Set 06 2015

osservazioni di un associato-duecentosettantuno 06 09 2015

Published by at 8:57 am under cronaca cremonese,Striscia La Provincia

OSSERVAZIONI DI UN ASSOCIATO – DUECENTOSETTANTUNO
Certo, non si può pretendere che in Libera gli allievi siano meglio di lui, quando Guidimario detta alla Provincia fin che c’è, domenica 30 agosto, e cicciobello Bonacini Ildebrando riporta pari pari:
“A Expo si parla di cibo, di cucina, di ambiente, ma molto poco di agricoltura.”
Non sarà per caso che a Expo sian sempre i Coldiretti in prima fila, davanti al mondo, a spiegare che di cibo, di cucina, di ambiente si parla in Agricoltura e non in Fiat. Ma la libertà è anche questo, si cercano e si trovano i capi che si meritano. Sta agli agricoltori veri, che sono la maggioranza dei soci della Libera, scegliere: chi vuol comandare e basta, e se possibile farsi gli affari propri, macchine in prova eccetera; chi decide di vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti: per restare a galla bisogna fare i miracoli. Nell’Agricoltura della Val Padana d’oggi.
In altri settori è relativamente più facile, i giornali per esempio, dove a volte basta copiare i grandi, Corriere e Repubblica per esempio: tagli tagli e ancora tagli. Certo, bisogna avere la testa adatta. Chi mi segue da tempo sa come si compravano carta e inchiostro sotto il regno di Pivantonio: al prezzo supermassimo che si potesse trovare sul mercato; un centesimo sotto, sarebbe stato segno di scarsa qualità. In pochi mesi, nel 2014, Begatti e Antonelli risparmiarono 800mila euro su carta e inchiostro; come? Andando a rifornirsi come gli altri giornali, senza peggiorare la qualità della Provincia fin che c’è, compito riservato in esclusiva a Zanolli Pennadoro Vittoriano. Dal 2008. Un socio della Libera, agricoltore vero, cioè abituato a fare i conti esatti, del buon padre di famiglia, fa qualche moltiplica degli 800mila in pochi mesi, per gli anni, e capisce tutto subito.
Tagli. Uno va a leggere i bilanci pubblicati sulla Provincia fin che c’è del 17 agosto e scopre che nel 2014 i 30 giornalisti son costati complessivamente 4.744.006, cioè una media di quasi 160mila a cranio. Beh, la media è un po’ sfalsata da Pennadoro, che da solo “pesa” per oltre 300mila. Se poi va a leggere i controlli eseguiti da Begatti e Antonelli scopre che i trenta, Pennadoro compreso, scrivono complessivamente da 4 a 10 pagine al giorno; il resto, collaboratori di paese e agenzie.
Il bello è, su questi numeri, che damigel Filippini ha affidato proprio a Pennadoro la cura del piano industriale dei prossimi anni. Tra un Punto e un ristorante del sabato. Il damigello, approvato dal commissario Boselli, mantiene l’incarico, verso indennità, di capire perché le cose, da anni, non vanno troppo bene.
Auguri, ve ne servono davvero tanti, ma datevi un po’ da fare anche voi, cari amici agricoltori veri della Libera, cioè la maggioranza!

Cremona 06 09 2015 www.flaminiocozzaglio.info

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