Feb 25 2017

la legge del più forte-quattrocentoquarantatre 25 02 2017

Published by at 8:06 pm under cronaca cremonese,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – QUATTROCENTOQUARANTATRE
Fabio Cammalleri ha commentato da par suo in La Voce di New York la tristissima vicenda, peraltro abbastanza comune nei Tribunali italiani, di Angelo Massaro, condannato a venticinque anni per un omicidio commesso da altri; dopo ventuno trascorsi dentro, i signori in toga forte e giusta si sono accorti che i colleghi di un tempo avevano sbagliato, capita a tutti, e l’han rimesso in libertà. Il caso Iori mi ha insegnato, oltre al resto, a diffidare dei media, che facessero sul serio ciò che dichiarano esser la loro missione, certi giudici si guarderebbero bene dal fare certe sentenze, per la paura di finire in pasto al pubblico ludibrio; vedi la sfera di cristallo a carico del povero Iori, che fosse stata pubblicizzata secondo il merito avrebbe costretto i giudici di ricorso a leggere le “prove a carico” con la lente d’ingrandimento; tanto premesso, le prove a carico di Massaro erano: la confidenza di un pentito che aveva detto d’aver saputo eccetera; una telefonata tra Massaro e la moglie dove gli “intercettatori” avevano preso una parola per l’altra; come per il povero Iori, il fondamentale 533 del codice di procedura, quello della condanna se la colpa è certa al di là di ogni ragionevole dubbio, completamente disatteso da chi per legge deve applicarlo, e al suo posto, il teorema della Cassazione: prima di tutto tu giudice devi aver l’idea di come sono andati i fatti, le prove, basta abbiano la possibilità di star dietro all’idea. E il silenzio assoluto dei politici, fin che non son toccati loro, dà l’imprimatur.
Strano che sembri tutto questo, mi fa sorgere l’idea del come abbattere la lentezza dei processi, usando una vecchia idea attribuita nientemeno che a Rabelais: i giudici di primo grado, esaminato sommariamente il rapporto idea/prove, lanciano la monetina. Se l’imputato è assolto, finisce lì; se la monetina atterra dal verso sbagliato, condanna. E di nuovo finisce lì. Il condannato non è soddisfatto? Tiri fuori lui le prove della sua innocenza, ma se non riesce, la pena sia raddoppiata!

Cremona 25 02 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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