J’ACCUSE – NOVE
L’errore giudiziario: se un giudice condanna Tortora o affibbia cinque anni a chi non ha previsto un terremoto, non ci si metta a cercare una colpa, fosse una pur lieve negligenza. E’ solo un errore, l’ombra malefica che accompagna da sempre l’agire umano; non c’è mai, o almeno non è rilevabile, una volontà diretta a ignorare i limiti del buon senso e della professione. I pochi che hanno inteso fregarsene di quei limiti son stati beccati: erano al soldo di Berlusconi!
Dunque come si fa a punire, anche solo col procedimento disciplinare, chi ad esempio sbaglia scaffale e invece del codice, ripeto: inconsapevolmente, si trova tra le mani le sfere di cristallo con cui gioca il figlio? L’errore è inevitabile, e l’unica sanzione, l’ha ricordato da noi poco tempo fa Luca Palamara, l’ex segretario nazionale eccetera, venuto da Roma a illuminare il Rotary di Casalmaggiore, è quella di lasciare lo sfortunato giudice alle prese con la sua coscienza, più dura di un Torquemada, da che “l’errore giudiziario costituisce di per sé un momento di angoscia insuperabile per ciascun magistrato”.
Naturalmente il giudice italiano non può tormentarsi ogni giorno con tutte le tragedie della coscienze, finirebbe per impazzire: se ha davanti un professionista come lui, responsabile di una cappellaccia, il palazzo è andato giù perché i calcoli del cemento armato li ha fatti con la sfera di cristallo invece delle tabelle dell’ingegneria strutturale, lo deve punire secondo legge perché il danno c’è, gli afflitti pure e lui i ferri del mestiere doveva usarli bene. Si finirebbe col tutti scusabili, nessuno colpevole, e la società crolla.
Per cui fanno benissimo a querelare i giudici che si sentano vittime di critiche ingiuste e canzonatorie, come se loro fossero comuni cittadini, e meglio ancora i colleghi chiamati a stabilire pena e risarcimento per i diffamatori a essere il più duri possibile, a evitare che i casi, rimanessero impuniti, si ripetano!
Ti ricorderai, lettore attento, il dentista citato dal paziente per le cure inefficaci, caso illustrato a dovizia dalla nostra Provincia: il dentista ha dovuto pagare perché giudicato dal giudice, ma prova a pensare l’esito, fosse stato giudicato dall’Ordine dei medici!
E così, partendo dalla sfera, si può giungere a tutto, ed essere creduti, almeno fin che non giunga il bimbo della fiaba col suo: ma il re è nudo, tradotto con: ma la sfera è mia!
Ma lasciamogli la sfera, al nostro Massa Pio, che possa trastullarsi sino allo sfinimento, e rigodiamoci noi, come un film preferito, le migliori sceneggiature, con un solo rincrescimento, che siano ricordate solo da me, minuscolo blogger di provincia, invece che, come meriterebbero, dai più grandi diffusori nazionali, a imperitura memoria.
Notorius, il bacio di Ingrid Bergman, il bacio più lungo della storia del cinema, l’immortale al centro della pagina 34: “Non avendo la sfera di cristallo non è possibile indicare con precisione quale fu l’espediente usato, uno di quelli descritti, un altro ancora, per riuscire nell’intento, né è necessario.”
Più giallo di così non è possibile, anche Hitchcock sarebbe morto d’invidia!
Cremona 28 01 2014 www.flaminiocozzaglio.info