Archive for Ottobre, 2019

Ott 28 2019

oggi a iori, domani a te 28 10 2019

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OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Ott 27 2019

la legge del più forte-milletrecentonovantotto 27 10 2019

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTONOVANTOTTO

Il giudice italiano tipo ha sempre ragione; qui è Giancarlo Caselli sul Fatto Quotidiano, con mie liberissime note, la principale: Caselli Giancarlo è il primo a non voler rispettare lo spirito e la lettera della Costituzione più bella del mondo!

—L’ergastolo “ostativo”, anche quando applicato ai mafiosi, non piace. In Europa come in Italia. Dopo la Cedu (Corte europea dei diritti dell’uomo), tocca infatti alla nostra Consulta. Ora, se nel caso della prima si poteva pensare che i giudici sapessero poco o nulla della realtà della mafia, la stessa cosa non può dirsi a cuor leggero quando si tratta di giudici italiani, che la storia della mafia e delle sue atroci efferatezze dovrebbero appunto conoscerla. Tant’è che la Cedu ha deciso praticamente all’unanimità con un solo dissenziente; mentre nella Consulta (Giovanni Bianconi sul Corriere della sera del 24 ottobre) ad imporsi sarebbe stata una risicata maggioranza di otto contro sette—

Caselli Giancarlo, ex Procuratore di fama, sa cosa gli altri sanno in generale, e certamente che a Strasburgo conoscono poco della mafia.

—Cedu e Consulta si differenziano perché la prima ha cancellato l’ostatività dell’ergastolo per i mafiosi rispetto a qualunque beneficio, mentre la seconda ha sentenziato solo con riferimento ai permessi premio. Nella sostanza peraltro valgono in un caso come nell’altro le stesse considerazioni—

E questa è la conferma!

—Poiché la pena deve tendere alla rieducazione del condannato (art.27 Cost.), ne discende che in linea di principio anche l’ergastolo può essere temperato concedendo alcuni benefici. Ma ciò ha un senso solo quando si tratta di condannati che mostrano di volersi reinserire o almeno fanno sperare che prima o poi ci proveranno. Non è assolutamente il caso dei mafiosi “irriducibili”, che cioè non si sono pentiti. I mafiosi, infatti, giurano fedeltà perpetua all’associazione; e chi non si pente conserva lo status di “uomo d’onore” fino alla morte. Questa “identità mafiosa” è ontologicamente incompatibile con ogni prospettiva di recupero, salvo che il mafioso – pentendosi – dimostri concretamente di voler disertare dall’organizzazione criminale, cessando di esserne strutturalmente parte. Incompatibile per il “semplice” fatto che il mafioso non pentito continua ad essere convinto di appartenere ad una “razza” speciale, nella quale rientrano soltanto coloro che sono davvero uomini (“d’onore”). Tutti gli altri, quelli del mondo esterno, non sono uomini ma individui da assoggettare, non persone ma oggetti, esseri disumanizzati—

Inutile contestare un’affermazione di principio alla “è così perché lo dico io”, ricordo a Caselli, per esempio, che la maggior parte dei terroristi Brigate rosse e simili son fuori da un pezzo, e non risulta alcun rinsavimento per la maggior parte di essi, apparizioni in Tv a parte….

—Chi ricorda questi dati viene allegramente tacciato di esser giustizialista, manettaro, forcaiolo e fascista. Insulti a parte, non si tratta di indulgere a logiche vendicative ispirate al “cattivismo”. Sono riflessioni basate sulla facile previsione che i permessi premio apriranno anche ai mafiosi “irriducibili” spazi di libertà dei quali molti finirebbero per approfittare, rientrando in un modo o nell’altro nel mondo delle attività criminali mafiose (droga, pizzo, gioco d’azzardo…). Una falla nell’antimafia. Un lusso che non ci possiamo permettere.

