Lug 28 2015

j’accuse-cinquecentocinquantaquattro 28 07 2015

Published by at 1:59 pm under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – CINQUECENTOCINQUANTAQUATTRO
Ieri ci ho messo tre pagine, ma la stranezza le richiedeva tutte; che il presidente Massa intervenga quando il teste, sotto le contestazioni della Difesa, va in difficoltà, basta leggere i verbali d’udienza; che stimi normale sentire un teste, che nella vita è dottore commercialista, non ricordare il mattino dopo la morte delle vicine dell’appartamento di sotto, aver sentito la sera prima una litigata d’un quarto d’ora, tant’è che dice: forse la sera ancora prima, lascia perplessi; se poi come esattamente attacca l’avvocato Marco Giusto, “ma lei il giorno della litigata era stato a Pinerolo per l’arrivo del Tour de France, possibile non riesca, in un giorno tanto eccezionale, a collocare esattamente i fatti, morte urla tappa”, le perplessità aumentano a dismisura. In sintesi, mi fossi ingarbugliato: il teste Fiameni il 20 luglio 2011, per la prima volta in vita sua, da Crema va a Pinerolo per l’arrivo della tappa del Tour; la mattina del 21 scopre che nella notte Claudia e Livia sono morte; interrogato il 28 dalla Giudiziaria dice che molto probabilmente ha sentito le urla il 20, poi in Aula: forse il giorno prima. Ma dove la stranezza raggiunge l’apice è che il 28 Fiameni dichiarava, sempre alla Giudiziaria: “ricordo che ho sentito distintamente una voce di donna e non posso escludere che l’altra voce fosse una voce maschile…..sono certo di aver udito quella discussione animata eccetera”, e la discussione prevede almeno due persone, quindi conferma la presenza e la versione di Iori: gli scappa d’aver sposato Laura, Claudia s’infuria, urla e lo caccia di casa, e questo non può essere avvenuto che il 20 luglio, da che i parenti Ornesi recitano per filo e per segno il diario quotidiano di Claudia, e il 19 sera nessuno era a casa sua.
Si capisce immediatamente l’importanza dell’altra voce, è una delle tante dimostrazioni dell’innocenza di Iori: bene, in Aula a Cremona davanti alla Corte Fiameni nega d’aver parlato di altra voce alla Giudiziaria, e che la versione esatta è quella d’Aula, mentre fino allora aveva sempre detto: in caso di divergenze è vero ciò che dichiarai allora, perché nell’immediatezza dei fatti, mentre oggi è passato oltre un anno!
E il presidente Massa Pio non solo non fa una piega di fronte all’inspiegabile giravolta, ma quasi se la prende con l’avvocato Giusto che preme per contestarla! Ed è da ricordare che lo stesso presidente Massa Pio ha chiesto il rinvio degli atti alla Procura per falsa testimonianza per le dichiarazioni, perfettamente vere e logiche, a mio parere, di un teste a difesa!
Se non è un caso strano questo; le prove dell’innocenza di Maurizio Iori altro che zampillare, sono una cascata, un Niagara, eppure è come non esistessero, chiuse come son rimaste nelle Aule di Cremona e Brescia. Il Dna di Claudia e Livia sugli oggetti di morte, i blister di Xanax, non c’è memoria fallace di teste, è una prova scientifica che non si può negare. Bene, è finito sugli oggetti trasportato dal medico che, munito dei guanti da pronto soccorso che nulla ricevono, nulla trasportano, prima ha toccato i corpi, poi i blister.
Combinazione, è la difesa di Massimo Bossetti, che finirà in Appello davanti alla stessa Corte di Brescia che ha condannato Iori: il mio Dna sugli indumenti di Yara fu trasportato. Cosa risponderanno stavolta i giudici, che il Dna si sposta solo quando lo dicono loro?

Ceriana 28 07 2015 www.flaminiocozzaglio.info

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