Archive for Ottobre, 2015

Ott 28 2015

una persona civile 28 10 2015

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UNA PERSONA CIVILE DICE LA SUA IN MODO CIVILE
Bravo Mauro!
—Caro Cozzaglio,
Nel link che ho postato sopra, può trovare la produzione di latte in Italia suddiviso per ogni singola regione degli ultimi 10 anni. Come potrà notare, nonostante il calo degli allevamenti di vacche da latte la produzione si mantiene non solo costante ma addirittura in aumento negli ultimi anni. Può chiedere allora ai suoi amici della Coldiretti dove sta il problema se gli allevamenti diminuiscono? Dovremmo forse tornare ai tempi dell’ Albero degli zoccoli quando il 90 per cento degli italiani lavorava in agricoltura, ma nonostante ciò la gente faceva la fame? Sono 30 anni che mi occupo di vacche da latte e le posso assicurare che di allevamenti mal gestiti che farebbero un affare a chiudere ce ne sono ancora molti. La Coldiretti farebbe meglio ad insegnare ai suoi associati il concetto di produttività invece che invocare l’intervento di non so quale entità suprema che possa per decreto risolvere i problemi della malagestione.
Saluti, Mauro Bianchessi.

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Ott 28 2015

dire e fare 28 10 2015

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DIRE E FARE
Enorme è in città lo sdegno per l’imposizione agli industriali di Cremona, che si sono piegati: ritirate la candidatura di Maurizio Ferraroni alla presidenza della Fiera, deve essere riconfermato il nostro amico Pivantonio, sennò il gruppo Arvedi esce dall’Associazione. Ma una piccola e significativa risposta c’è, per noi sdegnati: quando incontriamo per strada Arvedi Giovanni e Caldonazzo Mario, cambiamo vistosamente marciapiede; quando organizzano la loro cultura al Museo del Violino, evitiamo di farci vedere: la loro cultura di vita ci fa schifo!