Si obietta che gli ergastolani per delitti di mafia non sarebbero liberi di scegliere di collaborare perché metterebbero in pericolo l’incolumità propria e dei loro familiari. Ma l’obiezione urta contro la constatazione che ormai da anni lo Stato italiano ha dimostrato coi fatti di essere in grado di proteggere migliaia di pentiti con le relative famiglie. Altra obiezione è che la Consulta non stabilisce alcun automatismo, perché dovrà pur sempre esserci un giudice a decidere caso per caso. E’ vero, ma senza “pentimento” al giudice mancheranno segni esteriori, concreti e significativi, della possibilità di un effettivo distacco dal clan con conseguenti prospettive di recupero. Soltanto Alice nel paese delle meraviglie potrebbe fidarsi del mafioso che rivendica come titolo valutativo quello di essere stato un detenuto modello, perché il rispetto formale dei regolamenti carcerari non equivale a un inizio di resipiscenza: è infatti una regola del “codice mafioso” da osservare scrupolosamente. Sicché le decisioni del magistrato di sorveglianza finiranno per essere una sorta di scommessa o di azzardo surreale, con fortissimi rischi di sovraesposizione personale—

Il cosiddetto errore giudiziario va bene nei processi normali, alla Tortora per intenderci, ma quando si tratti di giudicare un già mafioso non è mai ammesso!

—Va poi osservato che ci sono anche le vittime dei delitti di mafia (familiari ovviamente compresi), i cui diritti non sono da meno di quelli dei mafiosi detenuti. Che in ogni caso vanno sempre bilanciati con le esigenze di tutela della collettività, messe gravemente a rischio proprio dal crimine organizzato di stampo mafioso—

Occhio per occhio dente per dente, sembra invocare il Caselli.

—Infine, la Costituzione per i mafiosi equivale – come dire – ad un paio di ciabatte da usare solo quando servono. Essa invece è un insieme di valori fondamentali che vanno accettati e rispettati. Tutti e sempre, non solo un frammento e non solo quando fa comodo. Per contro, della Costituzione i mafiosi non accettano neanche mezza virgola. Non dimentichiamolo—

E non dimentichiamo nemmeno che la legge va interpretata per tutti.

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Ott 27 2019

qui cremona-quattrocentotrentasette 27 10 2019

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QUI CREMONA – quattrocentotrentasette

L’accordo viene confermato direttamente dalla Provincia, il giornale della Libera: —E’ una fiera di svolta, perché segna il rientro in fiera del mondo Coldiretti, che è un altro patrimonio cremonese, e questo ci fa ben sperare per il futuro – spiega Roberto Zanchi, presidente di CremonaFiere—

E io spero tanto che il Sistema Cremona non cominci a metter sabbia negli ingranaggi, magari da domani stesso, magari dandone la colpa a capitan Voltini. Quanto al resto, il ministro Bellanova fa gli auguri e ricorda che l’Agricoltura è un pilastro del made in Italy, vista l’abitudine diffusa di mangiare tre volte al giorno.

Festa del Salame, una delle invenzioni di Stefano Pellicciardi; sobria, la notizia è d’obbligo, la presentazione di www.cremonaoggi.it:

—Centro cittadino preso d’assalto questa mattina, domenica 27 ottobre, in occasione dell’ultimo giorno della Festa del Salame. Il momento clou è stato senz’altro la presentazione del ‘super panino’ di 10 metri in via Gramsci. Il panino è stato realizzato dallo staff del negozio Pane e Amore del panificio Generali e farcito con il salame Cremona di Negroni—

Straripante di dettagli ampollosi la Provincia fin che c’è, e con video, diretta da Bencivenga fin che appare:

— Un super panino al salame di dieci metri. Realizzato dallo staff del negozio Pane e Amore dello storico panificio Generali e imbottito con il salame tipo Cremona di Negroni, è stato preparato questa mattina in via Gramsci in occasione della Festa del Salame. Il maxi sandwich è stato realizzato con farina di tipo 2 macinata a pietra e sottoposto a una lunga lievitazione. Per la farcitura sono stati impiegati otto metri del celebre insaccato cremonese per un totale di oltre 600 fette. Dal mega panino sono stati tagliati 400 panini più piccoli che sono stati distribuiti con l’aiuto degli studenti dell’Einaudi. Eccetera eccetera—

Altro taglio su Welfare Cremona:

—Cremona SOCIETA’  DANTE  ALIGHIERI  Il programma del mese di novembre 2019

Ecco il TEMI trattati nel prossimo mese di Novembre:

