prima poiché utilizzano solo ed esclusivamente la loro produzione di nocciole. La filiera dunque include: raccolta, ventilazione, essiccazione, impianto di sgusciatura, trasformazione, confezionamento e punto vendita. Essa permette di avere un miglior rapporto e una maggior collaborazione con i clienti. La lavorazione in campo avviene rispettando l’ambiante e avendo cura di preservare la biodiversità con un utilizzo ridotto di prodotti chimici. I fratelli stanno anche testando un metodo di coltivazione più sostenibile con utilizzo di asini e pecore che brucano l’erba, in sostituzione dei diserbanti. Dalla materia prima di qualità è possibile ottenere prodotti d’eccellenza, l’azienda offre beni di prima lavorazione: nocciole tostate, farina, granella, pasta e semilavorati: quattro tipi di crema per soddisfare i gusti di tutti, nocciole caramellate e nocciole e miele. Per ottenere queste prelibatezze le nocciole vengono scelte una per una a mano e la tostatura avviene in un tostino a gas in cui la fiamma è direttamente a contatto con il cestello contenente la materia prima, questo fa si che la fragranza non si disperda ma venga esaltata. Per finire l’impresa fa parte di CAMPAGNA AMICA che garantisce ai clienti la genuinità del prodotto.

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Mag 28 2020

cosa pensavano in libera, 28 05 2020

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COSA PENSAVANO IN LIBERA,

di cui la Provincia fin che c’è fa il portavoce, che il Gip smentisse la decisione presa solo pochi giorni prima?

—Il caso Voltini, il gip conferma l’interdizione per un anno. In Procura va avanti l’indagine sui licenziamenti in blocco con minacce di ex del Consorzio Agrario.

Francoforte 28 05 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Mag 28 2020

corte le giare 28 05 2020

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Di nuovo IL TEATRO. A quattro mesi dalla chiusura dei luoghi di aggregazione, riprendiamo l’attività con una piccola rassegna di spettacoli all’aperto presso la corte Le giare di Ragazzola. L’intento è quello di dare un segnale di ritorno alla normalità e di continuare a proporre cultura, di cui molto si è sentito la mancanza nell’ultimo periodo. Andranno in scena due monologhi di due straordinari attori quali Tindaro Granata e Alessandro Blasioli. L’ampia corte Le giare consente l’attuazione delle disposizioni del DPCM del 17 maggio, a cui faranno seguito le normative regionali, di distanziamento interpersonale degli spettatori, controllo della temperatura corporea, utilizzo obbligatorio delle mascherine e sanificazione delle poltroncine prima di ogni spettacolo.

CORTE LE GIARE DI RAGAZZOLA

ANTROPOLAROID

di e con Tindaro Granata

disegno luci Omar Scala

elaborazioni musicali Daniele D’Angelo

produzione Proxima Res

Primo appuntamento venerdì 26 giugno alle ore 21.30 con Antropolaroid di Tindaro Granata. Definire Antropolaroid non è semplice: ad oggi non c’è nulla di paragonabile al lavoro originalissimo di Granata. Si potrebbe chiamare in causa Charlie Chaplin, ma anche il teatro dei racconti e della terra sicula o semplicemente un lavoro sull’immaginazione, la musica, la memoria. Uno spettacolo ad alta condensazione ed intelligenza teatrale nel quale ci sono, rielaborate con molta sensibilità, schegge di storia dello stesso interprete in scena, con quel titolo che fonde insieme la ricerca antropologica con lo scatto fotografico, la memoria trattenuta nell’immagine, il racconto tramandato e vissuto profondamente. Antropolaroid è uno spettacolo di cupa bellezza, struggente, attraversato da un’inquietudine dolorosa, dove a tratti si coglie ugualmente, amaramente, l’occasione di ridere, per la caratterizzazione dei personaggi, il loro susseguirsi sulla scena, per l’abilità stessa dell’attore nel trasformarsi: tante sono le metamorfosi. Uno straordinario Tindaro Granata, solo in scena, racconta di figure familiari, di generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi. Con il proposito di andare a Roma, diventare attore, fare del cinema. Per la sua originalità e l’innovazione che rappresenta per la scena teatrale italiana, Antropolaroid ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il Premio ANCT dell’Associazione Nazionale dei Critici.

QUESTA E’ CASA MIA

di e con Alessandro Blasioli

supervisione Giancarlo Fares

luci Fausto Tinelli

scenografia Andrea Corvo

produzione Florian Metateatro

Sabato 27 giugno alle ore 21.30 andrà in scena lo spettacolo Questa è casa mia, scritto e interpretato da Alessandro Blasioli. Veloce e coinvolgente, pieno di ritmo, ironico, concreto e commovente, Alessandro Blasioli propone un monologo di grande efficacia narrativa sul tema arduo e colmo di dolore del terremoto de L’Aquila. Intrecciando le storie di una famiglia e di due amici inseparabili, nel quadro problematico seguente al terremoto che sconvolse l’Abruzzo nel 2009, i personaggi vengono travolti non solo dalla potenza della natura, ma anche dall’iniquità degli esseri umani. Fra inefficienze e resistibili condotte della macchina statale, umanità varia di dubbia sensibilità ed ethos morale, si snoda un racconto di taglio civile che offre una visuale inconsueta sulla realtà del capoluogo abruzzese e, a un livello più ampio, su quella di altri luoghi versanti in un’analoga condizione post-sismica. Questo nodo di temi emerge dall’intarsio drammatico di Questa è casa mia – Dolor Hic Tibi Proderit Olim (Un giorno questo dolore ti sarà utile), sulle ali di un teatro di narrazione animato dalla vivacità colorata di uno sguardo ironico e screziato, su cui trova risonanti sponde anche il parlato roccioso e caparbio del dialetto abruzzese. Attraverso gli occhi dei giovani, insieme a quelli più vissuti di adulti e anziani che rivivono di parola in parola, si possono così vedere e percepire le dolenti vicende e implicazioni sottese a uno scenario che va dagli hotel della costa alle militaresche tendopoli, dal Progetto CASE alle spersonalizzanti New Town, sino al sollevarsi fragoroso del Movimento delle Carriole. Affinché, un giorno, questo dolore possa davvero servire a qualcosa di meglio: a chi lo vive e ha vissuto, e a chi no.

