Dic 13 2017

la legge del più forte-settecentoventisette 13 12 2017

Published by at 10:14 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – SETTECENTOVENTISETTE Dal Dubbio on line; Carlo Nordio è noto per non aver paura a dire in pubblico ciò che pensa, che non è in genere il dettato di Repubblica; magari l’ha detto in altre occasioni o qui il giornalista s’è dimenticato, ma lo strapotere unico della magistratura, determinato dalla resa della politica al tempo di Mani Pulite, non ha prodotto solo l’erosione degli altri poteri classici, ha causato anche la gestione di tanti processi alla “modo mio”, come le sfere di cristallo dei processi Iori….. —A fare da contraltare all’ex premier è intervenuto il magistrato ed ex procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, che ha dato ragione a Renzi su un assunto: «La subalternità della politica alla magistratura è iniziata nel 1994, quando il governo emanò il decreto legge Biondi. I quattro magistrati di Mani Pulite andarono in televisione a dire che era un attentato all’indipendenza della magistratura e che si sarebbero dimessi se non fosse stato ritirato. Allora la politica avrebbe dovuto proseguire per la sua strada, invece, gridò al golpe ma ritirò il decreto. Così è cominciata la vigliaccheria della politica». Un passaggio storico che, secondo Nordio, ha determinato un effetto: il vuoto di potere lasciato dalla politica ha comportato un avanzamento della magistratura, una parte della quale «ha sfruttato la notorietà delle indagini per presentarsi a fare politica». Un fenomeno, quello della porta girevole tra tribunale e Parlamento, che Nordio ha condannato duramente: «Il magistrato non può pensare di sostituirsi a chi ha messo in galera e deve considerare che, facendolo, tutto il suo operato in toga si presta a una rilettura politica». Un riferimento nemmeno troppo velato all’ultimo dei magistrati scesi definitivamente in campo: il leader di Liberi e Uguali, Piero Grasso. «Mi risulta che lui sia entrato in politica pochi giorni dopo aver lasciato la toga. Non ho paura a dirlo: non è bello e non va bene, perché lascia la sensazione che la divisione dei poteri non sia poi davvero netta», è stato l’affondo dell’ex magistrato. Un attacco ben più netto di quello di Renzi, che è stato ben attento a tenersi alla larga dalle vicende politiche di settimana.
Cremona 13 12 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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