Gen 28 2016

la legge del più forte-quarantanove 28 01 2016

Published by at 1:29 pm under cronaca cremonese,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – QUARANTANOVE
Chissà se Giovanni Canzio, primo presidente della Corte di Cassazione, che mentre apre l’anno giudiziario invita i colleghi a equilibrio e moderazione nel linguaggio, parlava così, in generale, o ha il sospetto che in Aula sia diffuso il modo di rivolgersi agli avvocati con un: non dica sciocchezze, e nelle sentenze appellarsi alla sfera di cristallo. Dal Tribunale di Cremona non possono certo averglielo detto, perché non se ne sono accorti, almeno in pubblico, né presidente né procuratore!
Ma torniamo ai fatti nostri: se il giudice “sa”, non c’è avvocato che tenga, che giochi sui principi generali, che si affidi alle prove; di nuovo un tentativo di Bontempi e Padovani:
“Se cioè una prova è compatibile con l’ipotesi difensiva, questo basta a far scattare il ragionevole dubbio; se invece un’altra prova è compatibile con l’ipotesi di accusa, questa ipotesi non può ancora dirsi provata al di là di ogni ragionevole dubbio.”
Che dire, se non che Bontempi e Padovani ripetono i principi base del diritto processuale moderno?
“Nel caso concreto occorre ricordare anzitutto che la ricostruzione alternativa dei fatti non solo risulta possibile, ma è la più plausibile alla luce, in particolare, delle prove tecniche di cui si è già ampiamente detto nei precedenti motivi. Volendo riassumerle:
a)sulla somministrazione dello Xanax non solo l’ipotesi di gran lunga più probabile è certamente quella di una assunzione volontaria piuttosto che quella del nascondimento, ma, anzi, è il nascondimento del farmaco a risultare pressoché impossibile, perché soprattutto Claudia ne ha assunto troppo e in troppo scarse bevande per non accorgersi;
b)la morte per avvelenamento da prolungata esposizione al gas, contrariamente alla morte asfittica per inalazione breve e intensa, è decisamente più consona a una modalità suicidaria piuttosto che di omicidio;
c)infine, la accertata presenza di una-due tracce di Dna di Claudia su un blister di Xanax, in assenza di un’altra valida spiegazione, è pienamente compatibile con il suicidio, mentre contrasta radicalmente con l’ipotesi di omicidio, in quanto è evidente che tale traccia costituisce un indizio preciso a favore dell’imputato e, in particolare, del fatto che Claudia abbia toccato il blister per estrarre le pastiglie di Xanax.”
E’ noto che “superior stabat lupus”, e l’agnello potrebbe anche essere l’intelligenza più viva del creato, ma deve cedere alle superiori mascelle, per cui, accettato anche da Bontempi e Padovani, per buona educazione, il miracolo delle pastiglie che si trasformano in gocce, le gocce subiscono un ulteriore miracolo, a Cremona come a Brescia e, appena saremo riusciti a leggere, anche a Roma, diventano “poche”, pur con la proprietà d’aver spedito in stato di intossicazione acuta le due morte, tanto l’autopsia non s’offende per l’evidente mancanza di rispetto al suo operato; al gas ch’è penetrato nei corpi molto lentamente, basta non rispondere; e il Dna di Claudia sui blister ha ottenuto addirittura l’onore di due spiegazioni: per la Corte di Cremona, a portarlo lì furono i guanti “asettici” del medico di pronto soccorso, mentre la Corte di Brescia fu più precisa, Iori ha premuto le dita di Claudia. Vedremo a chi la Cassazione darà fiducia o se, nei poteri enormi che la prassi consente al giudice italiano, verrà indicata una quarta via!

Cremona 28 01 2016 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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