Ago 04 2019

la legge del più forte-milletrecentoventitre 04 08 2019

Published by at 5:04 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOVENTITRE

Continuo a ripetere che i problemi della giurisdizione non sono quelli scelti dalle poltrone alte, ultimo l’assegnazione delle cariche direttive, ma che subiamo in silenzio noi comuni cittadini, alla Iori, con turbinio di sfere di cristallo a conferma dei teoremi: “è così perché l’ho intuito io”. Dove magari, dopo anni, si scopre che né Accusa né Tribunali avevan controllato a dovere i rilievi della Giudiziaria. Per cui le rievocazioni alla Mattarella mi lascian freddo, come l’Italicus su Repubblica:

 “Quarantacinque anni or sono dodici persone inermi persero la vita a causa di un ordigno ad alto potenziale, collocato da sanguinari terroristi ed esploso sul treno Italicus, all’uscita della grande galleria dell’Appennino, vicino alla stazione di San Benedetto Val di Sambro. I procedimenti giudiziari non hanno potuto portare a sentenze definitive di condanna e il mancato accertamento di così gravi fatti interpella le coscienze di ciascuno. Si tratta di una lesione al principio di giustizia solennemente affermato dalla nostra Costituzione, a cui una comunità democratica non può mai rassegnarsi”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ricorda la strage dell’Italicus, forse la più “dimenticata” tra quelle che hanno insanguinato l’Italia: una bomba esplose nella notte tra il 3 e il 4 agosto del 1974 sul treno sotto la galleria Direttissima, in provincia di Bologna, e fece 12 morti e 50 feriti—

Premesso l’ovvio, non è detto che un processo debba necessariamente scoprire il vero, s’è mai chiesto il Mattarella di turno, nella funzione di presidente del Consiglio superiore della magistratura, quanto tempo e energie facciano perdere indagini e processi come segnalato dalla Stampa, tanto per scoprire cosa, che c’è gente che considera un gioco mettere a rischio la vita?

—Un weekend di sport estremo in montagna finito male. Venerdì sera un gruppo di tedeschi e un austriaco non sono tornati dalla loro escursione di canyoning in Val Pilotera vicino Gordona, là dove la provincia di Sondrio si arrampica verso la Svizzera. All’una di notte è scattato l’allarme e il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico è riuscito a salvare cinque tedeschi, mentre un altro tedesco di 48 anni e un austriaco di 41 sono stati trovati morti in un torrente alcune ore dopo. La Procura di Sondrio ha aperto un’inchiesta. Il canyoning o torrentismo consiste nella discesa di una cascata a piedi e si differenzia dal rafting o canoismo per l’assenza di gommone o canoa. Correnti d’acqua, pendenze, scivoli e salti in presa diretta sono la costante di un’attività nata in Francia a fine Ottocento con le esplorazioni delle Gole del Verdon, diffusasi dall’Europa agli Stati Uniti e negli Anni 80 tornata nel Vecchio continente. Il rischio maggiore del canyoning è il “flash flood”, la piena improvvisa che pare sia costata la vita anche questa volta ai due turisti stranieri.

Ceriana 04 08 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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