I – MERCOLEDI’ 6 NOVEMBRE 2019: Conferenza del Prof. Vincenzo Montuori, con il tema “Primo Levi ‘Segreto’: Il Poeta” – ore 16.30 presso la Sala della Società Filodrammatici Cremonese

2 – MERCOLEDI’ 20 NOVEMBRE 2019: Conferenza del Dott. Fulvio Stumpo, con il tema “Cremona Longobarda” – ore 16.30 presso la Sala della Società Filodramatici Cremonese

3 – MERCOLEDI’ 27 NOVEMBRE 2019 : Conferenza della Prof.ssa Daniela Negri, con il tema “ La ‘mozione degli affetti’ : l’influenza della poesia di Torquato Tasso sulle composizioni di Monteverdi e Gesualdo” – ore 16.30 presso la Sala della Società Filodrammatici Cremonese

Incontri Culturali aperti a tutti…

La Presidenza della “Dante Alighieri” – Comitato di Cremona

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Ott 27 2019

e prima? 27 10 2019

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E PRIMA?

Dal Corriere: -Linate riapre, adesso lo scalo è più sicuro-

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Ott 27 2019

confagricoltura, al solito, non esiste 27 10 2019

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CONFAGRICOLTURA, AL SOLITO, NON ESISTE Piccoli o grandi siano i motivi, quando un commentatore di peso vuol parlare di Agricoltura, qui è IlSole24Ore, si rivolge sempre a Coldiretti; a Confagricoltura puoi anche variare le domande, risponderanno invariabilemente: bisogna solo aumentare i raccolti. Unico mezzo per guadagnare di più. —Si va da “adotta una mucca” per dare ospitalità ad almeno 2mila animali sfollati a causa dei crolli delle stalle, a “dona un ballone” di fieno per garantire l’alimentazione del bestiame, passando per l’antica tradizione della “paradura” con la quale i pastori sardi hanno donato mille pecore ai colleghi umbri colpiti dalle scosse per risollevarne le sorti. Se la macchina della ricostruzione stenta a mettersi in moto sono tante le operazioni di solidarietà scattate fin dalle prime ore del sisma promosse dalla Coldiretti. “Serve ricostruire le comunità locali e frenare lo spopolamento garantendo le condizioni necessarie affinché le persone tornino o restino a vivere e lavorare nelle aree terremotate”, sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel ricordare che il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola. CI SONO ANCHE IL “CACIO AMICO” E LA “CACIOTTA DELLA SOLIDARIETA’” Nei mercati degli agricoltori in tutta Italia, fa sapere la Coldiretti, sono stati ospitati i prodotti dei pastori e delle aziende terremotate rimaste senza sbocchi di mercato, oltre 60 mila italiani hanno assaggiato la “caciotta della solidarietà” con il latte raccolto dalle stalle di Norcia, Amatrice e Leonessa e il “cacio amico” fatto con il latte degli allevamenti marchigiani. Sono stati anche distribuiti gratuitamente 565.260 litri di gasolio alle aziende agricole grazie all’impegno di Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, Eurocap Petroli e del Consorzio Cooperativo Finanziario per lo Sviluppo, senza contributi pubblici. Insieme all’Associazione Italiana Allevatori e ai Consorzi Agrari la Coldiretti ha consegnato mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente oltre a roulotte, camper e moduli abitativi. (Ansa)

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Ott 27 2019

dalle stalle alle stelle 27 10 2019

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DALLE STALLE ALLE STELLE

O senza corona ma con tanto cuore; insomma, alla Provincia fin che c’è continuano i salvataggi, in pubblico! del Bencivenga fin che appare!

