Nov 28 2019

la legge del più forte-millequattrocentoventotto 28 11 2019

Published by at 12:46 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLEQUATTROCENTOVENTOTTO Eugenio Albamonte, successore di Davigo alla presidenza dell’Associazione nazionale magistrati, sul Dubbio; se i tempi della giustizia penale son biblici, la colpa è solo del Governo e del Parlamento; chiedere ai giudici di spiegare avessero qualche responsabilità, è far perdere ancora tempo; e, sembra di capire, il blocco della prescrizione andrebbe bene, se il Governo eccetera concedesse eccetera……. —L’accelerazione dei tempi della giustizia penale è da anni una delle richieste più pressanti da parte dell’associazionismo giudiziario e in particolare di Area DG. Siamo convinti che una giustizia efficiente sia soprattutto una giustizia celere e che la dilatazione dei tempi del processo si risolva in una denegata giustizia. Crediamo che gran parte della sfiducia dei cittadini nella giustizia è causata dai tempi eccessivamente dilatati e ciò produce quotidiana frustrazione anche per i magistrati. Riteniamo che sia però responsabilità del Governo e del Parlamento, porre in atto quegli interventi strutturali e normativi che finalmente riconducano il processo a tempi compatibili che l’effettività della risposta giudiziaria. Per questo da anni chiediamo un adeguamento della pianta organica dei magistrati, l’assunzione di nuovo personale amministrativo, la modernizzazione delle dotazioni informatiche, l’adeguamento dell’edilizia giudiziaria, la razionalizzazione della geografia giudiziaria. Tutti interventi strategici per accelerare i processi, insieme alle riforme procedurali che ne snelliscano alcune fasi eccessivamente onerose e dispersive di tempo ed energie e ad una significativa depenalizzazione. L’approvazione della nuova normativa sulla prescrizione, che ne blocca la decorrenza dopo la condanna di primo grado, rende urgenti questi interventi; perché bloccare la prescrizione senza accelerare il processo espone al rischio di processi infiniti che sarebbero causa di ulteriore perdita di credibilità del sistema. A fronte di queste richieste, tradotte in più occasioni rappresentate anche al Ministro Bonafede, le iniziative di riforma intraprese appaiono inadeguate. Infatti, nel testo presentato prima della caduta del Governo e, stando alle dichiarazioni del Ministro Buonafede, anche nel testo che si accinge a presentare, sembra che il problema voglia essere risolto fissando termini perentori che non potranno essere osservati, e comminando sanzioni disciplinari a pioggia in danno dei magistrati che non ne rispetteranno le scadenze. Le altre riforme individuate, in tema di notifiche alle parti, di ampliamento dei poteri del giudice dell’udienza preliminare, di istituzione del giudice monocratico di appello non varranno a ricondurre i procedimenti di primo e secondo grado nelle fasce temporali previste a pena di iniziativa disciplinare obbligatoria e costringeranno i giudici a dedicare parte significativa del loro tempo a stendere relazioni per spiegare che il ritardo, nel caso specifico, è determinato da quelle carenze strutturali e di personale che sono già note allo stesso Ministro.

Francoforte 28 11 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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