Set 28 2019

la legge del più forte-milletrecentosettantacinque 28 09 2019

Published by at 3:40 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOSETTANTACINQUE Dal Dubbio, tratto da un articolo di Valter Vecellio: —“Cinico mercante di morte”, definisce Enzo Tortora il Pubblico Ministero Diego Marmo; e aggiunge: “Più cercavamo le prove della sua innocenza, più emergevano elementi di colpevolezza”. Le “prove” erano la parola di Giovanni Pandico, un camorrista schizofrenico, sedicente braccio destro di Cutolo: lo ascoltano diciotto volte, solo al quinto interrogatorio si ricorda che Tortora è un camorrista. Pasquale Barra detto “o nimale”: in carcere uccide il gangster Francis Turatello e ne mangia l’intestino… Con le loro dichiarazioni, Pandico e Barra danno il via a una valanga di altre accuse da parte di altri quindici sedicenti “pentiti”: curiosamente, si ricordano di Tortora solo dopo che la notizia del suo arresto è diffusa da televisioni e giornali— Le prove dei processi Iori, una perla dopo l’altra trovate dal primo grado, che Appello e Cassazione si son ben guardati dal correggere; il Fiameni avrebbe sentito le urla di una donna, che conferma la versione di Iori, alle 22 30, ma non può essere la sera dell’omicidio perché a quell’ora Claudia era già morta o almeno gravemente intossicata, cioè il libero convincimento del giudice vince sul controllo dei fatti: possibile il Fiameni non ricordi bene due giorni dopo un episodio simile? —La circostanza molto incerta è quella riferita alle urla di una donna che Fiameni avrebbe sentito verso le ore 22.30 di quella sera o della sera precedente. Sul punto di che sera si trattasse il Fiameni, nonostante ripetute sollecitazioni delle parti che lo interrogavano non ha potuto essere più preciso, trattandosi di episodio che, come dice lui stesso ( cfr. aff 14 udienza 31/10/12), era stato completamente scordato per poi essere “ripescato” su sollecitazione della Polizia che gli chiedeva conto di possibili eventi anomali accaduti in quei giorni, in occasione del suo interrogatorio svoltosi il 28 luglio, a distanza di una settimana dal fatto. Proprio a cagione di questa difficoltà nel ricordo del teste non può escludersi che le urla provenissero da luogo diverso dall’appartamento della Ornesi (il teste non ha riconosciuto nella voce che urlava quella della Ornesi) e va comunque rilevato che lo stesso Fiameni ha voluto correggere quella che per lui era una imprecisione nel verbale di sit, nel senso che egli ha categoricamente escluso di aver sentito altre voci ( maschili o femminili che fossero) oltre a quella di donna. In considerazione di tutte le incertezza di cui sopra il racconto del Fiameni non può offrire alcun serio supporto probatorio alla versione dell’imputato ( il supposto litigio per lo scoperto matrimonio di Iori e la sua cacciata dall’abitazione) che, va comunque sottolineato, è stato partorita quanto erano già note ad Iori ed alla sua difesa , per essere state trasfuse nell’ordinanza che applicava la misura della custodia in carcere, le dichiarazioni rese dal Fiameni alla Polizia. Tra l’altro, come sopra accennato, se è vero il ricordo dell’odore di gas e sacchi di spazzatura percepito alle 21.45, occorrerebbe sicuramente escludere che le urla, ammesso che fossero della Ornesi, siano state sentite quella stessa notte in quanto Claudia Ornesi alle 22.30 non poteva essere in grado di urlare perché già morta o gravemente intossicata dallo Xanax e dal gas fuoriuscito dalle bombole o fattole inalare.

Cremona 28 09 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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