Gen 30 2020

la legge del più forte-millequattrocentonovanta 30 01 2020

Published by at 7:36 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millequattrocentonovanta

Di regola, quando una persona ha il sospetto d’essere sgradita, non si fa vedere, ma è una regola che soffre numerose eccezioni. Vediamone una di ieri: gli avvocati della Camera Penale di Milano fanno sapere di non gradire Davigo Piercamillo all’inaugurazione dell’anno giudiziario, per troppi e comprensibili motivi ben conosciuti anche da chi si limita alla lettura dei giornali. Ecco due risposte, la prima del Consiglio superiore della magistratura, riportata sul sito:

—Nella seduta di ieri il Comitato di presidenza del Csm, in relazione alla nota della Camera penale di Milano che chiede che non sia Piercamillo Davigo a rappresentare il Consiglio superiore all’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha inviato la seguente risposta al Presidente dei penalisti milanesi Andrea Soliani: “Stupisce che venga proprio da una associazione di avvocati – si legge nella lettera già inoltrata ieri pomeriggio – la richiesta di censurare la libera manifestazione del pensiero. La richiesta, poi, di revocare la designazione del consigliere Davigo a rappresentare il Csm all’inaugurazione dell’anno giudiziario nel distretto di Milano è irricevibile, sia per i suoi contenuti, volti a sanzionare la libera manifestazione del pensiero, sia perché irrispettosa delle prerogative di un organo istituzionale”—

Molto più dura. ben oltre le classiche righe, la nota della corrente dello stesso Davigo Piercamillo, pubblicata dal Dubbio:

—“Leggiamo la nota della Camera penale di Milano. Abbiamo creduto che si trattasse di uno scherzo. Poi ci hanno detto che era tutto vero: la Camera penale di Milano, con protervia inaudita, bolla come “inopportunà la presenza del consigliere Piercamillo Davigo. Non vogliono un Magistrato (si, proprio con la M maiuscola) che ha servito lo Stato con competenza e professionalità elevatissime ed abnegazione eccezionale», e «non vogliono confrontarsi con lealtà e correttezza sulle spinose difficoltà (quelle vere) che impediscono il funzionamento della giustizia, non hanno alcuna volontà di concorrere a rendere la giustizia italiana più efficiente e più giusta trovando assai più comodo giocare il ruolo degli offesi (da cosa non si sa)».Quindi, continua il Coordinamento di A&I, «abbiamo sempre pensato che l’Avvocatura dovesse rendersi interprete del diritto di difesa costituzionalmente garantito. Oggi abbiamo capito che, nella realtà, non è così. Ma noi Magistrati non ci perdiamo d’animo e continueremo nella nostra incessante opera di tutela dei principi fondanti della giurisdizione. Insieme con Piercamillo Davigo, e orgogliosamente al suo fianco – conclude il documento di A&I – traendo esempio  dal suo fulgido percorso professionale”

Francoforte 30 01 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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