I biglietti numerati degli spettacoli si possono acquistare esclusivamente tramite pagamento bancario, costo 10 euro. Le richieste possono essere inoltrate all’indirizzo mail teatrodiragazzola@aruba.it oppure Whatsapp 339.5612798

CORTE LE GIARE via provinciale vecchia, 33 Ragazzola (PR)

coordinate https://maps.app.goo.gl/9M3jWp4P7iu1C3YB8

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Mag 28 2020

il super sondaggio 28 05 2020

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IL SUPER SONDAGGIO

presentato da Repubblica; la maggioranza, variano i partiti, ma fa sempre un sei punti meno dell’opposizione, cui va benissimo non dover governare il coronavirus.

—Ecco nel dettaglio la media dei vari partiti e gli scostamenti  rispetto alla Supermedia di due settimane fa (14 maggio).
Lega: 26,3% (-0,3)
Pd: 20,6% (-0,4)
M5s: 15,9% (-0,1)
Fdi:14,5% (+0,3)
Forza Italia: 7,1% (+0,4)
Italia Viva: 3,0% (-0,2)
La Sinistra: 2,7% (-0,1)
Azione: 2,3% (+0,3)
Verdi: 1,7% (-0,1)
+Europa: 1,7% (=)
Quanto alla Supermedia per aree politiche in Parlamento, la maggioranza di governo è al 42,2% (-0,8), l’opposizione di centrodestra al 48,8% (+0,4). La supremerdia delle coalizioni così come si sono presentate alle Politiche del 2018, vede il centrodestra in testa con il 48,8% (+0,4), il centrosinistra al 27,6%(-0,4), M5s 15,9% (-0,1) LeU 2,7% (-0,1) Altri 5,0% (+0,2).

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Mag 28 2020

a michele serra 28 05 2020

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A MICHELE SERRA

Che scrive su Repubblica; uno dei “tantissimi” lo invita a disertare dopo l’acquisto di John Elkann, ma lui risponde no con una lunghissima lettera; un elogio a entrambi: evitano chat sms e altre moderne diavolerie tanto di moda….

—Caro Michele, non ho mai perso una tua Amaca. Si contano le pochissime volte che ho dissentito da te, ma veniamo al sodo. Come nel film di Forman, Jack Nicholson dice al Grande capo: che ci facciamo noi qui, Grande capo? Ecco, che ci fai ancora lì, a Repubblica intendo? Che ci fate tu, Merlo, Augias, De Gregorio, Rampini e aggiungi chi vuoi? Sembrate bei quadri appesi in un’abitazione che non è stata pensata per voi. Quello non è più posto per voi. Siamo in tantissimi a pensarla così. Insieme a Lerner, Deaglio, da qualche altra parte, ricominciate, per favore. Vi seguiremo di sicuro.

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Mag 28 2020

anch’io amo hemingway 28 05 2020

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ANCH’IO AMO HEMINGWAY, specie Festa Mobile, il diario dei suoi giovani anni a Parigi, e mi piace sapere, via Sussurrandom, che Gianpaolo Saccomano ne ricordi la scrittura senza fronzoli. —Il maledetto virus e alcuni problemi degli attori hanno bloccato il mio ?oving Hemingway per quest’anno. Spero di potervi venire incontro l’anno prossimo con questa mia piece teatrale che ha riscosso grandi e lusinghieri consensi… Gianpaolo Saccomano

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Mag 28 2020

lo spasso continua 28 05 2020

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LO SPASSO CONTINUA Da l’Opinione delle Libertà una difesa un po’ strana del Palamara Luca….. —In secondo luogo, ripeto che Palamara è soltanto uno dei tanti magistrati italiani che, occupando una posizione di vertice, quale presidente della Associazione nazionale magistrati e componente del Csm, scambiava messaggi e telefonate per accordarsi con altri colleghi, esponenti correntizi, per spartirsi posti e poltrone. Fra l’altro è soltanto cinquantenne, poco più di un ragazzo, per quanto già abbia occupato posti di vertice. Viene allora da chiedersi cosa si troverebbe, se si andasse a sbirciare sui cellulari di tanti suoi colleghi, magari più avanti negli anni e che forse oggi siedono sulle poltrone più alte del potere giudiziario. Probabilmente, molto di più e di più compromettente. Infine, ribadisco che Palamara non può essere accusato da nessuno dei suoi colleghi perché appare molto difficile trovarne uno che non si sia avvalso, per ottenere un trasferimento o una poltrona, dello stesso metodo a lui oggi rimproverato.

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Mag 28 2020

il cardinal bassetti, 28 05 2020

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IL CARDINAL BASSETTI,

presidente dei Vescovi italiani: ora un piano per far risorgere l’Italia!

Beh, detto da uno che crede nei miracoli….

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