Ott 27 2017

la legge del più forte-seicentottanta 27 10 2017

Published by at 9:44 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – SEICENTOTTANTA
Sul Dubbio, Filippo Patroni Griffi presidente aggiunto del Consiglio di Stato e già ministro del Governo Monti
Allargando l’analisi alla situazione della giustizia in Italia, lei ritiene si viva in un momento storico complesso nel rapporto del cittadino con la giustizia?
Sembra esserci questo calo di fiducia. Credo dipenda, essenzialmente, da due fattori: dai tempi troppo lunghi dei processi e dalla frammentazione del quadro normativo che non dà più certezze. E’ un problema di cui deve farsi carico la politica, e quindi il Legislatore, ma anche noi giudici, che non possiamo aspettare che la soluzione arrivi sempre dagli altri. Naturalmente si pone un problema di equilibrio tra i poteri e di rispetto dei ruoli. Il sistema è fatto a vasi comunicanti: dove arretra la politica, avanza il giudice. Quando la politica esercita pienamente il proprio ruolo, la supplenza del giudice viene meno.
Quali strumenti sarebbero necessari per aumentare la fiducia di privati e imprese?
E’ essenziale ridurre i tempi, per dare una celere risposta ai cittadini e agli operatori economici. L’incertezza deriva dalla pluralità delle fonti nazionali e sovranazionali e dalla complessità dei fenomeni sociali che devono essere regolati. Una risposta può essere quella del rafforzamento della nomofilachia delle Corti Superiori, cioè degli indirizzi che queste Corti forniscono agli orientamenti giurisprudenziali, per assicurarne una maggiore prevedibilità.
Lei è stato ministro del Governo tecnico di Mario Monti. E’ in corso, secondo Lei, un conflitto tra poteri dello Stato, in particolare tra giustizia e politica?
Le tensioni tra giustizia e politica sono fisiologiche. In particolar modo, per quanto riguarda il giudice amministrativo che da sempre svolge un ruolo di sostanziale controllo sulla legittimità dei pubblici poteri. Non mi sembra, però, che ci sia in atto un conflitto. Le sentenze per loro natura sono divisive, perché risolvono un conflitto a favore di una parte e a danno dell’altra. Tutte le sentenze, del resto, possono essere criticate sia dalla politica che dall’opinione pubblica. L’importante è non delegittimare mai il giudice e l’Istituzione———————
Riprendo spesso pagine di questo livello da diversi giornali e la risposta del giudice di turno non cambia mai: gli secca il cittadino non abbia fiducia nei giudici, ma la colpa non è mai del giudice, nemmeno si mettesse a giocare con le sfere di cristallo come nel caso Iori…..
Cremona 27 10 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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