Punto del 20 ottobre 2019 —E quali servizi è in grado di offrire la città ad operatori e turisti che, attratti dal profumo del salame o dai concorsi per eleggere la vacca più bella del reame, si preparano a invaderla? Cosa è stato fatto dal 2018 a oggi per non doversi lamentare a posteriori delle solite presenze mordi e fuggi? Sulla carta le risposte non sembrano essere incoraggianti: i treni restano sporchi, lenti e rari; le strade ingolfate e piene di buche; gli alberghi pochi e poco stellati; i ristoranti di buon livello ma non proprio di eccellenza assoluta, almeno secondo le maggiori guide enogastronomiche nazionali. Così si percepisce e appare Cremona: una capitale senza… corona. Essere smentiti non sarebbe un problema. Semmai una piacevole sorpresa, un motivo di grande soddisfazione. Per tutti. Speriamo in bene…

Punto del 27 ottobre 2019 —Ma le dimensioni territoriali e demografiche non bastano a dire quanto è grande una città: conta anche e soprattutto il saper essere comunità di chi la vive, contano la coesione, la solidarietà, la qualità delle relazioni, l’attenzione verso gli ultimi e i più fragili. Da questo punto di vista Cremona non è seconda a nessuno. È attenta, solidale, sana, connessa. Magari non avrà la corona, ma ha un cuore immenso, che batte forte e senza chiedere nulla in cambio. Non è irrilevante. Non è scontato. Non capita ovunque. Al contrario, c’è da andarne orgogliosi, fieri di vivere o lavorare in una città speciale: la nostra piccola, grande Cremona.

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Ott 27 2019

lgh a2a 27 10 2019

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Lgh-A2A: Fusione al vaglio della corte dei conti Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Scs contro l’Anac

di Angelo Marazzi

ll Tar della Lazio ha respinto il ricorso proposto dalla Società Cremasca Servizi Srl contro l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, ritenendolo “inammissibile”. In quanto – viene spiegato nella sentenza emessa nella camera di consiglio il 2 ottobre scorso e divenuta pubblica lunedì 21 scorso – “la delibera impugnata è priva di contenuti precettivi nei confronti del soggetto vigilato, poiché l’Autorità si è limitata ad esporre la propria interpretazione, tenuto conto della normativa di riferimento, circa la corretta qualificazione giuridica dell’operazione societaria posta in essere dalle parti ricorrenti”.

In pratica, si evidenzia in un altro passaggio, l’Anac ha esercitato semplicemente i poteri di vigilanza sui contratti pubblici che gli son stati assegnati dal decreto legislativo 50/2016, tra cui l’obbligo, “qualora l’Autorità accerti l’esistenza di irregolarità, di trasmettere gli atti e i propri rilievi agli organi di controllo e, se le irregolarità hanno rilevanza penale, agli organi giurisdizionali competenti”. Trasmettendoli inoltre anche alla procura generale della Corte dei conti, “se ritiene che dalla esecuzione dei contratti pubblici deriva pregiudizio per il pubblico erario”.

Cosa che l’Autorità ha provveduto a fare e, dunque, non resta che attendere le valutazioni dell’organismo giurisdizionale contabile in merito all’acquisizione del 51% del capitale sociale di Lgh da parte di A2A.

Operazione per altro già ritenuta “illegittima” dall’Anac in quanto – come ha fatto osservare il consigliere regionale dei 5 Stelle Marco Degli Angeli, commentando a caldo martedì la sentenza del Tar, e intestando con orgoglio al Movimento la paternità dell’esposto inoltrato all’Anac nel 2016, che segnalava la presunta violazione delle norme di concorrenza e pubblicità – la stessa si configurava come una cessione e non una partnership industriale. E contro la quale – come hanno altrettanto immediatamente stigmatizzato il forzista Carlo Malvezzi, che ora siede ai banchi della Sala dei Quadri, e Marcello Ventura, esponente di spicco del partito di Giorgia Meloni nella medesima aula – si erano allora schierati anche i gruppi consiliari di Forza Italia e Fratelli d’Italia, in Comune a Cremona.

In ambito cremasco, invero, oltre a Società Cremasca Servizi – partecipata al 100% dal Comune di Crema, che assistita dagli avvocati Luca Lanzalone, Andrea Manzi e Stefano Sonzogni ha presentato ricorso per l’annullamento della delibera dell’Anac, ora respinto dal Tar – cointeressata all’operazione era anche Scrp. Per la quale, detenendo poco più del 9% delle azioni di Linea Group, la cessione valeva, seppur di poco, oltre i 10 milioni di euro. Nonostante l’entità rilevante dell’importo in ballo, la decisione di avallare la cessione – come qualcuno forse ancora ricorderà – venne presa dal consiglio di amministrazione della Società cremasca reti e patrimonio, allora presieduto da Pietro Moro. Il quale, informando i sindaci soci nell’assemblea del 21 dicembre 2015 – ultimo giorno utile per aderire o meno alla proposta di acquisto da parte di A2A – sostenne fossero di competenza del Cda le responsabilità della scelta, non facendola votare.

