PICCOLO MONDO ANTICO – QUARANTUNO
Molto peggio è l’altro appunto che l’avvocato della squadra Locci “stare meglio è possibile” deve fare al Dotti, perché somiglia tanto al chiudere quattro mesi la biblioteca, servizio pubblico, per trasferirlo agli sportelli, il Dotti, una specie di tagliarsi i coglioni per indispettire la moglie; gli è che qui non ci sono né mogli né coglioni, credo, ma se la Procura trova motivi di interesse professionale, può, in senso figurato, far sesso feroce: te lo mette in quel posto senza curarsi se hai provveduto per tempo la vaselina. In breve, entra in scena l’arma segreta, l’architetto Ferla Stefano, marito di Donna Circo, fratello dell’assessore Maurizio; ma con un ruolo poco brillante, entra nella squadra Locci per lavori socialmente utili sulla cui origine non intendo seguire gli sberleffi dell’avvocato del Dotti; ma infine, per un architetto, conveniamolo, i lavori socialmente utili non sono certo entrare dalla porta principale. Fossero svolti poi sul serio e in un ambiente terzo, scagli la prima pietra chi eccetera; non vorrei, come la chiusura del servizio pubblico biblioteca, che anche in questo strano rapporto ci sia motivo di aprire un fascicolo; io comunque ripeto ciò che ho fatto per la biblioteca, mando il pezzo in Procura, casomai interessasse come il Ferla Stefano arrivò, fra tutti i posti possibili, in quello della moglie e del fratello, e passi ancora, ma se il lavoro socialmente utile fosse davvero insegnare informatica a una volontaria, come risulta dalla memoria dell’avvocato del Dotti, che qui ripeto, ci sarebbero motivi da aprirne due o tre, fascicoli:
—Non è noto quanti abbiano beneficiato delle “istruzioni informatiche” impartite dal polivalente architetto: di certo la signora Angela Moreni, che da tempo svolgeva apprezzata attività di volontariato presso la biblioteca stessa, che dichiara: il 14 03 2015, sabato, giusta accordi presi con l’assessore Chiara Circo prendevo lezioni di informatica con l’ausilio dell’architetto Stefano Ferla. Prima della lezione suggerivo al signor Ferla di utilizzare una postazione diversa da quella principale, dal momento che quel giorno non era presente il responsabile della biblioteca signor Vittorio Dotti. Il signor Ferla non si mostrò d’accordo e utilizzò il computer principale. Dopo averlo avviato senza chiedere nessuna password, mi accorsi che leggeva un testo personale inerente ad un medico, insinuando che il signor Dotti lo avesse scritto, falsificando poi la firma del medico. A questo seguì la lezione di informatica, al termine della quale il signor Ferla accendeva la stampante e da essa uscirono le stampe di un altro testo. Il signor Ferla lo prese e lo lesse in mia presenza facendo alcuni commenti; al momento di chiudere la biblioteca ne prese con sé una copia, poi alle ore 12 53 uscimmo insieme dalla biblioteca.—
La versione suggerita al proprio avvocato dal Comune di Castelverde e Uniti è, nei dettagli, un poco diversa, ma nella sostanza conferma lo scritto sopra:
—La vicenda da cui trae origine l’addebito coinvolge anche l’architetto Stefano Ferla che, il 14 marzo 2015, si trovava presso i locali della biblioteca comunale per svolgere attività di istruttore informatico come lavoro socialmente utile. Giunto sul posto per verificare l’attività svolta dall’architetto Ferla nell’ambito del servizio assegnatogli, il Sindaco constatava che nella stampante collegata al Pc in dotazione alla biblioteca comunale vi erano numerose copie (circa 20) del comunicato sottoscritto dal signor Dotti.—
La prova naturalmente varia secondo le condizioni richieste ma, salvo coloro che dormano all’umido, umido molto umido, nessuno è disposto a credere che Donna Locci vada a controllare se il marito di Donna Circo e fratello dell’assessore Maurizio, capitato non certo per caso ai lavori socialmente utili nel suo Comune, vada a controllare dicevo, se insegna bene l’informatica a una volontaria! C’è da spiegare poi, non è dichiarato! come il Ferla apra un personal di cui non dovrebbe avere la password, legga dati che, esatto o non siano lì, sono comunque personali, e sequestri infine una copia del documento, nella sua veste di lavoratore socialmente utile! Naturale quindi la solita zappa sui piedi:
—Tale ultimo riferimento fornisce l’occasione di una piccola precisazione: il computer predisposto presso la postazione principale della biblioteca comunale è un bene facente parte delle attrezzature proprie della biblioteca, strumentali al suo esclusivo funzionamento ed utilizzabili da chiunque, architetto Stefano Ferla compreso, sia stato all’uopo autorizzato per lo svolgimento di mansioni di pubblico interesse, come un lavoro socialmente utile.—
Va bene, il Ferla Stefano ha svolto mansioni di pubblico interesse; io, come per la chiusura della biblioteca, svolgo la mansione di pubblico interesse di spedire anche il post di oggi in Procura.
Cremona 27 08 2016 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com