Ago 14 2018

la legge del più forte-novecentosessantotto 14 08 2018

Published by at 7:00 pm under costume,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – NOVECENTOSESSANTOTTO
Da Lettera43; la legge spesso somiglia alla fisarmonica, si allarga o restringe a giudizio del suonatore. Se è padrone della fisarmonica……..
—Vittoria in Cassazione per i centri sociali occupati che da anni svolgono attività in favore del loro territorio. È il caso del “Tempo Rosso” di Pignataro Maggiore nel casertano, i cui attivisti sono da venti anni impegnati nella lotta all’inquinamento della ‘terra dei fuochi’, la più grande discarica abusiva d’Europa con le attività nell’ex macello comunale.
NO A SGOMBERI SE ESISTE «AQUIESCENZA» DEL COMUNE
I supremi giudici hanno infatti detto ‘no’ agli sgomberi degli edifici pubblici diventati sede del centri sociali che per anni hanno portano avanti le loro iniziative con «l’acquiescenza» del proprietario dell’immobile, che spesso è il Comune, «ingenerando» nelle persone che occupano «il convincimento» della «legittimità dell’occupazione», anche «attraverso atti positivi come il pagamento dell’utenza relativa al consumo di energia elettrica dell’immobile».
RESPINTA LA RICHIESTA DI SEQUESTRO
In questo modo la Cassazione ha respinto la richiesta di sequestro di ‘Tempo Rosso’ presentata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e ha confermato l’archiviazione delle accuse tra le quali quella di occupazione abusiva per dieci attivisti, otto uomini e due donne. Ad avviso della Seconda sezione penale della Suprema Corte, merita conferma l’ordinanza con la quale il Tribunale lo scorso cinque marzo aveva respinto la richiesta di sequestro avanzata dal pm che aveva aperto un fascicolo nei confronti di dieci attivisti accusandoli di occupazione abusiva, imbrattamento per via dei murales, omissione di lavori in edificio pericolante.
CADE L’ACCUSA DI OCCUPAZIONE E IMBRATTAMENTO
Per il tribunale campano, dato che gli indagati erano dei bambini quando venti anni fa altre persone diedero vita all’occupazione dell’ex macello, «il Comune aveva prestato ventennale acquiescenza alla occupazione, sostanzialmente legittimandola, e impedendo la configurazione del reato» di occupazione abusiva. Quanto ai murales, per il tribunale, si tratta di realizzazioni che non rientrano «nel concetto di imbrattamento» e poi non si sapeva nemmeno chi li aveva dipinti.
SPETTA AL COMUNE LA MESSA IN SICUREZZA DELL’IMMOBILE
Nessuna prova inoltre che l’ex macello fosse pericolante, e «in ogni caso», ha affermato il tribunale con il ‘placet’ degli ‘ermellini’, «non sarebbe spettato agli indagati porvi rimedio ma, semmai, al Comune proprietario dell’immobile». Alla Suprema Corte, con la sentenza 38483 depositata il dieci agosto, non è rimasto che dichiarare «infondato» il ricorso della Procura, affermando che il reclamo «è del tutto generico e non configura alcuna violazione di legge».

Ceriana 14 08 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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