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Ott 27 2015

j’accuse-seicentoquarantacinque 27 10 2015

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J’ACCUSE – SEICENTOQUARANTACINQUE
La pagina del ricorso d’appello di Bontempi e Frigo che trascrivo oggi è tremenda:
“Ebbene, sul punto, si deve lamentare la totale, radicale e inspiegabile carenza di motivazione da parte dei primi Giudici che, dopo aver riconosciuto a Facchi Pasqua la patente di ‘teste essenziale’, nel contesto della motivazione della decisione, nonostante specifiche deduzioni difensive avanzate nelle memorie in atti, non affrontano mai il tema della inattendibilità dei testimoni, parenti delle vittime, e, in particolare, di quelli che si sono costituiti parte civile nel processo. Ma vi è di più: arrivano paradossalmente ad affermare che ‘in realtà gli Ornesi hanno sempre riferito pacatamente i fatti (che non sono poi molti) a loro conoscenza ed ogni volta che vi è stato contrasto con le affermazioni dell’imputato si è dimostrato che era l’imputato a mentire’. Inoltre, quando nella sentenza impugnata si dice che ‘dal racconto dei familiari (genitori, sorella, cognato) ed in particolare, per la maggior confidenza, della madre e della sorella si ha un quadro preciso dello sviluppo della relazione tra Claudia e Iori e dei più significativi avvenimenti’ si intende far passare il concetto che l’attendibilità di tali testimoni sia presunta a priori. Tali affermazioni, da un lato, sono prive di qualsiasi argomentazione a sostegno (ben possono essere qualificate autoreferenziali), dall’altro, sono l’indice di scarsa sensibilità giuridica e umana offerta dai primi Giudici, in quanto a chiunque appare assolutamente evidente (anche a prescindere dall’esito del giudizio) che, nel caso di specie, non si può assolutamente trascurare la valutazione generale della attendibilità delle parti civili nel contesto della vicenda e della sua tragicità dal momento che ciò ha influito necessariamente sulle loro dichiarazioni.”
Se non è una botta sui denti questa, che incide addirittura sulla professionalità dei giudici…….
“Non si può ignorare che la drammaticità dell’evento che li ha colpiti li ha indotti a raggiungere uno scopo per loro fondamentale, per riscattare la memoria della loro amata figlia e sorella nonché per alleviare un inevitabile senso di colpa, ossia la punizione di colui che per loro era comunque (anche nell’ipotesi del suicidio) il responsabile della tragedia. Questo può averli indotti ad aggiustare, come in effetti è avvenuto, man mano le loro dichiarazioni in base alla necessità di smentire circostanze ritenute ‘pericolose’ per il loro fine: la condanna dell’imputato. Il loro atteggiamento può essere umanamente comprensibile, ma, ciò non di meno, occorre tenerne in assoluto conto ai fini della loro attendibilità. Ed in effetti fin dal giorno stesso della tragedia i familiari di Claudia Ornesi manifestano una evidente ostilità nei confronti di Iori: la signora Facchi Pasqua, la madre di Claudia, la prima cosa che dice ai soccorritori è ‘Iori….chiamate Iori!!’ la sorella Paola Ornesi, come ha riferito l’ispettore Bonazzoli, durante il rito funebre, ha letto una lettera scritta da lei, nella quale accusava Iori di essere il responsabile dell’accaduto: (teste Bonazzoli) la sorella ha letto un suo pensiero, diciamo durante la funzione funebre, dove appunto diceva che loro sapevano che non si erano uccise, che era colpa di altre persone e così io ho visto che praticamente tutta la chiesa si è girata verso, a guardare il dr. Iori, io ero proprio dietro di lui a venti centimetri.”
Altro piccolo grande segno per capire l’intero procedimento: appena tre giorni dopo la morte di Claudia e Livia, per via che indagato ufficialmente fu molto dopo, un ispettore di Polizia incollato a venti centimetri da Iori, in chiesa!

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Ott 27 2015

la legge eguale per tutti 27 10 2015

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LA LEGGE EGUALE PER TUTTI
Un cittadino “normale” potrebbe essere già in galera, in attesa, con calma! dell’interrogatorio del giudice. Dalla Stampa on line: —Sospendere la giudice di Palermo, Silvana Saguto, dalle funzioni e dello stipendio. È la richiesta del ministro della Giustizia Orlando, e del pg della Cassazione Ciccolo. La sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura deciderà venerdì.
Il caso di Silvana Saguto è legato all’indagine in corso a Caltanissetta secondo cui la giudice avrebbe “comprato” una laurea per il figlio Emanuele Caramma, detto Elio. Non solo: negli atti dell’indagine condotta dalla Finanza, oltre alle prove che il professore Carmelo Provenzano – nominato amministratore giudiziario “di fatto” proprio dalla Saguto – aveva scritto la tesi, ci sono intercettazioni in cui si fa riferimento agli otto punti generosamente conferiti dalla commissione, sebbene il ragazzo si fosse «inceppato più volte» durante la discussione. E proprio il giorno dopo la proclamazione, uno dei membri della commissione, che lavorava a un’amministrazione giudiziaria, ricevette con un bonifico di duemila euro, mentre un altro prof, che aveva fatto allusioni a queste «parcelle», era oggetto del risentimento dello studente svogliato: «Forse a lui non diamo niente». Eccetera—

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Ott 27 2015

il puzzometro 27 10 2015

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IL PUZZOMETRO
Ogni volta che passo in piazza dell’Arcivescovado, il giorno di mercato, il terribile puzzo di fritto mi dice: se mi conosci, mi eviti!
Ma se io voglio andare al Lex, uno dei locali ottimi del centro, e farmi uno spuntino, mi tocca mangiarlo condito al puzzo?
E se voglio sfogliare due libri dalla Franca, libreria Ponchielli?
Non sono credente, ma rispetto i preti, e se vado a trovarne uno?
Qui, evidentemente, la rigenerazione urbana non è ancora arrivata, le energie il professor Professore le conserva per scoprire altre, eventuali, vie della seta!

