Feb 28 2020
la legge del più forte-millecinquecentodiciannove 28 02 2020
LA
LEGGE DEL PIU’ FORTE – millecinquecentodiciannove
Dal Dubbio; alla fine, stringi stringi, i giudici
non accettano nemmeno una sanzione disciplinare prevista dalla legge
ma interpretata e applicata da loro stessi!
—Pasquale Grasso: «Bonafede tolga le sanzioni contro noi giudici o
scioperiamo» Intervista
all’ex presidente dell’Anm: “Scaricare sul singolo magistrato,
sotto minaccia di sanzioni disciplinari, il libro dei sogni
rappresentato dalla durata predeterminata dei processi non sta né in
cielo né in terra”
Pasquale
Grasso è stato presidente dell’Anm fino a pochi mesi fa. «E nel
corso del mio mandato ho detto con chiarezza che non sarebbe stato
corretto far entrare in vigore la norma sulla prescrizione senza
definire prima una più ampia riforma del processo. Lo penso ancora,
e considero sbagliato», dice il predecessore di Luca Poniz, «il
favore incondizionato espresso, sulla nuova prescrizione,
dall’attuale giunta dell’Associazione magistrati. Potrebbe
persino aver indirettamente incoraggiato il governo a inserire nel
ddl penale le norme punitive per i giudici. Contro le quali credo
sarebbe giusto scioperare».
-L’Anm ha disertato il tavolo sulla riforma penale.
Eppure vi avrebbe trovato, negli avvocati, un interlocutore sensibile
alla qualità delle decisione come valore prioritario rispetto alla
speditezza, non crede?
-A me sembra che la giunta dell’Anm oggi
non rappresenti tutte le sensibilità dei magistrati. Non è più
unitaria, Magistratura indipendente ne è rimasta estromessa, ma
proprio da quello schieramento, a cui mi sento più vicino, è stata
veicolata una pressione così forte, condivisa dall’intera base, da
indurre i vertici dell’Anm a disertare il tavolo sul penale come
necessario segnale di protesta.
-Rinunciare a discutere non è un’occasione persa?
-Dopo il via
libera del governo al ddl penale, l’iniziale reazione dell’Anm è
parsa a molti colleghi, me compreso, solo di facciata. Interrompere
l’interlocuzione col ministro è stata invece la scelta giusta.
Scaricare sul singolo magistrato, sotto minaccia di sanzioni
disciplinari, il libro dei sogni rappresentato dalla durata
predeterminata dei processi non sta né in cielo né in terra. È al
governo che compete garantire l’organizzazione, la soluzione scelta
è solo una norma di bandiera. -Anm e avvocatura
avevano presentato una proposta comune di riforma proprio sotto la
sua presidenza.
-Guardi, tra magistrati e avvocati ci sono
elementi di conflitto e altri di convergenza: il punto è che la
terza parte, il governo a me non sembra veramente interessata ad
ascoltare.
-Condivide la linea scelta dall’Anm sulla prescrizione?
-No. Il
presidente Poniz ha parlato di buon punto di equilibrio, a proposito
del lodo Conte. Non sono d’accordo. Parlo a titolo personale: io
non credo che un sistema processuale senza prescrizione sia civile. O
comunque non mi piace un sistema in cui si riforma la prescrizione
senza aver prima definito una revisione complessiva del processo. Non
è accettabile che si cambino le regole un pezzetto alla volta. E
credo appunto che la nuova linea adottata dall’Anm sulla
prescrizione abbia favorito la scelta del governo sulle sanzioni ai
magistrati.
-Perché?
-Premetto una cosa: il direttivo dell’Associazione
aveva dato mandato alla giunta affinché assumesse posizioni molto
forti, qualora fosse sopravvissuta quella norma. Dico molto
chiaramente di aver considerato inadeguate le forme di agitazione
assunte negli anni contro il taglio delle ferie o la nuova
responsabilità civile. Se si arriva a punire i giudici, a imporre ai
capi degli uffici la responsabilità di misure organizzative che
garantiscano il rispetto di tempi predeterminati, si pretende di
trasformare il magistrato in qualcos’altro. E una cosa del genere
credo possa condurre la magistratura a scioperare. Ciò detto, il
cambio di linea uscito dal congresso di Genova potrebbe aver
restituito l’immagine di una Anm troppo condiscendente, al punto da
aver incoraggiato il governo a insistere sulle sanzioni disciplinari.
–A
proposito di Anm: le elezioni di marzo per il rinnovo del
“parlamentino” restituiranno un quadro “bipolarizzato”?
-C’è
una lista composta da “Mi” e da colleghi riuniti in Movimento per
la Costituzione, in gran parte magistrati che hanno lasciato Unicost,
a cominciare da Enrico Infante che ne è stato segretario fino a
pochi mesi fa. E una lista ampia e moderata, certamente contrapposta
ad Area. Con la mia candidatura al Csm credo di aver
prefigurato un simile schema politico. E confido che ne possa nascere
una vera e propria federazione associativa. Ma attenti a utilizzare
per noi magistrati le categorie di destra e sinistra. Si rischia di
finire fuori strada.
Francoforte 28 02 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com
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