Gen 29 2016

la legge del più forte-cinquanta 29 01 2016

Published by at 8:23 pm under cronaca cremonese,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – CINQUANTA
Bontempi e Padovani, ricorso in Cassazione:
“In particolare, risulta di fondamentale importanza sottolineare ancora una volta il travisamento della prova tecnica sulle modalità di azione del gas sui corpi in vita di Claudia e di Livia; errore nel quale è caduta la sentenza impugnata nonostante le specifiche deduzioni formulate nell’atto di appello dell’imputato.”
In gergo, si potrebbe dire che Bontempi e Frigo, nell’atto di appello, non si sono risparmiati: han fatto pure i disegni! Rimiriamoli, pagina 153:
“Se è, infatti, corretto dal punto di vista tecnico optare per il fatto che Claudia e Livia sono state esposte per un tempo non breve (non certo quello necessario per l’asfissia) ad una miscela di gas e ossigeno, rivelatasi fatale, e che la morte sia sopravvenuta per effetto di una combinazione tra l’azione dei gas sul sistema nervoso centrale e la contemporanea depressione respiratoria provocata dall’intossicazione acuta prodotta dalla assunzione di un elevato quantitativo di Xanax e che, al contrario, una inalazione breve e intensa di butano-propano non potrebbe giustificare gli elevati valori di gas assorbiti dagli organismi in vita, tutto ciò dovrà avere (e doveva avere) rilevanti ripercussioni sulla valutazione dell’ipotesi accusatoria.”
In parole povere: Claudia e Livia hanno respirato a lungo il gas, che quindi ha avuto modo di espandersi con uniformità in tutto il corpo, dopo di che:
“In particolare, è assolutamente evidente che tale dinamica di causazione della morte è da valutare, nella sostanza, incompatibile con il duplice omicidio attribuito all’imputato, mentre si adatta ad un tentativo vero e proprio di suicidio ad opera della Ornesi. Bisognerebbe, infatti, immaginare che Iori, una volta narcotizzate e rese inermi le sue vittime, anziché procedere rapidamente a causarne la morte avvicinando il gas di una delle bombole alle prime vie respiratorie, abbia semplicemente aperto le bombole nella stanza e se ne sia, quindi, andato via, lasciando oltretutto la porta della camera socchiusa. In questo modo, egli avrebbe inutilmente corso un rischio troppo elevato: quello che le vittime sopravvivessero (evenienza ben possibile) e Claudia lo denunciasse per tentato omicidio. Iori, infatti, non poteva sapere a priori che l’effetto combinato dei farmaci più il gas sarebbe stato mortale: non c’erano, infatti, dati né di letteratura né di esperienza al riguardo.”
Uno pensa che il processo dei nostri Tribunali ricalchi quelli che vede al cinema, il giudice risponde alle obiezioni; a volte sì, dipende dal giudice, a volte no, a volte risponde altro. I processi Iori, cui non potrà sottrarsi la Cassazione, che ha dato per buoni i primi due, sono da portare prima di tutto nelle scuole, così i ragazzi imparano alla svelta la giustizia dei codici e la giustizia delle Aule, poi in piazza, che li conoscano tutti gli italiani. Alla contestazione di Bontempi e Frigo, esatta dal punto di vista scientifico, dove quindi il giudice non ha possibilità di interpretare, il giudice non risponde, e dà per buona e sufficiente la sua tesi: Maurizio Iori ha avvolto la testa delle “vittime” col sacchetto di plastica della pattumiera, tant’è vero che il vicino del piano di sopra ha distinto l’odore della plastica da quello del gas delle bombolette……

Cremona 29 01 2016 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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