Ott 27 2015

j’accuse-seicentoquarantacinque 27 10 2015

Published by at 3:25 pm under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – SEICENTOQUARANTACINQUE
La pagina del ricorso d’appello di Bontempi e Frigo che trascrivo oggi è tremenda:
“Ebbene, sul punto, si deve lamentare la totale, radicale e inspiegabile carenza di motivazione da parte dei primi Giudici che, dopo aver riconosciuto a Facchi Pasqua la patente di ‘teste essenziale’, nel contesto della motivazione della decisione, nonostante specifiche deduzioni difensive avanzate nelle memorie in atti, non affrontano mai il tema della inattendibilità dei testimoni, parenti delle vittime, e, in particolare, di quelli che si sono costituiti parte civile nel processo. Ma vi è di più: arrivano paradossalmente ad affermare che ‘in realtà gli Ornesi hanno sempre riferito pacatamente i fatti (che non sono poi molti) a loro conoscenza ed ogni volta che vi è stato contrasto con le affermazioni dell’imputato si è dimostrato che era l’imputato a mentire’. Inoltre, quando nella sentenza impugnata si dice che ‘dal racconto dei familiari (genitori, sorella, cognato) ed in particolare, per la maggior confidenza, della madre e della sorella si ha un quadro preciso dello sviluppo della relazione tra Claudia e Iori e dei più significativi avvenimenti’ si intende far passare il concetto che l’attendibilità di tali testimoni sia presunta a priori. Tali affermazioni, da un lato, sono prive di qualsiasi argomentazione a sostegno (ben possono essere qualificate autoreferenziali), dall’altro, sono l’indice di scarsa sensibilità giuridica e umana offerta dai primi Giudici, in quanto a chiunque appare assolutamente evidente (anche a prescindere dall’esito del giudizio) che, nel caso di specie, non si può assolutamente trascurare la valutazione generale della attendibilità delle parti civili nel contesto della vicenda e della sua tragicità dal momento che ciò ha influito necessariamente sulle loro dichiarazioni.”
Se non è una botta sui denti questa, che incide addirittura sulla professionalità dei giudici…….
“Non si può ignorare che la drammaticità dell’evento che li ha colpiti li ha indotti a raggiungere uno scopo per loro fondamentale, per riscattare la memoria della loro amata figlia e sorella nonché per alleviare un inevitabile senso di colpa, ossia la punizione di colui che per loro era comunque (anche nell’ipotesi del suicidio) il responsabile della tragedia. Questo può averli indotti ad aggiustare, come in effetti è avvenuto, man mano le loro dichiarazioni in base alla necessità di smentire circostanze ritenute ‘pericolose’ per il loro fine: la condanna dell’imputato. Il loro atteggiamento può essere umanamente comprensibile, ma, ciò non di meno, occorre tenerne in assoluto conto ai fini della loro attendibilità. Ed in effetti fin dal giorno stesso della tragedia i familiari di Claudia Ornesi manifestano una evidente ostilità nei confronti di Iori: la signora Facchi Pasqua, la madre di Claudia, la prima cosa che dice ai soccorritori è ‘Iori….chiamate Iori!!’ la sorella Paola Ornesi, come ha riferito l’ispettore Bonazzoli, durante il rito funebre, ha letto una lettera scritta da lei, nella quale accusava Iori di essere il responsabile dell’accaduto: (teste Bonazzoli) la sorella ha letto un suo pensiero, diciamo durante la funzione funebre, dove appunto diceva che loro sapevano che non si erano uccise, che era colpa di altre persone e così io ho visto che praticamente tutta la chiesa si è girata verso, a guardare il dr. Iori, io ero proprio dietro di lui a venti centimetri.”
Altro piccolo grande segno per capire l’intero procedimento: appena tre giorni dopo la morte di Claudia e Livia, per via che indagato ufficialmente fu molto dopo, un ispettore di Polizia incollato a venti centimetri da Iori, in chiesa!

Cremona 27 10 2015 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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