Giu 16 2019
la legge del più forte-milleduecentosettantaquattro 16 06 2019
LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLEDUECENTOSETTANTAQUATTRO
Dal Corriere on line; ma io insisto, scandalosa la trama, che però alla fine riguarda il potere e i quattro gatti che gli girano attorno, non i 60 sessanta milioni di italiani; i 60 sessanta milioni possono esser toccati invece dai processi alla Tortora, Iori, Stasi, Amanda e Sollecito, eccetera, di cui nessuno parla se non ai Quarto Grado, tanto per lo spettacolo, in genere malfatto.
—L’accordo per la spartizione delle Procure non prevedeva solo i magistrati da nominare, ma anche le date in cui il Consiglio superiore della magistratura doveva decidere. Per le poltrone più importanti — Roma, Perugia, Torino, Brescia — volevano chiudere entro l’estate. È il giudice-deputato del Pd Cosimo Ferri, nell’ormai famosa riunione notturna del 9 maggio, a dare la linea: «Se va lo schema Viola (il loro candidato come procuratore nella capitale, ndr) noi poi dobbiamo avere il nome per Perugia, e poi dobbiamo vedere quando inizia la storia degli aggiunti…», vale a dire i vice-procuratori, sempre a Roma. Uno dei quali doveva essere Luca Palamara. Le intercettazioni dei colloqui confermano il ruolo primario di Ferri e dell’ex ministro renziano Luca Lotti negli accordi sui vertici degli uffici giudiziari. Ma gli sfoghi di Palamara rivelano anche guerre e veleni interni alla magistratura su poltrone e inchieste in corso: dalle indagini sul suo amico Fabrizio Centofanti a Consip, fino a quella sull’ex sottosegretario leghista Armando Siri. L’intesa con i grillini
Luca
Lotti immaginava che la scelta del procuratore di Roma entrasse in un
unico pacchetto con gli aggiunti, e domanda: «Ma perché, non
possono essere più insieme, secondo voi?». Il presidente della
commissione Incarichi direttivi del Csm, Gianluigi Molini , risponde
di no, e Ferri conferma: «Semmai si fa prima il procuratore».
Morlini e Palamara spiegano che per nominare gli aggiunti
«politicamente bisogna sedimentare, creare le condizioni». Lotti ha
fretta: «Però entro l’estate li chiudete?», Palamara spera nella
«fine di maggio, una volta che fai il procuratore».
Cartoni:
«Palamara lo facciamo a giugno, dai», e ride.
Consigliere: «Poi
è tutto a scendere, fatto quello è tutto a scendere…».
Ferri:
«Ma faresti solo Roma o anche Perugia?».
Spina: «Solo Torino è
la cosa…».
Morlini: «Io vorrei fare Roma e magari ci metto
Brescia».
Spina: «Penso pure Salerno dovrebbe essere abbastanza
semplice…». Ma
la partita più importante è sulla Procura di Roma, nella quale
Spina garantisce che i «laici» grillini si schiereranno dalla loro
parte: «Gigliotti (uno dei tre indicati dai Cinque stelle, ndr) a
Catanzaro ha ricevuto l’indicazione di votare Viola, punto». Lotti
però insiste su ciò che potrebbe far sapere attraverso le sue
presunte entrature al Quirinale: «Allora vi ripongo la domanda: cosa
deve arrivare al presidente della situazione di Roma, perché la
discon…». Stava per dire discontinuità con l’ex procuratore
Pignatone, probabilmente, ma Spina lo interrompe: «Poco, perché
formalmente noi ancora poco sappiamo, perché c’è quel c… di Cd
che sta in cassaforte…».
Il
dossier su Roma
Il
riferimento è ai documenti che il pm di Roma Stefano Fava ha
allegato al suo esposto inviato al Csm contro Pignatone e il
procuratore aggiunto Paolo Ielo. La denuncia contro i vertici
dell’ufficio romano diventa la chiave di volta per vincere la
partita, deve diventare lo strumento per screditare la vecchia
gestione e insediare un procuratore che giri pagina: Marcello Viola,
per l’appunto, considerato più distante e indipendente dall’ex
procuratore rispetto agli due candidati, Francesco Lo Voi e Giuseppe
Creazzo. Quando il 16 maggio Palamara viene a sapere da Spina che al
Csm è arrivata la comunicazione dell’indagine per corruzione a suo
carico, avviata a Perugia dopo le segnalazioni giunte da Roma sui
suoi rapporti con l’imprenditore Fabrizio Centofanti arrestato nel
2018, lancia accuse pesantissime contro i colleghi che l’hanno
messo sotto inchiesta. Del procuratore di Perugia Luigi De Ficchy,
andato in pensione il 1° giugno, dice: «Il migliore amico di
Centofanti…». E in un altro colloquio: «La cosa che mi inquieta
di più è De Ficchy, che poi improvvisamente da amico diventa
nemico… È telecomandato… Gli faccio una causa per danni, una
causa civile». Il bersaglio numero uno, tuttavia, resta Pignatone,
considerato da Palamara il regista occulto di un’operazione ai suoi
danni, che da tempo lo «ricattava» — così dice — alludendo a
ciò che poteva uscire sul suo conto a Perugia. «È una cosa fatta a
tavolino… Lo so da Pignatone a dicembre 2017 a casa sua… mi
chiama e mi dice: “che sei stato fuori una notte con una persona?”,
a dicembre 2017…», racconta a Spina. E continua: «Centofanti ha
pagato tutte le vacanze
alla Balducci (ex consigliera del Csm insieme a Palamara, ndr) … la
Balducci non compare… perché Pignatone andava a mangiare dalla
Balducci». «Siri
andava arrestato»
Si
sfoga anche con Lotti: «Il rapporto con lui… lui si è seduto a
tavola con te… lui ha voluto parlà con Matteo (forse Renzi, ndr)…
lui ha voluto fa’ quelle cose… lui crea l’affidamento… mi
lascia col cerino in mano… io mi brucio, loro si divertono…». E
lancia il sospetto di inchieste condotte con due pesi e due misure:
«La vicenda Siri… fidate… Siri veniva arrestato in condizioni
normali! De Vito (presidente del Consiglio comunale grillino, ndr) è
stato arrestato per molto meno! È una trattativa, che vogliono fare
con Salvini, fidati… io non mi sbaglio». Al collega Stefano Fava,
altro «avversario» di Pignatone e Ielo, confida: «Io pago
l’operazione Viola, pago l’operazione Ermini», cioè l’elezione
del vice-presidente del Csm condotta e gestita proprio sull’asse
Magistratura-indipendente-Unicost sponsorizzato da Lotti e Ferri. E
riferendosi alla denuncia di Fava al Csm aggiunge: «C’è tutto un
giro… però loro… adesso con la cosa tua succede un macello».
Dai rapporti della guardia di finanza risulta che Palamara avrebbe
parlato dell’esposto firmato da Fava anche con il procuratore
aggiunto di Roma Antonello Racanelli, altro supporter di Viola come
capo dell’ufficio e segretario di Magistratura indipendente. Il
quale si sarebbe detto d’accordo con l’operazione suggerendo di
far convocare al più presto il collega al Csm per confermare le sue
accuse contro Pignatone e Ielo.
Cremona 16 06 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com
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