Lug 17 2019
qui cremona-trecentoquarantasei 17 07 2019
QUI CREMONA – trecentoquarantasei Ricopio da www.cremonaoggi.it, con dolore, visti i sentimenti che legano Agostino e me.
–Agostino
Melega, poeta dialettale e nostro collaboratore, prende la parola
sulla vicenda di cronaca che ha tra i protagonisti suo figlio Marco,
arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza
sulle truffe online. Un intervento accorato, le parole di un padre
che si pone dalla parte della giustizia.
—Desidero
congratularmi con la Guardia di Finanza di Cremona per aver sgominato
un gioco squallido ed infame (financo infantile), che ha visto fra i
truffatori mio figlio Marco, di 47 anni d’età. Ho scritto
squallido ed infame perché non può essere qualificata altrimenti
qualsiasi operazione attuata contro il prossimo.
Infantile perché intrisa del pensiero magico dei bambini piccoli
che non si rendono conto delle conseguenze dei loro gesti. Mi auguro
che Marco si ravveda e riconosca i propri torti, chiedendo perdono
per quel che ha fatto e collabori con gli inquirenti per la
restituzione del maltolto.
Di
chi la colpa di tutto questo? Mia! O meglio della visione
pauperistica della vita che avevo quando Marco era adolescente, preso
di mira dai bulli del suo tempo per non avere danaro in tasca. Da qui
la sua uscita di casa giovanissimo, con ventimila lire in tasca,
inseguendo con Cecchetto in America una carriera come cantante. In
verità vendette molti dischi e fu in gara per andare a san Remo. E
poi fu un continuo di altre esperienze, nella ricerca di quella
brutta bestia della ricchezza, che se non la governi con
discernimento, cautela e misura, ti mangia l’anima.
Ed
io sono qui a rimuginarmi sul che fare, e pormi in atteggiamento di
aiuto soprattutto rivolto ai miei ignari ed amati nipoti.
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