Mag 29 2018

la legge del più forte-ottocentonovantuno 29 05 2018

Published by at 7:20 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – OTTOCENTONOVANTUNO Il Dubbio on line presenta l’ennesima legge decisa dalla Corte Costituzionale, nel silenzio completo, che data da anni, dell’intera classe politica, espropriata del primo dei suoi poteri o diritti che dir si voglia. Ha poco senso ricordino, i politici, il 30mo anniversario di Tortora, e non facciano niente per impedire i continui fuorigioco, che arrivano alle sfere di cristallo dei processi Iori! —Che la legge veneta sugli asili nido avesse a che fare direttamente con i migranti dev’essere apparso chiaro, ai giudici costituzionali che l’hanno dichiarata illegittima. Non è scritto esplicitamente, nella sentenza depositata ieri (decisione del 10 aprile). Ma lo si deduce da almeno due cose: dal fatto che, tra i principi messi in discussione da quella norma, sia citata anche «la libertà di circolazione garantita dai Trattati» della Ue; e da un passaggio della pronuncia in cui si nota che «la configurazione della residenza protratta come titolo di precedenza, anche rispetto alle famiglie economicamente deboli, si pone in frontale contrasto con la vocazione sociale degli asi- li nido». Tradotto: un povero, anche se migrante, ha diritto ad essere aiutato. La sentenza in questione è la numero 107 pronunciata quest’anno dalla Corte costituzionale: vi si dichiara l’illegittimità della legge regionale del Veneto sugli asili nido ( la numero 6 del 2017) nella parte in cui fissa come «titolo preferenziale per l’iscrizione dei bambini al nido pubblico» la residenza ininterrotta ( o l’attività lavorativa, anche non continuativa) per 15 anni in Veneto. Difficile non leggervi l’indiretta bocciatura delle politiche “nazionaliste” annunciate da Lega e cinquestelle. Di quelle norme che dovrebbero trasferire slogan del tipo “prima gli italiani” in materie come l’assegnazione delle case popolari e, appunto, l’accesso ai servizi sociali. Secondo la Consulta, la norma censurata «contrasta con il principio di uguaglianza» di cui all’articolo 3 della Costituzione, «poiché introduce un criterio irragionevole, non essendovi alcuna ‘ ragionevole correlazione’ tra la residenza prolungata in Veneto e le situazioni di bisogno». Relatore della sentenza è una giudice costituzionale originaria di Cles, in Trentino: Daria de Pretis. Il governatore Luca Zaia prende atto «con rispetto» ma si duole nel rilevare che «troppo spesso, quando si fa qualcosa per la gente che risiede nei territori, scatti quasi in automatico un’ingiusta accusa di razzismo». E cita i diritti degli stranieri che risiedono in Veneto da più tempo. Argomento che pare debole, rispetto alla forza del principio di uguaglianza fissato dall’articolo 3.

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