Dic 27 2018
la legge del più forte-millecentotre 27 12 2018
LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLECENTOTRE
Non vorrei fosse passato nel dimenticatoio il caso Iori, ecco allora la decisione di pubblicare a puntate il mio libretto, un settanta pagine; ventisettesima puntata:
—DER PROZESS, UN’IDEA DI FRANZ KAFKA: QUANDO IL PROCESSO HA TROPPE LETTURE DEVE USCIRE DALLE AULE DEI TRIBUNALI!
Naturalmente la prodezza della sfera di cristallo, difettando la quale la Corte d’Assise di Cremona non può spiegare al popolo italiano quale diavoleria abbia inventata Iori per dare lo Xanax alle “vittime”, non deve rimanere isolata: serve un robusto contorno: “Appare poi ovvio che nella ipotesi omicidiaria rimangono in casa solo gli oggetti non contaminati e che cibo, bottiglie, bottigliette e quant’altro utilizzato per la somministrazione viene fatto sparire, insieme ad ogni traccia della presenza di altra persona in quella casa”. Babbo Natale, per far vedere ai vicini che lavora anche a luglio, compiuto l’omicidio esce col sacco sulle spalle, ma ciò nonostante le tracce di Maurizio Iori in una casa che frequentava da due anni rimangono; non solo: come ricorda la sentenza, il Dna addirittura sul tappo di una bombola! Ma andiamo avanti, senza timore di ridere troppo dell’approssimazione continua in una sentenza da ergastolo, sempre in nome del popolo italiano: “A conclusione del presente capitolo occorre parlare anche del ritrovamento, nel corpo di Claudia, non solo di Xanax ma anche del diazepam, principio attivo del medicinale Valium, assunto – come detto dai periti – in modica quantità la sera della morte ed assunto una sola altra volta qualche giorno prima della morte. Ritrovamento che desta problemi analoghi a quelli che vi sono – come si vedrà – per lo Xanax, atteso che non si trova in casa alcuna confezione o boccetta ed il medico di famiglia esclude di aver mai prescritto il Valium a Claudia, che non ne aveva alcun bisogno”. Capito? Del resto, come in tutti film gialli, l’assassino è sempre un po’ stupido, altrimenti come farebbero a scoprirlo per il lieto fine della storia? Così, pur rimanendo nel blister ancora 5 pastiglie di Xanax, Iori rifila anche un po’ di Valium a Claudia, dio sa per quale motivo, ma fa sparire il boccettino, in modo gli investigatori siano costretti a chiedersi come la vittima l’abbia preso! Ma siamo in arrivo di un altro grande evento, dopo la sfera di cristallo: “Proprio perché gli esami tossicologici escludono che la Ornesi facesse consumo costante di Valium e indicano che vi fu una sola pregressa assunzione occorre considerare, onde provare a risolvere questo ennesimo interrogativo, quanto riferito dalla madre di Claudia in ordine alla visita di Iori avvenuta sabato 16 luglio. Facchi Pasqua (ma la circostanza è ricordata anche dal marito) ha riferito che Claudia, commentando con lei il giorno dopo, come sempre, la serata passata con Iori, le disse che l’insalata di riso che la madre le aveva lasciato per la cena con l’imputato, aveva un sapore strano e che dopo la cena ella dormì profondamente per tutta la notte. Considerando che il 16 luglio rientra nell’arco temporale indicato dai consulenti tecnici per la (unica) assunzione del diazepam avvenuta prima della sera della morte e tenuto conto che il Valium in gocce è abitualmente usato nel reparto di oculistica (cfr. testimonianze medici del reparto), si prospetta la concreta possibilità che quello strano sapore e quel forte sonno siano dipesi da una clandestina somministrazione di piccola dose di diazepam in forma liquida. Il senso dell’operazione può individuarsi in quello, per un verso, di effettuare, per così dire, le “prove” del maggior evento programmato per il giorno 20 e per altro verso, di creare i presupposti (somministro un po’ di valium il 16 luglio; il 20 rimetto ancora un po’ di valium insieme allo Xanax) per far risultare -a supporto della simulazione del suicidio – che Claudia facesse uso di diverse sostanze e fosse, come si desumeva dall’uso del valium, depressa ed insonne. Ovviamente quella esposta è solo una ragionevole deduzione che trae lo spunto da alcune circostanze certe”. Le “prove del maggior evento” lasciamole al giudizio dei lettori; per esempio, perché per la prova Iori usi un cibo complesso come l’insalata di riso, e per il “maggior evento” un cibo delicato some il sushi, dove i sapori strani son più evidenti; molto peggio, e dimostra ancora una volta la cura con cui han lavorato i giudici, è scrivere che Iori abbia dato il Valium per far sembrare Claudia depressa e insonne, quindi esposta alla tentazione del suicidio; i giudici non hanno letto gli atti del processo perché Iori, circostanza certa, interrogato il giorno stesso della morte di Claudia e Livia, risponde alla Giudiziaria: “non ho mai notato in lei segnali di depressione di alcun genere e non ha mai manifestato, né io ho notato in lei propositi suicidi” E poi lasciamo perdere i ragionamentoni, ma io non so che abbiano pensato dei lettori, e del popolo italiano in genere, mentre scrivevano questo passo, i giudici: però è dura far credere che il 16 luglio Claudia distingua il sapore di poche gocce di Valium, che semplicemente la faranno dormire meglio del solito, in un cibo dal sapore complesso come l’insalata di riso, e quattro giorni dopo non s’accorga, quasi digiuna, di una quantità tale di disgustoso Xanax che l’addormenta in pochi minuti; l’ingenuità funziona solo con lo Xanax e non con il Valium? E, tanto per chiudere l’argomento, piccola cronaca, che la sentenza, come la pastiglietta dell’agente Marchetti, tralascia: quando i genitori Ornesi ricordano, e raccontano, la storiella dell’insalata di riso in cui, dio sa quando e come, l’aveva preparata mamma Pasqua, Iori ha versato il Valium? Dopo cinque mesi, al deposito dell’autopsia? no; marzo 2012, conosciuto l’esito della perizia chiesta dalla Difesa, che metteva in grande evidenza il Valium? no. Gli Ornesi, che dicono sempre la verità, lo raccontano solo al processo di Cremona, fine 2012!
Francoforte 27 12 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com