Per altro, sempre in un’assemblea della Società patrimoniale, l’allora sindaco di Agnadello, Giovanni Calderara, aveva espresso perplessità in ordine alla procedura adottata, paventando il rischio che, configurandosi l’operazione come una cessione e non una partnership industriale, potesse incorrere in qualche irregolarità.

Nessuno dei sindaci soci nella circostanza gli ha dato peso. Ad accezione di alcuni – che successivamente si sono autodefiniti, ironicamente, “i pecoroni” e hanno optato per il recesso dalla società e ancora in attesa delle spettanze – affatto intenzionati ad accodarsi alla necessità di approvare la fusione di Lgh nella multiutility bresciana-milanese, fra l’altro quotata in Borsa, voluta dal Pd per risanare, come qualcuno insinuava, la dissestata gestione di Aem Cremona.

Il Consiglio di amministrazione di Scrp, come pure il collegio sindacale, che ha sempre ostentato sicurezza, s’è però premurato di accantonare 695 mila euro – come riportato a pagina 61 della relazione di bilancio 2016 – per eventuali contenziosi sulla procedura seguita nell’operazione Lgh-A2A.

Al di là che il pentastellato Degli Angeli esulti e la voglia definire “una sentenza storica”, di fatto il Tar dichiara solo “inammissibile” il ricorso contro Anac, attestando che la delibera del 21 febbraio 2018 della medesima Autorità non ha incidenza sulla sfera giuridica e dunque non invalida l’operazione.

Male che vada pertanto, nel caso la Corte dei conti – cui son stati trasmessi gli atti – rilevi eventuali danni erariali, a saldare il conto sarà anche stavolta… l’incolpevole Pantalone?

Articolo apparso sul Nuovo Torrazzo

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Ott 27 2019

il maschio è sempre il maschio 27 10 2019

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IL MASCHIO E’ SEMPRE IL MASCHIO

Da Repubblica; piuttosto di promuovere la donna, in Vaticano, fanno prete l’uomo con famiglia. Legittimamente costituita e stabile, ben s’intende.

—CITTÀ DEL VATICANO – È stato il punto del documento finale del Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia, il numero 111, con più voti contrari: 41 “non placet” contro 128 “placet”. Ma è passato. In esso i vescovi riuniti in Vaticano chiedono al Papa esplicitamente la possibilità di valutare per le zone del pianeta dove c’è scarsità di preti l’ordinazione sacerdotale di uomini, possibilmente presi fra i diaconi permanenti, “che già hanno una famiglia legittimamente costituita e stabile”.

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Ott 27 2019

gli instancabili 27 10 2019

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GLI INSTANCABILI

Sussurrandom e Gianpaolo Saccomano smettono mai di rincorrersi!

—Allora, ancora deve iniziare a girare e … già il nuovo film, “La strega di Baratti” di Gianpaolo Saccomano (Chapeau) fa discutere, scrivere e parlare. Nei giorni scorsi in particolare, lo storico quotidano Il Tirreno si è occupato della vicenda. Ah il primo ciak sarà il giorno di Ognissanti!

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Ott 27 2019

herr cozzaglio 27 10 2019

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HERR COZZAGLIO

Da venerdì sono nella clinica universitaria di Francoforte, dove gli esami continui inducono i medici e me a sperare per il meglio; esco martedì, e domani inizio con una chemio più leggera del previsto, considerata la brutta partenza. Però qui è un altro mondo, non mi permetterò mai confronti, a neurochirurgia di Cremona m’hanno operato con precisione e seguito con punte d’affetto straordinario, ma quel che manca alla sanità italiana, come alla scuola, alla spesa pubblica eccetera è l’organizzazione dello Stato, che poi ricade e fa danni in ogni dove: la Germania è una portaerei, noi siamo ancora alla barca a remi.

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