Apr 27 2018

buon segno di diplomazia 27 04 2018

Published by at 8:34 pm under costume,cronaca cremonese

In genere è buon segno di diplomazia concludere la discussione: abbiamo entrambi buone ragioni, che però non coincidono. A volte; a volte, come qui sotto, la diplomazia sfiorerebbe la falsità, tanto evidente dove sta la ragione! Flaminio Cozzaglio.
—-Intervento sull’unico punto posto all’ordine del giorno dell’assemblea straordinaria di CremonaFiere Spa del 27 aprile 2018
Spett.li Soci ed Egr. Amministratori di CremonaFiere Spa,
l’ordine del giorno di questa assemblea porta in discussione numerose e sostanziali modificazioni allo Statuto Sociale dell’Ente. Si tratta di cambiare buona parte della nostra “carta costituzionale”, modificando in modo radicale tra gli altri i nostri diritti di partecipazione ed i vincoli alla circolazione dei titoli azionari. Per questo – nell’esclusivo interesse di CremonaFiere – Coldiretti Cremona ha esaminato con grande attenzione il testo proposto, incluse le più recenti modifiche richieste dal Comune di Cremona.
In questa sede – nel ribadire le critiche espresse dal nostro rappresentante in consiglio di amministrazione lo scorso 29 marzo – riteniamo di dover motivare nuovamente le ragioni del nostro voto contrario alla delibera che oggi ci viene sottoposta.
Siamo fermamente convinti del nostro voto contrario – è bene chiarirlo subito – proprio perché abbiamo a cuore il destino della Fiera di Cremona, con tutta la sua valenza strategica per lo sviluppo del territorio.
I problemi della Fiera – come denunciamo da tempo – dipendono da una gestione inadatta e dall’assenza di strategie e progetti. Infatti, le regole dello Statuto vigente e la numerosità dei consiglieri non hanno ostacolato, bocciato o ritardato alcuna delle iniziative sottoposte al Consiglio di amministrazione. Lo Statuto in vigore consentirebbe già da subito di eleggere un consiglio con nove componenti; modificarlo per passare da nove a sette è un’operazione assolutamente irrilevante, di facciata, soprattutto se invocata in nome di una maggior “snellezza” della catena di comando.
Le modifiche proposte risultano inoltre inadeguate poiché leggiamo nelle stesse una espropriazione di CremonaFiere dalle mani degli azionisti locali, soprattutto quelli istituzionali, nel disperato tentativo di trovare quel partner esterno di cui si parla da mesi e che nessuno ha mai visto. Anche su questo è opportuno fare una precisazione: Coldiretti non è contraria all’ingresso di un partner esterno, così come a nuovi progetti. Bisognerebbe però sapere “prima” di chi si tratta, in modo da definire insieme le condizioni di ingresso. Gli adattamenti allo statuto andrebbero quindi fatti “dopo”, alla luce della nuova compagine sociale ed in funzione del progetto che si desidera condividere e portare avanti. Cambiare da subito lo statuto è quindi un atto che non condividiamo anche perché è intempestivo.
Qualche considerazione la vogliamo dedicare alla modifica di quelle che potremmo definire “clausole di salvaguardia”. Da sempre la Fiera di Cremona è considerata patrimonio del territorio cremonese, per questo lo Statuto contiene – fin dalla sua costituzione – un insieme di clausole per impedirne la scalata come, ad esempio, il limite del 25% nel possesso azionario; il “gradimento” del Consiglio all’ingresso di un nuovo socio; una sorta di diritto di veto in capo al Comune, in veste di garante, su delibere di particolare rilevanza. Nel nuovo statuto queste garanzie – insieme all’eliminazione del limite di mandati per il presidente – spariscono tutte d’un fiato, riducendo alcune fondamentali prerogative a salvaguardia dell’intera compagine sociale, pubblica e privata.
Se l’urgente ed impellente necessità di modificare lo Statuto fosse dettata dall’effettiva presenza di un investitore-partner, in modo molto chiaro e trasparente si sarebbe potuti pervenire ad un confronto su obiettivi e progetti, ad una condivisione delle clausole d’ingresso ed infine ad adeguare lo Statuto al nuovo assetto societario.
Da ultimo, siamo fermamente convinti che modificare lo Statuto della società alla “cieca” indebolisca la nostra società assoggettando CremonaFiere, qualora si palesi l’investitore-partner, al rischio di condurre una negoziazione in posizione di inferiorità.
Per questo ed altro il nostro voto alla proposta di “modifiche allo Statuto Sociale con variazione agli articoli 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 26, 27, con aggiunta di un nuovo articolo 12 e rinumerazione degli articoli di Statuto” è contrario.
Cremona, 27 aprile 2018

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