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Ott 27 2015

osservazioni di un associato-trecentoventidue 27 10 2015

OSSERVAZIONI DI UN ASSOCIATO – TRECENTOVENTIDUE
Il titolo che il portavoce di Pivantonio ha affibbiato domenica al Punto: “Tre indizi per una prova”, non poteva dipingere meglio ciò che è successo lunedì in Fiera, descritto da www.cremonaoggi.it: ispettori della Direzione provinciale del lavoro che irrompono e infliggono multe per inosservanze varie delle leggi in materia. E a due giorni dall’apertura della Fiera più classica, quella del Bovino da latte, il segnale è chiarissimo: Pivantonio hai rotto, sei finito!
Adesso vediamo se il segnale è sufficiente per l’esercito dei pivantonini, ispirato da Guidimario il Banchiere, osservante in loco il proconsole Boselli Antonio, o se ne servono di più “espressivi”. Che arriveranno, non c’è dubbio, bisogna solo un po’ di pazienza. E ricordare sempre: bandite le parole “amor fraterno”.
Ma torniamo alla polemica del Boselli, che spiega come il Consorzio Agrario, condotto da capitan Voltini, frega gli agricoltori; mi raccomando, niente confusioni: non con le macchine in prova a tempo indeterminato e robe simili, col mais. Che capitan Voltini ritira e paga al prezzo del contratto già firmato.
“La cosa non è del tutto indifferente, dal momento che se ci fosse una quantità di mais conferito tra i 130mila ed i 170mila quintali interessati da questo problema, applicando la differenza di prezzo di circa un euro e dieci al quintale tra le due categorie, ne scaturisce una bella cifra compresa tra i 143 ed i 187mila euro che non vanno agli agricoltori ma restano nelle casse del Consorzio Agrario.”
Capisco, la rabbia d’aver perso il Consorzio fa perdere lucidità. L’avevo già annotato ieri, ma se il prezzo di mercato fosse nel frattempo sceso, che faceva il Boselli, strillava perché gli agricoltori Libera fossero pagati meno?
Ma soprattutto, imparate a contare in Libera, poi si capisce perché i conti vadano tanto male; il Consorzio si tiene, facciamo una media di 160mila euro, che divisi per i circa 4mila soci fanno 40 quaranta euro a testa: dottor Boselli Antonio, i soci Libera la incaricano di strillare per una somma del genere? Degli altri buchi, quelli sì da Titanic, non dicono nulla, o è lei a non curarsene, per ordini superiori, ben s’intende?
Poi cos’è quel distinguere: restano nelle casse del Consorzio, come se il Consorzio fosse una banca e non la cooperativa degli agricoltori cremonesi? Vada fino in fondo, se questo è il sospetto: li usa capitan Voltini per le aziende amiche, come prima si usava per le macchine, riapparse per miracolo, un po’ usate, sui piazzali del Consorzio appena prima dell’arrivo dei nuovi amministratori?
Anche lei, dottor Boselli Antonio, ha preso il vizio di Pennadoro, non farsi rileggere prima di scendere in stampa, o è quello il suo ragionare?
In definitiva, ecco il modo di presentarsi ai colleghi di Cremona del commissario Boselli Antonio: voli dall’alto e occhiate distratte sui buchi paurosi del Gruppo ch’è chiamato a esaminare; per distrarre i colleghi, facendoli ridere, testate nei muri, il più vicino che capiti!
Complimenti, dottor Boselli Antonio, la sua compagnia eletta non poteva essere che quella dei Guidimario il Banchiere, di Pivantonio il dottor georgofilo, di don Ernesto il nobile eccetera……

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Ott 27 2015

bisogna morire 27 10 2015

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BISOGNA MORIRE
Sembra lo dicesse l’imperatore Augusto agli avversari vinti che chiedevano la grazia, prima di farli sgozzare. Nella mia ormai lunga vita ho imparato che perfino le uova, se troppo sode, portano il cancro; ma vivere male rinunciando al culatello, a una costata come si deve, perché nel corso dei secoli han fatto morire qualcuno prima del tempo, forse! è come portare il cilicio per diventare più buoni……

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Ott 27 2015

alla fine 27 10 2015

ALLA FINE
Valentino Rossi? Eccesso colposo di legittima difesa!

