Mag 28 2014

j’accuse-centoventinove 28 05 2014

Published by at 8:29 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – CENTOVENTINOVE
Guai a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze oppressive: per fortuna l’ha scritto il profeta Isaia quasi tremila anni fa, capitolo 10,1; lo ripetessi io con tanto di sfere di cristallo unite sarei sommerso da querele e citazioni a giudizio, perché è certo che i giudici sbagliati ci sono, ma da un’altra parte o in un’altra epoca, e se per caso tu, che vuoi aver ragione per forza, un testone insomma, insisti sulla sfera di cristallo, da qualche parte non hai capito qualcosa!
Comunque andiamo avanti con una delle migliori del profeta Severgnini, Parte civile: Maurizio Iori ha fatto perdere tempo alle indagini, negando d’esser stato a cena da Claudia! Ora, ripetuto per la centesima volta che il primo obbligo, se si insiste nel voler ragione per forza, è convincere su Xanax gas chiavi, e nemmeno tentarlo è una prova evidente dei fatti, è alquanto strano che un avvocato dimentichi che la legge permette anche al presunto colpevole sia il tacere che il mentire e che di conseguenza non gli si possa muovere accuse per la scelta; ma soprattutto, la bugia da bambino di Maurizio Iori era già scoperchiata dai familiari di Claudia prima ancora la dicesse!
Ma se mancano argomenti che fare? È il classico degli avvocati, grandi e piccini: si parla d’altro!
Quindi il motivo di comprare l’ultima bombola mentre dai timbri risulta in servizio: una specie di alibi, fratellino minore del cellulare, in questo caso. Il lettore assiduo ricorderà la nuova linfa portata nel mare magnum delle prove da inquirenti e giudici uniti, immortalata nelle 97 paginette di Massa Pio: se uscite di casa per commettere un’azione poco ortodossa, voi lasciate sul tavolo il cellulare e quello garantisce che eravate lì. Speriamo che in Cassazione, dove si son mostrati tanto pignoli anche su questo processo, quando han scritto che il quadro indiziario sembrava deboluccio e che Iori doveva esser rimesso in libertà, non demoliscano l’opera d’ingegno dei troppi intelletti qui uniti!
E la prova che Iori non ha acquistato a caso le bombolette, è data dalla ricerca su internet.
Ed ecco un classico del non c’era, ma se c’era, dormiva: il teste Fiameni, da demolire, perché potrebbe confortare il racconto di Iori. La sera della morte oltre al gas, che non doveva essere tanto, altrimenti sarebbe andato a bussare alla vicina, o dai vigili del fuoco, il vicino di casa Fiameni sente delle urla, proprio come dice Iori: Claudia si arrabbia perché a lui sfugge d’aver sposato l’altra, lo insulta, lo caccia di casa. Figuriamoci. Ecco la scaletta di Severgnini: Fiameni non è sicuro; forse non quella sera; forse non Claudia.
Ma non è sicuro nemmeno Iori: prima versione, cena e poi gioca con la bimba; seconda, gioca con la bimba e poi cena. Ma c’è molto di più: prima dice che è Claudia a cacciarlo di casa, poi è lui a andarsene spontaneamente perché lei non smette di urlare. E se dopo passeggia quattro ore prima di andare a letto, prima era colpa del caldo, poi della preoccupazione che Claudia non gli facesse più vedere Livia. Insomma, conclude Iago convincendo Otello: tre indizi fanno una prova, e Xanax gas e chiavi non meritano l’attenzione che la Difesa pretende!
Tre ore così, cari lettori, ma ancora qualche pezzo e abbiamo finito anche questa cronaca.

Cremona 28 05 2014 www.flaminiocozzaglio.info

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