Ott 28 2017

la legge del più forte-seicentottantuno 28 10 2017

Published by at 9:09 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – SEICENTOTTANTUNO
E’ Piero Sansonetti, direttore del Dubbio, a descrivere una parte della verità: il giudice che lo voglia può costruirsi una splendida carriera politica, o anche sociale, usando il suo lavoro. L’altra parte che Sansonetti dimentica è il silenzio dei commentatori; il caso Iori e gli studi che ho fatto su tanti casi famosi dicono che per ostacolare certe carriere basterebbe mettere in pubblico le troppe sfere di cristallo che nascono più che naturali, in una professione dove non esistono controlli né responsabilità personali. —In principio fu Di Pietro. Sì, fu lui a inventare la figura del magistrato sceriffo, del Pm combattente, l’eroe che sbaraglia il male, i malvagi, i corrotti. La cui immagine campeggia sui giornali e in Tv. E che poi si autonomina capopopolo e entra in politica con fare da Peròn. Prima di Di Pietro questo personaggio non esisteva. Poi vennero i tanti figliocci di Di Pietro. Ma nessuno col suo carisma, col suo piglio. Per esempio De Magistris, per esempio Ingroia, per esempio Emiliano. E ora, ultimo della serie, Piero Grasso. I magnifici cinque. Non tutti uguali. Non tutti con la stessa carriera e robustezza professionale. Tutti però con la medesima idea in testa. Che il consenso – ingrediente fondamentale della politica, e quindi del potere – non si conquista con un programma, con una strategia, con un sistema di idee, ma si conquista con la spettacolarizzazione della propria figura; e una interpretazione populista del ruolo del magistrato può aiutare moltissimo. Magistrati capopopolo: stavolta tocca a Grasso. Per ora sono cinque, ma piccoli Di Pietro crescono. In fila ci sono molti aspiranti. Per esempio Di Matteo, per esempio Davigo. Eccetera.
Cremona 28 10 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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