Apr 26 2017

la legge del più forte-cinquecentotre 26 04 2017

Published by at 10:29 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – CINQUECENTOTRE Se uno legge solo i miei pezzi sul caso Iori pensa ce l’abbia coi giudici, e non è vero, detesto i giudici alla sfera di cristallo et similia, non la categoria; poi la funzione è sacra, l’unica tra le umane che si avvicina al divino, e degno di ammirazione è chi la esercita con saggezza e equilibrio; ben più che un Messi o Cristiano Ronaldo. Non tutti la pensiamo così, più spesso, ma in ogni relazione, o è amico, o nemico. Il pezzo sotto è dal Dubbio on line, che mi sembra abbia deciso: nemici. Magari Davigo, Ingroia, Di Matteo e chi per essi convincessero il Parlamento ad allargare le maglie: non solo il corrotto, qualsiasi cittadino dev’essere in grado di spiegare l’origine dei suoi beni, il che non è certo l’onere dell’inversione della prova…
—-I pm non vogliono far politica. Davigo meno di tutti. Eppure qualcosa che potrebbe mettere insieme espressioni della magistratura e cinquestelle sul fronte del giustizialismo comincia a muoversi. A offrirne un esempio sono un ex pm che ha già tentato di mettere su un movimento politico, Antonio Ingroia, e una figura tuttora a pieno titolo in magistratura ma spesso indicata come candidato ideale del M5s, Nino Di Matteo. Dopodomani presenteranno insieme, in un’aula del municipio di Palermo, la proposta di legge anticorruzione intitolata “La Torre bis”. È un tentativo di estendere a presunti corrotti e corruttori il doppio binario normativo della legislazione antimafia. Vi si prevede di applicare ai reati contro la pubblica amministrazione ( corruzione e concussione) il “sequestro preventivo” dei beni predisposto per chi è anche solo indiziato di associazione mafiosa. Sequestro preventivo e eventuale successiva confisca possibili sia per i politici e i pubblici ufficiali che si fanno corrompere, sia per i corruttori “abituali”. Come per chi è sospettato di mafia, le misure patrimoniali scatterebbero già nella fase delle indagini, sulla base di semplici indizi e con la sola ulteriore condizione che l’indagato abbia a disposizione beni che non si giustifichino con le sue fonti di reddito lecite. Ciliegina sulla torta, sempre analoga al doppio binario antimafia: sul sequestro si instaura un processo parallelo a quello per corruzione, in cui al presunto malfattore si applica il meccanismo dell’inversione della prova, cioè è lui a dover dimostrare che i beni non sono frutto dell’attività illecita.
Cremona 26 04 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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