Lug 28 2014

j’accuse-centonovanta 28 07 2014

Published by at 4:30 pm under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – CENTONOVANTA
Naturalmente il Dna non è solo la scoperta che serve ai giudici un po’ strani per trarre le conclusioni che vogliono: giovane, ma se usato per ciò che è, significati ne dà, e tanti. Un medico noto, Giuseppe Remuzzi, gli dedica sul Corriere di oggi una pagina, da cui traggo: “questo però succederà solo quando i risultati dell’analisi del Dna saranno completamente affidabili. Per ora non è così.”
Ottimo incentivo per chi intenda porlo al proprio servizio!
Esempio, a pagina 51 della motivazione di Massa Pio:
“I consulenti del PM che hanno effettuato le indagini biologiche hanno confermato, anche all’esito del contraddittorio dibattimentale, le conclusioni riportate negli atti, che qui si trascrivono in relazione agli oggetti di interesse: le analisi del DNA svolte sulla campionatura biologica realizzata sulla manopola di una bombola hanno permesso di estrapolare un profilo genetico di tipo misto perfettamente compatibile con l’ipotesi di commistione tra le sostanze biologiche delle vittime Ornesi Claudia e Iori Livia. Le analisi eseguite sulle campionature realizzate sulle restanti bombole hanno invece avuto esito negativo.”
Non vado a riprendere i verbali di udienza, mi limito a “giocare” sull’uso che ne fa Massa: “perfettamente compatibile con l’ipotesi di commistione”. Spero sia chiaro che il “padrone” del processo fa quello che vuole delle consulenze, del resto per legge è il peritus peritorum!
Il Dna di Claudia e Livia sulla manopola di una bombola porta alla conclusione obbligatoria: la bombola è servita a morire, l’hanno toccata le morte proprio sulla manopola, dunque è suicidio.
Pagina 54, la rivelazione: “Ad avviso della difesa la traccia in questione proverebbe che Claudia Ornesi ha adoperato la manopola per realizzare il suicidio.”
E’ quello che penseremmo in tanti, d’istinto, invece:
“In realtà, molto più semplicemente, potrebbe ben essere che Claudia e Livia abbiano toccato la manopola mentre per curiosità esaminavano uno dei fornelletti appena portati da Iori.”
Basta la spiegazione? certo no, perché a questa stregua dovrebbe esserci anche il Dna di Iori, che invece manca. Poi, pagina 87, Iori s’è fermato almeno 3 o 4 ore dopo l’omicidio per cancellare le tracce, quindi ha senz’altro cancellato anche quelle della “curiosità”, pur se, torniamo a pagina 54, sui dieci oggetti al massimo che doveva ripulire in 3 o 4 ore, ne ha “dimenticato” uno fondamentale: il tappo di plastica verde di una bombola!
E allora? che fatica la “ricostruzione” di Massa Pio, direte anche voi, pagina 54:
“Tuttavia, ad avviso della Corte, l’ipotesi più probabile è che il rinvenimento delle tracce in questione sia frutto di una accidentale contaminazione. Al riguardo deve rilevarsi che nel corso dell’udienza del 24 ottobre 2012 sono state lungamente sentite tutte le persone (personale medico e paramedico, vigili del fuoco, poliziotti) che fecero ingresso nell’appartamento dopo la scoperta dei cadaveri ed a ciascuna, sia nelle indagini preliminari che in dibattimento, è stato chiesto di ricostruire la sua condotta e la sequenza dei movimenti e delle azioni compiute.”
Massa Pio dimentica il padre, i vicini eccetera, le bombole furono toccate in un tempo o nell’altro da tutti quelli che entrarono.
“In tale contesto è emerso come dato certo che bombolette e relativi fornelli vennero trasportati dalla stanza da letto al balcone dai soccorritori che, muniti di guanti di lattice, avevano in precedenza toccato entrambi i cadaveri eccetera. Pertanto è ben possibile che i guanti dei soccorritori, toccando i cadaveri, abbiano raccolto tracce biologiche dei medesimi e che un guanto così contaminato abbia trasferito il Dna sulla manopola di una delle bombole eccetera.”
Orbene, di colpo sulla scena scritta da Massa restano solo i soccorritori medici, coi guanti di lattice che non trasportano nulla, toccano i cadaveri che nel loro stato di cadavere dio sa che tracce possano lasciare, poi toccano le 4 quattro bombole, ma dio sa perché il trasporto riesce solo su una, ma, sulla scena completa così come raccontata dai testi, ciliegina sulla torta, le bombole, e risulta dai verbali di udienza, hanno subito il “tocco” a mani nude e presumibilmente sudate, era il 21 luglio, degli altri soccorritori, ma del Dna di essi non c’è traccia!
I miracoli della Legge contro le scoperte della Scienza!
Poi, con balletti del genere, gli italiani dovrebbero fidarsi delle certezze offerte dal Dna nel caso Yara!

Ceriana 28 07 2014 www.flaminiocozzaglio.info

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