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Ott 27 2015

è la differenza che porta valore 27 10 2015

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E’ LA DIFFERENZA CHE PORTA VALORE Noi italiani abbiamo sempre bisogno di un uomo della Provvidenza, se più d’uno, meglio: ci voleva il Consiglio di Stato per accorgersi che cazzo e figa non sono la stessa cosa; eppure, anche se con linguaggio più casto, l’aveva già detto il cardinal Bagnasco, su incarico del Papa. Dal Corriere on line: —Il Consiglio di Stato richiama alla realtà sindaci e politici ma soprattutto invita il legislatore a decidere chiudendo la porta a improvvisazioni festose o iniziative illuminate. Ciò che manca alla coppia lesbo/omo, dicono i giudici del Consiglio di Stato, è un requisito essenziale che definiscono «ontologico»: la diversità fra i sessi. Se l’Italia vuole davvero riconoscere l’unione fra coppie dello stesso sesso allora deve introdurne il principio. Due persone dello stesso sesso possono essere coppia insomma. Anche in Italia. È questo del riconoscimento un passaggio che, per i giudici del Consiglio di Stato, è essenziale. Si tratta di introdurre un linguaggio che manca.—
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Ott 27 2015

affaracci loro 27 10 2015

AFFARACCI LORO Tipica risposta italiana: non mi riguarda; affari loro; a chi tocca tocca; la crisi c’è per tutti; prima guadagnavano; e via di questo passo. Però ricordiamoci un paio di cosette: la stalla non è un bar che apri e chiudi, chiusa una volta, chiusa per sempre, e questo di nuovo non riguarda noi di città; la conseguenza invece ci tocca eccome, dovremo abituarci a mangiare l’ottimo Philadelphia o, è una legge di mercato, quando rimarranno pochi allevatori il latte diventerà caro, e il formaggio “giusto” al prezzo del tartufo……….. Dai Coldiretti di Cremona: —Crisi stalle, nuovo vertice a Roma. Mercoledì 28 ottobre 2015 presso il ministero dell’Agricoltura – annuncia la Coldiretti Lombardia – si terrà il summit con gli industriali sul prezzo del latte. Si tratta di un incontro al quale noi stiamo lavorando da tempo e che deve contribuire a trovare una soluzione ai problemi del settore – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – il fatto che sia stato convocato è il risultato del nostro pressing a tutti i livelli proprio perché non c’è più tempo da perdere. Negli ultimi dieci anni la crisi della stalle ha portato alla scomparsa di quasi tremila allevamenti solo in Lombardia. Un dramma – dice Prandini – per una regione dove si produce il 40% per del latte italiano e che è la culla del Grana Padano e di tanti altri formaggi Dop. Ma con un prezzo di 36 centesimi al litro il sistema non è in grado di reggere oltre. La situazione è insostenibile. A rischio c’è la sopravvivenza stessa di tanti allevamenti italiani – rimarca Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona – Basti dire che la sola provincia di Cremona, dove si munge il 10% del latte italiano, in dieci anni ha perso più di un quarto dei propri allevamenti. E dev’essere chiaro che, quando una stalla chiude, ad impoverirsi non è solo l’agricoltura, ma l’intero territorio, l’intera economia del paese, che perde ricchezza, posti di lavoro, presidio del territorio, qualità del cibo e della vita.
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