Mar 28 2014

j’accuse-sessantotto 28 03 2014

Published by at 11:00 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – SESSANTOTTO
E di nuovo, a leggere gli ampi stralci che la Provincia pubblica sul caso Torchio, confermo la mia tesi: l’errore giudiziario è fisiologico nel civile, dove il giudice comunque deve prendere la decisione a favore di uno dei litiganti; pressoché mai nel penale dove il “litigante” principale è lo Stato, che ha fatto di tutto per mettere a suo agio il giudice: se non sei stracerto, addirittura lo Stato usa l’iperbole “al di là di ogni ragionevole dubbio”, non condanni. Per cui la certezza il giudice la deve raggiungere sui fatti e sulla logica uniti, non sulla sfera di cristallo, pur resa docile e rituale da continui forse dovrebbe sarebbe per lo più eccetera.
La sentenza Torchio si presta da sé a commenti d’ogni tipo, ma il giudice doveva scegliere, non poteva rispondere a lui e all’assicurazione: vedetela tra voi. E in astratto, molto in astratto per me che, ripeto, conosco solo ciò che ha scritto la Benemerita, mi vien da criticarlo, se le sue ragioni sono solo quelle stampate:
“L’abbigliamento non tragga in inganno, perché quella mattina Torchio, all’epoca presidente della Provincia, era sul lavoro. O meglio, subì un infortunio durante lo svolgimento delle funzioni inerenti la sua specifica carica, perché si era recato a due appuntamenti per discutere di questioni di interesse dell’ente che rappresentava…. Torchio, grazie a due testimoni, ha fornito la prova che quella mattina non era alle prese con il footing. Osserva il giudice: ed infatti, al di là dell’abbigliamento che il presidente della Provincia indossava al momento del sinistro, le dichiarazioni dei testimoni hanno pienamente confermato che quella mattina Torchio si era recato da entrambi per discutere di questioni di interesse dell’ente e non per meri affari personali o a titolo diverso eccetera.”
Torchio, secondo la Provincia, in tuta e scarpette attraversa la strada e si scontra con una moto, e ovviamente ha la peggio; per il giudice stava correndo a un altro impegno, e in teoria ci sta, ma prima o poi bisogna stabilire, a tutela dei diritti dell’assicurazione, quando cessa il lavoro, che non è pensabile duri 24 ore al giorno, e la decisione viene presa, quasi fossero giudici, da due testimoni in carne e ossa di fronte all’evidenza di un abbigliamento, di un modo, di un luogo: ma nel civile ci sta, perché dar ragione a priori all’assicurazione comporta inevitabilmente cancellare un eventuale diritto di Torchio.
Tutto questo processo intellettuale manca del tutto nel penale perché lo Stato concede oltre il 50% al cittadino e lo dice chiaro al Giudice: fatti, sempre fatti, solo fatti. E certi.
Sfido chiunque, anche il giurista più abile d’Italia, a dimostrare che ciò è avvenuto nell’intero procedimento contro, il termine più esatto! Maurizio Iori. Se qualcuno ride delle argomentazioni Torchio, che un fondamento reale comunque l’hanno, che dovrebbe rispondere su quelle Iori che ripeto in continuazione da oltre 400 pezzi?
Per convincere ch’è riuscito nell’impresa dello Xanax, Massa lamenta di non disporre della sfera di cristallo, che illuminerebbe; la conclusione col gas, si limita a contraddire l’esito dell’autopsia; la chiave dell’appartamento, l’avrà avuta e comunque testimoniano gli Ornesi, di specchiata e provata sincerità.
Nessun cremonese rida della sentenza Torchio, se ha taciuto sulla sentenza Iori!

Cremona 28 03 2014 www.flaminiocozzaglio.info

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