OSSERVAZIONI DI UN ASSOCIATO – CINQUECENTOTRE
La Libera è un’associazione a pezzi, dal particolare all’universale, e viceversa: i rinnovatori dovranno veramente rimboccarsi le maniche, per salvare il salvabile. L’ultima: un amico agricoltore vero mi regala la sua copia del nuovo statuto, che ho scorso velocemente; il particolare: per il solito errore di sbaglio, tipico della Provincia fin che c’è, la prima pagina è messa in fondo al libretto; l’universale, art. 22, che non sto a ricopiare tutto: “Il Direttore della Libera è di diritto capo del personale, sovraintende a tutti gli uffici, propone le assunzioni e i licenziamenti, applica le deliberazioni studia e propone al Presidente, partecipa alle riunioni degli organi firma unitamente al Presidente i relativi verbali eccetera.”
Ma Filippini Rosino non aveva licenziato Guido Vezzoni scrivendo sulla lettera, poi sostenuta da 19 pivantonini, che la funzione del direttore spariva per cui eccetera eccetera: adesso cosa raccontano al giudice nella causa di lavoro? Chi tira fuori i soldi per risarcire Vezzoni? In prima battuta, certo, la Libera, che poi ha l’obbligo di rifarsi, come per tutti gli altri, su chi ha combinato il guaio: solo per soddisfare la voglia cieca di vendetta su chi non si era prestato ai giochi elettorali.
Se il voto del 26 maggio non assegna la vittoria a chi davvero vuol rompere, coi fatti, col passato, vedo giorni tristi e bui per la Libera; altro che perder tempo alla ricerca di chi è il più bello e nobile del reame; la fiducia vada a chi da tempo ha indicato ai colleghi cosa stava succedendo; il solito Boselli Antonio raccomanda, sulla Provincia fin che c’è di sabato, che i soci eleggano un consiglio condiviso forte e autorevole: composto da chi? da chi ancora oggi, cambiando vestiti, traffica perché tutto resti come in epoca pivantonina? Si prepari piuttosto a rispondere, il Boselli Antonio condiviso forte autorevole, se in assemblea gli fan domande sui temi veri del gruppo, come la lettera del socio che ho iniziato due giorni fa:
——-Riguardo invece il Gruppo Editoriale e il vociferato “ miracolo “ compiuto dal presidente Filippini per i risparmi dei quali si attribuisce la paternità, occorre ad onore del vero precisare che lo stesso è diventato presidente nel mese di novembre 2014 e ha continuato fino a febbraio / marzo 2015 a ripetere “…. mì so novo, mì devo capire bene, mì non dormo la notte ….”. Appare evidente che il bilancio chiuso a dicembre 2014 ha beneficiato di tutta una serie di azioni tese a portare risparmi strutturali (non temporanei), per circa € 2.000.000, in dieci mesi di attività svolta da altri, non da lui. La “ Solidarietà “ doveva partire a fine 2014, invece è decorsa da maggio 2015, con un’incidenza sul bilancio 2015 di soli otto mesi. Anche le dilazioni concesse dalle banche hanno portato un beneficio temporale (un anno) a fronte di minori oneri finanziari che verranno poi recuperati spostando in avanti la scadenza dei mutui/leasing. Difatti, le banche non hanno concesso al Gruppo altri affidamenti, seppure promessi, ma solo le dilazioni, cartuccia che si spara una sola volta, come la Solidarietà. In proposito, a fine mese terminerà il primo anno del provvedimento e sarebbe corretto illustrare ai soci i reali benefici ottenuti, per giustificare la richiesta di rinnovo per il secondo e ultimo anno, e quali provvedimenti si intendono prendere per contenere definitivamente i costi di gestione, visto che all’epoca le verifiche avevano appurato che la redazione di n.30 giornalisti contribuiva su base mensile a produrre il giornale per il 33%. Dunque al presidente Filippini non sono ascrivibili risparmi per il 2014, avendo beneficiato di attività portate avanti da altri, così pure fino a giugno 2015 nel corso del quale è proseguita l’azione di risparmio nell’ambito del percorso a suo tempo chiaramente delineato. Vuole forse ricandidarsi nella carica dalla quale si è dimesso invocando il commissario? Il Sig. Filippini, l’unico risparmio che ha prodotto, è quello conseguente al licenziamento di Enrico Antonelli, con una incidenza sul bilancio 2015 equivalente all’indennità che si è assegnato lui da presidente. Come per il licenziamento Vezzoni, anche in questo caso il commissario Boselli assieme al collegio sindacale dovranno vigilare affinché venga inserito in bilancio l’accantonamento per il contenzioso con Antonelli, così come è stato fatto in precedenza per altre posizioni lavorative. In occasione dell’assemblea di bilancio del 27, il commissario Boselli dovrà presentare anche le risultanze della gestione del gruppo editoriale di proprietà della Libera che detiene il 100% delle azioni della capogruppo SEC, al fine di assicurare ai soci (i veri proprietari del gruppo) una corretta informazione. La Provincia fin che c’è ha attaccato nei giorni scorsi la gestione di Padania Acque per i “manager super pagati”, tralasciando di precisare lo stipendio assicurato al direttore responsabile de La Provincia. Il commissario Boselli in assemblea comunichi gli importi e le condizioni riservate, il tutto a confronto coi risultati conseguiti, prima di criticare gli altri. Le uniche furbate che il Sig. Filippini è riuscito a mettere in atto per sollevare i bilanci 2015 di SEL e PUBLIA hanno riguardato l’aumento delle competenze a loro favore sul contratto di stampa del Giornale (SEL) e sui proventi pubblicitari (PUBLIA). Come si spiega per SEL l’aumento delle competenze decise da SEC nel 2015 e fino a maggio 2016, con la revoca del contratto di stampa ? Come si concilia una tale decisione, di carattere straordinario, assunta da un consiglio e dal commissario ambedue a fine mandato? Il residuo ammortamento dei macchinari di stampa conseguente al blocco operativo, graverà per intero (valore vicino a € 2.000.000) sull’esercizio 2016, tenuto conto che il loro valore non rispecchia certo quello di realizzo? A distanza di un mese dalle elezioni tale incombenza doveva esser lasciata ai rinnovati organi della Libera, atteso che l’errore è stato compiuto nel 2008 dall’allora presidente Piva con l’ulteriore indebitamento per l’acquisto delle “ torri colore “, sollecitato al riguardo con lo scopo di rendere competitiva la testata (difatti la resa dell’investimento è stata la perdita di oltre n.1.500.000 copie nel periodo 2008/2014). Chiedete spiegazioni in Assemblea, e se non vi saranno date, potrete non approvare il bilancio e chiedere al giudice la revocatoria degli atti compiuti.———–
Ci sarà un socio, uno solo! che drizzi la schiena e inchiodi Boselli Antonio a rispondere a queste domande?
Cremona 25 04 2016 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com