Nov 25 2016

la legge del più forte-trecentocinquantuno 25 11 2016

Published by at 10:09 pm under cronaca cremonese,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – TRECENTOCINQUANTUNO
Sempre a proposito del Davigo Piercamillo che sul sito dell’Associazione nazionale magistrati avvisa: “chi ricopre cariche pubbliche se innocente dovrebbe rinunciare alla prescrizione”, perché per lui, evidentemente, l’innocenza è un valore assoluto e non processuale, ecco il commento della Cassazione sulla Corte d’Appello del povero Maurizio Iori:
“Come risulterà dall’esame dei singoli motivi di ricorso, la sentenza impugnata ha coerentemente proceduto a verificare l’intrinseca capacità dimostrativa, per quanto probabilistica, di ogni singolo elemento di prova indiziaria acquisito a carico dell’imputato, per poi risolvere in una visione unitaria munita di adeguata tenuta logica le ambiguità talora residuate, eccetera eccetera” Il primo commento a questo passo è: se un ingegnere progetta il ponte con calcoli probabilistici sui singoli dati di tenuta, purché si ricompongano nella visione unitaria di adeguata tenuta logica, la sua, e il ponte crolla, così come il chirurgo che apre il torace dello sfortunato paziente eccetera, e il paziente muore, mica se la cavano con la citazione del “al di là di ogni ragionevole dubbio”: si beccano una condanna sicura, perché l’italiano non è proprietà di nessuno e il ragionevole dubbio è il ragionevole dubbio per tutti. Ma se ascoltiamo il Davigo Piercamillo di turno, il nostro sistema processuale ha tanti di quei pesi e contrappesi che, per ipotesi un giudice sbagliasse, il collega di ricorso provvede a rimettere le cose a posto. La realtà dei Tribunali dice che non è così; premesso che il cittadino ha diritto a un processo esatto fin dall’inizio, tutti i colleghi, in successione, se ammetti lo sbaglio, han diritto a sbagliare; ma, mentre nel civile l’errore è comprensibile, perché il giudice ha l’obbligo di dar ragione a uno dei litiganti, nel penale quest’obbligo non c’è; il “litigante” più forte, cioè lo Stato, dice chiaro, devo ripeterlo ancora una volta, al 533 del codice di procedura: “Il giudice pronuncia sentenza di condanna se l’imputato risulta colpevole del reato contestatogli al di là di ogni ragionevole dubbio”
Cremona 25 11 2016 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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