Ago 28 2015

j’accuse-cinquecentottantacinque 28 08 2015

Published by at 2:46 pm under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – CINQUECENTOTTANTACINQUE
–A tal riguardo, non si dimentichi che, nella ricostruzione dei fatti che vede Iori programmare l’omicidio con una pluralità di mezzi e accorgimenti (farmaci di Xanax e Valium, il primo peraltro da portare sia in pasticche con blisters, sia in forma liquida, 4 fornelletti e 4 bombolette, sacchi della spazzatura per eseguire la manovra di confinamento, successiva opera di bonifica/simulazione della scena del delitto) l’imputato avrebbe versato in uno stato emotivo particolarmente compromesso, essendo mentalmente dominato dall’idea omicidiaria e dalle complesse modalità di esecuzione di tale idea.–
Ed eccoci a Fischetti&Vacchiano che insegnano al collega Massa Pio cos’avrebbe dovuto scrivere, altro che il medico di pronto soccorso che ingarbuglia le prove:
“Ordunque, pur volendo prescindere dal facile rilievo che l’ipotesi di una contaminazione da trasporto mediato non risulta sia stata perentoriamente esclusa dai consulenti, resta tuttavia il dato, del tutto trascurato dai difensori dell’imputato, che sui 10 blisters esaminati, soltanto su uno, o forse due, siano state rilevate impronte biologiche di Claudia.”
Siamo alle solite, o il giudice italiano non ascolta nemmeno i consulenti, pure i suoi, che gli spiegano le cose sotto il naso, in Aula, pronti a ripetizioni se non a disegni, come il dottor Lupi a Cremona che ha fatto il gesto di come aveva preso il blister di Xanax, davanti a loro e a me ch’ero lì, e non legge nemmeno i verbali d’udienza, gli venisse il dubbio d’aver dimenticato qualcosa, oppure non resta che l’ultima ipotesi, si toglie dalle nostre faccende terrene e colga la verità con un semplice, astratto: fiat lux! e la verità si inchina ai suoi piedi!
Il dottor Capra, uno dei primi esperti d’Italia, unico limite, era per la Difesa, ha spiegato, senza essere contraddetto dai consulenti d’Accusa neppure con un battito di ciglia, che nella maggior parte dei casi non resta il Dna nemmeno sul volante e sul cambio dell’auto che guidiamo, per cui il poco trovato in casa di Claudia Ornesi è la regola, ed è solo per questo motivo che la Difesa non ha premuto più di tanto, convinta che i giudici avessero capito, ma non è stato così, ahinoi! da quel che i giudici scrivono, per cui già i romani: repetita juvant! Ma andiamo avanti, tanto han sempre ragione loro:
“Ed è un dato di indubbio rilievo probatorio, dal momento che esso emerge a fronte del fatto che risultano essere stati esaminati ben 20 campioni, ovvero la parte superiore e inferiore di ciascuno dei 10 blisters, poiché in tali parti era stata individuata una presunta sostanza biologica. Se quella repertata e accertata è l’impronta lasciata “volontariamente” da Claudia e se Claudia, per poter somministrare lo Xanax a se stessa e a Livia, ha necessariamente preso in mano tutti i blisters, come si spiega che soltanto su un blister sia stata rilevata la traccia biologica di Claudia? Ebbene, occorre obiettivamente riconoscere come l’ipotesi del suicidio allargato non consenta di rispondere agevolmente a questo interrogativo.”
Ve lo ripeto, signori giudici che per grazia di Dio sapete tutto, il dottor Capra non si permetterebbe mai di insegnare a voi come si legge un codice, sforzatevi, voi, di ascoltare lui quando vi spiega cos’è il Dna! Ma ecco la conclusione, che dimostra ancora una volta l’invincibilità del giudice, che parla ex cathedra più sicuro del Papa:
“L’eventualità che Claudia, nel maneggiare i 10 blisters, abbia potuto lasciare il proprio Dna soltanto su di uno solo, risulta infatti concettualmente mortificata dalla sin troppo notoria circostanza che la pressione sui blisters sarebbe stata sempre la stessa. Questo banale, quanto decisivo rilievo, assolutamente non contestato dalla difesa, è stato pure espressamente puntualizzato dal consulente dott. Cucurachi Nicola.”
Cucurachi, naturalmente, è dell’Accusa; la Difesa ha già parlato col dottor Capra; infine, qui non c’è necessità d’esser consulenti, la pressione per uno sforzo tanto lieve non è quasi mai la medesima. Ma non perdiamo tempo, ecco il trionfo della logica della premiata coppia Fischetti&Vacchiano:
“Per contro, la possibilità che sia stato l’imputato che, dopo aver stordito Claudia con la somministrazione clandestina (in cibo o bevande) del farmaco, abbia preso un dito della mano della donna e l’abbia fatto pigiare su uno dei blister, all’evidente fine di lasciarvi quell’impronta per dimostrare il suicidio allargato, finisce per fornire una più plausibile risposta al suddetto interrogativo.”
L’imputato, un badilante, non uno dei primi chirurghi laser d’Italia, per essere più credibile e sfuggire all’acume degli inquirenti prima e dei giudici poi, prende UN dito della mano della donna e l’appoggia su UNO dei venti lati dei blister; non su tutti e venti, deve aver pensato, sennò la messinscena sarebbe troppo evidente. Quando ripeto che Fischetti&Vacchiano son più eleganti del nominato Massa Pio, ma lo eguagliano in sfere di cristallo, mi limito a un’analisi elementare; ecco che aggiungono in nota 38, segno di una preoccupante confusione mentale:
“Plausibile risposta che, si ribadisce, va comunque aggiunta in alternativa a quella, già sopra prospettata, della possibile contaminazione da trasporto.”
La pagina prima, la 106, avevano scritto.
“Il medico aveva preso i blisters per il lato del bordo e non sulla parte posteriore ove era stata trovata l’impronta.”

Cremona 28 08 2015 www.flaminiocozzaglio.info

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